
La presente edizione critica della "Coscienza di Zeno" vede la luce nell'ambito dell'Edizione Nazionale dell'Opera omnia di Italo Svevo. Il testo è stato nuovamente controllato sulle copie conservate presso il Museo Sveviano dell'unica stampa curata dall'autore (Bologna, Cappelli, 1923) e per la prima volta confrontato con le due traduzioni in francese e in tedesco sulle quali Svevo ha potuto esercitare - sia pure a distanza e in misura diversa - una supervisione. È corredato da una Introduzione e da una Nota al testo: la prima ricostruisce la genesi e l'elaborazione del testo, fondandosi essenzialmente sull'epistolario - citato sempre dagli originali conservati presso il Museo Sveviano - e utilizzando con la dovuta cautela gli scritti retrospettivi attraverso i quali Svevo ha costruito la propria leggenda; la seconda giustifica la strategia d'intervento adottata sulla base di un minuzioso spoglio linguistico teso a definire, nei limiti del possibile, i confini sempre incerti dell'idioletto dello scrittore triestino. La Tavola riepilogativa dei refusi, infine, consente di ricostruire ogni intervento effettuato sul testo dell'edizione originale.
Lo psicanalista di Zeno Cosini - commerciante triestino, incarnazione dell'antieroe - consiglia al suo paziente di mettersi a scrivere la storia della sua vita. Solo rivivendone le esperienze più significative e scavando nella propria coscienza egli potrà forse superare il "disagio di vivere" che da sempre lo tormenta. Emergono così il vizio del fumo, il ricordo di una relazione con una giovane amante, la convinzione che il suo matrimonio sia avvenuto "per caso", il rapporto contraddittorio con il cognato Giulio: un susseguirsi di eventi che Zeno analizza con profondità e grande ironia. Lucido e consapevole, egli comincerà a guarire quando si scoprirà ad accettare le proprie debolezze e quelle altrui, convinto ormai che "la vita non è né bella, né brutta; è soltanto originale".
Un incendio apre il romanzo e annuncia il manifestarsi della malattia del sessantenne Konrad Lang. Le sue crescenti leggerezze si dispongono in un quadro clinico preciso e scientificamente documentato, ma rappresentano anche gli ingredienti di una trama spumeggiante. Il merito dell'autore è di aver trovato il difficile equilibrio tra una comicità contenuta e il nucleo inevitabilmente drammatico della storia.
Fabio Rossi, giornalista svizzero trentenne, si sveglia in una camera d'ospedale e rapidamente si rende conto di due cose: la prima è che qualcuno lo ha malamente colpito in testa, la seconda è che il trauma gli ha provocato una perdita di memoria: gli ultimi cinquanta giorni della sua vita sono scomparsi. Inizia allora il tentativo di ricostruire quella parte mancante di sé ma presto la domanda che lo tormenta di più è se sia peggio dimenticare o ricordare. Già, perché le tante domande trovano risposte davvero inquietanti. Sullo sfondo di una Svizzera ricca e corrotta, una ricerca di sé che si tinge di giallo.
Adrian Weynfeldt è l'ultimo rampollo di una ricca famiglia di industriali da cui ha ereditato beni, proprietà, quadri e mobili antichi, nonché il bellissimo appartamento in cui vive. Cinquantenne, scapolo e senza figli, collezionista ed esperto d'arte, ricco, elegante e prigioniero delle sue stesse buone maniere, Adrian conduce nel lusso una vita tranquilla e regolare, scandita da impegni lavorativi (lavora per una celebre casa d'aste internazionale, fornisce consulenze e stime su opere d'arte, e ha la fama di essere un grande esperto in materia) e momenti sociali, anche quelli all'insegna della ripetitività: il sabato sera incontra al ristorante gli amici "vecchi", della generazione dei suoi genitori, il giovedì a colazione l'altro gruppo di amici, i "giovani", nei confronti dei quali ha un atteggiamento paterno e protettivo. Amici della sua età non ne ha. Amici veri apparentemente neanche, visto che è circondato da persone che approfittano di lui in maniera abbastanza spudorata, facendosi finanziare progetti cinematografici, vernissage, viaggi in Polinesia. Una sera in un bar incontra la misteriosa Lorena, con la quale inizia una strana relazione: lei approfitta di lui e non solo economicamente, mentre Adrian non sa neanche il cognome di Lorena, né il suo numero di telefono né dove abiti e vive nell'attesa delle sue telefonate e dei loro incontri. Ma il vero protagonista del romanzo è un quadro di Félix Vallotton: "La Salamandre".
