
Il protagonista di questo intenso saggio in forma di narrazione di Corrado Stajano si aggira sgomento per le strade di una città che vorrebbe amare, che nella sua storia è stata anche amabile, ma che nell'oggi sembra solo respingere: Milano. In questo peregrinare la realtà contemporanea dischiude il suo passato e Milano diventa il centro concreto e insieme emblematico di un cupo trascorrer di tempi. La città lucente di acque magnificata da Bonvesin da la Riva si trasforma nella "città degli untori" e dalla peste rimane contagiata per sempre; un susseguirsi ininterrotto di oscene violenze connota la storia di Milano fino a piazza Fontana e agli anni del terrorismo e dei servizi segreti infedeli. Alla violenza si accompagnano poi la decadenza della borghesia, parallela alla drammatica e quasi repentina fine della classe operaia, il tramonto del cattolicesimo democratico, che pure a Milano aveva radici profonde fin dagli anni del modernismo, e - nuova peste - la corruzione. Qui nasce il fascismo, qui gli ideali storici del socialismo si barattano per cupidigia, qui trovano terreno grasso il prevaricante populismo berlusconiano e l'assordante grettezza leghista. Allora la peste, nella sua realtà storica e nella sua valenza simbolica di morbo morale, che avvelena la vita delle persone e delle cose, diventa la chiave di lettura che attraverso stratificazioni storiche e metamorfosi di costume può cogliere una lunga durata di vergogna e sofferenza.
Clara, libraia trentaquattrenne, racconta l’amicizia che l’ha legata, fin dai tempi dell’università, a Lisa. Il sigillo del loro legame è la malattia di Lisa, sposata e da poco madre di un bambino: Intorno a lei si raccoglie il gruppo di amiche e amici che si conosce e di frequenta fin dai tempi dell’adolescenza. La consapevolezza della fine irrompe nella vita quotidiana di tutti loro. E tuttavia allo smarrimento, alle paure, alla tristezza degli amici fanno da contrappunto la forza interiore e lo stoicismo di Laura, e l’amore per la vita. In ospedale Clara conosce anche Ben, direttore d’orchestra di fama internazionale, scostante e narcisista. E però a modo suo affascinante. La sua ex moglie Anna, giovane soprano, è ricoverata nello stesso reparto di Lisa. Clara e Ben sono due persone molto diverse, eppure tra loro si crea quella misteriosa affinità che lega i vivi con i vivi, in un luogo dove regnano il dolore e il presagio della fine.
Il 10 settembre 1649, da un porto olandese, un viaggiatore straordinario si imbarca per Stoccolma. Chi invita in Svezia René Descartes è la regina Cristina. A Stoccolma, che vive uno dei suoi autunni più gelidi e cupi, Descartes incontra amici fidati (l'ambasciatore di Francia Chanut e sua moglie Emilie), molta gente singolare (il pittore Machado, inetto nella pittura ma poeta esperto) e moltissima malfida. Rintanato in casa, isolato da tutti, in attesa della chiamata della regina, si rende conto che solo la vanità lo ha indotto al durissimo viaggio. A sostenere Descartes è la corrispondenza che tiene con mezza Europa, in particolare con la principessa Elisabetta, oggetto di una straordinaria passione intellettuale: a lei dà consigli filosofici, medici e politici e confida la sua speranza di ritorno. Nel contempo però commette imperdonabili errori, come dedicare alla regina il trattato "Le passioni dell'anima" che ha scritto per Elisabetta. Ma in un'alba di ghiaccio, mentre aspetta di esser ricevuto dalla regina, Descartes ha il malore che lo conduce a morte. Nella narrazione delle sue ultime ore, fatta a più voci, in un'insostenibile concitazione si affacciano tutte le interpretazioni, anche le più perturbanti. "Le passioni dell'anima" racconta tutto questo con un'impercettibile tessitura di testi autentici, interpolazioni e apocrifi, doppiando così nella scrittura una storia in cui il vero e il falso, il detto e il non detto s'intrecciano senza posa.
