
Il volume raccoglie i contributi scritti in memoriam di Giuseppe Mari (1965-2018). Era professore ordinario di Pedagogia generale presso l'Università Cattolica di Milano, ma anche docente presso l'Istituto Universitario Salesiano di Venezia e l'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano. Fecondo studioso, di grande acume e umanità, certamente interessato alle dimensioni fondative, senza tuttavia trascurare le sollecitazioni più attuali che attraversano il mondo dell'educazione. La sua riflessione sa coniugare puntuali riferimenti di filosofia dell'educazione, incarnandoli in un contesto pratico-esperienziale sempre attento a raccogliere e rilanciare le questioni che interrogano coloro che sono impegnati fattivamente nei diversi ambiti educativi. Infatti, il contributo instancabile di Giuseppe Mari è stato sempre attento nell'accogliere la complessa sfida cui l'educazione è chiamata nella ricerca e costruzione della vita buona.
Nell'affermare la propria dignità scientifica, la psicologia moderna si è dotata sia di strumenti di misura appropriati sia di disegni sperimentali che testimoniassero il rigore delle scoperte. L'aspirante ricercatore in psicologia e il futuro professionista che opererà sul campo hanno bisogno di solide conoscenze metodologiche, l'uno per realizzare esperimenti affidabili e avere risultati significativi in termini di probabilità, l'altro per valutare attendibilità e generalizzabilità dei risultati dei lavori di ricerca pubblicati cui si rivolge per mantenersi aggiornato sullo sviluppo di teorie e strumenti. Ecco perché l'adattamento italiano del volume di Shaughnessy, Zechmeister e Zechmeister, nato da una consolidata esperienza degli autori come ricercatori e come insegnanti di metodologia della ricerca, si rivolge agli studenti di psicologia e a tutti coloro che, a diverso titolo, sono impegnati nell'avventura della ricerca scientifica. La trattazione riguarda aspetti metodologici caratteristici di diversi ambiti della ricerca psicologica, da quella di base alla psicologia dello sviluppo, dalla psicologia sociale a quella clinica. Per questo il volume è particolarmente indicato per gli studenti di corsi di laurea triennali in Scienze e Tecniche Psicologiche, i cui percorsi formativi, per essere in linea con i criteri del diploma Europsy, prevedono un ampio numero di crediti formativi in ambito metodologico. Attraverso le esemplificazioni e gli stimoli offerti (Spunti di riflessione e Per fare pratica), il lettore può sperimentare le nozioni illustrate e mettere in pratica quell'atteggiamento critico e scettico che gli autori indicano come l'atteggiamento del "buon ricercatore".
Secondo il racconto dei Vangeli, Gesù, dopo l'Ultima Cena, si ritira nei pressi di un piccolo campo poco fuori Gerusalemme: è il Getsemani, l'orto degli ulivi. Alla testa di un gruppo di uomini armati, arriva Giuda che indica Gesù ai soldati baciandolo. Questo bacio è divenuto il simbolo dell'esperienza straziante del tradimento e dell'abbandono. Ma anche i suoi discepoli e Pietro stesso, il più fedele tra loro, tradiscono il Maestro lasciandolo solo. Nella notte del Getsemani non c'è Dio, ma solo l'uomo. È lo scandalo rimproverato a Gesù: aver trascinato Dio verso l'uomo. La notte del Getsemani è la notte dove la vita umana si mostra nella sua più radicale inermità. In primo piano c'è l'esperienza dell'abbandono assoluto, della caduta, della prossimità irreversibile della morte e della preghiera. La notte del Getsemani è la notte dell'uomo.
Nell'era della globalizzazione le scelte di politica economica assumono un ruolo sempre più essenziale nelle strategie aziendali, per effetto dell'integrazione finanziaria e reale, in primis nell'ambito dell'UE. Al tempo stesso, le strategie delle grandi aziende, specialmente di quelle multinazionali, e gli andamenti dei mercati, in particolare di quelli finanziari, condizionano le scelte pubbliche. Il libro indaga su questi temi e discute i maggiori problemi correnti alla luce dei principi fondamentali delle scelte pubbliche e della logica della politica economica. Questa settima edizione ha introdotto modifiche significative: sono stati aggiornati i dati statistici presentati e le innovazioni istituzionali e concettuali rilevanti; sono stati semplificati numerosi punti o risvolti di minore importanza pratica (teorema del secondo ottimo, antitrust, dettagli istituzionali della BCE) o di importanza soltanto storica (alcune teorie sulla disoccupazione involontaria, il sistema aureo e lo SME); è stata data enfasi ai problemi di ristagno o riguardanti il funzionamento effettivo dell'UME.
