
Nella vita da uomo qualunque dell'architetto Pablo Simó c'è una fessura inconfessabile, una crepa che gli tormenta la coscienza: Nelson Jara. Forse era solo un piccolo truffatore, una "canaglia", ma anche Pablo Simó sa di essere una canaglia, nonostante l'apparenza di irreprensibile professionista e buon padre di famiglia. Come una crepa che si allunga e si allarga, tutte le piccole certezze quotidiane di Pablo si sgretolano: una giovane donna che sembra sapere chissà cosa su Jara scatena in lui un'attrazione dirompente, la famiglia va in frantumi, il lavoro diventa insopportabile, e passo dopo passo la tentazione di essere canaglia fino in fondo lo travolge. Ancora una volta Claudia Piñeiro ci narra i piccoli inferni di una variegata umanità, nella monumentale Buenos Aires invasa dal cemento delle speculazioni edilizie dove l'apparenza, più che mai, inganna.
Una ragazzina di tredici anni ricorda l'estate del 1976 a Burzaco, in provincia di Buenos Aires. Fa molto caldo e per il padre, rivenditore di ventilatori, questa è una fortuna. Appartenente alla piccola borghesia argentina, la ragazza gode di una vita serena, come tante sue coetanee: la piscina con le amiche, la nonna col pollaio in fondo al giardino, le vivaci riunioni di quartiere per rivendicare il primo monumento alla bandiera. Ma quell'estate tutto cambia, e quando il golpe militare destituisce Isabelita Perón a favore di un "governo d'emergenza" è l'inizio della dittatura e della paura per il padre così amato. Paura dovuta al fatto che è un comunista dichiarato, seppur del genere romantico, utopico, non del tipo attivo nelle lotte politiche. Ma sono tempi pericolosi, in cui anche solo un sospetto può essere fatale. L'ultimo romanzo di Claudia Piñeiro è un flashback della sua infanzia, un omaggio al padre che fonde fatti e finzione e che diventa un romanzo sulla giovinezza, il ritratto di un'epoca, di una classe sociale e di un paese.
Alla periferia di Buenos Aires, dietro alti muri perimetrali, al di là di cancelli rinforzati e affiancati dalle garitte della vigilanza, si trova il complesso residenziale di lusso Altos de la Cascada. Fuori, la strada, la baraccopoli di Santa Maria de los Tigrecitos, l'autostrada, la città, il resto del mondo. Ad Altos de la Cascada vivono famiglie facoltose che hanno lo stesso stile di vita e che vogliono mantenerlo, costi quel che costi. In quest'oasi dorata di pace e tranquillità, un gruppo di amici si riunisce una volta alla settimana lontano dalla vista dei figli, delle donne di servizio e soprattutto delle mogli che, escluse da questi incontri virili, si autonominano, ironicamente, "le vedove del giovedì". Ma una notte la routine si spezza rivelando il lato oscuro di una vita "perfetta".
Dopo vent'anni, una donna torna da dove era scappata in seguito a una terribile disgrazia. Ma quella che torna è una donna diversa. La sua figura, gli occhi, persino la voce sono diversi. Neanche il suo nome è più lo stesso. La riconoscerà chi la amava all'epoca? Lui la riconoscerà? Mary Lohan, Marilé Lauría o María Elena Pujol - quella che è, quella che era, quella che è stata a volte - torna nei sobborghi di Buenos Aires dove vent'anni prima aveva una famiglia e dove aveva vissuto fino a quando ha deciso di scappare. Ancora non capisce perché ha accettato di tornare al passato che si era proposta di lasciarsi alle spalle per sempre. Però, mentre lo capisce, tra incontri attesi e inaspettate rivelazioni, capirà anche che a volte la vita non è né destino né casualità e che forse il suo ritorno non è altro che un piccolo colpo di fortuna.
Dopo il grande successo di Tua, torna Claudia Piñeiro con una nuova eroina – soprannominata Betibú per la sua somiglianza con il personaggio dei fumetti Betty Boop – e un nuovo romanzo. Un giallo agile e appassionante, una commedia nera tesa e divertente, una sottile critica alla società argentina, un romanzo che conferma tutto il talento dell’autrice.