Allmen vive in tutto al di sopra delle sue possibilità, da vero dandy, conservando abitudini, comportamenti cortesi e splendidezze che non potrebbe più permettersi. Giunto alla mezza età, scampato fortuitamente al matrimonio e al fallimento, grazie al caso risolto nella precedente e prima indagine, quella delle libellule del grande Emil Galle da lui ritrovate, ha fondato un'agenzia internazionale per la ricerca di meraviglie disperse, la Allmen International Inquiries. In verità l'idea (e i capitali in buona parte) provengono dall'industrioso e destrissimo servitore guatemalteco Carlos. Nell'agenzia appena inaugurata le cose non vanno a gonfie vele. È quindi accolto come un colpo di fortuna il reticente procuratore che viene a offrire un incarico importante: recuperare il "diamante rosa", gioiello di valore inestimabile rubato a una festa. Ma perché rivolgersi proprio a un'agenzia così modesta ? L'indagine porta Allmen in giro per hotel lussuosi, alle calcagna di un russo, ladro presunto; mentre Carlos resta a casa, dietro la cabina di regia del suo computer. La coppia di detective comincia a dubitare su chi sia il cacciatore e chi la preda, e sinistri indizi e tristi eventi costringono a spalancare gli occhi sul vero enigma. Per scoprire un mondo anonimo rapidissimo e feroce, dove si incrociano la finanza globale e la rete, e l'obiettivo è il dominio assoluto.
Nelle cucine di un ristorante di lusso a Zurigo lavora Maravan, un giovane tamil che viene dallo Sri Lanka. Come molti suoi connazionali è fuggito dalla guerra per giungere in Europa, sperando nell'asilo politico e con la responsabilità di aiutare la famiglia rimasta in patria. Nel ristorante gli vengono assegnati solo i compiti più umili e noiosi, ma lui non se la prende. Ha un carattere amabile e ottimista, possiede una fede devota, e soprattutto è un cuoco dall'olfatto e dalle qualità straordinari. La prima a scoprirlo è Andrea, una cameriera dello stesso locale. Per lei Maravan cucina il vero curry, ispirato alla tradizione culinaria di famiglia con qualche personale innovazione. La ragazza, nel corso di una cena indimenticabile, avrà un'idea che cambierà il loro futuro: dovranno mettersi in proprio e aprire una ditta. Si chiamerà "Love Food" e proporrà un Love Menu, consegna a domicilio di raffinati manicaretti afrodisiaci capaci di stimolare il desiderio delle coppie annoiate. I primi clienti arrivano grazie a una terapista specializzata, ma la voce si sparge rapidamente. Le sensuali ed efficaci ricette di Maravan sanno restituire gusto ed emozione alle serate di coppie abbienti, a personalità della politica, a uomini d'affari in cerca di sensazioni forti. Ma attraggono anche figure ambigue, che vivono ai margini del potere e della ricchezza...
In una grotta sulla riva della Limmat, a Zurigo, vive Schoch, un senzatetto che trascorre la sua giornata tra le mense dei poveri, i dintorni della stazione ferroviaria, le pensiline degli autobus. Ha un'indole riservata, ma è attento alle persone e ha un buon carattere. In una precedente esistenza aveva un lavoro, una moglie, poi tutto è cambiato. Ora la noia e la malinconia sono mitigate solo da birre a poco prezzo, condivise con quelli come lui. Una notte, chiuso nel sacco a pelo disteso sul terreno sabbioso del suo antro, Schoch intravede qualcosa. Sembra un animale di peluche, un minuscolo elefante fluorescente. Convinto che si tratti di un'allucinazione dovuta al plenilunio e al Föhn, si riaddormenta. Ma quel piccolo elefante è tutt'altro che un sogno. E un esperimento di ingegneria genetica, un glowing animal, una creatura luminosa che s'illumina al buio, ed è al centro di interessi fortissimi. Che sono legati alle sfide più rivoluzionarie e promettenti della scienza, a tecnologie di manipolazione del patrimonio genetico grazie alle quali sarebbe possibile sconfiggere molte malattie. Non senza preoccupanti implicazioni sul piano bioetico. Martin Suter affronta gli stupefacenti paradossi delle biotecnologie e della bioetica con il suo stile inconfondibile, sempre essenziale e oggettivo, limpido, talvolta laconico. In capitoli brevissimi illumina una scena, un individuo, un'azione, come in un teatro in cui si recita la meraviglia, la speranza e la paura, le emozioni che travolgono i suoi personaggi e che li spingono ad agire di fronte a quello che sembra un arcano miracolo. Dopo avere raccontato i paradossi della società europea ne "Il talento del cuoco" e il mondo finanziario internazionale in "Montecristo", Suter rivolge il suo sguardo di narratore alle frontiere delle nuove scienze, in un romanzo teso e coinvolgente, capace di passare dalle esistenze piccole e marginali dei diseredati agli scenari globali in cui scienza e mercato, potere e ambizione disegnano il futuro del mondo.
