
Stephen Wraysford è un ventenne inglese, orfano e senza più legami, trasferitosi in Francia per lavorare in un’industria tessile. Isabelle è una ragazza irreprensibile, che rispetta, con rassegnazione, i doveri coniugali di un matrimonio combinato. Quando si incontrano, ad Amiens, nel 1910, i due vengono travolti da una passione bruciante che non possono ignorare. Ma quando Isabelle scopre di essere incinta, la loro relazione s’interrompe bruscamente. Entrambi torneranno alla vita di tutti i giorni, ma la cicatrice di quell’amore segnerà per sempre le loro esistenze. Pochi anni dopo, la Grande Guerra sconvolge il continente. Nel 1917 Stephen è di nuovo in Francia, a lottare per la vita nel corso dei conflitti in cui si ritroverà a combattere tra le fila dell’esercito inglese, nel mezzo delle carneficine a cui dovrà assistere. Sopravvissuto, e di nuovo sui luoghi della passione, ritroverà Isabelle, profondamente segnata, nel corpo e nello spirito, dalle atrocità del conflitto; ma, per l’indecifrabile alchimia dei sentimenti, ne sposerà la sorella, Jeanne.
«Ambizioso, oltraggioso, struggente e straordinariamente coinvolgente. Il canto del cielo non è semplicemente un romanzo perfetto. È grandioso».
Simon Schama, New Yorker
«Uno dei libri più belli degli ultimi quarant’anni».
Brian Masters, Mail on Sunday
«Questo romanzo è talmente intenso, che, appena finito di leggerlo, ho dovuto ricominciare dall’inizio».
Andrew James, Sunday Express
«Letteratura al suo meglio: un libro con il potere di rivelare l’inimmaginabile, il potere di cambiare la nostra vita. Da leggere assolutamente».
Nigel Watts, Time Out
È una fredda, grigia, nebbiosa giornata di novembre degli anni Trenta a Londra e Miss Pettigrew, il cappotto di un indefinibile, orrendo marrone, l'aria di una spigolosa signora di mezza età e un'espressione timida e frustrata negli occhi, è alla porta di un appartamento al 5 di Onslow Mansions, in uno dei quartieri più eleganti della capitale inglese. Stamani si è presentata come sempre al collocamento e l'impiegata le ha dato l'indirizzo di Onslow Mansions e un nome: Miss LaFosse. L'edificio in cui si trova l'appartamento è tanto esclusivo e ricercato da metterle soggezione. Miss Pettigrew coi suoi abiti logori, il suo mesto decoro e il coraggio perduto nelle settimane trascorse con lo spauracchio dell'ospizio dei poveri, suona ripetutamente prima che la porta si spalanchi e appaia sulla soglia una giovane donna. È una creatura così incantevole da richiamare subito alla mente le bellezze del cinematografo. Miss Pettigrew sa tutto delle dive del cinematografo: ogni settimana per oltre due ore vive nel mondo fatato del cinema, dove non ci sono genitori prepotenti e orridi pargoli a vessarla. Miss LaFosse la fa entrare e poi scompare nella camera da letto, per ricomparire poco dopo seguita da un uomo in veste da camera, di una seta dalle tinte così abbaglianti che Miss Pettigrew deve socchiudere gli occhi. In preda all'ansia, stringendo la borsetta fra le dita tremanti, Miss Pettigrew si sente sconfitta e abbandonata prima ancora che la battaglia per l'assunzione cominci, ma anche elettrizzata.
George Arthur Rose è un prete mancato. Per oscure ragioni - invereconde calunnie, atroci oltraggi, a suo dire, di giovinetti immaturi - è stato brutalmente espulso dal Saint Andrews, il Pontificio Collegio Scozzese di Roma. Bandito dalla Chiesa Cattolica, come un aspira, una peste, Rose ha reagito abbracciando di proposito la sua nefasta fama: si è messo a posare a genio altero, sottile, dotto, inaccessibile. Lui, che la divina Vocazione spingerebbe a essere attivo e possente, ridotto a languire in bizzarre e stupide pose! George Arthur non sa, tuttavia, che questo freddo giorno di marzo è, in realtà, il giorno del suo trionfo.
