
Dal Medioevo alla Prima Guerra Mondiale, le vicende umane di una delle dinastie più iconiche e amate d’Europa.
Tutti conoscono le storie tragiche di Sissi e Francesco Giuseppe, di Rodolfo e Stefania, di Massimiliano e Carlotta, di Carlo e Zita: la casa d’Asburgo rappresenta un mito, la metafora di un mondo scomparso e di un’Europa che non c’è più. Da Giovanna la Pazza all’arciduchessa Sofia, passando per la fiera Maria Teresa e la fragile Maria Luisa, questo libro ripercorre l’appassionata e struggente vita di molte donne celebri in un arco temporale che va dagli albori del Medioevo alla dissoluzione dell’Impero austroungarico, la cosiddetta Finis Austriae, rivisitando la storia dal loro punto di vista di mogli, madri e amanti. Fino all’abdicazione dell’ultimo imperatore Carlo, morto e sepolto in terra straniera e beatificato dalla Chiesa. Un passato che non cessa di parlare al presente e che continua a vivere nei sogni di molti, a Vienna e non solo.
Un lungo volo dall'aeroporto di Sydney a quello di Orio al Serio, porta una giovane regista televisiva australiana, con antenati bergamaschi, a stabilirsi temporaneamente in Italia, per realizzare un lungometraggio su Michel Angelo Merisi, il Caravaggio, nel quarto centenario della sua morte. Il soggiorno italiano, ospite di uno scrittore lombardo conosciuto anni prima a Sydney e a Melbourne, durante una tournée dedicata alle radici orobiche dell'emigrazione oltre Oceano, è occasione per rivisitare scenari e temi caravaggeschi, ove il grande pittore rivive in flash della sua movimentata e avventurosa esistenza e dove alcune sue opere più significative sono colte in modo inconsueto dall'occhio curioso e intrigante del teleobiettivo, che si fa carico di trasmettere al pubblico al di là dell'Oceano, ma non solo a quello, un ritratto del genio italiano e delle sue umane passioni. E, proprio scomponendo e riallineando i tasselli del complesso mosaico, vengono rivisitati alcuni misteri della breve e tormentata vita del Merisi, o dell'Amerighi, come lo chiamano le carte del tempo: in particolare il filo della narrazione si concentra su alcuni "gialli" ancor oggi irrisolti, come la misteriosa morte e sepoltura del Caravaggio e la scomparsa della sua grande Natività con i Santi Lorenzo e Francesco, trafugata alla fine degli anni Sessanta dall'Oratorio della Compagnia di San Lorenzo di Palermo e sparita da allora nel nulla.
«Il ricordo è un modo di incontrarsi» affermava Gibran e questa frase è molto più vera a Natale, quando i momenti delle feste passate tornano a galla e riempiono il cuore. I testi di questo quarto libretto della collana Natale ieri e oggi vogliono proprio ricordare (cioè ridare al cuore) il senso della festa.
Con Matilde Serao compiamo un viaggio dove tutto è iniziato: con il suo piglio giornalistico, infatti, Serao descrive Betlemme, la grotta del presepe e il villaggio di Ain Kerem. Le rimembranze di un suo viaggio in Palestina diventano per noi testimonianza di un Natale che non c’è più.
Ne L’orango Giulio Laurenti ci guida in un viaggio più intimo in cui nel presepe, come tipica rappresentazione che allestiamo nelle nostre case, figura anche un orango, personaggio insolito, che rappresenta lo spartiacque tra l’infanzia e l’età adulta.
I due racconti sono introdotti dalla poesia Febbre di Vittoria Aganoor Pompilj che, ancora una volta, si muove nel vasto orizzonte dei ricordi natalizi.
Lo spirito natalizio può assumere le forme più diverse, nel tempo e nello spazio, e rispondere a differenti nomi. In questo volumetto ne sono accostate non a caso differenti interpretazioni lontane cronologicamente (quella di Luigi Pirandello risalente agli sgoccioli dell'Ottocento, quella contemporanea di Laura Bonelli, le quattro Cantilene di Emilio De Marchi dal sapore antico) ma accomunate da un'idea del Natale molto umana: c'è l'amore per la tradizione della festa e il desiderio segreto di distaccarsene, ci sono aspirazioni profane e ravvedimento spirituale, c'è un tocco di furbizia popolare, ma soprattutto aleggia un senso di calore semplice, che non richiede spiegazione, come quello che emana da un presepe di quartiere con il cielo di cartapesta.
Questa raccolta conta quarantacinque racconti brevissimi tutti legati dal filo (naturalmente rosso) del periodo natalizio. Essi durano quanto basta a immergerci per un momento in un tempo diverso, evocato immediatamente grazie al linguaggio e ai dettagli, tanto che la data contenuta in ciascun titolo appare quasi superflua. Le ambientazioni sono le più varie, e il lettore si divertirà nel passare dall'una all'altra: viaggerà fra le note di canzoni d'antan, nei pensieri segreti di personaggi mitologici, della letteratura e della storia (da John Lennon a Pinocchio, passando per Odino e Carlo Magno), oppure nei ricordi di comunissimi sconosciuti che talvolta si rincorrono fra le pagine e le età della vita, ma sempre in dicembre.
