
Il libro propone un'analisi scientifica della personalità del bambino. Con un'esposizione sempre piana, Maria Montessori tratta delle grandi capacità del bambino e delle sperimentate possibilità del suo sviluppo psichico e intellettuale. Scritto dopo la terribile esperienza della guerra, questo libro segna il tentativo di delineare attraverso l'educazione i tratti di una comunità mondiale pacifica e armonica.
Quali sono le grandi civiltà che stanno entrando in conflitto nello scenario globale? Da un lato c'è naturalmente il modello americano. Ma quali sono gli altri protagonisti? Qual è il peso della potenza militare e quale quello della potenza economica in questa partita per la supremazia mondiale? Che ruolo può avere l'Europa? Quale sarà il peso dell'Asia e delle economie emergenti? Il libro rappresenta un saggio di ampio respiro sugli scenari della politica e della cultura mondiali.
In questo libro Maria Montesori si inoltra nel mistero di quel periodo in cui si organizza la mente. Definisce i caratteri, i limiti e le insospettate possibilità della prima forma della mente del bambino, quella mente assorbente che tutto riceve e ritiene, ma che di alimento ha bisogno per il suo sviluppo così come di alimento materiale ha bisogno il corpo.
Italia del Sud, fine anni Cinquanta. Una grande azienda settentrionale ha deciso di impiantare una nuova fabbrica nel cuore del Mezzogiorno. Ora deve selezionare il personale adatto, e per questo ha incaricato uno psicologo che sottoponga i candidati a una "valutazione psicotecnica". Nel suo diario, lo psicologo registra l'esito del suo lavoro, che si fa via via più coinvolto e commosso, fino a trasformarsi in una vera e propria partecipazione al dramma dei disperati che si aggrappano al miraggio del posto di lavoro per liberare se stessi e le loro famiglie dalla miseria. E lui che, invece, per dovere professionale, deve decidere il destino di ciascuno di loro. Prefazione di Giuseppe Montesano.
In questo libro Maria Montessori espone il suo programma di Educazione Cosmica. Nella prima parte del volume rivela il segreto del successo del suo metodo educativo: la capacità di stimolare intelligentemente l'immaginazione creatrice del fanciullo per risvegliarne l'interesse, e di far germogliare i semi della scienza sempre correlati a un'idea centrale e ispiratrice che è quella, appunto, del Piano Cosmico. In esso, tutti e tutto si riconoscono e ritrovano, obbedendo al grande scopo della vita: lavorare insieme per tutti. Negli otto capitoli successivi, l'autrice suggerisce come rivelare al fanciullo questo Piano Cosmico, mediante la storia emozionante della Terra su cui viviamo e delle sue trasformazioni, la comparsa dei primi uomini e lo sviluppo delle più antiche civiltà. I tre capitoli conclusivi insistono invece su un aspetto fondamentale come la preparazione degli insegnanti.
Come accade per molti oggetti del passato, quasi nessuno di questi materiali era pensato per arrivare fino a noi, ed è per questo che ciascuno di essi permette di vedere molto di più del testo che tramanda: non solo le incertezze, i dubbi, le idee alla base della scrittura ma anche l'epoca da cui provengono, i modi di condivisione della letteratura, l'evoluzione della lingua. Scopriremo così manoscritti molto diversi tra loro: alcuni arrivati fino a noi in modo lineare, altri invece attraverso le vicende più avventurose; in alcuni casi noti da subito come di mano dei rispettivi autori, più spesso riconosciuto solo dopo molto tempo. E, viaggiando di biblioteca in biblioteca, ci sembrerà di essere alle spalle di questi grandi, e di poterli osservare al lavoro, chini su uno scrittoio, a scrivere a mano quei fogli che li renderanno immortali.
Il Riccetto, il Caciotta, il Lenzetta, il Begalone, Alduccio e altri sono giovanissimi sottoproletari romani. Sciamano dalle borgate della Roma anni Cinquanta verso il centro, in un itinerario picaresco fatto di eventi comici, tragici, grotteschi. Alternano una violenza gratuita a una generosità patetica: Riccetto salva una rondine che stava per annegare ma non potrà far nulla dinanzi al piccolo Genesio trascinato via dalla corrente dell'Aniene; Agnolo e Oberdan assistono Marcello agonizzante, rimasto travolto dal crollo della sua scuola. La Roma monumentale e quella della speculazione edilizia sono lo spazio contraddittorio in cui avviene questa sorta di rito iniziatico di una giornata dei "ragazzi di vita". Prefazione di Vincenzo Cerami.
