
Nell'affrontare la deontologia della professione di psicologo occorre prima di tutto ricordare che in questa professione, come in nessun'altra, la deontologia è costitutiva della competenza: in psicologia il principale strumento di intervento è la qualità della relazione con i soggetti assistiti, e dunque anche una semplice trascuratezza degli aspetti deontologici della relazione produce per definizione un intervento incompetente. Per questa ragione la deontologia della professione di psicologo si presenta come un sistema a più dimensioni, nel quale convergono elementi di etica, di diritto e di teoria della tecnica; e addentrandosi ancora più in profondità in queste aree tematiche, ci si trova confrontati con elementi di antropologia simbolica (come si forma un criterio diffuso nella comunità professionale, che diventa una prassi corrente prima ancora di essere codificato?); di semiotica (come un criterio, sia esso imposto dall'alto o spontaneamente condiviso, diventa regola scritta?); di psicologia del senso comune (come viene recepita dai professionisti la regola nelle applicazioni concrete?). Certamente la deontologia risponde a una epistemologia della complessità, e sarebbe ingenuo e fuorviante affrontarla secondo modelli lineari. Per questo l'Atlante è stato immaginato secondo una modalità espositiva che integra alla scrittura testuale anche schemi grafici, mappe concettuali e immagini iconiche: queste ultime quale aiuto alla comprensione e supporto alla memorizzazione.
La Commissione Deontologica dell'Ordine degli Psicologi del Lazio, nata nel 1995, ha esaminato nel corso del tempo una casistica straordinariamente ampia e varia su cui il Consiglio ha prodotto la propria giurisprudenza interna, che costituisce una importante base interpretativa del Codice Deontologico.
Le riflessioni contenute in questo volume - a opera dei componenti attuali della Commissione - prendono in considerazione i principali aspetti di una problematica di interfaccia etico/giuridica ancora aperta che costituisce il cuore della normativa disciplinare a cui gli psicologi devono attenersi per garantirsi e garantire al pubblico un corretto esercizio della professione.
Questa problematica è caratterizzata da un elevato grado di indeterminazione, dovuto alla difficoltà di tradurre in termini normativi un apparato concettuale in grado di coniugare contestualmente, nella struttura stessa del Codice Deontologico, la certezza del diritto e la dimensione irriducibilmente soggettiva dei valori etici.
La valutazione delle politiche e dei programmi si è affermata come campo autonomo di pratica e di ricerca negli anni '60 negli Stati Uniti, e da allora è evoluta per ampiezza di problematiche trattate, per approfondimenti teorici, per innovazioni metodologiche, ed è diventata pratica corrente anche in molti altri paesi, tra cui il nostro. Questa antologia raccoglie dei testi classici, poco conosciuti in Italia perché mai tradotti. Sono testi che hanno fatto epoca, per la loro innovatività e per il dibattito che hanno suscitato, e perchè rappresentativi dei principali approcci alla valutazione (sperimentale, pragmatista, costruttivista). L'insieme dei testi offre complessivamente un quadro delle tante problematiche legate alla valutazione: dalla valutabilità al disegno della valutazione, dalla implementazione alla utilizzazione, dalle teorie ai metodi, dalla professione del valutatore al rapporto con la politica, e quindi con la democrazia. Questa antologia è uno strumento utile per l'insegnamento della valutazione, e offre una piattaforma indispensabile a chiunque - decisore, professionista, operatore, stakeholder - sia interessato alla valutazione.
I giochi rappresentano un elemento importante di ogni tempo e cultura: ce ne sono di antichi e moderni, adatti per gli adulti e per i bambini, per i ricchi e per i poveri, legati a feste e a rituali. Il volume illustra come i giochi siano portatori di modelli specifici dei tempo e del luogo in cui si sviluppano e intende dimostrare - attraverso schede dedicate a singoli giochi o a specifiche categorie ludiche - come il gioco non sia solo lo specchio di un determinato modo di essere e di pensare, ma anche uno strumento per educare.
