
I messaggi pubblicitari seguono un percorso a volte tortuoso e non sempre virtuoso per raggiungere il pubblico e i consumatori. Le diverse tappe di questo percorso hanno dei costi, dei significati, che obbligano la pubblicità a fare delle scelte fra qualità e quantità dell'audience dei media. Il libro permette di capire come formulare un piano di comunicazione, come ottenere un conseguente piano media, possibilmente al minor costo possibile, conoscere e interpretare le ricerche sui media, capire i meccanismi e i costi della intermediazione, i ruoli delle agenzie, dei centri media, concessionarie, infine i controlli sull'efficacia della pubblicità.
Il libro presenta una metodologia di didattica speciale, cioè più efficace e più umana, alcuni metodi specifici di lavoro e varie "buone prassi" realizzate. L'insegnante avrà così a disposizione una cornice culturale generale, modelli operativi ed esempi selezionati con cura dalle ultime annate della rivista "Difficoltà di apprendimento". Gli esempi e le buone prassi sono state scelte con i criteri della novità, dell'efficacia nel raggiungere gli obiettivi e delia replicabilità in contesti diversi.
Per essere un buon insegnante non è più sufficiente, come un tempo, «insegnare bene»: occorre sviluppare competenze che comprendano, oltre alla padronanza dei contenuti disciplinari e didattici, abilità relazionali, di gestione della classe e dei gruppi, di progettazione, comunicative, creative e digitali. Nasce a questo scopo il progetto Expert Teacher del Centro Studi Erickson: un nuovo modello di sviluppo professionale basato sulle competenze, in un'ottica di miglioramento permanente e formazione continua.
L'insegnante di sostegno della scuola italiana è stato una figura importante per l'integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Oggi però l'integrazione scolastica è sempre più in difficoltà, gli stessi docenti di sostegno sono spesso insoddisfatti e con loro le famiglie di alunni con disabilità. Il libro propone una tesi shock per realizzare compiutamente i valori di equità e partecipazione che sono alla base dell'integrazione. L'autore crede possibile realizzare una scuola più inclusiva modificando l'attuale ruolo del sostegno, senza ridurre organici ma investendo fortemente in inclusione: una scuola con più docenti in compresenza in un organico funzionale all'inclusione e con un giusto numero di peer tutor, insegnanti specializzati ed esperti itineranti che aiutino concretamente i colleghi curricolari nell'usare metodologie didattiche inclusive efficaci. Il volume stimola il dibattito già avviato alla sua prima pubblicazione, aggiornandolo ai più recenti testi di legge e dando voce alle diverse posizioni provenienti dalla scuola e dalle Associazioni. Inoltre si presenta un primo resoconto sulla sperimentazione condotta in Trentino della proposta sostenuta nel volume.
Per realizzare una buona qualità dell'integrazione scolastica degli alunni con disabilità e un'efficace azione inclusiva per i molti alunni più con bisogni educativi speciali vi è la necessità di rendere sempre più "speciale" la "normalità" del far scuola tutti i giorni. La normalità della didattica e dei problemi educativi e formativi va decisamente arricchita di strategie efficaci e aspetti tecnici che provengono dalla pedagogia speciale (special education) e dalla psicologia dell'educazione. In questo modo, per l'alunno disabile o con bisogni educativi speciali è la normalità del relazionarsi e dell'imparare con tutti gli altri alunni, che gli dà identità, appartenenza, sicurezza, autostima.
Le recenti disposizioni ministeriali sugli alunni con bisogni educativi speciali (BES) hanno suscitato nella scuola italiana un ampio dibattito, in cui si intrecciano perplessità, convinzioni positive e tante domande. Perché il concetto di bisogno educativo speciale è un passo avanti nella direzione dell'equità e di una scuola più inclusiva? Come costruire un Piano Didattico Personalizzato efficace e fattibile? Come far diventare la didattica della classe maggiormente inclusiva per tutti gli alunni? Come coinvolgere tutte le componenti dell'istituzione scolastica per costruire un Piano per l'Inclusività reale e non retorico? Abbiamo cercato di mettere a fuoco questi temi con l'aiuto di vari colleghi esperti, articolando il volume in due sezioni: prima parte, i punti chiave della DM 27/12/2012 della CM. N. 8 6/3/2013; seconda parte, approcci metodologici per una classe inclusiva.
