
Un romanzo in cui le invenzioni sui temi medievali si coniugano con quelle poliziesche. Il commissario Flores si trova in un castello abbandonato dove la contessa Roxilda lo ha attirato e rinchiuso in una torre. Il tentativo di liberarsi lo porterà nei meandri del castello dove sarà sfidato dalla contessa a scoprire l'assassino di un uomo il cui teschio è conservato dentro uno scrigno. Grazie all'aiuto di due studiosi, ad alcune filastrocche popolari e al parere della medievalista Laura Mancinelli - che diviene dunque personaggio attivo sulla scena romanzesca - il commissario riuscirà a risolvere il mistero.
Una raccolta di racconti fulminei, eppure ricchi di narrazione dove s'intersecano più piani temporali e diversi luoghi geografici. Usciti nell'arco di oltre vent'anni sulle pagine del quotidiano "La Stampa", questi racconti privilegiano il "viaggio della memoria" sulle orme dei racconti di guerra, di entrambe le guerre che hanno devastato l'Europa. Un intreccio fra il tempo presente e un passato più o meno lontano, dalla Prima alla Seconda guerra mondiale, fino ad arrivare al racconto dei viaggi in Russia compiuti prima del crollo del Muro. Aneddoti si mescolano a fatti di guerra, eventi storici si legano a vicende minute e il racconto dei paesaggi del Nord innevato induce a riflessioni letterarie.
Il libro racconta di vicende impossibili se misurate col metro degli uomini, ma attraversate forse da una verità più intima: per Alessandro Magno il tempo viaggia al contrario costringendolo a rivivere a rovescio la vita; Ferdinand De Saussure risolve un intricato caso di omicidio con l'ausilio della linguistica; un uomo che dice di chiamarsi Sancho Panza uccide Cervantes accusandolo di essere un ladro di storie; Robert Scott va con ebbrezza incontro alla morte e nel suo diario qualcuno ha scritto per lui le frasi che più sembrano sue; Ulisse, dopo aver combattuto una guerra epica e immensa, esita a piegarsi all'ordinaria felicità che ha a portata di mano... Dieci racconti scritti con un linguaggio veloce e denso, con un ritmo da ballata.
Elsa Morante comincia a scrivere molto giovane e dapprincipio scrive soltanto racconti. Nel 1933, passati i vent'anni, intraprende una frenetica attività di pubblicista e numerosi suoi scritti appaiono in settimanali di largo consumo e su fogli popolari quali il "Corriere dei Piccoli", "I diritti della scuola", "Oggi". Nel 1941 la Morante raccoglierà nel "Gioco segreto" alcuni di questi racconti e, vent'anni dopo, con la pubblicazione dello "Scialle andaluso" amplierà la raccolta. Restano così inediti dei racconti che l'autrice non ha mai ristampato, ma neanche rifiutato. Questa raccolta, presentata da Cesare Garboli, fa quindi emergere il libro fantasma che si nasconde dietro alle altre due antologie.
Le giornate di Sandro corrono fra l'asilo della piccola Fiona, arrivata da Haiti a Milano 2 chiusa in un pozzo di silenzio, e le puntate di un reality show in cui il sesso e la violenza sembrano essere diventate le sole regole del gioco. Fino al mattino in cui compare una donna dai capelli rossi, ferma a spiare lui e la bambina: sotto il suo sguardo esploderà la tensione di una vita in caduta libera, e una sottile speranza di salvezza. A parlare in questo romanzo magnetico sono le distanze di una coppia che è stata felice, il vertiginoso rispecchiarsi della vita dentro e fuori il televisore, la mente di un giovane padre che sogna amore e morte con il ritmo febbrile di un conto alla rovescia.
Uno scrittore deve scrivere un romanzo che ha in testa da moltissimo tempo; ma un giorno dopo l'altro, la scrittura non arriva, e più s'inceppa e si perde, più la vita dello scrittore preme con potenza, con passione, con la necessità del sangue che corre, per trovare una forma. Intorno allo scrittoio vuoto, la stanza si riempie di pensieri, di sensi di colpa, di desiderio, di telefonate clandestine, di disperati tentativi di reprimere per amore della moglie un nuovo amore nascente, giocoso e irresistibile. Lo scrittore si chiama Mauro Covacich, le giornate che racconta sono quelle del suo matrimonio con Anna, le notti sono quelle tormentose del desiderio di Susanna, di un amore nuovo e dirompente. E più lunghe e arrovellate si fanno le giornate davanti alla pagina bianca, più chiaramente emerge che la storia di un amore che nasce e di un amore che muore è l'unica che abbia senso raccontare.
