
Il bravo poliziotto non è senza paura, è un uomo che la paura ha imparato a conoscerla, a dominarla, ne ha fatto un'arma di difesa e contrattacco. Lo sa bene l'ispettore Giovanni Galasso, che in trent'anni di carriera ha combattuto la criminalità di strada e quella organizzata, imparando sulla propria pelle che l'unico modo per restare vivi è non abbassare mai la guardia. A Palermo ha subito il più ignobile degli attacchi, ha dovuto accettare il trasferimento, e adesso alla Squadra Mobile di Roma ha trovato una seconda casa, un gruppo di amici leali, una famiglia. Ma nella vita di uno sbirro la pace non può durare troppo a lungo: succede così che l'omicidio di Anna De Caprariis, un'affascinante nobildonna nota nella capitale come organizzatrice di iniziative benefiche, diventa per Galasso l'inizio di un'indagine piena di insidie e interrogativi, destinata a riportare alla luce antichi misteri personali. Come quello del suicidio di Laura, sua fiamma giovanile, che scopre collegata alla De Caprariis attraverso discutibili amicizie. Per venirne a capo servirà intuito, cattiveria e quel pizzico di imprevedibilità che appartiene soltanto ai numeri uno.
L'abitudine intossica l'amore. Per questo motivo Ermanno Dick non ha voluto donne e vive da solo in una villa di tufo bianco dove dedica sentimenti e pensieri al suo harem botanico di rose. Un giorno, all'aranceto comunale, una giovane donna gli sorride. Un incantesimo che muta l'ordine inattaccabile delle sue giornate. È per lei, per Pambìra, che Ermanno decide di ridurre il proprio ventre enorme, centro di gravità e prolungamento fisico dell'intelligenza che lo ha reso ricco. Ma proprio quando lui è in ospedale, pronto ad affidarsi al chirurgo, Pambìra cade dal balcone di casa e muore. Nel condominio dove lei abitava, opera in segreto un crudele tribunale guidato da Giovanni Cocco Mossa, magistrato in pensione, confinato nell'attico. Il diritto è la sua folle religione e processerà la madre e il padre di Pambìra, accusato di un amore innaturale verso la figlia. Dal piano terra all'attico, ogni inquilino partecipa al processo. L'accusa, la difesa, i carcerieri, verbali, verdetti, colpe e punizioni. Un meccanismo inesorabile. Mentre la corte condominiale, rapida e inflessibile, emette la sentenza per un bisogno primigenio di giustizia, Ermanno Dick comprende come si sono svolti realmente i fatti. La verità che emerge è solo in apparenza paradossale, così come le feroci e candide creature di "Lettera ultima" sembrano bizzarre, ma sono in fondo molto comuni e quotidiane. Perché la giustizia, come l'amore, spesso sconfina nella terra della pazzia.
