
Cosa significa educare? perché educare? chi educa chi? quali rapporti esistono tra educazione e società e tra educazione e cambiamento? A cinquantacinque anni dall'uscita di Pedagogia degli oppressi, concluso da Freire nel 1968 (anno - come il libro - di radicalità e di liberazione) le domande restano prepotentemente attuali. E le risposte di Freire, ispirate al principio fondamentale che non c'è educazione se non attraverso la liberazione degli uomini dall'oppressione, continuano a essere un punto di riferimento nel mondo. Come scrive Gustavo E. Fischman in una delle interviste, «L'effetto principale del lavoro di Freire credo sia stato quello di aver dimostrato che il perseguire anche brevi esperienze di scuola democratica - in una singola classe, fuori o dentro la scuola, con bambini o adulti - è di per sé un valore. Tali esperienze insegnano a educatori e studenti ad aspettarsi di più da se stessi e inoltre a collegare gli atti individuali e sociali agli obiettivi dell'uguaglianza e della solidarietà». Oggi come cinquant'anni fa.
Il libro è uno strumento per studenti universitari che si avvicinano per la prima volta ai temi della gestione delle istituzioni pubbliche o di scienza dell'amministrazione con un taglio economico-aziendale. La finalità didattica è sostenuta da alcune caratteristiche: linguaggio preciso; capitoli brevi; sequenza logica pensata per corsi universitari di 6/8 crediti; presenza di supporti per lo studio e ricco elenco di esempi attuali che permettono al testo di essere molto esemplificativo. Lo spettro dei temi indagati è molto ampio, per permettere allo studente di avere una comprensione ampia sulle caratteristiche delle istituzioni pubbliche, sulle specificità manageriali e sulle traiettorie di cambiamento in corso. L'approccio pedagogico prevalentemente adottato è di natura induttiva: partendo dall'analisi di casi, problemi pubblici o evidenze quantitative si cerca di concettualizzare e costruire la teoria interpretative e le correlate suggestioni di management e di policy.
Il processo valutativo esige oggi la fusione di due categorie di competenze: aziendalistiche, per cogliere negli aspetti sostanziali le capacità e le prospettive delle aziende; ma anche di finanza aziendale, per dominare nell'aspetto quantitativo temi quali tassi, moltiplicatori, "premi" e "sconti", volatilità, sensitività, fondatezza dei modelli e così via. Il volume, impostato in un'ottica internazionale per raccogliere contributi dottrinali ed esperienze professionali dei paesi più avanzati, riserva ampio spazio alle valutazioni per il bilancio alla luce dei nuovi Principi contabili internazionali grazie ai quali il tema del valore (fair value, value in use, recoverable value etc.) è entrato prepotentemente nella contabilità richiamando l'attenzione di un'ampia cerchia di operatori e di esperti che fino a oggi ne era stata sostanzialmente lontana. L'opera coniuga le più avanzate teorie e i più sofisticati modelli della finanza alle applicazioni professionali e alle esigenze operative delle aziende, e costituisce un valido supporto alla didattica dei corsi sulla valutazione d'azienda.
Forse qualcuno non si è ancora accorto che la Finanza è radicalmente cambiata. Per sempre. Per un decennio e più la Finanza aziendale (corporate finance) è stata maltrattata, abusata, confusa con altre discipline - essenzialmente quantitative - se non contrabbandata per pura modellistica da "computer-dipendenti". No, la Finanza aziendale è (ed è sempre stata) la disciplina che studia raccolta e impiego di risorse; che mira al conseguimento di un equilibrio di lungo termine attraverso adeguati processi di pianificazione e programmazione; che controlla e gestisce il rischio, nell'operatività ordinaria e straordinaria. La Finanza aziendale mette nel suo mirino gli imprenditori, le imprese, le istituzioni; attraverso i mercati e la dinamica dei flussi, ricerca l'equilibrio di sistema e si ispira alla sostenibilità.