"Stamattina apro io, ho le chiavi del nuovo giorno." Giacomo vuole essere padrone del proprio destino per costruire il suo piccolo angolo di serenità, quello a cui tutti abbiamo diritto. Lui è "il figlio bravo" dei Rossi, quelli che hanno la vineria appena dietro la piazza. Il suo piano è semplice: laurearsi e far felici i genitori. A studiare lo aiuta Cristina, l'amica del cuore fin dalle elementari - ma tra loro niente sesso, per carità, solo un bacetto dimostrativo. All'improvviso, però, arrivano a cambiargli la vita altre promesse di felicità: l'amico Francesco, DJ nei locali di tendenza in giro per l'Europa; e poi Alice, che forse è la donna della sua vita... Invece le cose non sono così semplici. Soprattutto per chi appartiene a una generazione a cui tutto sembra insieme così facile e così difficile. Una generazione precaria, che vorrebbe costruire dei legami ma si spaventa di fronte all'amore e all'amicizia. Raccontandosi mentre passa dalla vineria di suo padre - con cui ha da sempre un rapporto difficile - alle discoteche e ai capannoni dei rave, dai bar dove divide il panino con i colleghi ai pub che frequenta con gli amici, Giacomo imparerà a conoscere sé stesso e i propri sentimenti. Per capire davvero che cosa vuol dire essere felici.
"Aglio, cipolle, rape, ravanelli e porri sono verdure indigeste che non diamo mai agli ospiti della casa!" Suor Speranza ne è sicura: nel minestrone che ha distribuito ai pazienti della Casa di Riposo di Bellano l'aglio non l'ha fatto mettere di sicuro. Allora come mai Ernesto Cervicati, entrando nella stanza di zia Antonia, ha sentito quell'odore, invece dell'aroma inconfondibile e fresco della menta? Ernesto conosce bene il rassicurante profumo delle mentine di cui è golosa la sua anziana parente. Certo meglio di suo fratello Antonio, che della zia non ha mai voluto saperne: gli interessava molto di più Augusta Peretti, una trentacinquenne ossigenata e vogliosa, nonché figlia di salumiere. Ernesto invece aveva accolto zia Antonia in casa sua e l'aveva accudita per tre anni, finché lei, un po' per non gravare troppo sul nipote, un po' per pudore, aveva deciso di trasferirsi all'ospizio. Quel sorprendente odore d'aglio è un piccolo enigma. Forse è l'indizio di qualcosa di più grave. A indagare, oltre a Ernesto e all'energica suor Speranza, si ritrova anche il dottor Fastelli, medico dal carattere gioviale ma di grande sensibilità. Intorno a questo profumato mistero, Andrea Vitali costruisce un romanzo carico di tenerezza, una di quelle storie che, come zia Antonia, ti accarezzano in un fresco abbraccio. Per poi regalarti, alla fine, una sorpresa.
Nula, vispa Jack Russell Terrier dal prestigioso pedigree, è reduce da un incontro con un cane altrettanto blasonato. L'appuntamento amoroso è stato organizzato dai suoi padroni, i benestanti coniugi Ghedini, i quali non vedono l'ora che nascano i preziosi cuccioli. Sennonché, al momento buono vengono alla luce tre cagnolini belli e sani, sì... ma non di razza. E, poco dopo, i tre piccoli scompaiono. Nula e Lula, la bella figlia sedicenne dei Ghedini, non si rassegnano: partiranno alla loro ricerca, in un'avventura che le porterà a scontrarsi con l'indifferenza di molti e la malvagità di alcuni, in una Milano raccontata, per una volta, dal punto di vista degli animali. L'amore secondo Nula narra con gli occhi di un'adorabile quattrozampe le molte facce dell'amore umano - i primi approcci fra adolescenti, l'amore coniugale, il tradimento, l'amore mercenario... e persino la fecondazione assistita aiutandoci a capire i nostri difetti e le nostre virtù, con l'indispensabile filtro della filosofia canina, che forse insegnerà alla padroncina Lula il vero significato della parola amore.
