
Tra i molti capolavori misconosciuti del Rinascimento, un posto particolare occupano i dialoghi latini di Giovanni Pontano. Uomo politico di primo piano, fine diplomatico ai vertici del regno angioino per quasi mezzo secolo, raffinato poeta e instancabile animatore della vita intellettuale di Napoli, Pontano fu uno dei principali esponenti della letteratura italiana ed europea del Quattrocento. I tre dialoghi qui presentati ne rispecchiano la poliedrica personalità, mettendo in scena una satira contro la superstizione (Caronte), un'esaltazione della bellezza della poesia di Virgilio (Antonio) e un sapido quanto spietato autoritratto di un uomo ormai anziano ma non per questo più saggio o virtuoso (Asino). L'edizione, curata da Lorenzo Geri, è corredata da un profilo di Pontano e dei suoi tempi e offre una traduzione scorrevole e un ricco apparato di note.
Il Golgota non è certo la meta ideale dove distrarsi per uno storico romano di passaggio a Gerusalemme. Ma Valerio Massimo a quel colle brullo e stranamente animato arriva per caso, e proprio quando un condannato sta per essere crocifisso. Chi è e cos'avrà mai fatto quell'uomo esile, dall'aria mite, per essere punito con una morte tanto crudele? E cosa significa quella scritta, INRI, apposta sulla sua croce? Da quando lo vede, Valerio Massimo, allevato nella salda concezione della realtà e della cultura di Roma, uomo cinico e razionale, non è più lo stesso e inizia a interrogarsi senza sosta su quella condanna. E mentre a tutti appare assurdo l'interesse di un cittadino romano per un galileo inchiodato a due assi di legno, la sua indagine lo condurrà sulle orme di Yehoshua, lungo strade impolverate e infide, alla ricerca di chi lo ha conosciuto, di chi ha ascoltato, senza capirle, le sue parole e lo ha visto compiere prodigi già dimenticati. Mettendo in pericolo la sua stessa vita concluderà che si è trattato della morte di un innocente, colpevole solo di non aver compreso davvero il mondo con le sue piccolezze e false leggi, tradito e abbandonato persino dai suoi discepoli. Un fallito, non un vincitore, eppure agli occhi di Valerio Massimo un uomo più potente, nella sua debolezza, dei potenti che lo hanno condannato.
Maestosa conclusione del viaggio del Poeta nell'Aldilà, sfolgorante esempio di poesia in grado di esprimere l'inesprimibile, il Paradiso stupisce ancora oggi per le invenzioni linguistiche e la vertigine intellettuale in cui immerge il lettore. Nella sua ascesa attraverso i cieli dei beati, Dante diventa testimone dell'armonia perfetta che permea il Paradiso, arrivando a creare una lingua "trasumanata" per esprimere la bellezza assoluta dell'"Amor che move il sole e l'altre stelle". Le magiche apparizioni che popolano le sfere celesti trovano qui un interprete d'eccezione in Moebius, maestro del fumetto contemporaneo capace di tradurre l'estasi mistica della cantica nel susseguirsi di figure fantastiche e coreografie immaginifiche. Introduzione di Bianca Garavelli.
L'ingresso nella "selva oscura", l'incontro con Virgilio, Caronte "con occhi di bragia", l'amore tragico di Paolo e Francesca, il monito di Ulisse a "seguir virtute e canoscenza": a settecentocinquant'anni dalla nascita del Poeta, l'"Inferno" dantesco, mantiene intatta tutta la sua visionarietà dirompente. Scandita dal ritmo serrato delle terzine, la vertiginosa discesa agli Inferi di Dante rappresenta un'ineguagliabile metafora in versi della condizione dell'uomo, destinato a smarrirsi tra errori e angosce prima di poter tornare "a riveder le stelle". In queste pagine i versi del Sommo poeta trovano una trasposizione di grande impatto nelle figure inquiete e allucinate di Lorenzo Mattotti, grande "romanziere per immagini" del nostro tempo. Introduzione di Bianca Garavelli.
