
Una Firenze indifferente e crudele che nasconde il segreto di atroci violenze; il capo della Mobile, Michele Ferrara, perseguitato da misteriose lettere minatorie; un giovane sacerdote e un giovane giornalista americano che, oltre alla bellezza, hanno qualcosa in comune; due giovani donne legate da un'amicizia morbosa; una catena di delitti efferati apparentemente opera di un maniaco; cadaveri sulle cui carni il coltello del killer ha disegnato alcune lettere dell'alfabeto che formano un messaggio di morte; un'abbazia sperduta nei boschi del Casentino dove l'enigma troverà la sua tragica soluzione... Un thriller crudo, violento, la prima opera narrativa di Michele Giuttari che dal 1995 al maggio del 2003 è stato capo della Squadra Mobile di Firenze.
Eustà ha una straordinaria sensibilità per gli odori e a Metaponto, zona ricca di scavi, sentire l'odore della morte è una dote che può fare la fortuna di un ragazzo. Molte sono infatti le tombe che aspettano di essere scoperte. Ma Eustà è un inconcludente e un eterno insoddisfatto e dovrà attraversare molte prove prima di raggiungere consapevolezza e maturità. È nel corso di un sequestro di cui è vittima insieme all'amico tunisino El Houssi che egli è spinto a fare chiarezza: incalzato a raccontare, ripercorre la sua formazione nell'amata-odiata Metaponto, la famiglia, gli amici, il grande amore per Soukeyna, splendida senegalese. Raffaele Nigro vive e lavora a Bari, dove è caporedattore della sede Rai. I suoi libri sono tradotti in vari paesi.
Un'emblematica figura femminile di fine Ottocento è la protagonista del nuovo romanzo di Elena Gianini Belotti: un caso oggi completamente dimenticato, ma che all'epoca attirò l'attenzione della stampa e di cui si occupò anche Matilde Serao. Italia Donati sfugge al destino della sua poverissima famiglia analfabeta e diviene maestra, ma sconta duramente il coraggio di una scelta di involontaria emancipazione. Lontana dal concepire qualsiasi progetto di trasgressione, anzi persuasa di poter offrire un modo per stringere più forte il legame dei contadini con la terra, grazie alla maggiore consapevolezza di sé che l'istruzione comporta, Italia Donati è soffocata dalla condanna senza appello che tutti emettono contro di lei.
Sin è il nome della luna. Così la chiamavano gli antichi nomadi arabi che l'adoravano sulla vetta della montagna conosciuta col nome di Sinai. Roberto è un giovane tossicodipendente che, dopo un periodo trascorso fra crisi violente, furti per procurarsi la droga e il carcere, scompare da casa senza lasciare alcuna traccia di sé. Il padre, nel disperato tentativo di ritrovarlo, si rivolge a una donna dai poteri misteriosi che venera la luna di cui conosce le influenze, i riti e le magie. Il suo nome è Anna ma gli abitanti del paese di Solano la chiamano "Annaluna". L'uomo percorre la strada indicatagli dalla donna e arriva ai piedi della montagna della verità, l'ultima fatica della purificazione. Oltre la vetta, ritrova Roberto...
"Anonimo Veneziano" racconta una singolare e struggente storia d'amore e di morte, l'ultimo incontro di un uomo - un musicista - cui restano soltanto pochi giorni di vita, con la donna che un tempo lo ha molto amato, che lo ha lasciato, ma forse lo ama ancora... L'uomo e la donna si cercano, si ritrovano, riscoprono la loro giovinezza e il loro amore, le loro radici profonde, anche dietro parole che feriscono. Questo ultimo incontro darà all'uomo il coraggio di morire, nel lugubre splendore di una Venezia che lentamente sprofonda. Una storia d'amore che ispirò un film con Florinda Bolkan e Toni Musante.
Nadezda Chazina non ha ancora vent'anni quando, in un cabaret di Kiev per artisti e bohémien, incontra un giovane dalle lunghe ciglia che recita versi misteriosi e incantatori. Lui è il bizzarro e anticonformista Osip Mandel'stam: uno dei più grandi poeti del Ventesimo secolo. Nella Russia sconvolta dalla rivoluzione e dalla guerra civile, tra speranza e paura, nasce un amore destinato a diventare leggendario. Separati per quasi due anni dalle turbolenze della storia, Nadezda e Osip si ritroveranno nel 1921 e non cesseranno di amarsi fino a quando, nel 1938, al culmine del terrore staliniano, Osip sarà deportato e morirà in un campo di concentramento in Siberia.