Nelle cucine di un ristorante di lusso a Zurigo lavora Maravan, un giovane tamil che viene dallo Sri Lanka. Come molti suoi connazionali è fuggito dalla guerra per giungere in Europa, sperando nell’asilo politico e con la responsabilità di aiutare la famiglia rimasta in patria. Nel ristorante gli vengono assegnati solo i compiti più umili e noiosi, ma lui non se la prende. Ha un carattere amabile e ottimista, possiede una fede devota, con i suoi riti e le sue divinità, e soprattutto è un cuoco dall’olfatto e dalle qualità straordinari.
La prima a scoprirlo è la disinibita Andrea, una cameriera dello stesso locale. Per lei Maravan cucina il vero curry, ispirato alla tradizione culinaria di famiglia con qualche personale innovazione. La ragazza, nel corso di una cena indimenticabile, avrà un’idea che cambierà il loro futuro: dovranno mettersi in proprio e aprire una ditta. Si chiamerà «Love Food» e proporrà un Love Menu, consegna a domicilio di raffinati manicaretti afrodisiaci capaci di stimolare il desiderio delle coppie annoiate. I primi clienti arrivano grazie a una terapista specializzata, ma la voce si sparge rapidamente. In un contesto che scopre con angosciato stupore la possibilità del fallimento, e che diviene sempre più instabile e ingiusto, i piaceri – del corpo, della mente, del palato – diventano merci preziose. Le sensuali ed efficaci ricette di Maravan sanno restituire gusto ed emozione alle serate di coppie abbienti, a personalità della politica, a uomini d’affari in cerca di sensazioni forti. Ma attraggono anche figure ambigue, che vivono ai margini del potere e della ricchezza…
Il talento del cuoco racconta con tono sagace, ironico e riflessivo l’aspra complessità di un ingranaggio sociale che rimescola il destino di persone lontane e diverse e le porta sullo stesso palcoscenico, in uno spazio in cui i gesti e le parole di ognuno riguardano e influenzano le vite degli altri. E allora tra noi e loro, tra gli abitanti di nazioni e città che si vogliono solide e antiche, e quei popoli che crediamo spuntare dal nulla per turbare il nostro ordine e il nostro benessere, nasce un legame profondo, che ha bisogno di una scoperta continua, di una curiosità che può svelare quei mondi quasi del tutto invisibili che convivono quotidianamente accanto a noi.
Joshua lo sa da sempre: dall'altra parte del Muro c'è il nemico, un popolo pericoloso e violento da cui occorre difendersi, anche con la forza. Un giorno, per caso, scopre un tunnel sotto il Muro, e con molti timori varca il confine. Nella città in cui sbuca, non cosi diversa dalla sua, incontra Leila, una ragazzina con cui stringe subito amicizia. Non gli ci vuole molto per capire che di lì, come di qua, non ci sono nemici, solo persone che cercano di sopravvivere e parlarsi in un mondo difficile e ostile. Tornato a casa, decide di aiutare Leila e la sua famiglia. Ma imparerà presto che il muro che corre intorno alla sua città non è nulla al confronto di quello che circonda il cuore degli adulti.
Quando a Malqata, nella necropoli di Luxor, viene rinvenuto il cadavere di Piet Jansen, un anziano olandese con cittadinanza egiziana, l'ispettore della polizia di Luxor Yusuf Khalifà pensa di trovarsi di fronte a un caso di facile soluzione. Ma nel corso delle indagini si convince che non tutto è così chiaro come sembra. Alcuni inquietanti particolari sulla morte dell'olandese lo inducono a collegarla con il brutale omicidio di un donna avvenuto quindici anni prima, per il quale lui ha sempre pensato che sia stato condannato un innocente. Scontrandosi con la volontà dei suoi superiori, Khalifà riapre il caso e ben presto individua una pista assolutamente imprevedibile che lo porterà sulle tracce di un enigmatico segreto.