
Per la prima volta in un unico volume la trilogia che ha come protagonista il più grande condottiero di tutti i tempi: Giulio Cesare. Andrea Frediani ripercorre la vita e le gesta dell'eroe; ridisegna con impeccabile verosimiglianza storica, ma allo stesso tempo con una sorprendente potenza narrativa, le epiche battaglie che lo hanno reso leggendario, gli amori, le passioni. Dall'incontro d'infanzia con Labieno, che al fianco di Cesare combatterà fin dalle prime campagne militari, alla loro separazione; dal passaggio sul Rubicone, con cui il dittatore prenderà possesso della penisola, alla lotta contro Pompeo; dalla grande vittoria di Farsalo alla campagna africana; "Dictator" ripercorre le tappe principali che hanno portato alla soglia dell'Impero. Sullo sfondo, intrighi, tradimenti e intrecci amorosi, nel romanzo sul più grande uomo di Roma antica.
Nelle "Novelle per un anno", che Pirandello iniziò a riunire in volume nel 1922, lo sguardo penetrante dello scrittore agrigentino si annida nel grigiore della normalità, nell'esistenza quotidiana, squarcia le cortine del perbenismo, frantuma le rigide maschere che nascondono i veri, incerti lineamenti, si muove in una varietà multiforme di ambienti, sonda le profondità della psiche, incrina le false certezze. E libero, imprevedibile come la vita, mosso dal suo particolare umorismo, trascrive, senza aderire a moduli esterni, la sofferenza dell'individuo destituito di ogni orgoglio, in confitto con se stesso e con gli altri, disorientato da una sorte sempre mutevole. Il volume riunisce le raccolte di novelle "Scialle nero", "La vita nuda", "La rallegrata", "L'uomo solo", "La mosca", "In silenzio", "Tutt'e tre", "Dal naso al cielo", "Donna Mimma", "II vecchio Dio", "La giara", "II viaggio", "Candelora", "Berecche e la guerra", "Una giornata".
Un sacrificio a Satana con un piano studiato fin nei minimi dettagli e in nome di un'inspiegabile devozione al maligno. Cosa hanno in comune Elena, Vanessa e Samantha? Un legame morboso - quasi un patto di sangue -, l'eterna noia di giornate tutte uguali, la tentazione di tingere di nero le proprie vite, fino al desiderio di uccidere. Quando Vanessa torna in paese, dopo otto anni, i dolorosi ricordi legati a quella tragica sera riemergono con violenza, scatenando l'inferno nella sua mente. Strapparsi di dosso quell'orrenda colpa sembra impossibile. Silvia è più piccola delle tre ragazze, ma frequenta lo stesso istituto, lo stesso bar, a volte anche la stessa compagnia. È un comune amico a coinvolgerla un giorno in una seduta spiritica, in cui sarà evocata l'anima della suora uccisa. La vita di Silvia, la sua adolescenza, i suoi rapporti familiari si intrecciano pericolosamente con la vicenda di Elena, Vanessa e Samantha. Domande ossessive e inquietanti riempiono le pagine del suo diario: cosa può averle spinte a compiere un gesto tanto efferato? Avrebbe potuto commettere anche lei quel delitto? In una sorta di identificazione con le carnefici, Silvia rivive un episodio macabro e ai limiti dell'umana comprensione, la deformazione di tre menti convinte di essere votate al diavolo...
Dante ha solo diciotto anni quando si innamora di Beatrice, ma la giovane è promessa sposa a ser Mone dei Bardi. Il loro è, dunque, un amore impossibile. Per distoglierlo dalla sua insana passione, Guido Cavalcanti, amico fraterno dell'Alighieri, lo convince ad accompagnarlo a Bologna, per seguire le lezioni dell'aristotelico fiorentino Taddeo Alderotti. Ma quando i due arrivano in città, Malatesta da Verrucchio, signore di Rimini, li manda a chiamare in gran segreto. Lo spettacolo che li aspetta una volta raggiunto il luogo dell'appuntamento è terribile: due cadaveri abbracciati nel rigor mortis. Sono Paolo e Francesca, trafitti da un unico colpo di spada. Dante e Guido sospettano subito di Gianciotto, marito di Francesca e fratello maggiore di Paolo. Ma il podestà di Pesaro sembra essere ancora all'oscuro di quel delitto. Il Malatesta esorta allora il Cavalcanti, in nome della sua antica amicizia con Paolo, a indagare nell'ambiente fiorentino. Quando era Capitano del Popolo a Firenze, Paolo aveva stretto contatti commerciali con alcuni banchieri fiorentini legati ai Cerchi e ai Portinari. Chi, nella città del Fiore, poteva desiderare la sua morte e quella di Francesca? Sarà Dante a sciogliere l'enigma, prima di immortalarlo nei versi più belli della Divina Commedia.
