
Manuale che intende portare alla luce gli elementi concettuali e metodologici di base della filosofia teoretica, elementi per cui essa si contraddistingue e si differenzia dalla filosofia in generale. La filosofia teoretica, infatti, è una continua e inesauribile riflessione sull'intero dell'esperienza e prevede una ricerca metodologica attraverso differenti approcci. Questo volume vuole aiutare il lettore a muovere i primi passi nell'analisi filosofica guidandolo attraverso i diversi paradigmi, i modelli ermeneutica della cui costruzione si riportano anche le fonti.
"Questo repertorio linguistico nasce dall'osservazione degli errori più ricorrenti riscontrati da un giornalista e da un correttore di bozze nella lettura di quotidiani, periodici e nell'ascolto di servizi televisivi e radiofonici. Per questo è senz'altro un aiuto al lavoro giornalistico che, come si sa, si consuma nella fretta." (Dalla presentazione di Lorenzo Del Boca)
Utile per la preparazione di esami sui test, per l'esame di stato e per l'aggiornamento di psicologi che già operano sul campo, il volume mira a far conoscere ai lettori l'origine, la struttura e soprattutto gli ambiti applicativi dei più importanti test psicologici utilizzati nel nostro Paese. Ogni strumento è presentato nel dettaglio, sia dal punto di vista metrico che dal punto di vista pratico (modalità di somministrazione, scoring, interpretazione dei punteggi ecc.). Il volume presenta casi clinici per ciascun test, sia di soggetti nella norma, sia di soggetti con specifiche difficoltà cognitive e comportamentali.
Il presente volume si inserisce nel filone di studio sulle crisi d'impresa che ha visto l'autore già impegnato in passato con pubblicazioni in materia. Nella trattazione proposta, la confluenza dei temi di management e di comunicazione riflette, più in generale, la nuova tendenza, da parte degli studiosi, ad abbandonare la tradizionale concezione della corporate communication come pseudo-disciplina manageriale, destinata ai practitioner, inquadrata in una funzione sostanzialmente operativa, tattica (gestionale), a favore di un orientamento emergente che porta a considerare la corporate comunicazione d'impresa un'autonoma disciplina di management, dotata di un suo corpus di principi, tecniche e strumenti, che integra saperi di molteplici filoni di studio delle scienze sociali. Grazie alle azioni delle due componenti qualificanti il sistema d'impresa (l'organo di governo e la struttura operativa), l'Approccio Sistemico Vitale (ASV) consente, da un lato, di leggere ed interpretare la complessità del contesto esterno ed interno all'organizzazione d'impresa, da cui può derivare la percezione in tempo utile di segnali deboli connessi a fattori di crisi esogeni o endogeni, e, dall'altro, di interagire e stabilire una fitta rete di rapporti fiduciari con i sovra-sistemi (resource-holder), soprattutto con quelli rilevanti. L'alta densità di relazioni costituisce un patrimonio relazionale assai prezioso soprattutto nei momenti sfavorevoli, quando si rende necessaria la comunicazione di crisi che favorisca il dialogo costruttivo con i pubblici e la tutela della corporate reputation. Centrale è la pianificazione di programmi di gestione (anche di comunicazione) flessibili e adattabili alle diverse situazioni d'emergenza che possono presentarsi, l'impiego di metodi simulativi, l'analisi della vulnerabilità, lo studio degli scenari. La metodologia individuata, che, è bene ribadirlo, è resa possibile dalla cornice teorico-concettuale costruita a monte dall'autore, consente di operazionalizzare l'accennato processo di integrazione della gestione della crisi e della comunicazione di crisi. Di tale processo necessitano fortemente le imprese per trovare una possibile soluzione alle situazioni di difficoltà, come chiaramente dimostrano le criticità emerse nei case study analizzati nella parte finale del volume. Presentazione di Alfonso Siani.
Il testo affronta i problemi dell'organizzazione, dell'azione organizzata, delle relazioni tra organizzazioni, con l'obiettivo principale di fornire al lettore strumenti di analisi relativamente semplici, che gli permettano di capire meglio non solo le organizzazioni propriamente dette, ma anche gli aspetti organizzativi degli ambiti più vari della vita sociale. È in questa prospettiva che il volume introduce agli autori, specialmente i classici, e indica i temi importanti presenti in ogni manuale o trattato (organizzazione come sistema, struttura organizzativa, cultura organizzativa, potere, cambiamento) e quelli - come le reti organizzative - di più recente acquisizione.