Dopo essere emerso dall'oscurità e dalle sofferenze dell'Inferno, Dante è pronto a proseguire il proprio incredibile cammino da vivo nell'Aldilà, entrando "in quel secondo regno / dove l'umano spirito si purga / e di salire al ciel diventa degno". Regno dell'espiazione e dell'avvicinamento a Dio, il Purgatorio dantesco è un luogo di pentimento e di speranza, in cui il Poeta dà voce al coro delle anime impegnate nel lungo percorso di purificazione, straordinaria incarnazione poetica e teologica della contraddittoria tensione tra ricordo della vita terrena e desiderio di salvezza. Tappa centrale del capolavoro dantesco, il Purgatorio è qui arricchito dalle illustrazioni del celebre artista statunitense Milton Glaser: le sue tavole, vibranti di malinconica dolcezza, cristallizzano l'atmosfera di attesa e sospensione che attraversa la seconda cantica. Introduzione di Bianca Garavelli.
"Non riesco a escludere che la nostra esistenza sia decisa da pochi, dai bei sogni o dai capricci di pochi, dall'iniziativa o dall'arbitrio di pochi... Certo è un'ipotesi atroce. Ancor più sconsolato ti chiedi come siano quei pochi: più intelligenti di noi, più forti di noi, più illuminati di noi, più intraprendenti di noi? Oppure individui come noi, né meglio né peggio di noi, creature qualsiasi che non meritano la nostra collera, la nostra ammirazione, la nostra invidia?" Così scrive la Fallaci nella premessa a "Intervista con la storia", testo appassionato e coraggioso che raccoglie le interviste di Oriana alle figure che hanno segnato il corso del secondo Novecento, da Henry Kissinger a Willy Brandt, da Golda Meir a Indira Gandhi, da Arafat a Hussein di Giordania, da Nenni ad Amendola, fino a Giulio Andreotti. Pubblicato nel 1974, il libro trasmette tutta la caparbietà della Fallaci, la sua voglia di capire il mondo e gli uomini, il suo stile inconfondibile, la forza della sua scrittura. E ancora oggi risuona come una condanna spietata del potere, un invito alla disubbidienza, un inno appassionato alla libertà. Prefazione di Federico Rampini.
Edo è arrabbiato. Detesta i suoi professori - Voldemort, la Frigida, il Cetaceo. Non ha veri amici. Odia Cordaro, la sua città. Perché è caotica e sporca, ma soprattutto perché è piena di stranieri. E lui gli stranieri non li può vedere, in particolare i cinesi. Finché non incontra Yong. Chiara è una brava ragazza, fa volontariato, ha voti altissimi a scuola. Tiene un diario intitolato Memorie di un bruco sognatore. Per gli adulti è una da additare come esempio, per i suoi compagni è troppo seria. Finché non scopre Facebook. Raccontata a due voci, una storia che impasta amore, amicizia, pregiudizio; che fa emozionare, ricordare, sognare; che scatta una fotografia nitidissima della vita tra i social network, la scuola, i genitori; che mette a nudo il razzismo dei finti forti e il coraggio dei fragili. Che fa diventare adolescente anche chi non lo è mai stato.
La Casa della Luce è un orfanotrofio fondato dalla ricca e munifica vedova di guerra Lele Varre, in cui i bambini sono seguiti dai premurosi insegnanti Luigi Boca e Miss Rumble. Quando un fantomatico Signor X intenzionato a mettere le mani sulle sue ricchezze comincia a ricattarla, la Signora Varre è costretta a chiudere la Casa e si ritrova in giro per mezza Europa braccata dai misteriosi Uomini in Grigio, un'organizzazione che fa capo al Signor X. Ad aiutare la vedova è il piccolo Mario, uno dei trovatelli dell'orfanotrofio, carissimo alla donna, e destinato a finire insieme a lei in un vortice di avventure, inganni e camuffamenti, fino al colpo di scena finale. Pubblicato a puntate nel 1935 sulla rivista pe r ragazzi "Il NoveIlno", "Gli uomini in grigio" è in assoluto il primo romanzo di Giorgio Scerbanenco, scritto per i lettori più giovani ma imperdibile per tutti i cultori del noir e per i fedelissimi del grande maestro. Con un intervento di Cecilia Scerbanenco, la postfazione di Luca Crovi e le illustrazioni di Peppo Bianchessi.