Forse qualcuno non si è ancora accorto che la Finanza è radicalmente cambiata. Per sempre. Per un decennio e più la Finanza aziendale (corporate finance) è stata maltrattata, abusata, confusa con altre discipline - essenzialmente quantitative - se non contrabbandata per pura modellistica da "computer-dipendenti". No, la Finanza aziendale è (ed è sempre stata) la disciplina che studia raccolta e impiego di risorse; che mira al conseguimento di un equilibrio di lungo termine attraverso adeguati processi di pianificazione e programmazione; che controlla e gestisce il rischio, nell'operatività ordinaria e straordinaria. La Finanza aziendale mette nel suo mirino gli imprenditori, le imprese, le istituzioni; attraverso i mercati e la dinamica dei flussi, ricerca l'equilibrio di sistema e si ispira alla sostenibilità. A trent'anni dall'uscita del "Trattato di Finanza Aziendale" curato da un Maestro della materia, Giorgio Pivato, un'opera (in due volumi) che riscopre e conferma il vero senso, i contenuti più radicati della Finanza aziendale.
Descrizione
La nuova edizione di "Principi e metodologie di auditing" costituisce un pratico supporto nell'ambito dei corsi di formazione di base in materia di revisione tenuti presso istituzioni universitarie e organismi professionali e un utile riferimento per quanti siano interessati a studiare, e in seguito praticare, la professione del revisore legale. E stato mantenuto l'approccio metodologico adottato per la prima edizione, che si sostanzia in un marcato orientamento operativo finalizzato alla minimizzazione del rischio di revisione. Rispetto alla prima edizione è stata invece completamente rivisitata la prima parte, in cui sono analizzati in dettaglio i nuovi riferimenti normativi (D.Lgs. 39/2010) e professionali (nuovi principi ISA). Il volume descrive le tecniche di controllo del bilancio, enfatizzando il ricorso a una metodologia che conduee il revisore alla progettazione dell'insieme di verifiche più opportune rispetto allo specifico contesto aziendale e ambientale di riferimento.
Il manuale raccoglie i contributi di alcuni fra i più illustri studiosi della scienza politica internazionale. L'intento è offrire un'introduzione aggiornata e sistematica alla disciplina, la cui portata si estende a un gran numero di paesi, offrendo così una vasta panoramica riguardo ai vari sistemi politici nazionali. La qualità dei contenuti e l'estensione dell'analisi mettono a disposizione degli studenti uno strumento prezioso per avviarsi allo studio dei fenomeni politici in una prospettiva di ampio respiro, in grado di stimolare le capacità interpretative rispetto alla complessità dell'oggetto di studio. Il volume agevola una lettura della politica nel mondo globale in grado di apprezzare analogie e differenze tra paesi, non perdendo mai di vista la complessità della politica stessa. Il testo è corredato da un'ampia gamma di dati e materiali, alcuni dei quali disponibili online, che consentono agli studenti di seguire percorsi di approfondimento mirati.
Il libro è uno strumento di apprendimento didatticamente efficace e capace di sfidare una materia complessa, multidisciplinare e teoricamente molto frammentata. La costruzione narrativa gioca su un continuo passaggio tra le definizioni dei concetti e la sistematica citazione di esempi e traduzioni pratiche dei concetti stessi. L'autore elabora i contenuti del libro attorno al concetto di organizzazione come potente fonte di vantaggio e differenziale competitivo. Il design organizzativo è proposto come leva competitiva prioritaria e non come processo subalterno alle tradizionali azioni di marketing o di finanza d'impresa. La teoria organizzativa deve fornire strumenti utili a spiegare il vantaggio competitivo delle imprese e, conseguentemente, la progettazione organizzativa può contribuire a generare differenziale competitivo. Sul piano dei contenuti, il libro offre al lettore un inquadramento sistematico di tutto il processo di design organizzativo. Nelle tre parti in cui è articolato sono presentati i modelli e le teorie per l'analisi di come le organizzazioni influenzano, e sono influenzate da, il loro ambiente, i principi di progettazione e gli interventi di cambiamento operati dai manager per migliorare la rispondenza di un'organizzazione al suo ambiente e implementare la strategia. La sezione finale è stata arricchita con quattro importanti casi per approfondire i temi trattati nel libro, agevolare una didattica attiva e stimolare gli studenti nel processo di apprendimento.