"Qui dentro ci sono nove racconti a forte carica umoristica in cui la narrazione esalta aspetti microscopici talvolta invisibili dell'esistenza, insospettabili trame, elementi irrilevanti eppure capaci di ribaltarne il racconto. In quasi tutte queste storie esiste un imprevisto trascurabile, un tarlo, un insetto che si insinua sornione nella trama, si intrufola, si accomoda, si incista, si nutre al buio, fa la tana, corrode, si ingrassa, prolifica, crepa e deflagra sino a provocare il ribaltamento della trama e costringere la storia a riscrivere il finale. Mentre ci disponiamo ad osservare il disegno che incessantemente la vita traccia sulla tela dei personaggi, nel momento in cui giriamo il quadro scopriamo che un qualche diavolo di inaccessibile vizio, una sequela di accenti di cui non ci siamo accorti, uno scivolone, una carezza involontaria, una luce accesa nella casa di fronte, hanno mutato del tutto la scena. E così a cucire le trame dei destini della vita ma anche della morte è un filo invisibile di fulminee irrilevanze, moscerine appunto in grado di travolgere gli eventi e di precipitare i personaggi da situazioni sentimentali in disgrazie irresistibilmente comiche o così indicibilmente tragiche da sfiorare la farsa." (Anna Marchesini)
Quando tutti mentono o indossano una maschera, la verità sembra una meta irraggiungibile. Ma a volte è sufficiente il passo falso di uno solo per svelarla. È questa l'unica certezza del commissario Ernesto Campos, un ex avvocato di origini spagnole, anima inquieta in una città abbagliante di false speranze. Nelle vie centrali di Milano si lavora fino a tardi. E in un grigio venerdì sera, mentre la pioggia cade dura e incessante, il noto pubblicitario Marcello Luccioli viene assassinato nella sua agenzia. Viaggi in giro per il mondo, palco alla Scala, ragazze bellissime, un'affascinante ex moglie dell'alta borghesia milanese... Una volta morto, però, ricchezza e successo non contano più niente, e i trofei ricevuti per la brillante carriera smettono di luccicare, anzi, possono perfino diventare l'arma del delitto. E in un ambiente popolato da professionisti della dissimulazione, anche la vittima può rivelarsi un acrobata del falso. In questo tempio dell'interesse personale, del lusso e dell'avidità, Ernesto Campos è paradossalmente a suo agio, perché i tormenti degli altri pesano sempre meno dei propri. Ma la notte, quando il caos si ferma, per il commissario arriva il momento di fare i conti con se stesso, e con il ricordo di quell'istante che gli ha cambiato la vita per sempre. Antonio Steffenoni ci conduce nel soffocante e frenetico mondo della pubblicità, mettendo in scena un gioco delle parti in cui sesso, vizi e bugie la fanno da padroni. E l'anima di Milano, è l'anima di tutti.
Non esistono colpe, se nessuno paga. Lo sgomento nel cuore di Palma è sconfinato, quando ritrova sua sorella in punto di morte. È tutta colpa di quello che le hanno fatto. E Maria Rosaria in fondo si era solo innamorata di Cosimo Logreco, il primogenito di una famiglia poco raccomandabile. Lei che era sempre stata la bella del paese, che ogni anno vestiva i panni della vergine durante la processione, ha perso famiglia e futuro in un istante. Quando con una borsa e niente più si è presentata a casa del ragazzo, la sorella di lui l'ha fatta entrare e, promettendole di portarla da Cosimo, l'ha scortata fino a una masseria cadente; allora è successo tutto e tutto è finito. Lei era incinta. Per Palma è impossibile dimenticare, l'impotenza la logora, nonostante siano passati anni e con il marito e la figlia piccola si possa dire felice. Nel momento in cui vede la sorella di Cosimo al sesto mese e piena di gioia qualcosa di primitivo nasce in lei. Prepara la propria vendetta con minuzia. In una lingua asciutta e aspra, capace di guardare alla tragedia con quieta disperazione, Carmen Totaro ci racconta una storia ancestrale e attualissima. Ci descrive un mondo costellato da donne, sempre in bilico tra grazia e orrore, ma le cui leggi sono ancora brutalmente stabilite dagli uomini.
"I ricordi, usciti dalle loro scatole, dilagano nel cuore e prendono possesso della mente." Così, guardando il cortile dalla finestra, una donna torna bambina. Lì, a Padova, dentro e fuori da quella casa, Antonia per la prima volta ha ascoltato il nonno Yerwant raccontare le storie vitali e poi tragiche dei suoi fratelli armeni. Lì, ha vissuto gli anni della guerra, con le bombe dell'aereo Pippo e i tedeschi in città, ma sempre insieme alla mamma Vittoria, lunatica e bellissima, che infilò un maialino sotto il cappotto, fingendosi incinta per nasconderlo ai nazisti, e al nonno, che la tenne con sé a chiacchierare al buio, durante l'ultimo bombardamento nel 1945. I ricordi della Bambina invecchiata si spalancano, avventurosi e intimi, e ci conducono verso altri luoghi dell'infanzia, costellati da figure umanissime. Ma ci portano anche al cuore di un periodo cruciale per l'Italia tutta. La guerra, la sua fine, gli anni Cinquanta e Sessanta. E poi gli amori della protagonista e i suoi viaggi in Grecia, i racconti di un'Armenia che ha messo radici in lei ma soprattutto la scoperta dei libri e del loro prodigioso potere...
