
L’etica è una delle teorie più legate alla fluidità della vita umana, perché è mirata al governo dell’agire, che è sempre singolare; dunque determinato dalle coordinate dell’empiria (lo spazio e il tempo; cioè poi il molteplice e il divenire). Essa orienta in tal modo la vita. Ma, se deve seguire della vita le volute, deve pure, nel contempo, ritrarsene. Come ogni teoria. Una teoria, anzitutto e per lo più, risulta dalla comprensione dei fenomeni. Ora, per comprendere qualcosa, bisogna in certo modo prendere le distanze dalle parti e stare al tutto. Come l’occhio rispetto alle forme e ai colori. L’etica deve dunque coniugare il singolare con l’universale, cioè stare al singolare con uno sguardo universale, per rendere universale il singolare. Questo, poi, praticamente significa, per un essere umano, orientare. L’etica, allora, non è una teoria come tutte le altre. Se comprende il singolare per orientarlo all’universale, deve stare in certo modo sempre alla frontiera, cioè deve sempre scrutare la realtà del nuovo che avanza, se vuol dargli la forma trascendentale dell’oggetto conveniente con il buon uso della libertà. La frontiera è una cifra simbolica che tutti intercettano con facilità. È anche una cifra piena di fascino, perché sembra alludere nel linguaggio comune alla possibilità di straordinarie avventure. Lascia, cioè, pensare a quel che verrà in termini di grande seduzione, perché fa immaginare terre inesplorate, dalle quali certamente verrà il bene per noi. Tace, però, quasi sempre intorno ai rischi che tutto questo porta con sé. Quando qualcosa viene a noi, non sempre è per noi. Anzi, non di rado è contro di noi, fino a minacciarci di morte. Per questo le frontiere sono state sempre, in realtà, vigilate. Essere alla frontiera è perciò lo stesso che vigilare sulla frontiera. In faccia al nemico, perché il nemico non sorprenda. Essere alla frontiera è proteggere dal male e custodire il bene. Ma proteggere dal male ogni essere umano e custodire il bene di ogni essere umano. A partire dai più piccoli e dai più poveri. Ecco la vocazione di questo libro e, prima ancora, di quelli che l’hanno scritto.
Carmelo Vigna è ordinario di Filosofia morale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove ha diretto il Dipartimento di Filosofia e Teoria delle Scienze e ha fondato e attualmente dirige il Centro Interuniversitario per gli Studi sull’Etica (CISE). È direttore (con Francesco Botturi) dell’Annuario di etica (edito da Vita e Pensiero). È Presidente del Centro di Etica Generale e Applicata (CEGA) dell’Almo Collegio Borromeo di Pavia. È autore di numerose pubblicazioni.
Susy Zanardo è dottore di ricerca. È stata borsista del Centro Universitario Cattolico (CUC) - II livello. È segretaria scientifica del Centro di Etica Generale e Applicata (CEGA) dell’Almo Collegio Borromeo di Pavia. Collabora con la Cattedra di Filosofia morale dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e con il Centro Interuniversitario per gli Studi sull’Etica (CISE) della medesima Università. In questa collana ha pubblicato Il legame del dono (2007) e, sempre in questa collana, ha curato (con Carmelo Vigna) La Regola d’oro come etica universale (2005).
Il presente volume costituisce la rielaborazione de "Il diritto di famiglia", pubblicato nel 2008 e giunto alla nona edizione. La trattazione, rivista nel suo impianto, è stata aggiornata ed ampliata nei contenuti, senza perdere di vista l'obiettivo originario di fornire al lettore un quadro significativo della disciplina del diritto di famiglia, nel suo costante evolversi per opera del legislatore e dell'interpretazione. Particolare attenzione viene riservata all'interpretazione giurisprudenziale, onde fornire un quadro fedele ed aggiornato del "diritto vivente". Il volume è progettato per soddisfare esigenze diverse del lettore che vi si accosta. Esso, infatti, può essere utilizzato come manuale nei corsi universitari, limitandosi allo studio del testo scritto in caratteri più grossi ed omettendo o limitandosi alla lettura della parte scritta in caratteri più piccoli. Tale parte costituisce approfondimento di alcuni discorsi, consigliato per coloro che si preparano ai concorsi (avvocatura, notariato, magistratura). La trattazione è completata inoltre da un ampio corredo di note giurisprudenziali in vista dell'attività professionale. Alla fine del volume è posta la bibliografia che, quantunque sottoposta ad una selezione, può consentire un significativo approfondimento in vista della elaborazione di tesi di laurea o di dottorato.
