
La psicologia oggi si muove in due direzioni: verso l'alto, e cioè verso il cervello, studiando le funzioni neurali e le localizzazioni dei processi mentali; verso l'esterno, e cioè verso la società, alimentando le pratiche, e cioè gli aspetti della vita quotidiana che rimandano a saperi psicologici. Ecco allora che disporre dei fondamenti della psicologia significa acquisire non solo indispensabili basi teoriche, ma anche validi strumenti applicativi. In questo volume, qui proposto in una nuova edizione riveduta e aggiornata, Paolo Legrenzi e Alessandra Jacomuzzi affrontano i temi centrali della psicologia generale, aggiornati agli esiti più recenti della ricerca scientifica e presentati secondo le nuove esigenze della didattica universitaria.
Il Terzo settore è sempre più rilevante dal punto di vista sociale, economico e quindi anche giuridico. Alla legge delega n. 106/2006, che ha dato inizio a un processo di riordino normativo della materia, ha fatto seguito, nel 2017, l'entrata in vigore del Codice del Terzo settore, con cui si è aperta una lunga fase - tuttora in corso - di attuazione e revisione del medesimo. Continuando a ricostruire - tanto nei pregi quanto nei suoi limiti - i principi di fondo dell'attuale disciplina, questa nuova edizione dà conto di tutte le innovazioni normative e giurisprudenziali intervenute negli ultimi anni, a seguito di una riforma che se da un lato ha contribuito a riaffermare il ruolo del Terzo settore nella società italiana, dall'altro fatica, ancora, a trovare piena attuazione.
Quali diritti hanno i sordi? Questa guida vuole rispondere in modo chiaro ed esauriente ai numerosi quesiti che possono porre: sia gli operatori dei servizi sociali, dei Comuni e delle Province; sia le famiglie con bambini sordi; sia gli insegnanti curricolari e di sostegno; sia i logopedisti e gli psicologi; sia gli adolescenti e gli adulti sordi; sia, ancora, gli assistenti alla comunicazione. Frutto dell'attività ormai pluriennale dello Sportello di informazione e consulenza sulla sordità, aperto presso l'Istituto Statale per Sordi di Roma, il libro è una guida agevole, da consultare rapidamente, sui benefici e sulle agevolazioni previsti dalla normativa, per poter scegliere o consigliare in modo consapevole a chi chiedere, cosa chiedere e come chiedere quello che si ha diritto di avere.
Gli Autori considerano la Pedagogia come una scienza pratico-progettuale, cioè una “scienza” direttamente riferita alla pratica, all’azione educativa; non prescrittiva, nel senso di indicare in maniera determinante quali modalità di intervento si devono assumere per raggiungere i risultati desiderati, bensì orientativa, al fine di dare senso e sostegno operativo all’azione educativa. Una scienza relativamente autonoma, in quanto essa tende a valorizzare tutto ciò che le varie scienze dell’educazione possono offrire al fine di comprendere più in profondità le differenti situazioni educative e poter intervenire in esse con incisività e validità.
L’aggettivo che la qualifica come scienza «pratico-progettuale» indica non solo che l’oggetto di studio è la pratica educativa, ma anche che i risultati che si ottengono non hanno valenza solo descrittiva, rappresentativa, esplicativa, bensì anche di guida all’elaborazione di progetti di intervento, di sostegno alla operatività dell’educatore, e di verifica della loro qualità. Di qui la necessità di un’analisi attenta dell’azione umana, e di quella pedagogica in particolare, da un molteplice punto di vista, in particolare filosofico e psicologico. Il processo decisionale che ne deriva conduce alla progettazione di uno schema d’azione, che comprende obiettivi, itinerari, contesti umani e relazionali, che risultino più coerenti e più chiaramente contestualizzati e finalizzati. La pratica educativa che ne segue può essere riletta in tale quadro come una conversazione che si protrae nel tempo e un dialogo interpersonale tra due interlocutori che si incontrano nel loro reciproco impegno; conversazione e dialogo che caratterizzano gli anni del passaggio alla vita adulta.
Generare notizie, contenuti e conversazioni per costruire un'opinione positiva della nostra marca, prodotto o servizio, attraverso il coinvolgimento di influencer e blogger: in questo consistono le PR digitali, nuove attività di comunicazione che danno visibilità, rendono più "notiziabile" un evento, aiutano a ottenere un'esposizione mediatica, a entrare nei discorsi delle persone, a porsi in sintonia con loro. Anche nelle PR digitali un'operazione di successo deve combinare strategia e creatività. E in questo sta la difficoltà maggiore: se è relativamente facile "essere creativi", molto più complesso è farlo seguendo un solido pensiero strategico e in modo funzionale ai risultati del business. Solo avendo chiare le logiche e i meccanismi, le opportunità e i rischi delle PR digitali, sarà possibile sviluppare azioni strategicamente creative ed efficaci. Con l'obiettivo di offrire strumenti per pensare e creare progetti solidi - e non un semplice manuale "operativo" inevitabilmente destinato a rapido invecchiamento -, il libro dedica ampio spazio al trasferimento delle riflessioni strategiche maturate dall'autore in anni di professione e alla trasmissione di ciò che ha imparato lavorando in prima persona. Dalla definizione di che cosa sono (e non sono) le PR digitali all'analisi di che cosa è lecito aspettarsi da questa attività; dall'importanza della reputazione agli strumenti per gestirla e monitorarla; dall'individuazione degli influencer alle modalità per lavorare insieme...