"Vanessa e Virginia" è la storia di due donne: la celebre scrittrice Virginia Woolf, autrice di capolavori come "Gita al faro" e "La signora Dalloway", e sua sorella Vanessa Bell, pittrice. Cresciute nel perbenismo vittoriano di una famiglia borghese di Londra, le due sorelle lottarono fin dalla gioventù per liberarsene, seguendo ciascuna la propria vocazione artistica; all'inizio del Novecento, intorno a loro si raccolse il famoso "Circolo di Bloomsbury", un gruppo di intellettuali e artisti che avrebbe influenzato radicalmente la cultura inglese ed europea. Il romanzo, narrato dalla voce di Vanessa e strutturato per capitoli che fotografano diversi momenti nella vita delle due sorelle, ripercorre il loro rapporto, segnato da complicità, gelosia, competizione, reciproci tradimenti e inestirpabile affetto. Dai giochi dell'infanzia ai primi esperimenti creativi, a un'età adulta segnata da matrimoni, amanti e figli, lutti dolorosi, successi e fallimenti - fino, nel caso di Virginia, alla depressione e al suicidio - veniamo trasportati in un mondo complesso e affascinante che Vanessa, in quanto pittrice, racconta con un occhio particolare per le luci, i colori, le immagini, mettendoci a volte davanti a quelli che sembrano veri e propri quadri di vibrante intensità.
Nei primi anni Ottanta Howard Marks, figlio di un ufficiale della marina e di una maestra elementare, ha più di quaranta pseudonimi, Mr Nice è uno dei tanti, dispone di 80 linee telefoniche e possiede 25 società commerciali sparse in tutto il mondo, ma per la Dea Drug Enforcement Agency, il dipartimento anti-droga degli Stati Uniti, è un pericoloso criminale. Marks, infatti, contrabbanda fino a 30 tonnellate di erba colombiana diretta in America e Canada ed è in contatto con mafia, IRA, M16 e CIA. Frequenta alberghi a cinque stelle, rockstar e belle ragazze. Ma la sua vita si trasforma in un inferno quando, nel 1988, viene arrestato e condannato a 25 anni di detenzione presso il penitenziario più severo, a Terre Haute, nell'Indiana. Racconto sincero e travolgente dell'esistenza del più sofisticato barone della droga negli anni della contestazione studentesca, "Mr Nice" è un viaggio nel mondo dei traffici illeciti e nei sogni di una generazione ribelle.
In uno di quei villaggi dickensiani della vecchia Inghilterra in cui il cielo illividisce sin dalle prime ore del pomeriggio, vive Angel Deverell, quindicenne con gli occhi verdi, la carnagione bianca e i capelli scuri, e un animo scontroso e indolente, avido di rivalsa e di affermazione. Nel piccolo universo in cui si aggira, la scuola, la bottega di sua madre, rimasta prematuramente vedova, la casa di sua zia, Angel non riesce a nascondere la sua natura indocile e ribelle. Senza vere amiche, con un astioso rapporto con la madre, la ragazza vive in un mondo tutto suo, creato dai suoi sogni e dalle sue fantasticherie. Un mondo in cui occupa un posto centrale Paradise House, la villa nobiliare in cui sua zia lavora al servizio di Madam, una vera lady coi polsi ornati da splendidi granati. Il destino, però, ha approntato per Angel la più imprevedibile delle svolte. Un giorno la ragazza decide di trasferire le sue innumerevoli fantasticherie in un romanzo. Grazie al fiuto di un editore di Bloomsbury, l'opera conoscerà un incredibile successo. Angel sarà celebre e ricca e avrà Paradise House e, soprattutto, avrà Esmé Howe-Nevinson, pittore di talento, bello e scapigliato, capace di assoggettarsi al suo capriccio. Asserragliata nel proprio grottesco delirio e nelle stanze di Paradise House, Angel trascorrerà gli anni migliori della sua vita. E, come una primadonna del cinema muto, saprà far fronte ai rovesci che l'esistenza le riserverà affrontando un lungo Viale del Tramonto.