La nuova edizione del volume rappresenta una evoluzione della precedente, con l'obiettivo di analizzare le dinamiche strategiche e di marketing delle imprese e dei sistemi turistici, alla luce delle più recenti innovazioni del settore. Partendo dallo studio delle principali imprese che operano nella filiera turistica, si cerca di comprendere il contributo dei singoli attori alla creazione del prodotto turistico complesso. Sotto il profilo teorico, l'analisi strategica e di marketing richiama i più recenti approcci sviluppati a livello internazionale, in strategie marketing e management, proponendo anche ulteriori sviluppi derivanti dall'applicazione di tali modelli sul settore specifico. In una prospettiva overlapping tra domanda e offerta, il libro dedica ampio spazio all'analisi dei singoli anelli che compongono la filiera turistica con alcuni focus sugli aspetti più innovativi nell'ambito del management e del marketing. Nell'ultima parte, lo studio si focalizza sulle logiche di interazione e networking, nella prospettiva della co-opetiton. La sistematizzazione di tali contenuti conduce all'analisi del destination management come approccio integrato per la gestione del territorio in chiave turistica. In un contesto globale caratterizzato da una grande varietà di realtà imprenditoriali, per dimensione e focus strategico, un approccio di tipo collaborativo anche tra competitor può realmente consentire il raggiungimento di performance di successo...
Il volume propone la ricerca di convergenza e sintesi tra due filoni culturali diversi che si riferiscono allo stesso fenomeno: come far funzionare al meglio istituzioni le cui finalità sono di definire e perseguire l'interesse generale e orientare - tramite la funzione di regolazione - istituzioni private a operare nell'interesse comune. Il libro presenta quindi un progetto che, consolidando le conoscenze finora sviluppate nell'ambito dell'economia aziendale applicata al settore pubblico, potrà renderle sempre più solide sul piano teorico e al tempo stesso vicine al mondo reale. Si pone come un ponte tra comunità scientifica degli aziendalisti che si occupano di amministrazioni pubbliche e operatori (politici, dirigenti, ecc.) interessati a sistematizzare concettualmente le loro esperienze. L'auspicio è che questo libro possa suscitare l'interesse degli studenti verso futuri percorsi formativi, lauree magistrali in public management o policy, che sviluppano alte professionalità orientate alla promozione dell'interesse pubblico. L'edizione 2015 si caratterizza per la sostituzione dei capitoli 11 e 15. Il primo affronta il tema dell'etica e della corruzione, che continua ad avere una sua valenza d'attualità. Il capitolo 15 riguarda la gestione delle risorse umane e si focalizza sui temi chiave dell'attrazione dei talenti migliori e la costruzione di percorsi di sviluppo delle professionalità.
Il futuro dell'intermediazione creditizia è segnato da profonde incertezze. Ciò induce a considerare se la storica relazione fra banca e attività di intermediazione creditizia sia destinata a radicali cambiamenti, potendosi prospettare che la banca si orienti a diversificare ulteriormente la propria attività - come in parte è già avvenuto - sia verso l'intermediazione mobiliare sia verso la cartolarizzazione dei prestiti. Di ciò si tratterà particolarmente nel primo capitolo. Nei capitoli successivi vengono esaminate le dimensioni fondamentali dell'economia e della gestione della banca: la raccolta di fondi, la concessione del credito, l'equilibrio finanziario, la gestione dei rischi e del capitale, la rappresentazione contabile. Sono conoscenze ancora utili e importanti. L'intento e i contributi innovativi degli autori si concretano nella continua proposizione dei riscontri problematici fra attività bancaria e nuovo scenario regolamentare, per sollecitare attenzione alla costante tensione implicita nel trade-off fra stabilità ed efficienza/sostenibilità dell'intermediazione creditizia. Il curatore e gli autori del volume appartengono al Dipartimento di Finanza dell'Università Bocconi di Milano, nel quale condividono attività di ricerca e di insegnamento. Con i contributi di Brunella Bruno, Paolo Mottura, Andrea Resti, Stefano Zorzoli.
Il volume, giunto alla sua terza edizione, è destinato a chi intende conoscere l'attività bancaria e le banche che la svolgono, con particolare riferimento al contesto italiano, ma tenendo ben presente il quadro internazionale. Il testo illustra in modo sistematico e organico i vari aspetti dell'economia della banca: l'attività bancaria e la vigilanza; l'organizzazione; gli obiettivi e le modalità di raccolta delle risorse finanziarie; il ruolo del capitale proprio; i servizi di investimento; gli obiettivi e le modalità di impiego delle risorse finanziarie; la cartolarizzazione; il portafoglio di proprietà; il ruolo dei derivati; la gestione della liquidità; i rischi; il bilancio e l'analisi delle dinamiche gestionali; i controlli interni; l'internazionalizzazione; la concentrazione; le crisi; il futuro dell'attività bancaria.

