
La sera, dopo un'intensa giornata di studio o di lavoro, abbiamo spesso il desiderio di leggere per svagarci, per rilassarci, per viaggiare con il pensiero. "Il libro della sera", con la guida di Guido Davico Bonino, ci conduce in un percorso di letture che ci tiene compagnia per tutte le sere dell'anno: dal 1° gennaio al 31 dicembre, passi tratti da capolavori di ogni tempo e paese, dai più celebri ai più singolari. Un vero e proprio viaggio nell'anima dell'uomo, senza limiti di luogo, attraverso le parole di poeti e pensatori, giornalisti e scienziati, filosofi e politici, per tornare su passi noti e prediletti e scoprirne di nuovi e insoliti.
Il colpo di fulmine ti percorre e ti abbaglia: all'inizio di una storia pensi che la vita ti riserverà solo rose e fiori, ma poi è un mazzo di broccoli quel che spesso ti resta in mano. E, in epoca vegan, questo è più vero che mai. Quando Francesco investe Alice con la bicicletta, lei anziché maledirlo ne resta folgorata: rustico ma non tamarro, longilineo ma non evanescente, scolpito ma non minaccioso. "Una di quelle creature aliene" fantastica senza sapere di essere vicina alla realtà "che potrebbero nutrirsi di lupini, alghe e segatura, e restare in forma perfetta." E così, stregata, non coglie i segnali che le preannunciano un futuro di idealismi e rinunce, come il fatto che lui arrivi in ritardo al primo appuntamento perché ha dovuto salvare un piccione ferito. O che, per "sciogliersi", non ordini uno Spritz ma un centrifugato di carote. Francesco è vegano e Alice abbandona salame e pasticcini per vestire i panni di qualcuno che non è. Convinta che, in amore come nella vita, non vinca il più forte ma chi sa adattarsi più velocemente. D'altra parte, lui sulla carta è l'uomo ideale: cucina bene, è ecologista e maestro di decrescita felice. Però, come sa bene chi l'ha provato, vivere con un supereroe implica un prezzo da pagare: essere vegani per Francesco vuol dire anche fare a meno dell'auto, dei detersivi, cucirsi i vestiti da sé... Ma di quanto si può alzare, ogni giorno, l'asticella?
Il bar di Peppe è un minuscolo porto di mare nel ventre di Napoli. Uno di quei bar accoglienti e familiari, sempre uguali a se stessi, dove sfogliatelle e caffè sono una scusa per chiacchierare, sfogarsi, litigare e fare pace. Inferno o paradiso, dipende dal momento. Ma più di ogni altra cosa è il luogo ideale dove prepararsi all'Evento, quello che la domenica pomeriggio mette tutti d'accordo intorno a un'unica incontrollata passione. Alla cassa del bar c'è Deborah - rigorosamente con l'acca, ostentata come un titolo nobiliare che parla al cellulare sempre incastrato tra spalla e testa, mentre Ciccillo, il tuttofare di origine asiatica, è ovunque perché non si ferma mai. A uno dei tavolini siede invece il Professore, attento osservatore dei sentimenti umani, che a un passo dalla pensione ha deciso di scrivere un libro facile facile, che sappia parlare a tutti. Già, ma quale argomento può raggiungere il cuore e l'anima della gente? La risposta è sotto i suoi occhi, nella trepida attesa dell'Evento. Il resto della settimana è un vero romanzo sudamericano: è gioia e nostalgia, è la poesia di un sogno, è la celebrazione di un gioco. È un diario dell'emozione che uomini e donne vivono giorno dopo giorno, e che calamita ricordi, ossessioni e amori. È come il caffè napoletano, una sintesi perfetta di gusto ed energia: ti colpisce forte e ti dà il coraggio per affrontare le avversità della vita, fuori dal bar.
Un autore tormentato dai versi di Dante, il cui segreto insegue da tutta la vita. Un amore che diventa ossessione, e lo spinge ad attraversare l'Europa sulle tracce del Poeta. In un remoto borgo dell'Alta Baviera, dopo anni di studi e riletture febbrili, sente il bisogno di raccontare: scrive dei thriller, scopre il successo e il grande pubblico. Ma l'ossessione continua. E lui decide di alzare la posta, lanciandosi nella sfida più difficile che un autore possa affrontare: riscrivere il più grande capolavoro della nostra letteratura, presentandolo ai lettori come un romanzo contemporaneo. Una sfida che attraversa sette secoli, un'avventura nella vita dell'uomo Dante e nei misteri della sua opera, che continua ad affascinare per la sua straordinaria modernità. Con l'energia e la raffinatezza di un narratore esperto, Francesco Fioretti ci conduce nell'Inferno dantesco come nel viaggio più incredibile di tutti i tempi, un viaggio che ha per destinazione il Male assoluto. Girone dopo girone, cerchio dopo cerchio, l'Inferno si dischiude con i suoi enigmi e le sue profondità, in un'ambiziosa operazione letteraria che racconta il Capolavoro dantesco mostrandolo ai lettori di oggi in tutta la sua spettacolare potenza.