Fra una trama e l'altra, un gioco e l'altro, la cultura si intreccia con tutti i nostri gesti e le nostre mosse quotidiane: andare al lavoro in bicicletta, timbrare il biglietto sull'autobus o curarsi con l'omeopatia sono scelte che hanno un significato culturale. La cultura ci costringe e ci condiziona ma si fa anche plasmare dalla nostra creatività. La cultura ha una lunga storia alle spalle, è sia routine che innovazione. Ripetiamo, riproduciamo e cambiamo. Siamo immersi nella cultura e la generiamo continuamente. Oggi la ricerca sociologica la intercetta nei suoi luoghi preferiti: nella comunicazione, nelle abitudini di consumo, nell'insubordinazione giovanile, nelle differenze fra cittadini autoctoni e stranieri, nelle innovazioni tecnologiche e nei movimenti di protesta. Bourdieu, Kymlicka, Gilligan, Saraceno e altri hanno indagato sulla cultura, toccando i nodi nevralgici della famiglia, delle differenze fra i gusti e le pratiche, introducendo parole nuove e offrendo spunti alla nostra intelligenza con interpretazioni spesso provocatorie e stimolanti. Nel volume occupano un posto di primo piano le intuizioni di Marx, Durkheim, Simmel e Weber dalle quali il termine cultura ha preso slancio, conservando la sua natura ubiqua, onnipresente, trasversale.
La guida vuole contribuire a colmare un vuoto e si rivolge in particolare alle persone che hanno vissuto e che vivono l'esperienza del disturbo mentale e ai loro familiari, sicura di contribuire ai programmi di prevenzione e ai percorsi di emancipazione, di rimonta, di recovery che sempre più di frequente ci costringono a un impensabile ottimismo. Che la parola guarigione esiste non vorremmo ci fossero più dubbi! Perdere o preservare la salute mentale non è solo un problema dei singoli individui ma riveste notevole rilevanza sociale. Riguarda milioni di persone nel mondo. Elementari conoscenze che sono alla nostra portata, intorno alla malattia e ai servizi che se ne occupano, ci permettono di far fronte al rischio, sempre attuale, di compromettere la propria salute mentale. Il diritto alla salute psico-fisica di ognuno assume valore per la collettività e deve essere esteso a tutti da parte dei governi e delle organizzazioni chiamate a offrire protezione a questo essenziale diritto sociale. Il nostro paese è stato teatro di un evento storico che ha segnato la vita di milioni di persone. La fine dei manicomi ha cambiato radicalmente l'immagine e il vissuto collettivo della malattia mentale. I processi di trasformazione successivi hanno dato un volto nuovo delle istituzioni psichiatriche e hanno riportato a un'impensabile dimensione soggettiva, sociale e politica, le persone con disturbo mentale, aprendo percorsi di emancipazione, di ripresa, di partecipazione. Molti giovani bisognosi di aiuto si trovano ad attraversare i servizi di salute mentale. Molti altri trovano occupazione come operatori nei servizi e nelle cooperative sociali. Altri ancora, insegnanti, sacerdoti, giornalisti e operatori della sanità cercano di orientarsi e acquisire minime conoscenze di base malgrado la carenza o la mancata diffusione di materiali informativi accessibili a soddisfare la domanda.
L'11 agosto 1973 veniva emanata la legge n. 533 di riforma del processo del lavoro. Sono passati cinquant'anni e questo rito ha superato la prova del tempo. In occasione del cinquantenario, la Sezione romana del Centro Studi Domenico Napoletano ha promosso un'opera collettanea per raccogliere l'esperienza maturata nell'applicazione di tale sistema di regole e dedicarle una meditata riflessione, sul piano scientifico, sugli effetti apportati dal rito al contesto giuridico e a quello delle relazioni industriali. L'opera raccoglie - in modo organico e utile per gli operatori, pur mantenendo un taglio scientifico - numerosi saggi sul processo del lavoro privato e pubblico, sui singoli istituti, su ciascun grado, su ciascuna fase. Gli autori sono Docenti universitari in materie giuslavoristiche e processualcivilistiche, Magistrati della Corte di Cassazione e di merito, Avvocati. Il filo conduttore è stato quello di interpretare le norme commentate nella loro attualità attraverso le prassi giudiziarie e l'evoluzione, o adattamento, di quel Diritto del lavoro che nel processo si attua, alla luce dell'ultima riforma c.d. Cartabia del processo civile.
La prospettiva seguita nella lettura del Portrait jamesiano è quella di rintracciare il codice che presiede all'idea del romanzo, ne determina la narrazione e in essa identifica il discorso sull'arte. La figura, idea germinale del testo, si costruisce come un tutt'uno con la forma stessa del racconto quella del ritratto - già enunciata nel titolo e il cui oggetto, a livello metanarrativo, è il suo rapporto con lo scrittore. Se le Prefazioni per la New York Edition rappresentano nell'insieme un'estesa esplorazione sulla forma del romanzo, quella a The Portrait of a Lady, la più indicativa della poetica dell'autore, individua nell'unità compositiva iniziale (la sua figura) la potenzialità di molti sviluppi possibili: molti possibili romanzi, in uno spazio che, da paesaggio e sfondo del quadro, diventa lo spazio della scrittura, luogo della creazione artistica.