"L'invisibile rivoluzione conformistica di cui Pasolini parlava con tanto accanimento e sofferenza dal 1973 al 1975, non era affatto un fenomeno invisibile. Cbi ricorda anche vagamente le polemiche giornalistiche di allora, a rileggere questi 'Scritti corsari' può restare sbalordito. Il fatto è die per Pasolini i concetti sociologici e politici diventavano evidenze fisiche, miti e storie della fine del mondo. Finalmente, così, Pasolini trovava il modo di esprimere, di rappresentare e drammatizzare teoricamente e politicamente le sue angosce... di parlare in pubblico del destino presente e futuro della società italiana, della sua classe dirigente, della fine irreversibile e violenta di una storia secolare." (Dalla Prefazione di Alfonso Berardinelli)
Gli undici poemetti delle "Ceneri di Gramsci" vennero raccolti in volume per la prima volta nel 1957, in un momento particolarmente delicato per la cultura di sinistra, a un anno di distanza dalla condanna di Stalin al XX Congresso del Partito Comunista Sovietico e dalla drammatica invasione dell'Ungheria. Ebbero un successo di vendite insolito per un libro di poesia e provocarono accese discussioni tra i critici. Con la prefazione di Giuseppe Leonelli.
Il mondo in cui viviamo non è fatto di macchie colorate che si muovono a caso: grazie al nostro spirito di osservazione e alla nostra esperienza riusciamo a prevedere molto di quello che accade intorno a noi. Tuttavia sappiamo che spesso le nostre intuizioni non corrispondono alla realtà: del resto i popoli primitivi vivevano i fenomeni naturali come manifestazioni di divinità o di mostri imprevedibili e incomprensibili. Nel corso degli ultimi secoli, la scienza ci ha aiutato a capire sempre meglio il linguaggio della natura, "scritta", come ci ha insegnato Galileo Galilei, "in lingua matematica". La scoperta che possiamo capire i fenomeni fisici con i numeri (e che dunque i nostri calcoli devono accordarsi alle osservazioni) è una delle conquiste più straordinarie dell'umanità: ci ha tra l'altro permesso di sviluppare tecnologie che hanno trasformato la nostra vita quotidiana. Roberto Vacca, dopo aver dimostrato a generazioni di italiani che la matematica è facile, ci introduce ora al linguaggio della realtà. Sa che la fisica è una scienza complicata, ma comprensibile: ogni fenomeno fisico obbedisce sempre a un meccanismo che chiunque può capire. Con metodo, e offrendoci gli strumenti intellettuali necessari, "Anche tu fisico" ci guida alla scoperta delle leggi fondamentali della meccanica, della termodinamica, dell'elettricità e dell'elettronica, fino ad arrivare alla teoria della relatività e alla materia oscura...
Roma durante il fascismo. Il commissario di polizia don Ciccio Ingravallo è incaricato di svolgere un'inchiesta su un furto di gioielli avvenuto al 219 di via Merulana, una via popolare nel cuore di un vecchio quartiere. Nella casa abitano due amici del commissario: i coniugi Balducci, dai quali è solito andare a pranzo nei giorni festivi. Per lo scapolo don Ciccio Liliana Balducci è l'incarnazione della dolcezza e della purezza femminile. Un mattino, Liliana viene selvaggiamente assassinata nel suo appartamento: il furto dei gioielli e l'assassinio sono opera di una stessa persona? Da questi episodi prende il via il romanzo gaddiano, che, apparso in "Letteratura" nell'immediato dopoguerra, fu scritto a Firenze nel ricordo di un lontano soggiorno nella capitale (1926-27). Basandosi su un reale fatto di sangue, Gadda costruisce un intrigo poliziesco che gioca su un duplice registro: può essere letto, infatti, come eco del mondo e come bricolage letterario. Prefazione di Pietro Citati e nota di Giorgio Pinotti.
Nell'ultimo anno della sua vita Pasolini condusse, dalle colonne del "Corriere della Sera" e del "Mondo", una rovente requisitoria contro l'Italia che vedeva intorno, "distrutta esattamente come l'Italia del 1945". Partendo dall'analisi delle mutazioni culturali, Pasolini rintracciava i segni di un inarrestabile degrado: la crisi dei valori umanistici e popolari; le lusinghe del consumismo, più forte e corruttore di qualsiasi altro potere; le distruzioni operate dalla classe politica; una invincibile e generalizzata "ansia di conformismo"; le mistificazioni di certi intellettuali autoproclamatisi progressisti. Non è vero che la Storia va sempre avanti: l'individuo e la società possono regredire.