Chi era Aeneas prima di diventare leggenda? Per generare quel figlio dagli occhi color del mare, la divina Afrodite non ha disdegnato le grazie di un comune mortale, lo spiantato Anchise. Ma nonostante i natali, la strada del piccolo Aeneas inizia in salita. Abbandonato dalla madre e allevato dalle ninfe, si fa uomo con il duro addestramento di un centauro: non sa che nelle sue vene scorre il sangue di una dea e del fondatore di Troia. E, prima di essere riconosciuto come nipote da re Priamo, è la ferocia selvaggia del misterioso Alessandro a insegnargli la violenza. L'amore, quello arriva dopo, a corte, e ha le lentiggini dorate della dolce Creusa. Ma sull'Olimpo qualcuno ha già scelto per lui: Aeneas non è destinato a una vita umile da pastore. È un principe guerriero, e il suo futuro sarà luminoso, così è scritto nelle stelle. E se a Sparta non riesce a evitare che Paride compia il maledetto ratto della bellissima Elena e scoppi la guerra tra le guerre, quando a Troia divampano le fiamme, Aeneas scopre sulla sua pelle che al Fato non si può che obbedire.
Luca ride mentre spegne le candeline sulla torta e all'applauso degli invitati balla scatenato per la stanza. Festeggia i diciott'anni ed è felice ogni volta che l'iPad suona le canzoni di James Taylor. Marina, la sua mamma, oggi è serena, ma ha passato anni a chiedersi come mai fosse toccato proprio a lei quel figlio "diverso", autistico e con la sindrome di Down. Quando gli altri genitori insegnavano ai loro bambini a camminare, lei stava ancora aspettando che il suo piccolo la guardasse negli occhi. E ci sono voluti mesi di terapie, di attese fuori dalle sale operatorie, di etichette affibbiate dagli estranei, di momenti bui, per farle capire che Luca è Luca e non lo cambierebbe con nessuno al mondo. Strappandoci lacrime e sorrisi. Marina Viola ci racconta la storia di una vittoria a fianco del suo bambino nel mondo dell'autismo e il percorso, di donna e di madre, che l'ha portata giorno dopo giorno a vincere la sfida di loro due insieme contro tutti. Ed è stato proprio suo figlio a insegnarle la lezione più importante sull'amore: per Luca quelli strani, quelli diversi siamo noi. mentre lui, con la sua sovrabbondanza di cromosomi e la sua risata contagiosa, è perfetto così com'è.
Fra le grandi svolte di una vita, diventare nonni è forse quella che porta con sé l'emozione più forte: una miscela dolcissima ma esplosiva di felicità e paura, trepidazione e gioia. A raccontarci, con lucidità e irresistibile brio, questa condizione dell'animo è Gino Nebiolo, che si è lasciato ispirare dai propri ricordi personali per intessere un ironico e intelligente diario familiare. Tutto comincia quando il figlio e la nuora annunciano a lui e alla moglie Cecilia l'arrivo di un nipotino. I futuri nonni sono felicissimi, tuttavia da quel momento in poi ogni passo è motivo di batticuore, equivoci, apprensione o piccole baruffe. Dalla prima ecografia all'esame di licenza media, passando per la scelta del nome e i pomeriggi ai giardinetti, i balocchi tecnologici e lo Zecchino d'Oro, i nonni vivono l'esperienza di partecipare, più o meno a distanza, alla crescita del nipote in un costante tripudio di emozioni, ritrovandosi spesso al centro di situazioni buffe se non esilaranti. "Avete contato bene le dita?" è un libro che riesce a parlare a tutte le generazioni: permette ai nonni di identificarsi e magari commuoversi, ai genitori di sorridere e riflettere, ai nipoti di divertirsi e diventare un po' più saggi.
L'amicizia, il desiderio, l'arte, l'avventura di due amici che sfidano il passare del tempo. "Dell'infanzia non mi ricordo proprio niente. Solo una cosa continuo a ricordarla." "Quale?" "Il momento preciso in cui ho imparato ad andare in bicicletta. Sarò banale, ma che felicità! Proprio la felicità! E stamattina, come per incanto, per la prima volta, mi sono ricordato anche il momento successivo." "Il momento in cui sei caduto." "Come cazzo fai a saperlo?" "È stato così per tutti. Impari a fare una cosa, sei felice, e ti dimentichi di frenare." "Non è una grande metafora della vita?" "Ora non traiamo conclusioni affrettate, Mick." Proprio allora un ragazzino di undici anni passa in sella a una mountain bike. Fa tutta la strada su una sola ruota, in velocità, silenzioso come un fantasma. I due amici si voltano a guardarlo, estasiati. Poi Fred riflette e dice: "Sai una cosa Mick?". "Cosa?" "Io e te, secondo me, non moriremo mai." La sceneggiatura del film che si legge come un romanzo.
