
Il libro evidenzia nel profilo biografico di Pastore (1902-1969) uno dei temi centrali e permanenti del suo impegno civile: assicurare l’emancipazione delle lavoratrici e dei lavoratori rendendoli partecipi protagonisti dei processi di formazione delle decisioni socio-economiche. Il maturare di questa aspirazione accompagnò l’itinerario di Pastore, uomo del Novecento,
nelle sue principali esperienze pubbliche: giovane operaio autodidatta, militante del cattolicesimo sociale, attivista del PPI, giornalista antifascista, organizzatore della Gioventù cattolica, leader sociale nella DC, innovatore del sindacato italiano e internazionale, ministro per il Mezzogiorno e per le aree depresse del Paese. Come fondatore della CISL egli promosse una rappresentanza sindacale in grado di dare un apporto positivo allo sviluppo della democrazia in Italia e come uomo di governo della giovane Repubblica Italiana sostenne il pieno riconoscimento del sindacato quale attore sociale di fronte al sistema dei partiti. Per consentire di ripercorrere agevolmente la riflessione di Giulio Pastore intorno alle relazioni tra rappresentanza sociale e rappresentanza politica in uno Stato democratico, il volume offre ai lettori un’ampia scelta di interventi e di articoli proposti in diverse occasioni tra il 1925 e il 1969.
Il digitale uccide il cinema? Il cinema muore oppure si rigenera nello sfavillante mondo virtuale contemporaneo? Non potremmo addirittura dire che l'evoluzione della settima arte si completa soltanto adesso? Digitalizzazione dell'intero processo produttivo, computer grafica, internet, satellite, sala digitale, home theater, visione tridimensionale, ologrammi: le nuove frontiere del cinema sono entusiasmanti, ma al prezzo di quali perdite definitive? Attraverso una narrazione accessibile e coinvolgente, Nardin risponde a queste domande, mettendo a confronto le più recenti trasformazioni tecnologiche con l'impostazione tradizionale del fare e del leggere il cinema, giungendo a un'inedita proposta interpretativa.
Il testo presenta in modo sistematico i risultati di un lavoro di valutazione degli impatti del Servizio Civile Nazionale (SCN) sugli ex volontari ospitati dalle cooperative sociali aderenti a Confcooperative. La valutazione, nata da una felice intuizione di Federsolidarietà-Confcooperative, mira a verificare dove e come il nesso tra occupabilità e occupazione riesce a risolversi in una sinergia tra vantaggi individuali e collettivi e offre spunti di riflessione anche sulle politiche di promozione dell'occupazione giovanile. Sono stati in passato valutati, in particolare all'estero, gli effetti del SCN sullo sviluppo delle "competenze trasversali" e sui cambiamenti di atteggiamenti e pratiche di cittadinanza. Gli studi non si sono soffermati sugli impatti positivi "imprevisti" di tipo occupazionale; impatti indiretti sinora trascurati sebbene fosse nota la relazione tra competenze trasversali, capitale sociale e ricadute occupazionali. È, dunque, in un periodo caratterizzato da forti incertezze per i giovani, assenza di prospettive, alti tassi di NEET e debole voce come cittadini che occorrono idee e nuove suggestioni per il disegno di misure effettivamente in grado di ridurre il profondo gap di opportunità tra generazioni e tra macro-regioni. Esiste, infatti, una possibile sinergia tra SCN fondato sui valori di solidarietà e cittadinanza e interesse dei giovani all'autorealizzazione come cittadini e singoli soggetti. Nel testo si illustrano quali sono le condizioni e i contesti per cui tale felice connubio può realizzarsi. I lettori a cui ci rivolgiamo sono tutti coloro che con ruoli diversi ? decisori istituzionali impegnati nel ridisegno della misura del SCN, dirigenti e operatori del movimento cooperativo e del terzo settore, ricercatori ? si occupano di SCN, di politiche giovanili e politiche attive del lavoro, di pratiche di cittadinanza attiva, di economia sociale e di promozione dello sviluppo umano ed economico.
