
Una campagna pubblicitaria nasce da un processo sistematico e articolato, più complesso di quanto generalmente si creda. Il libro, in una nuova edizione aggiornata e ampliata, descrive in modo agile e puntuale tutti i momenti di questo processo. Si rivolge a chi si occupa di comunicazione e a chiunque desideri capire i meccanismi di un'attività impegnativa e affascinante.
Il volume problematizza il significato normalmente attribuito alla grammatica proponendo di andare oltre la sua accezione tradizionale, che la caratterizza esclusivamente come sistema formale ed indipendente della lingua, ampliandone i confini per divenire parte di una più ampia gamma di sistemi, pratiche e schemi organizzativi che sottostanno all'organizzazione della vita sociale. Tale ampia visione di grammatica permette di riflettere sulla fondamentale capacità umana di linguaggio, costituendo dunque un'utile premessa per chiunque intenda studiare la grammatica di lingue particolari non soltanto nella loro dimensione strutturale e frasale bensì acquisendo consapevolezza relativa a tutto ciò di cui si compone la comunicazione umana.
Il welfare state è nato come risposta politica ai bisogni sociali emersi con la rivoluzione industriale. Ma le politiche sociali sono diverse da paese a paese e dalla rivoluzione industriale a oggi il contesto socio-economico e demografico è profondamente mutato, e con esso le esigenze della comunità. Come comprendere le diversità esistenti e le direzioni del cambiamento? Quali sono le prospettive europee anche dopo la crisi? In questa nuova edizione ampliata e aggiornata, il testo offre, in forma chiara e sintetica, una serie di strumenti per rispondere a tali domande.
La forma testo che la civiltà del libro ci lascia in eredità è il frutto di una tradizione millenaria. Insieme a tanti altri aspetti della nostra vita quotidiana la rivoluzione digitale sta cambiando anche il modo in cui la parola scritta si organizza in discorso. Il mutamento ha interessato in primo luogo la ricezione, spingendoci a "guardare" anziché a "leggere" i testi e a navigare ipertestualmente nelle informazioni anziché attraversarle sequenzialmente. L'ambiente digitale sta tuttavia modificando anche la produzione dei testi, scardinando categorie come quelle di autore, lettore, coerenza e coesione. Nel volume l'autore accompagna il lettore alla scoperta dell'evoluzione storica del rapporto tra il contenuto e il contenitore dei testi e di alcune caratteristiche della nuova testualità, per concludere con alcune proposte di intervento per la scuola, posta di fronte a un'inedita sfida educativa che dovrebbe vedere affiancati - ma che a volte contrappone - docenti "e-migrati" e studenti nativi digitali.
Se ci guardiamo intorno, in qualsiasi città del mondo, ovunque vediamo persone con la testa bassa rivolta allo schermo di uno smartphone. Tuttavia abbiamo una scarsa consapevolezza dei cambiamenti che i media possono indurre nei nostri modi di pensare e di vivere la realtà. I media contemporanei, in particolare, devono gran parte del loro successo alla capacità di confezionare un mondo più piacevole e attraente di quello reale, privo di difetti e problemi. Per quanto tempo la realtà avrà ancora un senso per noi? Avremo ancora la necessità di vivere direttamente le nostre esperienze? Il libro descrive il ruolo sempre più invasivo dei media nella società contemporanea e il processo di progressiva fusione tra media e corpo umano, per farci riflettere sulle conseguenze di tali fenomeni per la nostra vita quotidiana.
Dal racconto platonico del "Simposio" fino alla miriade di versioni della figura di Don Giovanni, l'amore è stato raccontato da una molteplicità di punti di vista diversi. I miti - i racconti, appunto, nei quali questo tema è stato affrontato - sono quasi sempre attraversati da un'inquietudine, espressa in modi differenti. Dal timore, o talora dalla consapevolezza, dell'inanità degli sforzi volti a realizzare la tensione erotica. I miti d'amore spiegano perché l'amore è alla fine impossibile. Quei miti fanno capire ancora oggi quale sia la natura specifica dell'amore. II non poter essere soltanto unione senza essere al tempo stesso separazione, appropriazione senza perdita, appagamento senza insoddisfazione, felicità senza dolore, vita senza morte.
