
Anno 2014, una tappa importante di un viaggio scientifico, lungo quindici anni, che si snoda attraverso esperienze dirette nelle valli montane, in collaborazione con associazioni, enti locali, università ed enti di ricerca, pubblici e privati, nazionali e internazionali. Mediazione e sintesi per affrontare nuovi studi sulla montagna, il volume indaga le trasformazioni del territorio e il suo rapporto con l'uomo - contadino custode, imprenditore o anche solo fruitore - in un contesto più ampio di sviluppo e conservazione. Recuperando anche esperienze avviate, si propone di dare una risposta direttamente alla montagna, di immaginare come essa veda l'uomo, come sappia distinguerne la premurosità o la negligenza e i comportamenti rispettosi o disattenti. Oggi, l'abbandono della montagna da parte dei giovani e l'invecchiamento della popolazione sta modificando la fisionomia di una terra dalle consuetudini centenarie, costringendola a un brusco cambiamento d'identità. Questa repentina alterazione di pochi parametri fisici o socio-economici, vista la delicata fragilità dei territori montani, ha effetti che sono, purtroppo, sotto gli occhi di tutti - come l'incuria e il dissesto idrogeologico - e che si riverberano nocivamente anche sulla pianura. Solo progetti di attenzione ecosostenibile, solo l'incontro di tradizione e innovazione, di patrimoni territoriali e creatività possono offrire una nuova via per lo sviluppo delle terre alte nel mondo globale.
La geografia ha contribuito a definire il territorio dello Stato e a convogliare il sentimento patrio sia con l'elaborazione di specifici concetti spaziali che attraverso le mappe, strumenti di grande valore strategico, didattico e propagandistico. L'apporto dei geografi è risultato cruciale nel processo di consolidamento e allargamento dell'orizzonte nazionale in concomitanza con le guerre e le campagne coloniali che hanno interessato la storia contemporanea d'Europa e d'Italia. "I confini d'Italia" ricostruisce il contributo delle scienze geografiche alla causa della nazione e colma un significativo vuoto della storiografia sugli anni cruciali successivi all'Unità e fino al primo dopoguerra. Terre irredente, colonie, regioni di confine sono gli ambiti di indagine esplorati dai geografi per definire dall'interno e dall'esterno lo spazio fisico e culturale dello Stato-nazione. I protagonisti di questa fase storica, come Giovanni e Olinto Marinelli, Cesare Battisti e Ettore Tolomei, sono indagati sulla base del contesto formativo, dell'approccio teorico e metodologico, della produzione scientifica e dei mezzi di divulgazione. La cartografia rappresenta il cuore della riflessione, interpretata quale strumento mediatico per l'educazione e la propaganda.
Il volume propone la ricerca di convergenza e sintesi tra due filoni culturali diversi che si riferiscono allo stesso fenomeno: come far funzionare al meglio istituzioni le cui finalità sono di definire e perseguire l'interesse generale e orientare - tramite la funzione di regolazione - istituzioni private a operare nell'interesse comune. Il libro presenta quindi un progetto che, consolidando le conoscenze finora sviluppate nell'ambito dell'economia aziendale applicata al settore pubblico, potrà renderle sempre più solide sul piano teorico e al tempo stesso vicine al mondo reale. Si pone come un ponte tra comunità scientifica degli aziendalisti che si occupano di amministrazioni pubbliche e operatori (politici, dirigenti, ecc.) interessati a sistematizzare concettualmente le loro esperienze. L'auspicio è che questo libro possa suscitare l'interesse degli studenti verso futuri percorsi formativi, lauree magistrali in public management o policy, che sviluppano alte professionalità orientate alla promozione dell'interesse pubblico. L'edizione 2015 si caratterizza per la sostituzione dei capitoli 11 e 15. Il primo affronta il tema dell'etica e della corruzione, che continua ad avere una sua valenza d'attualità. Il capitolo 15 riguarda la gestione delle risorse umane e si focalizza sui temi chiave dell'attrazione dei talenti migliori e la costruzione di percorsi di sviluppo delle professionalità.
Se spesso si parla di media digitali dandone una connotazione negativa, questo libro riprende la tradizione delle virtù per proporre un nuovo modo di accostarsi al web. Si tratta di ripartire da un'etica che si costruisce attraverso la pratica. Cosa significa essere prudenti in internet? Come vi si può esercitare la temperanza? E possibile essere giusti, forti, in uno spazio quanto mai "liquido"? C'è posto per la speranza, la carità e la fede? È la ripresa delle virtù - cardinali e teologali - a permettere, senza presupporre adesioni di principio, di individuare strategie e indicazioni operative volte ad acuire la consapevolezza e la responsabilità di chi utilizza i media digitali. Consapevolezza e responsabilità attraverso le quali è la stessa cittadinanza a costruirsi in un vero e proprio circolo virtuoso.
Il termine "competenza" è ormai entrato da anni nel lessico scolastico e nella legislazione nazionale in materia di istruzione e formazione, eppure esistono ancora parecchie ambiguità tra gli insegnanti su cosa debba intendersi per "competenza" e come sia possibile costruirla, valutarla e certificarla. Non è questione, se si pensa che le recenti riforme hanno posto la nozione di competenza come criterio regolativo fondamentale del sistema di istruzione, prefigurando un radicale cambiamento nel modo di concepire la formazione scolastica. Per molti anni "scuola" e mondo della "vita quotidiana" sono stati percepiti come ambienti interrelati ma separati: gli allievi apprendevano a scuola i saperi utili per la loro vita futura di cittadini - non solo di lavoratori - sotto l'assunto che, autonomamente, essi sarebbero stati poi in grado di trasferire quanto appreso a scuola nelle più svariate situazioni di vita quotidiana. Tale trasferimento non è però per nulla automatico se la scuola non si preoccupa di lavorare sulle capacità connesse al "saper usare le proprie risorse in situazione", che è l'elemento chiave della competenza. Il presente testo intende offrire agli insegnanti (ma anche a formatori ed educatori) concrete strategie formative e valutative - teoricamente fondate ed empiricamente testate - per poter costruire, valutare e certificare competenze, in linea con i dettami della legislazione nazionale vigente.
