
Quest'opera analizza il mercato del lavoro italiano in una prospettiva comparata, che tiene conto delle esperienze dei diversi paesi europei. È costante l'attenzione per le trasformazioni avvenute nel corso del tempo, nell'intento di delineare tendenze di lungo periodo. Al centro del secondo volume stanno le forme dell'occupazione. Fra i temi più rilevanti, l'inserimento degli immigrati e la diffusione delle occupazioni instabili.
Negli ultimi anni il Web 2.0 ha avuto un'enorme diffusione, determinando l'ennesima rivoluzione nel campo della comunicazione, della cultura e nelle interazioni sociali; al contempo, stiamo assistendo alla comparsa di strutture sociali a volte "paradossali": villaggio globale, glocalizzazione, disaggregazione, prossimità a distanza, deserto sovraffollato, creolizzazione della cultura, de-individuazione. La Rete, infatti, ha rivoluzionato il modus vivendi: l'entità di questa trasformazione è strettamente connessa con le caratteristiche del cyberspazio, con la sua dimensione immateriale di spazio comunicativo che inizia dietro lo schermo del proprio computer e si sviluppa in un infinito virtuale. I rapporti sociali sono "tirati fuori" dai contesti locali di interazione e riannodati su archi di spazio-tempo lontani e indefiniti: la disaggregazione (disembedding), ossia lo sradicamento della compresenza fisica, fa riferimento a un contesto d'interazione reso possibile dai nuovi mezzi di comunicazione tipici del Web 2.0. L'opera, frutto di diversi contributi integrati della psicologia, della sociologia e della psicologia sociale, analizza le potenzialità e i rischi della Rete, fornendo al lettore un quadro ampio del fenomeno e delle sue complesse implicazioni in costante via di sviluppo.
"Discorsi su un discorso", quello, ovviamente, "sociale": questa la chiave interpretativa del testo; il che presuppone la assunzione della metafora ermeneutica della "società-come-testo" e conseguentemente il lavoro del sociologo come interprete/trascrittore del testo stesso con tutti i possibili breakdown derivabili in termini di effettiva comprensibilità della azione sociale e di dialettica "distacco/coinvolgimento", di un tendenziale estraneamento talvolta difficile da praticarsi ma comunque indispensabile. I saggi qui compresi sono in qualche modo da considerarsi come ricostruzioni di "forme" di società, dei momenti/percorsi che, concepiti principalmente nell'ambito della didattica universitaria, vogliono fotografare diverse realtà spesso cogenti e, soprattutto, nella dimensione "comprendente" propria della sociologia.
"Il Primo vocabolario del bambino-PVB" (adattamento italiano del "MacArthur-Bates Communicative Development Inventory-CDI"), è un questionario per i genitori di bambini fra 8 e 36 mesi. Diffuso in Italia già da diversi anni, è molto utilizzato per lo studio e la valutazione della comunicazione e del linguaggio in bambini con sviluppo tipico e atipico. In questo volume, indirizzato a neuropsichiatri infantili, psicologi, logopedisti, terapisti e pediatri, sono presentati i nuovi dati normativi relativi alla versione originale (Forma lunga) della scheda "Parole e Frasi", e quelli relativi ad un nuovo strumento, la Forma breve della stessa scheda, particolarmente adatta in progetti di screening per l'individuazione di bambini a rischio per problemi di comunicazione e/o linguaggio. Il libro ripercorre le tappe principali dell'acquisizione del linguaggio, le differenze individuali e gli indici di rischio. Queste conoscenze sono la base per comprendere la costruzione dello strumento e le sue finalità, facilitando così l'interpretazione dei dati normativi. I questionari, le figure, le tabelle relative ai valori normativi e la scheda di sintesi del profilo del bambino sono anche reperibili sul sito www.francoangeli.it/Area_multimediale.
Le recenti disposizioni ministeriali sugli alunni con bisogni educativi speciali (BES) hanno suscitato nella scuola italiana un ampio dibattito, in cui si intrecciano perplessità, convinzioni positive e tante domande. Perché il concetto di bisogno educativo speciale è un passo avanti nella direzione dell'equità e di una scuola più inclusiva? Come costruire un Piano Didattico Personalizzato efficace e fattibile? Come far diventare la didattica della classe maggiormente inclusiva per tutti gli alunni? Come coinvolgere tutte le componenti dell'istituzione scolastica per costruire un Piano per l'Inclusività reale e non retorico? Abbiamo cercato di mettere a fuoco questi temi con l'aiuto di vari colleghi esperti, articolando il volume in due sezioni: prima parte, i punti chiave della DM 27/12/2012 della CM. N. 8 6/3/2013; seconda parte, approcci metodologici per una classe inclusiva.
Cosa funziona nella didattica speciale e inclusiva sintetizza una vastissima letteratura di ricerca per fare il punto su cosa realmente funziona nella didattica speciale e inclusiva, l'obiettivo è aiutare chi educa a fondare la propria attività professionale su accurate evidenze scientifiche. Il volume propone 29 strategie di insegnamento riferite direttamente o indirettamente all'educazione speciale. Di ognuna di esse viene presentato l'impianto teorico, inquadrandolo anche alla luce di un modello di apprendimento e insegnamento che descrive le funzioni e i processi, personali e sociali, che intervengono in ogni situazione didattica. Inoltre, ciascuna strategia viene esaminata dal punto di vista pratico, con l'illustrazione dettagliata delle modalità di utilizzo nel contesto scolastico, e vengono presentate le principali ricerche che forniscono le evidenze sugli effetti positivi e le cautele da adottare nel loro utilizzo. Le strategie proposte sono raggruppate in quattro categorie: comportamentali, sociali, cognitive e miste, che combinano variamente le tre precedenti. L'opera si rivolge a tutti coloro che, a vario titolo, si occupano di educazione, insegnanti, dirigenti scolastici, pedagogisti, ecc., e desiderano fondare il proprio lavoro sulle evidenze e non sul fatto che "si è sempre fatto così" o sull'adesione a proposte a un primo sguardo innovative e interessanti ma non supportate da prove di efficacia. Prefazione di Dario Ianes. Introduzione di Lucio Cottini.
L'impegno educativo nell'ambito del disagio, della marginalità, della devianza, richiede un'identità teorica forte che in qualche modo faccia da bussola per aiutare l'educatore a navigare le «agitate acque» dell'emergenza sociale. Un'intenzionalità pedagogica che deve esprimersi in un movimento continuo di andata e ritorno tra teoria e prassi, affinché quest'ultima non cada nell'improvvisazione, nell'estemporaneo, nel casuale, o in una forma più o meno esplicita di buon senso, e la riflessione teorica non divenga fine a se stessa, perdendosi nell'astrazione. Il Metodo Integra nasce da un'attività di continua autoriflessione e condivisione di pratiche educative, dal dialogo costante tra teoria e prassi, a valle di anni di lavoro in contesti di particolare difficoltà. Una difficoltà legata alla carenza del tessuto sociale che rende una storia difficile enormemente più difficile, proprio perché il contesto non sostiene la difficoltà: il bambino con difficoltà spesso vive in una famiglia difficile, in un quartiere difficile, in una città difficile, in una Regione difficile. Educare in queste situazioni significa riuscire ad incarnare le teorie e orientare le pratiche nel confronto con questo quotidiano, con questi bambini e ragazzi, non smettendo mai di immaginare con loro e per loro un altrimenti e un altrove.