Due occhi intensi e un sorriso luminoso: Clara è una ragazza come tante, cresciuta a Borgaro, alle porte di Torino. Dopo la sua prima delusione d'amore, le sembra di aver toccato il fondo, non si immagina che se ne dimenticherà in un attimo quando, un po' per gioco, partecipa a un concorso di bellezza. Così, su un'Alfa Romeo scassata, tutta la famiglia la accompagna tra una selezione e l'altra, facendo il tifo per quella ragazzina che sul suo tacco 12 procede sicura fino alla meta. Clara fa appena in tempo ad accorgersi che il sogno si è realizzato prima di ritrovarsi ad affrontare la lontananza da casa, la gelosia della sorella e le proprie debolezze... Per fortuna c'è la danza, la sua passione di sempre, ed è un corso di ballo a riservarle la sorpresa più grande. Uno spilungone occhialuto attira la sua attenzione: balla con tutte tranne che con lei e non le rivolge la parola. Per Clara riuscire a strappargli un tango diventa una questione di principio e non demorde finché non si ritrova nell'abbraccio goffo di Massimo. Insieme a quel tango arriva l'amore ma, si sa, sentimenti e successo non vanno d'accordo e Clara si trova ben presto davanti a una scelta. Qualunque sarà la decisione, però, di una cosa è certa: non importa chi sei, né da dove vieni. Solo se conosci la direzione dei tuoi desideri e non smetti di seguire la tua stella guida, la favola si avvera.
La sera, dopo un'intensa giornata di studio o di lavoro, abbiamo spesso il desiderio di leggere per svagarci, per rilassarci, per viaggiare con il pensiero. "Il libro della sera", con la guida di Guido Davico Bonino, ci conduce in un percorso di letture che ci tiene compagnia per tutte le sere dell'anno: dal 1° gennaio al 31 dicembre, passi tratti da capolavori di ogni tempo e paese, dai più celebri ai più singolari. Un vero e proprio viaggio nell'anima dell'uomo, senza limiti di luogo, attraverso le parole di poeti e pensatori, giornalisti e scienziati, filosofi e politici, per tornare su passi noti e prediletti e scoprirne di nuovi e insoliti.
Il colpo di fulmine ti percorre e ti abbaglia: all'inizio di una storia pensi che la vita ti riserverà solo rose e fiori, ma poi è un mazzo di broccoli quel che spesso ti resta in mano. E, in epoca vegan, questo è più vero che mai. Quando Francesco investe Alice con la bicicletta, lei anziché maledirlo ne resta folgorata: rustico ma non tamarro, longilineo ma non evanescente, scolpito ma non minaccioso. "Una di quelle creature aliene" fantastica senza sapere di essere vicina alla realtà "che potrebbero nutrirsi di lupini, alghe e segatura, e restare in forma perfetta." E così, stregata, non coglie i segnali che le preannunciano un futuro di idealismi e rinunce, come il fatto che lui arrivi in ritardo al primo appuntamento perché ha dovuto salvare un piccione ferito. O che, per "sciogliersi", non ordini uno Spritz ma un centrifugato di carote. Francesco è vegano e Alice abbandona salame e pasticcini per vestire i panni di qualcuno che non è. Convinta che, in amore come nella vita, non vinca il più forte ma chi sa adattarsi più velocemente. D'altra parte, lui sulla carta è l'uomo ideale: cucina bene, è ecologista e maestro di decrescita felice. Però, come sa bene chi l'ha provato, vivere con un supereroe implica un prezzo da pagare: essere vegani per Francesco vuol dire anche fare a meno dell'auto, dei detersivi, cucirsi i vestiti da sé... Ma di quanto si può alzare, ogni giorno, l'asticella?