Che cosa significa essere marginali? Quali sono i meccanismi che in una società determinano inclusioni ed esclusioni? Generalmente pensiamo a fattori economici, politici, identitari, religiosi, culturali, che tuttavia nella storia hanno avuto un peso differente secondo le circostanze. Nel nostro Medioevo, il fattore discriminante è stato quello religioso: nella cultura di quel periodo, infatti, la difformità di fede difficilmente era consentita e anzi era percepita quale alterità, mentre si mostravano atteggiamenti più mediati e accomodanti, spesso persino inclusivi, nei confronti degli umili, dei malati, dei bisognosi, degli stranieri. Sia che si manifestasse come eresia sia come adozione di un altro culto, in particolare l'ebraismo e l 'Islam europei, la differenza religiosa costituiva invece sempre un discrimine profondo, frutto non di casualità, ma di politiche culturali precise. Il libro indaga, sulla lunga durata, le ragioni di questo "carattere originario" della nostra cultura, alla luce del fatto che le scelte compiute nel passato si riverberano sul nostro presente più di quanto si sia disposti ad ammettere.
All'inizio del 2020 pare che solo 570 mila italiani lavorassero in smart working. Ai primi di marzo, con l'isolamento imposto dal Covid-19, sono improvvisamente diventati 8 milioni. Che cosa è successo nel frattempo, e che cosa avverrà in futuro? Quali sono i motivi che finora hanno impedito il diffondersi di una modalità di lavoro più produttiva, ecologica, meno costosa e stressante? E come cambierà, sul lungo periodo, la nostra routine quotidiana finora scandita dall'alternanza tra ufficio e tempo libero? Per rispondere a queste domande urgenti e radicali Domenico De Masi, il maggiore studioso e teorico italiano dello smart working, ha messo a frutto quarant'anni di esperienze e ricerche nel settore e, durante i mesi del lockdown, ha coordinato un'indagine a tutto campo, giungendo alla conclusione che quello in atto sia solo l'inizio di un processo che vedrà rivoluzionato non solo il tempo e il luogo del lavoro, ma il suo significato, il suo contenuto e il suo ruolo. Con il contributo di imprenditori, manager, accademici e ricercatori, ripercorrendo il cammino che ha portato dalla bottega rinascimentale alla rivoluzione digitale, De Masi restituisce un'immagine aggiornata della realtà quotidiana di milioni di lavoratori, e offre gli strumenti per capire quanto dovrà fare l'Italia per adeguarsi ai tempi che evolvono. Con i contributi di Pietro Abate, Marco Bentivogli, Federico Butera, Francesco Caio, Luca De Biase, Giordano Fatali, Donata Francescato, Umberto Romagnoli, Elisabetta Romano, Chiara Saraceno, Luisa Todini.
Vivere governandosi attraverso leggi condivise è difficile, ma inevitabile. Lo riassume bene la figura di Caino: egli rifiutò suo fratello; ma fu poi il fondatore, nella tradizione biblica, della prima città, nella quale la convivenza fraterna era resa possibile attraverso la legge. Il libro costituisce uno dei frutti più maturi delle ricerche sulla fraternità, mettendo al centro dell'interesse la fraternità intesa come principio relazionale. I contributi affrontano le prospettive diverse e complementari del dibattito contemporaneo.
L'edificazione di un unico Stato liberale nazionale italiano, l'importante contributo del pensiero cattolico liberale.
In un libro dedicato alla rappresentazione la quasi totale assenza di riflessioni sulla prospettiva può apparire strana. Ma la maggior parte delle rappresentazioni grafiche non utilizzano la prospettiva, bensì il disegno frontale e obliquo: vale a dire le proiezioni parallele. Del resto l'Antichità ha raramente fatto uso degli scorci prospettici, anche per una scelta di chiarezza, semplicità e misurabilità. Dopo la straordinaria produzione illusionistica greco-romana - che dura meno di cinque secoli - per mille anni il mondo mediterraneo e quello cinese continuano a utilizzare solo la proiezione parallela, la cui trascrizione grafica è qui definita disegno obliquo.