Stanley è ancora un ragazzino, e si sente solo. Da quando il fratello è partito per la guerra, il padre non è più lo stesso. È freddo e distante. Eppure Stanley ha trovato un modo per essere di nuovo felice: prendersi cura dei suoi cani. Lui è l'unico che sa come comunicare con loro. Quando Soldier, un cucciolo dal pelo chiaro, sembra troppo fragile per sopravvivere, Stanley gli salva la vita. Qualcosa di speciale li unisce e i due diventano inseparabili. Ma il loro legame è destinato a spezzarsi: un giorno, all'improvviso, Soldier scompare. Per Stanley è una nuova ferita difficile da ricucire. Non gli rimane che una scelta: vestire la divisa dell'esercito inglese e partire per il fronte. Partire alla ricerca del fratello e cercare di riunire la sua famiglia. Grazie alla sua rara abilità nel capire i cani, viene assegnato al servizio dei cani messaggeri. Nell'orrore delle trincee del primo conflitto mondiale, la lealtà e il coraggio di questi animali salvano vite umane. Sono loro che giorno dopo giorno insegnano a Stanley a essere forte e a sopportare la violenza della guerra. Eppure lui non riesce ad affezionarsi veramente: il ricordo di Soldier fa ancora troppo male. Fino a quando non gli viene affidato Pistol che, come lui, non si fida più di nessuno. Grazie a questo cane Stanley rivive, per la prima volta, la forza dell'amicizia che lo legava a Soldier. Una sensazione che credeva di non riuscire più a provare.
La luce dell'alba trafigge le finestre socchiuse. È tutta la notte che Alice non dorme, continua a leggere i fogli sparsi di fronte a sé. Due buste, una rossa e una bianca, sono le uniche cose che la sua migliore amica, Camilla, le ha affidato prima di sparire senza lasciare alcuna traccia. Camilla, donna di spettacolo e sceneggiatrice di successo, è sempre stata il punto di riferimento di Alice dal giorno in cui si sono conosciute, ancora ragazzine, sulla battigia dorata di una spiaggia versiliana. Cieli stellati, confidenze sussurrate, risate liberatorie, lacrime asciugate da dolci consigli le hanno accompagnate in tutti questi anni insieme. E ora Alice, madre single che non ha mai avuto il coraggio di vivere e scoprire l'amore, si sente impaurita dal mare di solitudine che l'assenza di Camilla le spalanca di fronte agli occhi. Ma l'amica non l'ha lasciata completamente sola, perché nelle buste si nascondono piccoli indizi che svelano la verità sulla sua scomparsa. Indizi che la conducono a ripercorrere a ritroso tutte le storie passate di Camilla. Uomo dopo uomo, Alice mette insieme le tessere del mosaico del cuore di Camilla. Fino all'ultimo uomo, colui che, forse, le può svelare la verità. perché Camilla le vuole regalare il dono più grande che un'amica può fare: due ali per volare verso il sole della libertà.
La città è infuocata dalla rivolta. Per un giorno e una notte imperversano neri armati di bastoni, catene, spranghe di ferro. Poi se ne riappropriano i padroni, loro con pistole, fucili, coltelli. Mohà, Lodit e Kwei si sono nascosti. La vendetta li raggiunge ugualmente. L'unico testimone degli omicidi è Taiwo, che scappa lontano. Qualche mese dopo, in un container scaricato al porto, duecento chili di cocaina: i carabinieri montano la guardia, la droga scompare lo stesso, un funzionario della dogana fa una brutta fine. Due indagini parallele affidate ad Alberto Lenzi, il "giudice meschino" magistrato indolente e indisciplinato e con un debole per le belle donne nato e cresciuto in quella terra dove crimine vuol dire 'ndrangheta e dove nulla è come sembra. Giostrando sul filo del pericolo il suo rapporto diretto - di ingannevole complicità e amicizia - con un potente capobastone, Lenzi decifrerà i due misteri intrecciati, e farà la sua giustizia.