Il libro
La Maravillosa è un country club, quartiere chiuso e controllato da guardiani e severe misure di sicurezza con campo da golf e abitazioni esclusive: un microcosmo dove sembra sia obbligatoria la serenità, se non proprio la felicità. Gladys, domestica del signor Chazarreta, si sottopone alle estenuanti code per accedere alla dimora del padrone, dandoci la visione di un’umanità “addetta ai servizi” anche da questa parte del mondo protetto e asettico dell’esclusivo country club. Ma quando Chazarreta viene trovato con la gola tagliata e un coltello in mano, il presunto suicidio suscita dubbi, e un giornale si ostina a voler approfondire la vicenda. Vengono incaricati di indagare Nurit, detta Betibù, scrittrice, considerata la “dama nera” delle lettere argentine, e un giovane cronista inesperto. Assieme a un altro giornalista molto più navigato, ma messo da parte perché considerato anziano, formano un’improbabile ma riuscitissima squadra d’investigazione, al tempo stesso divertente e molto efficace. Pian piano il mistero si infittisce, i tre scoprono che la morte di Chazarreta è legata ad altre morti, apparentemente accidentali, di alcuni vecchi compagni di scuola, uniti da un oscuro passato e da un antico crimine. E ora qualcuno sembra essersi preso il disturbo di vendicare quest’antica hybris. Chi si nasconde dietro questa vendetta?
Claudia Piñeiro, già apprezzata in Italia per il romanzo Tua – straordinario thriller di crimini in famiglia dalle atmosfere hitchcockiane – torna con Betibù: una storia incalzante in cui dispiega tutto il suo talento narrativo.
Betibù verrà portato sul grande schermo dal regista argentino Miguel Cohan nel 2012.
Nella vita da uomo qualunque dell'architetto Pablo Simó c'è una fessura inconfessabile, una crepa che gli tormenta la coscienza: Nelson Jara. Forse era solo un piccolo truffatore, una "canaglia", ma anche Pablo Simó sa di essere una canaglia, nonostante l'apparenza di irreprensibile professionista e buon padre di famiglia. Come una crepa che si allunga e si allarga, tutte le piccole certezze quotidiane di Pablo si sgretolano: una giovane donna che sembra sapere chissà cosa su Jara scatena in lui un'attrazione dirompente, la famiglia va in frantumi, il lavoro diventa insopportabile, e passo dopo passo la tentazione di essere canaglia fino in fondo lo travolge. Ancora una volta Claudia Piñeiro ci narra i piccoli inferni di una variegata umanità, nella monumentale Buenos Aires invasa dal cemento delle speculazioni edilizie dove l'apparenza, più che mai, inganna.
Alla periferia di Buenos Aires, dietro alti muri perimetrali, al di là di cancelli rinforzati e affiancati dalle garitte della vigilanza, si trova il complesso residenziale di lusso Altos de la Cascada. Fuori, la strada, la baraccopoli di Santa Maria de los Tigrecitos, l'autostrada, la città, il resto del mondo. Ad Altos de la Cascada vivono famiglie facoltose che hanno lo stesso stile di vita e che vogliono mantenerlo, costi quel che costi. In quest'oasi dorata di pace e tranquillità, un gruppo di amici si riunisce una volta alla settimana lontano dalla vista dei figli, delle donne di servizio e soprattutto delle mogli che, escluse da questi incontri virili, si autonominano, ironicamente, "le vedove del giovedì". Ma una notte la routine si spezza rivelando il lato oscuro di una vita "perfetta".
Dopo vent'anni, una donna torna da dove era scappata in seguito a una terribile disgrazia. Ma quella che torna è una donna diversa. La sua figura, gli occhi, persino la voce sono diversi. Neanche il suo nome è più lo stesso. La riconoscerà chi la amava all'epoca? Lui la riconoscerà? Mary Lohan, Marilé Lauría o María Elena Pujol - quella che è, quella che era, quella che è stata a volte - torna nei sobborghi di Buenos Aires dove vent'anni prima aveva una famiglia, fino a quando non decise di scappare. Ancora non capisce perché ha accettato di tornare a quel passato che si era riproposta di lasciarsi per sempre alle spalle. Però, mentre lo capisce, fra incontri attesi e rivelazioni inaspettate, comprenderà anche che a volte la vita non è né destino né casualità e che forse il suo ritorno non è altro che un piccolo colpo di fortuna.
In un hotel del genere gli ospiti dovrebbero essere vagabondi dell'anima, coloro che ancora gironzolano alla ricerca di sé, senza troppa arte né parte.