L'opera pasoliniana va letta come un tutt'uno, in cui le diverse fasi di un lavoro artistico complesso e articolato (dalla poesia alla narrativa, dal teatro al cinema, dal giornalismo alla critica letteraria) tendono a intersecarsi continuamente all'interno di un discorso creativo 'aperto' e mobile'. Tn altre parole quella di Pasolini è una grande opera 'totale', all'interno della quale è difficile scindere i diversi 'generi'. A partire da questa premessa il libro di Roberto Carnero indaga l'opera pasoliniana senza scindere i diversi aspetti della sua produzione, ma anzi riportando le diverse esperienze e i diversi momenti del lavoro pasoliniano alla coerenza di un percorso artistico unico. Un'opera, quella di Pasolini, strettamente legata alla vicenda biografica del suo autore. Per questo "una vita letteraria', che Carnero ci aiuta a riscoprire e a percorrere in capitoli a metà tra il 'tematico' e il 'biografico'. Il volume si presenta come un profilo di Pasolini, agile e aggiornato: una monografia critica adatta sia per gli studenti (delle università e delle scuole secondarie) sia, più in generale, per tutti i lettori interessati ad avvicinarsi a Pasolini in maniera informata. In un'apposita appendice (contenente, tra l'altro, un'intervista inedita a Walter Veltroni) si dà conto della controversa questione della morte di Pasolini, a partire dalle clamorose novità emerse negli ultimi mesi.
Il "Protagora" è uno dei capolavori letterari di Platone, di rara bellezza formale e poetica; questa edizione intende mettere in rilievo anche la densità del contenuto filosofico del dialogo, spesso sottovalutata dalla critica.
Quando questo piccolo libro uscì, nel 1974, era opinione comune che il neonato fosse una creaturina passiva e limitata, ancora troppo acerba per provare sensazioni e sentimenti. Paradossalmente, non era considerato il protagonista dell'evento-nascita né era ritenuta centrale la relazione con la madre nelle sue prime ore di vita. Contro questi pregiudizi Frédérick Leboyer ha combattuto per tutta la vita: primario della Clinica ostetrica dell'Università di Parigi, dopo avere assistito a migliaia di parti maturò la convinzione che i neonati possedessero invece una sensibilità acuta e che l'esperienza della nascita condizionasse la loro personalità in modo determinante, nel bene o nel male. Strenuo difensore del diritto della madre a un 'buon parto' e del diritto del bambino a una 'buona nascita', sviluppò i principi per prevenire i traumi e le violenze nelle sale parto. "Per una nascita senza violenza" ha messo in moto una rivoluzione che ha investito i reparti maternità di tutto il mondo occidentale, convincendo genitori e operatori sanitari ad abbandonare pratiche ostetriche dannose e a considerare il bambino per quello che è: una persona completa, meritevole di attenzione e rispetto.
Questa terza «Considerazione inattuale», scritta e pubblicata nel 1874, è un’altra sfida che il giovane Nietzsche volle lanciare alla cultura moderna. Al centro, questa volta, è Schopenhauer. Ma Nietzsche non vuole qui addentrarsi nel suo pensiero, bensì prendere la sua figura come emblema del «grande uomo», del genio, categoria che l’Ottocento aveva esaltato e ora si apprestava a sgretolare. Di fronte al diffondersi di una certa generale pavidità, di fronte alla incapacità dell’individuo di sostenere se stesso come unicum, di fronte all’appiattirsi della cultura in servile obbedienza allo Stato, Nietzsche ha voluto ricostruire una fisionomia, quella di «Schopenhauer come educatore», incompatibile con quei caratteri che vedeva affermarsi sempre più intorno a lui. La grandezza, per Nietzsche, non può essere disgiunta dalla familiarità con i mostri e con il fondo feroce dell’esistenza. Eppure, solo chi è avvezzo ad attraversare l’oscuro riesce a emanare un senso perdurante di serenità: «Il vero pensatore rasserena e allieta sempre, sia che egli esprima la sua serietà o il suo scherzo, la sua penetrazione umana o la sua indulgenza divina; senza atteggiamenti tetri, mani tremolanti, occhi acquosi, ma sicuramente e semplicemente, con coraggio e vigore, forse con un certo fare cavalleresco e duro, in ogni caso però come vincitore; e proprio ciò rasserena più profondamente e intimamente: vedere il dio vincitore accanto a tutti i mostri che egli ha combattuto».