Andrea ha vent'anni, dovrebbe studiare per gli esami all'università, ma ha una tessera del Partito in tasca e altre velleità in testa. È entrato in politica quasi per caso, perché Angelica, la ragazza con cui stava, voleva studiare sul serio e non aveva tempo da dedicargli, così lo ha piantato. Però poi lui ci ha preso gusto. La stoffa ce l'ha. Nell'associazione studentesca ha incontrato le persone giuste che lo hanno istruito e gli hanno spiegato come funziona davvero la politica: a cosa bisogna prestare attenzione, come ci si muove, cosa bisogna dire e soprattutto quali domande non fare mai. Così è stato affiliato alla corrente di Salvo, quella vincente, e in un baleno ha fatto carriera. A dispetto di tutti i timori e dello scetticismo di suo padre, che lo ha sempre contestato ricattandolo col fatto che gli pagava gli studi fuori sede, Andrea ce l'ha fatta, e adesso guadagnerà anche un suo stipendio, perché la politica è un lavoro vero, i soldi corrono, sebbene non sempre in modo limpido. Con ironia e leggerezza, "Così giovane e già così moderato" smaschera i meccanismi che si muovono dietro le quinte dei partiti politici italiani. Ci mostra come anche ai livelli più periferici le logiche del potere e della burocrazia interna inquinano gli ideali e i contenuti della politica, quella che noi tutti crediamo sia la politica vera, di cui si dibatte in tv e sui giornali, e che invece spesso è solo il paravento dietro cui si muovono interessi molto meschini.
Una guida alla letteratura di genere, con gli autori migliori e i loro libri più appassionanti. Luca Crovi, che ha conosciuto e intervistato molti dei maestri del giallo, del thriller, dell'horror, ha raccolto in queste pagine le loro testimonianze e le ha montate in una mappa folgorante. Una serie di incontri ravvicinati con i grandi maestri della scrittura contemporanea. Arthur Conan Doyle racconta i limiti di Sherlock Holmes. Gilberth K. Chesterton e Augusto De Angelis disquisiscono della poetica del giallo. Bertolt Brecht e Friederich Dürrenmatt svelano i segreti di un buon noir. Ken Follett mette a nudo la sua anima blues. Patricia Cornwell confessa i suoi sogni di bambina. Patricia Highsmith sottolinea che non sempre basta una buona storia. P.D. James rivela la sua predilezione per i luoghi del delitto. Carlo Lucarelli viene interrogato dal Commissario De Luca. Giorgio Scerbanenco ricorda di avere scritto dappertutto. Agatha Christie confessa che amava lavorare prima in profumate vasche da bagno e poi in alberghi di quart'ordine. Alfred Hitchcock ammette di non saper leggere ma solo filmare...
La pioggia battente scende rumorosa, mentre il cadavere di un uomo giace con la testa all'ingiù in una fossa sul litorale calabrese. È Marco Morello, figlio di un noto capobastone della zona. Tutti sono convinti che sia un delitto di mafia, una resa di conti. Tutti tranne Alberto Lenzi. Il "giudice meschino" preferirebbe continuare a tormentare il nuovo tirocinante e a flirtare con le colleghe, ma il caso gli è stato affidato e la pista mafiosa non lo convince. Lui sa chi può dirgli come stanno le cose, anche se questo significa uscire dalle indagini ufficiali: don Mico Rota, capobastone a mezzo tra onorata società e 'ndrangheta e suo miglior nemico. L'uomo si mostra ugualmente scettico. Quando un altro cadavere viene trovato, le indagini subiscono una brusca accelerazione. Si tratta di un poliziotto che tutti credevano corrotto e colluso con la 'ndrangheta. I giochi sembrano fatti, tanto più che gli omicidi paiono legati a un rituale simbolico delle cosche malavitose. Eppure a Lenzi qualcosa non quadra ancora. Brancolare nel buio per seguire una propria intuizione non è mai una bella sensazione per un magistrato, ma il fato a volte arriva ad aiutare i più audaci. Una telefonata anonima getta una luce nuova sul caso. Una svolta inquietante, sordida, losca. Una svolta che pare quasi impossibile. Ora quello che manca è solo il movente, il "sangue" che don Mico dice a Lenzi di cercare...