Un'opera fondamentale, di grande qualità scientifica e pensata per costituire un punto di riferimento di grande rilevanza sia formativa, sia specialistica. La caratteristica peculiare di questo trattato è che è stato scritto in modo chiaro da specialisti dei diversi settori delle Neuroscienze, dallo sviluppo del sistema nervoso alle neuroscienze cognitive. Ciò fa in modo che i vari argomenti siano trattati in modo estremamente aggiornato e che chiunque abbia a che fare con le Neuroscienze possa trovare in questo testo la risposta a molteplici domande. Inoltre gli argomenti sono trattati con una notevole chiarezza espositiva supportata anche da immagini esplicative di facile comprensione. In più, nei diversi capitoli sono riportate oltre 100 schede di approfondimento che descrivono situazioni cliniche, tecniche e argomenti particolari collegati all'argomento trattato. Il testo si apre con un capitolo introduttivo che fornisce una panoramica della disciplina mentre il secondo capitolo presenta informazioni fondamentali sull'architettura e sull'anatomia del sistema nervoso. Il resto del volume tratta i principali argomenti delle Neuroscienze: le Neuroscienze cellulari e molecolari (Sezione II), lo sviluppo del sistema nervoso (Sezione III), i sistemi sensitivi (Sezione IV), il sistema motorio (Sezione V) e i sistemi regolatori (Sezione VI), le Neuroscienze comportamentali e cognitive (Sezione VII).
"Cogito ergo sum", penso dunque sono. Questa frase, scritta nel 1637 dal filosofo francese René Descartes, è ancora oggi una delle asserzioni più citate nella filosofia occidentale. Una delle grandi lezioni che ci ha dato la biologia del ventesimo secolo è che l'affermazione è errata per due ragioni. In primo luogo, Descartes è ricorso a questa frase per sottolineare la separazione che secondo lui esisteva tra la mente e il corpo: oggi, invece, i biologi ritengono che le attività della mente nascano da una parte specializzata del nostro corpo: il cervello. Sarebbe pertanto più corretto riformulare la frase invertendola: "Io sono, dunque penso". La seconda ragione, più importante, è che noi non siamo ciò che siamo semplicemente perché pensiamo, ma perché abbiamo la capacità di ricordare ciò che abbiamo pensato. Ogni nostro pensiero, ogni parola pronunciata e ogni azione intrapresa - in definitiva il senso del proprio io e il senso del legame con gli altri - li dobbiamo alla nostra memoria, alla capacità del cervello di ricordare e di immagazzinare le esperienze. La memoria è il collante che consolida la nostra vita mentale, l'impalcatura che sorregge la nostra storia personale e ci permette di crescere e di cambiare nel corso della vita. Negli ultimi trent'anni vi è stata una vera e propria rivoluzione per quanto riguarda le conoscenze sulla memoria e sui processi che si svolgono nel cervello quando apprendiamo e ricordiamo.
Area docenti: Figure in formato PowerPoint; Slides in formato PowerPoint (in inglese); Guida per il docente (in inglese); Area studenti; Mappe interattive (in Flash) e cartine a colori; Approfondimenti; Crediti; Bibliografia ragionata; Link utili. Con piattaforma connect.
Con il termine spin doctoring, preso a prestito dal linguaggio del baseball, si indicano le strategie di comunicazione messe in atto dai sistemi politici per presentarsi all'opinione pubblica, per promuovere idee, persone, programmi e scelte. Da ieri a oggi, dalle monarchie alle repubbliche, passando attraverso le dittature, il libro analizza con sistematicità le tecniche di persuasione e di marketing adottate dai politici di tutti i tempi e il rapporto complesso e controverso con i mass media, gli eterni rivali, ora "cani da guardia del sistema", ora preziosi alleati dei governi.
Un testo classico dello psichiatra e psicoanalista statunitense René A. Spitz (1887-1974) che ha introdotto concetti rilevanti per la ricerca e gli interventi terapeutici in psicologia evolutiva. L'autore mostra come la relazione disturbata con la madre ostacoli gravemente lo sviluppo psicologico del bambino.