Questa edizione - la terza a quasi dieci anni dalla prima - consegna all'analisi del rapporto tra mercati e istituzioni una fase storica. Una fase caratterizzata, da un lato, da nuovi interventi correttivi pubblici e dall'altro, dal ripiegarsi delle politiche pubbliche su schemi vincolistici di bilancio. La "fear of debt" appare giocare un ruolo prevalente nelle strategie pubbliche, in netto contrasto con le aspettative di sviluppo con cui aveva preso l'avvio il decennio precedente. Ne sono conferma le costruzioni europee che con i Trattati del 2012 "Fiscal compact" e "European Stability Mechanism" mirano a stabilizzare la moneta comune, con la cui introduzione si era aperto questo secolo, e ciò nel tentativo di contrastare le incrinature dell'edificio europeo eroso nelle sue fondamenta da egoismi nazionali e logiche di arroccamento. Non si intravedono segnali di solidarietà finanziaria se non quelli attesi dalla finestra di opportunità verso un "reshaping" del processo di integrazione europea costituito dall'avvio dell'Unione Bancaria prevista per la fine del 2014. D'altro canto il pendolo delle relazioni tra mercati e istituzioni registra, nell'arco di pochi anni, oscillazioni che fino allo scorso secolo richiedevano periodi ben più lunghi. Cercare di ordinare in schemi sistematici l'impianto di queste relazioni si fa meno facile sotto gli urti della "contemporaneità". Ma questo è il compito che questo libro si è assunto e a cui - si spera - possa adempiere anche in questa terza edizione.
È noto come il successo di una qualsiasi attività economica non sia legato esclusivamente alla quantità e qualità delle risorse impiegate, ma anche al modo come queste vengono fra loro combinate e proficuamente utilizzate. Una idea innovativa e rivoluzionaria, un'invenzione geniale, per le quali si disponga di mezzi adeguati e di forte volontà realizzativa, sono destinate ad un clamoroso insuccesso, qualora gli artefici dell'idea o i propugnatori dell'invenzione non siano in grado di sfruttare tali mezzi, finalizzandoli agli obiettivi da raggiungere. Emerge, in ogni caso, il così detto "fattore organizzativo". Un fattore necessariamente connesso alle capacità di indirizzo e di combinazione delle risorse volte a realizzare un'operazione o una serie di operazioni. È perciò indispensabile conoscere in modo approfondito gli strumenti da impiegare, le tecniche da porre in atto, le persone da coinvolgere nelle iniziative sulle quali si fonda l'attività da condurre a termine. La trattazione che segue, dopo aver illustrato i caratteri del modello organizzativo, affronterà il tema, di notevole impatto, della programmazione del personale e cioè della scelta degli uomini cui affidare lo svolgimento delle operazioni di impresa.
Le nuove modifiche legislative - che ormai si susseguono con periodicità quasi stagionale - sono alla base anche di questa edizione. In particolare, in essa si è tenuto conto di quelle introdotte con il D.L. 24 giugno 2014 n. 90 (convertito, con modificazioni, dalla L. 11 agosto 2014 n. 114) e soprattutto con il successivo D.L. 12 settembre 2014 n. 132 (convertito, con modificazioni, dalla L. 10 novembre 2014 n. 162). Il primo è intervenuto in materia di cd. processo civile telematico e di obbligo di deposito telematico degli atti processuali. Il secondo ha previsto - tra l'altro - la possibilità del trasferimento in sede arbitrale dei giudizi pendenti in primo grado o in appello, la "negoziazione assistita da uno o più avvocati" per la risoluzione stragiudiziale delle controversie civili, e nuove procedure stragiudiziali per la separazione dei coniugi, il divorzio e la modificazione delle condizioni di separazione e di divorzio, oltre ad ulteriori "ritocchi" per il processo di cognizione e di esecuzione forzata. D'altro canto, come di consueto, la nuova edizione è anche l'occasione per recepire gli aggiornamenti giurisprudenziali e dottrinali, nel frattempo intervenuti.