Sebastian Croll ha undici anni, grandi occhi verdi, lineamenti delicati ed è sospettato di aver brutalmente ucciso Ben Stoker, suo compagno di giochi, fracassandogli il cranio con un mattone e nascondendone il cadavere in un angolo di fitta vegetazione di Barnard Park. Il ragazzo è alla stazione di polizia di Islington quando viene raggiunto da Daniel Hunter, il legale che ha l'incarico di difenderlo, e che ha alle spalle una vita intera dedicata a occuparsi di minori: quindicenni accusati di aver sparato a compagni di gang, adolescenti dediti al crimine per qualche grammo di droga. Mai, però, un ragazzino cosi giovane, praticamente un bambino. Sebastian sembra tutto fuorché l'autore di un omicidio tanto atroce: è eccezionalmente bello, ha uno sguardo intelligente e i modi rispettosi e beneducati. Gli indizi, tuttavia, sono tanti, i testimoni anche e l'atteggiamento di Sebastian non aiuta certo a fugare i dubbi. Incalzato dalle domande della polizia, il bambino muta abilmente versione ogni qual volta viene messo di fronte a nuove evidenze. Con l'aria più innocente riesce a trarsi fuori dalle trappole tese dagli inquirenti durante il lungo interrogatorio. E la domanda rimane aperta: è l'assenza di malizia, propria solo dell'età dell'innocenza, che lo guida o la lucidità di chi è già capace di mentire, rielaborare e manipolare senza rimorsi e sentimenti? Un thriller psicologico che trascina il lettore nella zona d'ombra che non risparmia nemmeno l'età dell'innocenza.
Dagli infimi night club di Fox trot al sordido ambiente delle foto per i rotocalchi, all'ineguagliabile glamour del cinema berlinese, tutto il mondo della capitale tedesca del breve periodo d'oro tra le due guerre scorre in queste pagine. E accompagna la vita luminosa di Lilly Afrodite fino a quando diventerà una stella del cinema e si innamorerà perdutamente di un regista russo, fino a mettere in discussione la sua stessa esistenza dorata. "La vita luminosa di Lilly Afrodite" è la storia di una donna che ha vissuto fino in fondo la sua vita, una storia fatta di sfarzo e miseria, di luce e ombra, di dissolutezza e amore, di salvezza e perdizione, una storia che illumina un periodo straordinario del secolo scorso.
Sacco di Roma, 1527: tra le fiamme del saccheggio, la bellissima cortigiana Fiammetta Bianchini pensa di ingraziarsi gli invasori mettendo a disposizione la sua casa, ma due megere luterane la sfregiano orribilmente e le rasano i capelli. E così, insieme al fedele servitore nano Bucino, Fiammetta ingoia una manciata di gioielli e fugge dalla città eterna, riparando a Venezia, meta cosmopolita di mercanti, viaggiatori e avventurieri. Ritrovato il suo splendore con l'aiuto di una guaritrice cieca dai misteriosi poteri, la giovane donna inaugura con Bucino un bordello dove offre le proprie grazie a facoltosi clienti appartenenti alla nobiltà cittadina. Ma l'amore di Fiammetta per un aristocratico diciassettenne farà vacillare il bizzarro sodalizio con il servitore, mettendo a rischio la fortuna faticosamente ricostruita. Sullo sfondo della Venezia del Cinquecento, dove poeti licenziosi e grandi artisti, aristocratici lussuriosi e spietati avventurieri si danno convegno, si snoda una storia avvincente in compagnia di un indimenticabile personaggio femminile e di illustri figure della storia dell'arte e della letteratura, come Tiziano e Pietro Aretino.