Dopo più di dieci anni dalla sua prima edizione, il volume appare ora in una veste rinnovata anche nel titolo per presentare una nuova serie di buone pratiche che testimoniano il cammino fatto, e quello ancora da fare, dalla Scuola italiana nella direzione di una didattica inclusiva. Oggi sappiamo che per fare una buona scuola non basta fare una buona integrazione: bisogna valorizzare le infinite varietà della diversità umana (dalle disabilità alle eccellenze, dalle differenze di stile e di apprendimento a quelle di genere, culturali e sociali) e tendere a un'idea di giustizia come equità, personalizzando strumenti e strategie e distribuendo le risorse secondo i bisogni di ciascuno. Queste nuove 20 buone prassi, realizzate nella scuola dell'infanzia, primaria e secondaria, costituiscono una documentazione preziosa e fruibile in qualsiasi contesto: dagli effetti della recente normativa sui BES e i DSA nella didattica alle metodologie di apprendimento, vengono forniti spunti e indicazioni per gestire ogni aspetto della complessità scolastica e compiere il definitivo passo che porterà, dalle (e grazie alle) conquiste dell'integrazione alla piena realizzazione dell'inclusione.
Da Atene 1896 a Rio 2016, in centoventi anni, la storia olimpica ha vissuto un'alternanza di vittorie eclatanti e sconfitte fragorose, di imprese al limite delle possibilità umane e di cadute omeriche, di medaglie conquistate al primo tentativo e di allori inseguiti per anni senza fortuna. La storia olimpica, in questo senso, è il paradigma della vita stessa, un alternarsi senza respiro di gioie e dolori, di lacrime e sorrisi. In una parola, di emozioni. Per cercare di condensare in un libro tutto questo la strada era obbligata: raccontare le storie al posto della Storia. "Gli Dei di Olimpia" è una raccolta di storie, un lungo filo di cinque colori - tanti quanti sono quelli dei Cerchi olimpici - che si snoda da Atene a Rio e che abbraccia vincitori e vinti, squadre e singoli atleti, eroi di un giorno solo e predestinati alla gloria. Quello stesso filo colorato che, ogni quattro anni, incrocia la vita di ogni appassionato di sport, e lo tiene stretto, per due settimane, con la stessa energia dei corridori, degli schermidori, dei nuotatori e dei cestisti. Per quindici giorni, ogni quattro anni, ognuno prova la stessa emozione, ognuno diventa un atleta, ognuno sogna di trasformarsi in uno degli Dei di Olimpia.
Il rapporto tra Stati Uniti e sport è profondo, totale, ancestrale. Sono talmente peculiari, dal punto di vista sportivo, gli Stati Uniti, da averne inventati alcuni, come basket, ormai planetario, baseball e football, importati e resi universali altri, come il golf, sublimati altri ancora, come l'atletica leggera. Lo sport è da sempre una parte fondamentale dell'educazione scolastica e poi della vita di qualunque americano. Un compendio di storia dello sport USA doveva quindi necessariamente tenere conto dell'evoluzione della società stessa, delle dinamiche politiche ed economiche che hanno trasformato gli Stati Uniti nel corso del tempo in uno dei paesi leader mondiali anche in campo sportivo. La scelta è stata quella di tratteggiare i profili di un numero limitato di protagonisti, coloro che Valerio Iafrate definisce miti e leggende, che più di ogni altro, o altra, hanno caratterizzato il loro periodo. Il risultato è un viaggio affascinante, lungo 121 anni, 13 capitoli e tanti ritratti di atlete ed atleti, donne e uomini che con le loro gesta, il loro esempio, le loro virtù (e qualche difetto) hanno divertito, ispirato e fatto sognare milioni di appassionati. Prefazione Mauro Berruto.
Il volume offre a genitori ed educatori gli strumenti per uscire dal "buonismo" relazionale, per "fare la differenza" e affrontare con sguardo critico i legami - di coppia, tra genitori e figli, tra fratelli e amici -, sapendo che i sentimenti e il volersi bene sono un fattore necessario, ma non sufficiente, per il loro benessere.