Dario è un ex atleta, un maratoneta che nella sua vita sportiva ha conseguito un solo grande risultato: quarto alla maratona di New York, primo bianco dopo tre inarrivabili campioni neri. Ora fa l'allenatore di maratoneti presso la federazione di atletica leggera ed è proprio la federazione a mandarlo in Ungheria ad allenare la squadra femminile. Lì inizia una storia con Agota, giovanissima e imperscrutabile, ma in Italia ha una moglie, e una figlia adottiva sta per arrivare...
L'impagliatore uccide le sue prime vittime quasi per caso, nel silenzio della campagna. Attorno al suo segreto, gravita una caotica città di mare resa invivibile da un interminabile sciopero della nettezza urbana. Il commissario Amaldi indaga nel ricordo di un atroce delitto che sconvolse la sua adolescenza. Il poliziotto Ajace giace inerte in un letto d'ospedale e il suo passato di orfano scampato all'incendio del suo orfanotrofio viene a galla contemporaneamente ai primi delitti del maniaco. Una vicenda morbosa, tesa e vibrante.
«Trovo magistralmente ben narrata la squallida storia, perfettamente collegati i movimenti psicologici. Gli ultimi tre capitoli sono i migliori: vi è una reale progressione drammatica, come dicevano gli antichi; e in tutta l'opera del resto, la sensazione "temporale" è eccellentemente resa. I capitoli finali sono avvolti in una luce di grigia poesia».
Così scrisse di questo libro, letto inedito in un abbozzo giovanile, Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Per aggiungere, dopo una serie di osservazioni stilistiche costruttive: «Queste mende sono poche; il riferimento a loro occupa molta carta, ma il loro valore è minimo in confronto della salda bellezza dell'opera».
Il celebre critico e teorico letterario scrisse ventenne un romanzo idealmente suggerito dall'autore del Gattopardo, lo lasciò quarant'anni in un cassetto, l'ha riscritto dai 65 ai 75 anni. I decenni intercorsi trasformano oggi in un romanzo storico quello che non lo era nei primi anni Cinquanta.
Prima liceo, 1947. Perché Mario, conquistatore di donne, è tenuto a distanza da Ferdinando che ama in segreto proprio ragazzi come lui? Lo si capirà solo alla fine. Ferdinando perde la testa per uno sportivo piú bello e piú sano ma totalmente incolto, Mario innamora la nipote di una duchessa in uno strambo salotto nobiliare e comunista. Quando il reciproco bisogno di confidenze li avvicina, l'affetto sincero degenera in una spirale sadica e masochistica di terribile violenza.
Entrambi ne escono annientati.
Una storia trascinante, che non nasconde i suoi debiti (il romanzo breve francese, Stendhal, la Carmen di Bizet), e dove l'ironia filtra le scene piú divertenti come le piú crudeli. Ci cattura per la rilucente bellezza e l'originale velocità dello stile, ci dà da riflettere sul fondo bisessuale di noi tutti quale lo vedeva Freud.
Scritte fra la stesura di "Menzogna e sortilegio" e "L'isola di Arturo", le poesie di "Alibi" sono ossessionate dall'io e dalla fatalità. Ma un altro registro, meno visonario, uno stile più lieto, barbaro e giullaresco fa di queste poesie un momento in cui Elsa Morante era allo zenit della gioia creativa. "Narciso" è un testo scritto nel 1945, rinvenuto in un quaderno di scuola dove la scrittrice annotava progetti e abbozzi. Da quel quaderno, alcuni testi confluiranno in "Alibi" altri in "Menzogna e sortilegio".
Nel giorno della Liberazione di Roma un padre e un bambino avanzano contromano nella folla da Porta Pia verso il Quadraro: nel loro racconto i fatti salienti della guerra a Roma si mescolano al libero scorrere della fantasia narrativa. Il testo nasce da una storia vera raccontata all'autore dal padre, Gaetano Celestini detto Nino. Lo spettacolo "Scemo di guerra" ha esordito alla Biennale di Venezia e questo libro, a differenza degli altri volumi di Celestini pubblicati da Donzelli, non è il testo dello spettacolo ma una versione romanzesca dello stesso spunto.
Che cos'è una bambina impossibile? Una furia che lancia i coltelli nella mensa dell'asilo, ma quando è al pianoforte con il padre suona melodie meravigliose. Diletta ha sette anni e di questo passo rischia di fare tutte le elementari in seconda. La sua musica assume dei toni selvaggi, accenti diabolici. A undici anni il pianoforte sparisce. La terza volta che si è persa in metrò ha visto emergere dal buio un nano in frac che canticchiava in falsetto e da quel giorno è stato il suo amico portatile. Diletta colleziona dottori, farmaci e istituti per la rieducazione dei bambini difficili. Tutte le forme di violenza che gli adulti esercitano su quello che non riescono a capire. Fino a quando a ventun'anni parte per New York e finalmente trova una musica tutta sua.