Luca Lazzarini detto Lazzaro ha ventisei anni, un'auto a metano e un sacco di problemi. Vive in un paesino sprofondato nella bassa padana, è ancora vergine, certo non bello e di una timidezza patologica. Vivacchia Luca, lavora a testa bassa per dimenticare i suoi insuccessi, non riesce a farsi valere neppure sul lavoro e le sue serate sono fatte di pochi amici fidati e qualche partitella a carte con i vecchietti del circolo Arci. Un fratello ritardato di cui vergognarsi e una madre che ancora non gli ha perdonato di essersene andato di casa completano il quadro. Ma di tempo Luca non ne ha più. Una brutta tosse trascurata, lunghe analisi mediche e una diagnosi che non lascia scampo. Insieme all'angoscia e alla paura arriva, però, anche la fede e ha la voce di Don Edoardo, il sacerdote degli anni del catechismo, perso di vista da anni. Ed è questo incontro a far nascere in Lazzaro il desiderio di voler dare un senso al tempo che gli rimane. E così, anche l'incontro con Anna, prostituta dal viso bellissimo e dall'atroce passato, riesce a fargli superare definitivamente la paura di vivere e di morire.
Rimasto incompreso per lungo tempo, "La coscienza di Zeno" è il più importante romanzo di Svevo e uno dei capolavori della letteratura italiana contemporanea. È il resoconto di un viaggio nell'oscurità della psiche, nella quale si riflettono complessi e vizi della società borghese dei primi del Novecento, le sue ipocrisie, i suoi conformismi e insieme la sua nascosta, tortuosa, ambigua voglia di vivere. L'inettitudine ad aderire alla vita, l'eros come evasione e trasgressione, il confine incerto tra salute e malattia divengono i temi centrali su cui si interroga Zeno Cosini in queste pagine bellissime che segnarono l'inizio di un modo nuovo di intendere la narrativa. Primo romanzo "psicoanalitico" della nostra letteratura, quest'opera rivoluzionaria seppe interpretare magistralmente le ansie, i timori e gli interrogativi più profondi di una società in cambiamento.
Quale ragazza non sogna di sfondare nel proprio lavoro sfruttando la possibilità di trascorrere un anno all'estero? È proprio questa la grande opportunità che un giorno si presenta a Maddison: ma l'inaspettata promozione arriva sotto forma di un trasferimento dall'altra parte del mondo, in Corea del Sud! Maddison, però, è solo all'apparenza una donna in carriera. In realtà è molto meno motivata delle sue colleghe e per nulla attratta dall'idea di stravolgere la sua vita. Come è possibile che abbiano pensato proprio a lei, che del defilarsi ha fatto da sempre un'arte, che ha il terrore delle novità e di mettersi alla prova? Una volta arrivata in Corea, il suo capo, occhi a mandorla e passaporto americano, non le rende neanche facile adattarsi al nuovo ambiente. Catapultata in un mondo inizialmente ostile, di cui non conosce nulla, di cui detesta le abitudini alimentari e non solo, Maddison si vedrà costretta a tirar fuori le unghie e a crescere una volta per tutte. E non è detto che sulla sua strada non si trovi a inciampare in qualcosa di bello e del tutto imprevisto!