Dopo aver prediletto storie ambientate nel passato, Melania Mazzucco sceglie la Roma di oggi come scena per il suo romanzo. Il giorno perfetto - come nel titolo di una canzone di Lou Reed - è quello in cui Camilla compie sette anni, Zero fa esplodere la prima bomba in un McDonald's, Emma perde il lavoro, Kevin le mutande, Elio recita il discorso sbagliato al suo comizio elettorale, Valentina fa un piercing all'ombelico, Maja trova la casa dei suoi sogni, Sasha festeggia l'anniversario dei dieci anni con l'amante, Antonio vede la moglie per l'ultima volta e qualcuno carica con 7 colpi + 1 la sua pistola. Mentre le loro strade si incrociano sul grande palcoscenico di una Roma frenetica e sorprendente, e la tensione si accumula, le loro vite sembrano destinate a esplodere in mille pezzi. Romanzo corale, affresco sociale, foto di gruppo di una nazione, questa cronaca di un giorno apparentemente qualunque in una grande città di oggi è un'immersione totale nella realtà che ci circonda. Una storia d'amore e disincanto, di scuola e di lavoro, una notizia da prima pagina e uno straziante caso di nera. Ma soprattutto, l'anatomia di una famiglia: ragazze e bambini, uomini e donne, madri e padri, figli e figlie, scene da un matrimonio in cui ciascuno, nel bene e nel male, può riconoscersi.
È il racconto di una vicenda d'amore nell'epoca oscura delle dittature e delle persecuzioni razziali in Europa, ma anche la storia di una donna, Dora Levi, che a sedici anni è costretta ad abbandonare la religione ebraica per professare quella cristiana. Divenendo in un certo modo una persona nuova, una credente nuova, che pur restando per molto tempo una "cristiana della domenica", deciderà infine d'impegnarsi nell'insegnamento della religione cattolica ai fanciulli. Eppure Dora continuerà a pregare il padre ebreo e fervente nazionalista, scomparso nel 1944, volgendosi spiritualmente a Israele, secondo la religione ebraica in cui era stata immersa fino all'adolescenza. Che sia sintomo di incoerenza?
Una giovane restauratrice, sposata e madre di un bambino, s'innamora di un giornalista e per lui lascia il matrimonio, il figlio, gli affetti domestici. Sullo sfondo della contestazione del Sessantotto, la donna viene attirata dal gruppo di amici del suo nuovo compagno che la accoglie, la vuole, e poi la rigetta. Come ha scritto Garboli, "Rosetta Loy è il solo scrittore italiano che abbia cercato di leggere la nostra storia con continuità, andando a stanare sotto la crosta di un decennio tragicamente euforico, gli anni Cinquanta, il seme di tutto ciò che è avvenuto dopo".
Il libro contiene trentatré favole scritte da Guareschi e scelte dai figli dello scrittore, con l'aiuto di Guido Conti che ne ha scritto la prefazione. Il lettore corre libero nell'Eden del Boscaccio assieme a Chico e alla masnada dei suoi fratelli; sente, angosciato, l'urlo di terrore di Mario, il ragazzino che si arrampica sul pilone dell'alta tensione e precipita nel grande fiume; ritrova la pace nella brigata di nove figli di Marcella, orfani di padre, ma con una madre che riesce a tenerli tutti con sé. Alle favole si aggiunge un "fumetto" inedito, "Ciccio Pasticcio e i due compari", disegnato e scritto da Guareschi e pubblicato nel 1943 quando lui era internato militare nel Lager di Czestochowa in Polonia.
Un giorno, camminando per Buenos Aires, Walter Veltroni ha visto una scritta su un muro. Quattro semplici parole tracciate con la vernice: Patricio te amo. Papá. È insolito vedere un graffito dedicato da un padre a un figlio e Veltroni ha immaginato una serie di storie che possono aver prodotto quel gesto. Sono storie che parlano di un passato insanguinato, di oppressione e di torture, ma anche di miti popolari come il calcio e il tango. Sono racconti sulle angosce e sulle aspirazioni degli uomini e delle donne del nostro tempo: il bisogno di agire contro le ingiustizie, l'ansia di dare un senso tutto umano all'esistenza o di trovare un Dio in nome del quale lavorare per aiutare gli uomini. E un tributo all'amore tra padri e figli. Prima ed. Rizzoli 2004.
Il silenzio è la forza che agisce in questo libro come un solco vero e inafferrabile. È una linea di fuga che un uomo non più giovane sceglie per tentare di liberarsi dal gioco balordo degli incontri e degli inviti intrisi di protagonismo. Ed è una scommessa vincente, perché nella solitudine, lontano dalla civiltà del rumore e del fatuo, l'uomo ritrova la parte più autentica di sé, quella che pensava di aver sepolto molti anni prima insieme ai sogni e ai progetti mai realizzati.