Due racconti sul diverso modo di vivere il Natale, introdotti da una poesia di Jules Laforgue.
Il primo La festa di Natale di Carlo Collodi, è una parabola che, attraverso la crescita di Alberto, un bambino di sette anni, ci ricorda l’importanza di accorgersi di chi è meno fortunato di noi.
Il secondo, Un Natale come tanti altri di Eleonora Mazzoni, mostra invece come i nuovi e rumorosi vicini di casa dell’anziana signora Bini riescano a sconvolgerle la vita al punto da farle dimenticare il Natale, oramai un giorno uguale a tutti gli altri.
Due racconti sul diverso modo di vivere l'attesa della Vigilia di Natale, introdotti da una poesia di Edmond Rostand. "Il dono di Natale" di Grazia Deledda è ambientato nella Sardegna dei primi del Novecento. Dopo la messa della Vigilia, i cinque fratelli pastori festeggiano, davanti al focolare dell'umile casa, il fidanzamento dell'unica sorella consumando carne arrosto, focacce e una torta di miele. "A.D. 2953" è un racconto distopico in cui un nuovo ordine mondiale ha preso il potere sulla Terra. La razza umana, sfidando le leggi di natura e sostituendosi a Dio, è diventata immortale. C'è ancora, però, una frangia dissidente e una luce di speranza. Seppur così apparentemente lontani, un filo rosso lega i due racconti che, nel finale, ci svelano che il dono più grande è il miracolo della vita.
La stessa città fa da sfondo ai due racconti: la Milano di fine Ottocento di Camillo Boito e la Milano di oggi di Patrizia Violi. Prima c'era l'omnibus, adesso c'è la metropolitana. Molte cose sono cambiate col passare del tempo, altre invece sono immutabili. Come, per esempio, la solitudine che può provare un uomo, camminando per le vie deserte e nebbiose, mentre dalle sale da pranzo delle case riecheggiano le risa festose delle famiglie, riunite intorno alla tavola per celebrare la vigilia di Natale. Età di lettura: da 8 anni.
Con un racconto che ha del vero, perché possibile, che rapisce con i suoi toni spesso acuti, che mischia il tenero al feroce, Paola Somma scrive dell'"assurdo e atavico gioco delle parti che attanaglia il Sud". Un gioco difficile fatto di segreti, padroni, famiglia, sentimenti, che si ripercuote sulle vite e sul destino dei suoi partecipanti e su Annare'. Lei, "libera come il vento", con i suoi pochi anni e la sua sensibilità, dalla quale dipenderà il tragico epilogo della storia.
Vienna, una notte di fine Settecento: gravemente ferito in seguito a un'aggressione, un uomo si lamenta riverso sulla strada e viene riportato a casa da un suo servitore che passava di là per caso. Responsabile, apprenderemo, è un marito geloso che ha esagerato nella bastonatura. Quell'uomo è Wolfgang Amadeus Mozart, che Franco Pappalardo La Rosa segue passo passo in questo tragico frangente della sua vita, basandosi su fonti documentarie poco note, ma anche liberamente inventando ambienti e situazioni. Ne deriva un romanzo storico di evidenza visiva, con le strade, le case, i palazzi del potere, la vita quotidiana di quella Vienna d'epoca, che ti balzano incontro con la vivezza e l'attualità di un reportage. Tuttavia, come dice Giorgio Bàrberi Squarotti nella postfazione, è ugualmente un romanzo su un "mistero" al quale certo non sono estranei intrighi, depistaggi e menzogne che hanno coinvolto ai massimi livelli la Corte imperiale.
"Il rosso è decisamente il colore di questa serata, come se una luna anemica avesse chiesto un contributo cromatico per alzare un po' il suo sorriso..." Con la luna piena, verso l'una di notte, tutto può succedere: un giovane naufraga tra ricordi sepolti che tornano a galla, un uomo senza ambizioni torna a essere il re della foresta, dettagli affiorano inaspettatamente dopo tanti anni e suggeriscono la soluzione di misteri irrisolti... Due protagonisti e i loro inconfessabili segreti in un'unica, travagliata e calda notte di fine luglio, dominata dalla luna e dal beffardo gioco delle coincidenze... "Le Girandole" si arricchiscono di un originalissimo libro di esordio, scritto in una prosa precisa ed elegante, che modula il registro accordandolo con le situazioni e che in pochi tratti crea personaggi capaci di imprimersi nella memoria: dalle intense figure femminili di Anna, Paola e Marta a quella tenera e ambigua di Enrico, solo rievocata eppure nitidissima, ai due protagonisti, Giovanni e Alfio, apparentemente agli antipodi eppure potenzialmente così simili. Due destini, i loro, che per una vita si sono sfiorati senza mai conoscersi, e che nel delirio ora si intrecciano, si avvicinano e preparano il colpo di scena finale