"Il grande silenzio è stato il mio primo compagno di giochi. Un abbraccio affettuoso e terribile che non mi ha mai abbandonato. Nemmeno ora. E che non mi lascerà mai. Quando la gente mi guarda, pensa che io sia come tutti gli altri, perché la sordità non ha segni evidenti, è un handicap invisibile. Così, spesso, una persona sorda viene scambiata per un qualunque udente. Non lo è affatto, però può riuscire a raggiungere gli stessi traguardi. Come ho fatto io. Con tenacia, passione, coraggio, lottando contro un mondo che a volte non mi è stato amico, contro nemici che avevo perfino in casa e cercavano di opporsi alle mie scelte e di impedirmi di inseguire i miei sogni. Ma io ce l'ho fatta. Questa è la mia storia". Roberto Wirth - proprietario dell'Hassler, l'hotel di Roma dove alloggiano celebrities di ogni parte del mondo - ci racconta in prima persona la sua straordinaria parabola esistenziale, la vita complessa di un uomo nato sordo profondo e costretto a misurarsi con i pregiudizi degli altri, a partire da quelli della sua stessa famiglia.
Accanto alla poesia altissima e senza tempo della Divina Commedia è stata riunita in questo volume l'intera produzione dantesca, dalla Vita nuova (1292-93), l'intimo memoriale in rime e prosa poetica dell'amore di Dante per Beatrice, alle Rime, mai raccolte da Dante in un corpus unitario; dal Convivio, scritto in volgare tra il 1304 e il 1307 per rendere accessibili anche al pubblico più vasto temi scientifici e filosofici, al trattato latino De vulgari eloquentia; dal Monarchia, trattato politico in tre libri, alle due Egloghe latine composte tra il 1319 e il 1320, fino alle 13 Epistole latine, scritte tra il 1304 e il 1319, e alla Quaestio de aqua et de terra, tesi filosofica letta a Verona nel 1320.
I barbari sono un pericolo sempre più pressante alle frontiere, ma sono anche le nuove reclute che ingrossano le file dell’esercito imperiale. Il Cristianesimo si dimostra capace di superare ogni ostacolo, perfino sanguinose persecuzioni, fino a diventare la più autorevole tra le religioni. Quando Diocleziano lascia il trono, si scatenano feroci lotte per la successione. Tra i protagonisti di queste trasformazioni c’è Costantino, figlio bastardo di uno degli imperatori tra cui Diocleziano ha diviso il potere: è il più spregiudicato e determinato tra coloro che si contendono il trono, e punta con ogni mezzo a ottenere quel potere dal quale è stato escluso. La sua irresistibile ascesa si incrocia con la vicenda di una donna fragile e ingenua, ma allo stesso tempo fortemente passionale, Minervina, e con quella di Sesto Martiniano, un pretoriano deciso a difendere i valori di una società e di una tradizione che si stanno sgretolando. Tra i due nascerà una storia d’amore intensa, epica e tormentata quanto l’epoca in cui vivono, fino all’epilogo nella fatidica battaglia di Ponte Milvio: il passaggio di testimone tra la Roma antica e quella medievale, tra gli dèi tradizionali e il Dio dei cristiani.
La morte del grande Costantino lascia l’impero ai cinque eredi designati: troppi, per andare d’accordo, e il regno è subito marchiato dal sangue. Tra lotte per la supremazia, rivolte, usurpazioni, invasioni barbariche e cortigiani ambiziosi, la dinastia regnante presto si assottiglia, finché non rimane un solo imperatore. Ma un unico sovrano ora sembra insufficiente per governare un territorio così esteso, peraltro minacciato lungo tutti i confini. E allora le lotte di potere e i contrasti tra parenti ricominciano. Con Giuliano l’Apostata, ultimo rappresentante della famiglia, si assiste addirittura al clamoroso quanto fugace ritorno del paganesimo a Roma. Ma l’impero è ormai al crepuscolo e la sua fine travolgerà tutti, dagli eredi di Costantino a coloro che li hanno sostenuti o combattuti, amati o odiati: il vescovo Osio, Minervina e Sesto Martiniano, i loro figli. Tutti condannati dall’epoca tragica in cui sono vissuti.
Fin dal primo romanzo "L'esclusa" (1901), i personaggi della narrativa pirandelliana tracciano il grafico della solitudine e dell'alienazione dell'individuo di fronte a una realtà contraddittoria, inafferrabile, inconoscibile, priva di punti di riferimento. Ciscuno a suo modo esemplifica o denuncia la sconcertante inquietudine, lo scacco, la sconfitta che nascono dall'impossibilità di sapere, di prevedere, di dominare. E l'autore delinea questa accidentata geografia di naufragi esistenziali con quella "pietà spietata" che rappresenta l'ingrata ricchezza della sua visione umoristica, in cui convivono dolore e riso, partecipazione e distacco.