Capelli rossi raccolti in una coda alta, lentiggini sparse un po' ovunque e passo sicuro: nel cortile della New York School of Economics Jennifer Milton non passa di certo inosservata. Da quando ha lasciato Londra per Manhattan con suo padre, John Milton, ricco uomo d'affari, nella enorme scuola newyorkese non si parla d'altro. Jennifer vorrebbe solo rifugiarsi tra i suoi libri senza guardare in faccia nessuno, ma un giorno in biblioteca sbatte contro a Josh Cliver, faccia da schiaffi e sorriso malizioso, segnato da un passato difficile tanto quanto lei. Le sue guance prendono fuoco e la sua sicurezza vacilla; tra loro è guerra, da subito. Perché se abbassassero le difese, lo sanno, verrebbero travolti dall'amore.
La Napoli romantica e ambigua degli anni Trenta a cui fa da contrappunto la voce dei protagonisti della città, che arricchisce i noir di Maurizio de Giovanni del sapore partenopeo più verace e autentico; le originali rivisitazioni di episodi di cronaca che hanno sconvolto l'Italia; i fantasmi tristi e poetici che riempiono le storie del commissario Ricciardi, il protagonista dei gialli più appassionanti e intensi dell'autore, un personaggio unico, malinconico come la sua terra, condannato a vedere i morti ammazzati negli ultimi attimi di vita. Una scrittura limpida che infonde a tutte le storie di questo libro il passo lieve di chi si accosta all'esistenza con occhi che sanno osservarne la bellezza ma anche la disperata deformità. Una raccolta in cui ritrovare tutti i racconti di de Giovanni, e il meglio della sua scrittura, ricca di mistero e fascino.
Alcune storie richiedono anni per compiersi, altre bruciano in un breve arco di tempo e in uno spazio che più è ristretto più le rende intense. Mentendo ai loro coniugi e forse anche a se stessi, i due protagonisti di questa storia rubano un fine settimana alla vita ordinaria, per consumare una passione nata da poco. A fine estate, s'imbarcano su un aliscafo che li porterà su un'isola dove il tempo è fermo e aspetta solo che gli amanti tocchino terra per animarsi. È un gesto rischioso, il loro, una febbre violenta, una prova da superare: ma la felicità sembra così vicina che basta allungare una mano per toccarla. Di Erri e Clementina, in fuga da tutto e al tempo stesso prigionieri dell'isola, Albinati non racconta la storia per intero ma si limita a mostrarci alcune foto, scattate nei vari momenti della loro avventura, da riguardare di nascosto e cancellare in fretta. È un racconto vibrante, sensuale, semplice e crudelmente sincero, anche se costruito su bugie, e le sue pagine si rivolgono a tutti noi: quelli a cui è capitato di vivere una relazione clandestina, quelli che serenamente la escludono o la rifuggono, quelli che in segreto la desiderano. Cosa ci attrae in una persona appena conosciuta? Perché quello che già abbiamo non ci basta? Che succede all'amore quando va tenuto nascosto?
Sicilia, 1743. Il loro legame viene da lontano, e ha radici profonde. È nato quando, ancora bambine, Agata e Annuzza hanno imparato l'arte tutta femminile del ricamo sotto lo sguardo severo di suor Mendola; è cresciuto nutrendosi delle avventure del Cid e Ximena, lette insieme in giardino, ad alta voce, in bocca il sapore dolce di una gremolata alla fragola; ha resistito alle capriole del destino, che hanno fatto di Agata la sposa di Girolamo e di Annuzza una giovane donna ancora libera dalle soggezioni e dalle gioie del matrimonio. Ora, mentre un'epidemia di peste sta decimando la popolazione di Messina, le due amiche coltivano a distanza il loro rapporto in punta di penna, perché la paura del contagio le ha allontanate dalla città ma non ha spento la voglia di far parte l'una della vita dell'altra. E anche se è lo stesso uomo ad accendere i loro desideri, e il cuore scalpita per imporre le proprie ragioni, Agata e Annuzza sapranno difendere dalla gelosia e dalle convenzioni del mondo la loro amicizia, che racconta meglio di qualunque altro sentimento le donne che hanno scelto di essere.