È il 1859 a Londra, e sir Jocelyn Knightley coltiva il sogno di liberare la società dalle "pastoie del ritegno" e della morale, collezionando i libri che i puritani dell'epoca vorrebbero bruciare tra le fiamme dell'inferno: il Decamerone, il Satyricon di Petronio, l'Ars Amatoria di Ovidio... A rilegare quei libri con preziose pelli e fodere scarlatte è, in barba a tutte le leggi della corporazione dei legatori che vietano il lavoro alle donne, Dora Damage, la giovane moglie di Peter Damage. Le sue originali rilegature, così morbide e seducenti, suscitano l'entusiasmo di sir Knightley, della filantropica e ambigua Lady Sylvia e della cerchia dei suoi amici: i "Sauvages Nobles". Ma non finisce forse puntualmente nei guai chi entra in una "società del vizio"? Romanzo storico, che ci restituisce impeccabilmente i conflitti di sesso, razza e classe dell'età vittoriana. "La rilegatrice dei libri proibiti" ci offre, con Dora Damage, un'eroina moderna che non esita a infrangere le regole e i tabù della Londra del XIX secolo, la città più grande del mondo, in cui gli ideali più nobili si accompagnano alle miserie più sordide.
Inghilterra, 1554: Jane Grey, sovrana per appena nove giorni, si aggira nella dimora di Master Partridge, il carceriere della Torre di Londra. In quell'edificio che si affaccia sulla Tower Green, dove fu giustiziata anni prima Anna Bolena, è tenuta prigioniera insieme alle sue dame di compagnia, dopo essere stata giudicata colpevole di alto tradimento e condannata, poco più che sedicenne, a essere bruciata viva a Tower Hill, o decapitata, secondo il volere della regina Maria. Ha un'unica possibilità per salvarsi, stando almeno alla promessa dell'anziano abate di Westminster: se abiurerà la fede riformata, Maria Tudor, da poco impossessatasi del trono con la ferma intenzione di restaurare nel regno la religione cattolica, le concederà la grazia. Lady Jane, tuttavia, è pronta a riconoscere le sue colpe - aver indossato una corona non sua e avere, così, permesso che il suo cuore e la sua volontà fossero influenzati dalle brame di potere altrui -, ma non può tradire il proprio credo e barattare la vita eterna con quella terrena. Sono anni difficili quelli che precedono il tragico esito della giovane vita di Jane Grey. Tra la fine del regno di Enrico VIII e l'avvento di Elisabetta I le tensioni tra cattolici e protestanti, a lungo sopite, esplodono, e il loro scontro si consuma alla luce dei roghi degli eretici; la Corona è al centro di una fitta rete di intrighi, accordi sotterranei e inaspettati tradimenti...
Inghilterra, 1913: Sir Randolph Nettleby, baronetto e "gentleman di campagna", ha invitato, come ogni anno sul finire di ottobre, illustri amici e conoscenti nella sua tenuta nell'Oxfordshire per una grande battuta di caccia. È una tradizione che si consuma ormai da tempo immemore, la cui ritualità è controllata da una rigida etichetta: ogni servitore, dal domestico John Siddons al guardiacaccia Glass, conosce il suo ruolo alla perfezione, ogni momento della caccia è rigidamente regolato e tutto deve andare esattamente come è sempre andato. Eppure, sotto la superficie della consuetudine si agitano tensioni che rischiano di diventare incontrollabili: Gilbert Hartlip, fatuo Lord ossessionato dalla propria reputazione di ottimo tiratore, entra presto in competizione con il giovane e talentuoso Sir Lionel Stephens su chi ucciderà più selvaggina; lo stesso Stephens è perdutamente innamorato di Olivia, la moglie del formale e noioso Lord Lilburn, ma non riesce a rivelarle i suoi sentimenti; la frivola Lady Hartlip si distrae dalla sua perenne insoddisfazione intavolando, tra pettegolezzi e commenti salacai, una relazione clandestina con Charles Farquhar, un uomo bello ma, a detta di Sir Randolph, irrimediabilmente ottuso; la nipote diciannovenne del padrone di casa, Cicely, fantastica di abbandonare le dimore di famiglia e seguire il vanaglorioso conte ungherese Tibor Rakassyi tra pianure ricoperte di neve... Introduzione di Julian Fellowes.