Il libro evidenzia nel profilo biografico di Pastore (1902-1969) uno dei temi centrali e permanenti del suo impegno civile: assicurare l’emancipazione delle lavoratrici e dei lavoratori rendendoli partecipi protagonisti dei processi di formazione delle decisioni socio-economiche. Il maturare di questa aspirazione accompagnò l’itinerario di Pastore, uomo del Novecento,
nelle sue principali esperienze pubbliche: giovane operaio autodidatta, militante del cattolicesimo sociale, attivista del PPI, giornalista antifascista, organizzatore della Gioventù cattolica, leader sociale nella DC, innovatore del sindacato italiano e internazionale, ministro per il Mezzogiorno e per le aree depresse del Paese. Come fondatore della CISL egli promosse una rappresentanza sindacale in grado di dare un apporto positivo allo sviluppo della democrazia in Italia e come uomo di governo della giovane Repubblica Italiana sostenne il pieno riconoscimento del sindacato quale attore sociale di fronte al sistema dei partiti. Per consentire di ripercorrere agevolmente la riflessione di Giulio Pastore intorno alle relazioni tra rappresentanza sociale e rappresentanza politica in uno Stato democratico, il volume offre ai lettori un’ampia scelta di interventi e di articoli proposti in diverse occasioni tra il 1925 e il 1969.
L'impegno educativo nell'ambito del disagio, della marginalità, della devianza, richiede un'identità teorica forte che in qualche modo faccia da bussola per aiutare l'educatore a navigare le «agitate acque» dell'emergenza sociale. Un'intenzionalità pedagogica che deve esprimersi in un movimento continuo di andata e ritorno tra teoria e prassi, affinché quest'ultima non cada nell'improvvisazione, nell'estemporaneo, nel casuale, o in una forma più o meno esplicita di buon senso, e la riflessione teorica non divenga fine a se stessa, perdendosi nell'astrazione. Il Metodo Integra nasce da un'attività di continua autoriflessione e condivisione di pratiche educative, dal dialogo costante tra teoria e prassi, a valle di anni di lavoro in contesti di particolare difficoltà. Una difficoltà legata alla carenza del tessuto sociale che rende una storia difficile enormemente più difficile, proprio perché il contesto non sostiene la difficoltà: il bambino con difficoltà spesso vive in una famiglia difficile, in un quartiere difficile, in una città difficile, in una Regione difficile. Educare in queste situazioni significa riuscire ad incarnare le teorie e orientare le pratiche nel confronto con questo quotidiano, con questi bambini e ragazzi, non smettendo mai di immaginare con loro e per loro un altrimenti e un altrove.
Pur essendo generalmente valutate in termini moralmente positivi, alcune azioni e attitudini morali non sono considerate come strettamente dovute, né tantomeno esigibili: si tratta delle attitudini e delle azioni che rientrano nell'ambito, vasto e molteplice, dell'amore. La tradizione morale ha coniato un termine tecnico per indicarle: "supererogatorio" (o "supererogazione"). Rispetto al minimo necessario di ciò che non può e non deve mancare - l'ambito di ciò che è appunto esigibile - il supererogatorio configura un "massimo": va oltre ciò che è strettamente esigibile ed è dunque generalmente considerato eccedente la sfera e le competenze dell'etica. L'ambizione di queste pagine è di mostrare come questo massimo sia anch'esso in qualche modo "necessario" e come - al contempo - dal ripensamento di questo massimo derivi un nuovo sguardo sull'etica in generale e sul dovere in particolare. Quel massimo eccede una certa figura del dovere, ma non il dovere in sé: configura dunque, a tutti gli effetti, un fenomeno etico.