Il fenomeno migratorio, sempre più intenso e articolato, viene qui affrontato dal sociologo Vincenzo Cesareo con un sguardo ampio e attento alla sua dimensione di sfida che coinvolge differenti attori (il migrante, il Paese di origine e il Paese di arrivo) e diversi ambiti (politico, sociale, economico e culturale). Una ricostruzione storica delle migrazioni, che dà conto delle loro cause e segue le tracce dei percorsi di inserimento dei migranti nelle società di arrivo, fornisce le basi per uno studio insieme preciso e coinvolgente delle migrazioni nel nostro Paese, che oggi si trova a essere, allo stesso tempo, luogo di partenza, di arrivo e di transito. E la presenza sempre più stabile di stranieri in Italia viene monitorata attingendo a dati significativi come l'aumento della scolarizzazione e dei ricongiungimenti familiari. Il caso italiano non rimane però isolato. L'autore lo inserisce in una prospettiva di più ampio respiro, affrontando con lucidità alcune questioni ancora aperte, come la globalizzazione e il transnazionalismo e le difficoltà di convivenza tra gruppi diversi. Oggi più che mai diventa urgente provare a rispondere a un quesito fondamentale: quale sarà l'impatto della mobilità umana sulle società del futuro? I flussi migratori saranno una risorsa o un problema?
Nel nostro come negli altri paesi ad economia libera, e nell'epoca attuale l'epoca della civiltà industriale e della produzione di massa - il fenomeno imprenditoriale costituisce l'asse portante dello sviluppo economico e del processo di razionale utilizzazione delle risorse produttive per il miglioramento del benessere materiale della collettività. Da qui la necessità di una legislazione economica non solo di diritto pubblico, ma anche di diritto privato, volta per un verso a creare un ambiente giuridico propizio allo sviluppo delle imprese e, per altro verso e nel contempo, ad assicurare un ordinato e razionale funzionamento delle stesse.
Da alcuni anni il paradigma della recovery registra una straordinaria diffusione nei linguaggi delle politiche sanitarie, delle pratiche dei servizi e della ricerca nel campo della salute mentale. Il volume raccoglie e integra contributi di alcuni fra i più noti protagonisti del movimento internazionale per la recovery e offre per la prima volta al lettore italiano una panoramica sintetica ma esaustiva dei suoi vari aspetti. In questo approccio alla malattia mentale il focus è centrato sulla restituzione al paziente dell'esercizio della scelta e dell'autodeterminazione. Il risvegliarsi della speranza, un rinnovato senso di sé e del proprio destino rappresentano i temi centrali della recovery e si traducono in una nuova assunzione di responsabilità rispetto a se stessi, alla malattia, alla società.
Che rapporto c'è tra media education e formazione? Nella "società dell'informazione" la media education è la formazione. Chi si occupa di media education non può prescindere da competenze specifiche di progettazione formativa e chi si occupa di progettazione formativa non può che trarre giovamento da specifiche competenze di media education, se vuole proporre interventi formativi solidamente ancorati alle modalità odierne di diffusione del sapere. Nato da un lungo lavoro di équipe e da una pluriennale esperienza sul campo, il volume cerca di accompagnare il media educator - insegnante, educatore, formatore - in tutti quei momenti che si svolgono "dietro le quinte" e che rendono possibile (ed efficace) il suo intervento in aula: progettazione, ricerca dei finanziamenti, monitoraggio, valutazione e documentazione degli interventi. Partendo dal presupposto che non vi è nulla di più pratico di una buona teoria, i modelli proposti intendono sia guidare il principiante a sviluppare progetti non improvvisati ed estemporanei, sia offrire all'esperto una base teorica con cui analizzare e rielaborare la propria esperienza sul campo, attivando un processo di riflessione virtuosa e crescita professionale.
Come nella sua prima edizione, il manuale è pensato per studiosi di scienze umane che necessitino di una introduzione all'informatica. La seconda edizione di Informatica Umanistica ha una nuova struttura: la Parte I Fondamenti di Informatica, che introduce hardware, software, reti, Internet, Web e Web 2.0. La Parte II, invece, tratta le applicazioni dell'informatica a uso delle scienze umane. Oltre all'uso del calcolatore nel trattamento del linguaggio naturale e dei testi, i beni culturali e i musei sul Web, la ricerca delle informazioni in Internet e la biblioteconomia, temi già presenti nella scorsa edizione, abbiamo aggiunto capitoli e argomenti completamente nuovi: le tecnologie digitali per l'apprendimento; l'impiego di strumenti informatici nel campo dello spettacolo; la qualità dei siti Web; i sistemi digitali per la comunicazione turistica. L'auspicio è che il testo permetta ai nostri lettori di avvicinare il calcolatore senza diffidenza e di sfruttare al meglio i sistemi e i servizi del mondo digitale per lo studio, il lavoro e il divertimento.