Sono imponenti come cattedrali, le bianche pareti delle cave sulle Alpi Apuane. La polvere di marmo ricopre le braccia abbronzate dei cavatori, attenuando i contrasti sotto il sole che batte senza pietà. In mezzo a loro sta un uomo e osserva lo scorcio di mare che, ai piedi delle montagne, si confonde con il cielo. Ha appena compiuto cinquantacinque anni e sente che è arrivato il momento di guardarsi indietro. Così, la sera, tira fuori da un cassetto una vecchia scatola di latta colma di fotografie, e il diario scritto tanto tempo prima da suo padre. Sfiorando quelle immagini e quei racconti, insegue i ricordi dell'infanzia a ritroso in un'epoca magica in cui realtà, sogno e leggenda si mescolano. Dalla memoria riaffiorano rumori, oggetti, volti e storie: come quella del colonnello che lassù costruì una grande casa per accogliere la sua amata, una nobildonna veneziana; o della vedova che al tramonto ballava con la sua mucca. Per l 'uomo, rivivere quelle emozioni genera stupore e domande sul mistero della vita, sul tempo che tutto travolge eppure mantiene inalterato il senso di appartenenza a una comunità orgogliosa e felice.
È la primavera di un anno terribile, il 1917, quando Maria Rosa Radice a poco più di vent'anni lascia gli agi della sua casa a Napoli. Scappa da sua madre, dal salotto aristocratico che fino ad allora è stato il suo unico, soffocante orizzonte. La destinazione è la sola possibile per una donna non sposata e in fuga: il fronte. L'impatto della guerra è brutale. In un piccolo ospedale sul Carso cura centinaia di feriti, li vede soffrire e morire. Ma c'è una luce nelle sue giornate, una scintilla di cui si accorge poco a poco. È la sua silenziosa compagna di stanza Eugenia Alferro, una provinciale del Nord che sogna di diventare medico. Giorno dopo giorno, le insegna a sopravvivere in corsia e a superare la paura. La guerra regala alle due ragazze una libertà altrimenti impossibile. Così, nel tempo, avvertono una passione inattesa crescere tra loro e a mezza voce, la notte, si dichiarano l'amore. Non sanno se il futuro permetterà loro di rimanere vicine, entrambe però sentono di essere cambiate. Ora sono pronte a lottare per restare se stesse. In un romanzo vibrante, Elisabetta Rasy racconta la guerra dalla prospettiva misconosciuta delle donne al fronte. Ritraendo un'intimità limpida ma circondata dalle tenebre, ci mostra come l'amore non abbia mai avuto confini, perché i sentimenti esplodono sempre senza chiederci il permesso.
Sprofondata nella sua poltrona, tra gli scaffali che profumano di carta, Adele osserva il via vai che affolla la libreria. Questo luogo magico dalle pareti lilla, nascosto al confine tra la Milano delle boutique e i condomini affollati della periferia, è piccolo e accogliente, ed è solo per chi vuole davvero trovarlo. Proprio come è successo ad Adele che, da quella mattina di tanti anni prima, torna ogni giorno dalla sua amica Nina. Occhi intensi e sorriso grande, la giovane libraia si muove sicura nel caos che soltanto lei conosce e, ogni volta che un viso nuovo varca la soglia del negozio, gli va incontro travolgendolo con la sua energia. Qui, tra i sogni, le storie si moltiplicano. Da quando un cliente ha avuto l'idea di lasciare un libro in regalo per l'avventore successivo, il locale si è riempito di persone. Così tutti hanno almeno una storia da regalare agli altri e tutti vogliono lanciare un messaggio, parlare, incontrarsi. E, magari, anche innamorarsi. Perché, a volte, per la felicità bastano tanti romanzi ancora da leggere e un uomo, anche sconosciuto, che ti canti canzoni d'amore; Nina, che con i libri è cresciuta, lo sa bene. E forse anche lei, che ha appena interrotto una storia importante, è pronta per vivere un nuovo sogno...
Telbana, Egitto: in questo piccolo paese a nord est del Cairo, dove il colore dei campi si fonde col rosso delle case incompiute e dei vicoli sterrati, vive Selim. Suo padre gli ha insegnato il rigore e il senso di sacrificio, negandogli i desideri: "Devi allungare i piedi fino a dove c'è la coperta". Ma Selim è tenace e non si accontenta della vita che il destino gli ha riservato, e così, con l'incoscienza e la forza dei suoi diciassette anni, attraversa il deserto e la Libia, fino a raggiungere il mare e imbarcarsi per l'Italia. Dopo fatiche, stenti e preghiere sussurrate, il viaggio lo conduce in Sicilia, insieme a centinaia di migranti in cerca di sogni. Il suo è il più grande e ambizioso: vuole un riscatto dall'infanzia che si è lasciato alle spalle, parlare l'italiano meglio degli italiani, costruirsi un futuro. È una strada tortuosa, che sembra impossibile, ma Selim non si arrende e, tra cadute e risalite, cerca il proprio posto in una Milano che non regala niente a nessuno. Selim non è solo. Dentro e accanto alla sua vita ne scorrono altre, meno luminose ma altrettanto esemplari: la dolce Marlene, il ruvido Haymon, l'amico Tawfik e alcuni misteriosi angeli protettori. In un mondo che cambia velocemente alziamo barriere per difenderci da ciò che non conosciamo.