Il volume raccoglie saggi che pur toccando tematiche differenti hanno sostanzialmente un filo conduttore comune: la secolarizzazione, fenomeno ambiguo e dalle molte facce. Di esso vengono approfonditi alcuni aspetti relativi all'incidenza sul terreno giuridico, sia nella teoria del diritto che nel concreto dell'esperienza giuridica positiva. Il fenomeno è oggetto di indagine in primo luogo con riferimento agli ordinamenti secolari, onde coglierne l'impatto sui diritti umani, segnatamente il diritto di libertà religiosa ed il diritto al matrimonio, ma anche su princìpi fondamentali del vivere civile quali la solidarietà. Ma non viene trascurata l'insolita prospettiva dell'influenza della secolarizzazione sul quel diritto canonico che, avendo il suo fondamento nel diritto divino, per natura sua dovrebbe essere immune - ma non lo è - dal contagio secolaristico.
Questo libro nasce da una lunga esperienza di insegnamento accademico di legislazione scolastica e di formazione degli insegnanti sulla stessa materia, una componente necessaria della cultura professionale di ogni docente, il quale dovrebbe essere sempre consapevole della natura del sistema al cui interno svolge il suo lavoro e delle regole che ne assicurano il funzionamento. Propone una introduzione alla legislazione scolastica, pensata per un pubblico di insegnanti (o di persone che si preparano a diventarlo), cui non è richiesto di conoscere nei dettagli le procedure che governano il sistema nazionale di istruzione (come compete a un dirigente scolastico), ma che devono coerentemente ed efficacemente inserirsi all'interno di quel sistema. L'opera è ripartita in cinque parti, che presentano: gli elementi fondamentali del nostro sistema giuridico; l'ordinamento scolastico italiano; la governante della scuola (autonomia, organi collegiali); la pratica didattica (valutazione, inclusione scolastica, educazione civica, orientamento, insegnamento della religione cattolica); i soggetti che costituiscono la comunità scolastica. Per ogni argomento si trova il quadro legislativo aggiornato e completo (con i richiami sia alla portata educativa sia a quella giuridica delle norme in questione), la ricostruzione del percorso che ha condotto all'attuale assetto normativo e uno sguardo allo scenario europeo e mondiale.
Rivista di problemi pedagogici, educativi e didattici.
La vita della polis è un insieme di fatti psichici, oggi sotto il dominio degli affetti, che costringono l'individuo nello schema "amico-nemico", nella disperata ricerca di un significato stabile. Come cura il testo propone delle metodologie per ampliare le visioni e rieducarci ai limiti, così da ridurre la quota d'inquietudine nell'incontro con l'Altro, che deve essere invece vissuto come arricchimento e non come ostacolo. Un modo per mirare ad una cittadinanza vissuta in fiducia, reciprocità e cooperazione. Chi è il mio nemico? Conflitti nei luoghi di lavoro e familiari, crisi climatica ed economica, xenofobie, estremismi, terrorismo e svalutazione delle istituzioni hanno concause psicologiche comuni. Viviamo in un corpo sociale affetto da depressione mascherata da accelerazione. Impotenza, vergogna e angoscia sociale generano rancore e paranoia: per semplificare i conflitti li proiettiamo in avversari lontani, nemicalizzando l'altro perché solo così alcuni possono gestire la paura. Una paura che, nei libri di storia, è chiamata "potere", vero contrario dell'amore. Analizziamo le radici psicologiche delle "patologie civili". Da un lato, ogni situazione politica è espressione di un vissuto psichico parallelo presente in milioni d'individui; dall'altro, ogni personalità è frutto del portato della storia e della configurazione sociale. La vita della polis (la città) è un insieme di fatti psichici, oggi sotto il dominio di affetti primitivi, che conducono a visioni del mondo ristrette nello schema "amico-nemico", per la disperata ricerca di un significato stabile. L'uccisione dello straniero (dentro e quindi fuori di noi) è la psicopatologia; la cura è l'ascolto dei racconti dello straniero, per incontrare la nostra "Ombra" e scoprire che "l'Io è l'Altro". Perciò, iniziamo la lettura chiedendoci: che domanda poniamo all'Altro con la nostra storia e che domanda l'Altro ci pone con la sua?