Il bar di Peppe è un minuscolo porto di mare nel ventre di Napoli. Uno di quei bar accoglienti e familiari, sempre uguali a se stessi, dove sfogliatelle e caffè sono una scusa per chiacchierare, sfogarsi, litigare e fare pace. Inferno o paradiso, dipende dal momento. Ma più di ogni altra cosa è il luogo ideale dove prepararsi all'Evento, quello che la domenica pomeriggio mette tutti d'accordo intorno a un'unica incontrollata passione. Alla cassa del bar c'è Deborah - rigorosamente con l'acca, ostentata come un titolo nobiliare che parla al cellulare sempre incastrato tra spalla e testa, mentre Ciccillo, il tuttofare di origine asiatica, è ovunque perché non si ferma mai. A uno dei tavolini siede invece il Professore, attento osservatore dei sentimenti umani, che a un passo dalla pensione ha deciso di scrivere un libro facile facile, che sappia parlare a tutti. Già, ma quale argomento può raggiungere il cuore e l'anima della gente? La risposta è sotto i suoi occhi, nella trepida attesa dell'Evento. Il resto della settimana è un vero romanzo sudamericano: è gioia e nostalgia, è la poesia di un sogno, è la celebrazione di un gioco. È un diario dell'emozione che uomini e donne vivono giorno dopo giorno, e che calamita ricordi, ossessioni e amori. È come il caffè napoletano, una sintesi perfetta di gusto ed energia: ti colpisce forte e ti dà il coraggio per affrontare le avversità della vita, fuori dal bar.
Un autore tormentato dai versi di Dante, il cui segreto insegue da tutta la vita. Un amore che diventa ossessione, e lo spinge ad attraversare l'Europa sulle tracce del Poeta. In un remoto borgo dell'Alta Baviera, dopo anni di studi e riletture febbrili, sente il bisogno di raccontare: scrive dei thriller, scopre il successo e il grande pubblico. Ma l'ossessione continua. E lui decide di alzare la posta, lanciandosi nella sfida più difficile che un autore possa affrontare: riscrivere il più grande capolavoro della nostra letteratura, presentandolo ai lettori come un romanzo contemporaneo. Una sfida che attraversa sette secoli, un'avventura nella vita dell'uomo Dante e nei misteri della sua opera, che continua ad affascinare per la sua straordinaria modernità. Con l'energia e la raffinatezza di un narratore esperto, Francesco Fioretti ci conduce nell'Inferno dantesco come nel viaggio più incredibile di tutti i tempi, un viaggio che ha per destinazione il Male assoluto. Girone dopo girone, cerchio dopo cerchio, l'Inferno si dischiude con i suoi enigmi e le sue profondità, in un'ambiziosa operazione letteraria che racconta il Capolavoro dantesco mostrandolo ai lettori di oggi in tutta la sua spettacolare potenza.
Chi era Aeneas prima di diventare leggenda? Per generare quel figlio dagli occhi color del mare, la divina Afrodite non ha disdegnato le grazie di un comune mortale, lo spiantato Anchise. Ma nonostante i natali, la strada del piccolo Aeneas inizia in salita. Abbandonato dalla madre e allevato dalle ninfe, si fa uomo con il duro addestramento di un centauro: non sa che nelle sue vene scorre il sangue di una dea e del fondatore di Troia. E, prima di essere riconosciuto come nipote da re Priamo, è la ferocia selvaggia del misterioso Alessandro a insegnargli la violenza. L'amore, quello arriva dopo, a corte, e ha le lentiggini dorate della dolce Creusa. Ma sull'Olimpo qualcuno ha già scelto per lui: Aeneas non è destinato a una vita umile da pastore. È un principe guerriero, e il suo futuro sarà luminoso, così è scritto nelle stelle. E se a Sparta non riesce a evitare che Paride compia il maledetto ratto della bellissima Elena e scoppi la guerra tra le guerre, quando a Troia divampano le fiamme, Aeneas scopre sulla sua pelle che al Fato non si può che obbedire.