«C'è un primo piano, nel quale l'ospite è ancora spaesato e incerto su cosa fare. E un secondo piano dove lo smarrimento si popola di mostri. E un terzo piano in cui l'ospite cerca la forza di reagire e prende le misure di ciò che lo circonda. E un quarto piano in cui l'ospite raggiunge una forma di consapevolezza che gli consente l'accesso al tetto dal quale tornare a vedere un po' di luce, quelle stelle che l'albergo non ha».
Un viaggio tra vita e letteratura all'interno di un insolito albergo.
Louise vorrebbe dire ad Adele tutta la verità, anche se si sono appena conosciute. Anche se Adele le sembra una donna così fragile, tormentata com'è dall'insonnia e dalla solitudine. Louise vorrebbe dirle che quella sera, al bar, quando è entrato quell'uomo, lei ha provato qualcosa che, nella sua vita di madre single, non provava da tempo. Vorrebbe dire ad Adele che le dispiace di averlo baciato. E che non poteva sapere che quell'uomo era suo marito. Anche Adele ha i suoi segreti. Non fa parola della nuova amica con David. E nasconde a Louise ciò che accade quando, nella loro splendida casa nel cuore di Londra, lei e il marito sono finalmente soli dietro porte chiuse. Così come ogni giorno, da anni, Adele nasconde a tutti quello che accade nella sua mente. Là dove nessuno può spiarla. Perché tante bugie, si chiede Louise? Divisa tra il suo fascinoso amante e la nuova, bellissima amica, soffocata dal castello di menzogne che lei stessa ha costruito, Louise dovrà trovare il coraggio di guardare dentro il matrimonio di Adele e David. Sapendo che le verità più spaventose si annidano nella mente, dietro quegli occhi che Adele, insonne, non chiude mai.
Questa raccolta di saggi e racconti brevi è una sorta di biografia privata dell'autore, ma è anche un'analisi critica che spazia su vari temi della realtà attuale, osservata con lo sguardo acuto che gli appartiene.
Alcune notti è impossibile dormire. Alcune notti le emozioni hanno bisogno di essere scritte. Perché è il solo modo per non sentirsi sopraffatti. E questo che fa Andrea dalla fine di agosto, ogni sera. Scrive lettere a suo figlio Jacopo, detto Papo, sedendosi alla sua scrivania. Quelle ore di sonno perso sono ore piene di vita. Ore piene dell'allegria, dell'umorismo, della vitalità di un bambino supereroe. Che ama le lasagne della nonna, andare a pesca, disegnare le sue passioni. Correre un giorno sul cammello con le coma è il suo sogno, strambo e straordinario come solo il sogno di un bambino può essere. Da quelle parole scritte alla luce della luna, Andrea parte per scrivere il romanzo che racconta la storia di Papo. Una storia che ha dentro una rivoluzione d'amore. Ha dentro il messaggio che la vita va presa a morsi, va vissuta attimo dopo attimo. Che si può essere forti anche nella debolezza. Che si può portare gioia agli altri anche nelle difficoltà. Che non si deve mai perdere la voglia di ridere e di prendere in giro il destino anche quando ci mette davanti a una prova. Davanti alla prova più dura. Perché a fine agosto il cuore malato di Papo a soli dieci anni ha smesso di battere per sempre. Ma la sua voglia di vivere non può smettere di battere. Non esiste fine per i suoi scherzi, i suoi sorrisi, la sua fantasia sfrenata. E Andrea, giorno dopo giorno, ha capito che Papo, qualunque cosa stia facendo dall'altra parte dell'Infinito, è felice. È felice di sapere cosa succede qui giù, quanto sia difficile, ma anche quanto il suo approccio alla vita stia aiutando tutti. Quanto il suo ricordo spezzi il respiro, ma permetta ancora di sorridere nonostante tutto. Per questo Papo è e sarà sempre un supereroe alla guida di una rivoluzione d'amore, magari con il suo fedele destriero: il cammello con le corna. Le lettere che Andrea scrive a Papo hanno scatenato l'interesse e l'affetto della rete con oltre 30.000 condivisioni della pagina Papo Superhero su Facebook. La stampa e la televisione hanno parlato di questo fenomeno nato spontaneamente sul web. E ora ecco "La rivoluzione d'amore", il romanzo ispirato alle lettere a Papo. Una storia vera che insegna ad amare la vita. La storia di un padre che ha scelto le parole per avere per sempre suo figlio accanto.