La dottrina economico-aziendale ha riservato particolare attenzione allo studio del bilancio d'esercizio e dei principi utilizzati per la sua redazione. Negli ultimi anni, il tema è stato al centro di un vivo dibattito, anche in relazione al processo di armonizzazione contabile avviato dall'Unione Europea. Il presente volume e articolato in tre parti. Nella prima parte, dopo aver brevemente descritto le caratteristiche del sistema d'impresa e le condizioni per la realizzazione dell'economicità aziendale, sono esaminate le principali funzioni assolte dal bilancio di esercizio, i più rilevanti fini di bilancio elaborati dalla dottrina economico-aziendale e le problematiche riguardanti la stima del reddito di esercizio e del connesso capitale di funzionamento. Nella seconda parte è commentata la normativa contabile dettata dal legislatore nazionale per le imprese che non hanno l'obbligo di adottare i principi contabili IAS/IFRS. Sono approfonditi i principi di redazione del bilancio, i criteri di valutazione delle principali voci contabili, nonché la forma e la struttura dei conti annuali. Tale disciplina sarà a breve modificata in relazione al recepimento della Direttiva n. 51/2003. La terza parte del testo è dedicata all'analisi della normativa contabile dettata dallo IASB. Dopo aver illustrato il processo di armonizzazione contabile che ha interessato i Paesi membri dell'Unione Europea, l'attenzione è focalizzata sul Framework e sui più significativi principi contabili internazionali.
Il volume offre un'approfondita analisi della disciplina, attraverso i suoi sviluppi storici e teorici, e una disamina completa delle tematiche provenienti dalle diverse scuole e correnti di pensiero. In particolare, il testo evidenzia come non ci sia separazione tra processi individuali e processi sociali, che avvengono nei gruppi e mediante gli atti comunicativi. Il punto focale su cui si concentra l'autore è l'uomo in quanto essere sociale, poiché è l'interazione nella socialità a modellare le strutture cognitive ed emotive delle persone. Il volume illustra come la psicologia sociale, sebbene sia nata in Europa, sia andata poi sviluppandosi soprattutto negli Stati Uniti, attingendo il suo humus teorico ed empirico dalle tesi della psicologia della Gestalt, del comportamentismo e da quelle della social cognition, ai quali si rifà, oltre che ad altre influenze, l'odierna psicologia sociale. Non si è tralasciato, inoltre, di illustrare la metodologia di ricerca di questa disciplina, per sottolineare la sua base e il metodo scientifico che la contraddistinguono in quanto materia di studio. Il testo si rivolge agli studenti dei corsi universitari di I livello di diverse facoltà e a tutti coloro che intendono approcciarsi al campo della psicologia.
La psicoterapia rappresenta una professione relativamente giovane. Alla grandiosa opera pionieristica di Freud, si sono progressivamente associati i contributi di insigni ricercatori nel duplice intento di comprendere la psiche umana e di arricchire un armamentario concettuale e applicativo capace di alleviare, se non risolvere, la sofferenza connessa ai disturbi mentali. Ne è derivata un'incredibile diversificazione di orientamenti e di modalità applicative che, allo stato attuale, fa di questa disciplina una vera giungla - sia nel senso delle risorse che delle insidie - con conseguente interesse e insieme disagio da parte della persona normale o del giovane in formazione per la difficoltà ad orientarsi in un mondo così complesso. Questo volume si propone di raccogliere una sintesi sui diversi orientamenti nella psicoterapia che l'esperienza e la consistenza dei percorsi formativi ha accreditato come maggiormente validated, per usare il termine generalmente utilizzato a livello internazionale, nell'arduo compito di differenziare i diversi approcci almeno in una fase intermedia o quantomeno sino a quando non saranno applicabili, semmai lo saranno, criteri di valutazione "scientifica" in un ambito così complesso.
Questo libro nasce come risposta al diffondersi di atteggiamenti e comportamenti indotti dalla comunicazione di massa, che sta trasformando bisogni fisiologici e psicologici in bisogni indotti, di valenza sociale, da appagare per appartenere a un gruppo ed essere integrati. Questa situazione ha la sua chiave di lettura in modelli già conosciuti: il modello del processo di comunicazione a nove elementi e il processo di formazione dell'immagine di un soggetto, sia esso impresa, partito politico, o un intero paese. Uno strumento di riflessione per capire il significato di ciò che succede nel mondo, per ricostruire sui fatti accaduti l'immagine che si voleva diffondere, e quest'ultima confrontarla con i fatti realmente accaduti.