«I temi che tocco con La giornata d'uno scrutatore, quello della infelicità di natura, del dolore, la responsabilità della procreazione, non avevo mai osato sfiorarli prima d'ora. Non dico ora d'aver fatto più che sfiorarli; ma già l'ammettere la loro esistenza, il sapere che si deve tenerne conto, cambia molte cose... È un racconto non molto lungo, e in cui non succedono molte cose; è tenuto su più che altro dalle riflessioni del protagonista: un cittadino cui durante le elezioni (siamo nel 1953) è toccato il compito di fare lo "scrutatore" in una sezione elettorale che si trova all'interno del "Cottolengo" di Torino... No, per poco che cominci a spiegare e a commentare quello che ho scritto, dico delle banalità... Insomma, tutto quel che mi sentivo di dire è nel racconto, ogni parola in più già comincia a tradirlo. Dirò soltanto che lo scrutatore arriva alla fine della sua giornata in qualche modo diverso da com'era al mattino; e anch'io, per riuscire a scrivere questo racconto, ho dovuto in qualche modo cambiare.»
Social network, Internet, nuove piattaforme televisive, leggi e documenti deontologia. Il giornalismo vede allargare repentinamente i confini del proprio campo d'azione a fronte di costanti modifiche del quadro normativo di riferimento. E se si moltiplicano gli ambiti del fare informazione, di pari passo aumenta il bisogno di professionalità di chi in questo settore è chiamato ad operare. Ci sono nozioni, regole, leggi che chi fa il giornalista non può, e non deve, ignorare. Non può perché parole, idee, concetti diffusi male possono ledere l'altrui dignità, il diritto alla riservatezza, possono diffamare o influenzare i mercati finanziari. Questo libro, in più di 900 domande e risposte, approfondisce i temi nei quali un giornalista si può imbattere nel proprio lavoro.
La sesta edizione di "Giornalista Italiano" arriva in libreria in un momento particolare per il paese e soprattutto per la professione del giornalista. Che, più di ogni altra, deve tener conto dei mutamenti in corso e di nuove leggi come la riforma della pubblica amministrazione, il nuovo sistema elettorale, il Jobs Act che ridisegna il mondo del lavoro e il "nuovo" Senato. Se si moltiplicano gli ambiti del fare informazione, di pari passo aumenta il bisogno di professionalità di chi in questo settore è chiamato ad operare. Ci sono nozioni, regole, leggi che chi fa il giornalista non può, e non deve, ignorare. Non può perché parole, idee, concetti diffusi male possono ledere l'altrui dignità, il diritto alla riservatezza, possono diffamare o influenzare i mercati finanziari. Questo libro, in più di 900 domande e risposte, approfondisce i temi nei quali un giornalista si può imbattere quando svolge il proprio lavoro. Scritto in maniera sintetica e approfondita.
Il mondo è ancora alle prese con l'emergenza pandemica. I professionisti dell'informazione e della comunicazione sono stati chiamati in questo periodo a far largamente ricorso alle tecnologie digitali. L'esasperato utilizzo di Internet ha però evidenziato ancor di più dinamiche e criticità legate alla rete. Moltiplicandosi gli ambiti del fare informazione è parimenti aumentato il bisogno di professionalità di chi in questo settore è chiamato ad operare. Ci sono nozioni, regole, leggi che chi fa il giornalista non deve, e non può più, ignorare. Non può perché parole, idee, concetti diffusi male possono ledere l'altrui dignità, il diritto alla riservatezza, possono diffamare o influenzare i mercati finanziari, possono indurre a comportamenti sbagliati e dannosi. Il giornalismo continua ad allargare i confini del proprio campo d'azione a fronte delle costanti modifiche del quadro normativo di riferimento e delle innovazioni determinate dai social network. Questo libro, in 1.000 domande e risposte, approfondisce i temi nei quali un giornalista si può imbattere quando svolge il proprio lavoro.
L'ottava edizione di "Giornalista italiano" arriva in libreria in un momento particolare per il paese e soprattutto per i professionisti dell'informazione. Il giornalismo continua ad allargare i confini del proprio campo d'azione a fronte delle costanti modifiche del quadro normativo di riferimento e delle innovazioni determinate dai social network. Se si moltiplicano gli ambiti del fare informazione, di pari passo aumenta il bisogno di professionalità di chi in questo settore è chiamato ad operare. Ci sono nozioni, regole, leggi che chi fa il giornalista non può, e non deve, ignorare. Non può perché parole, idee, concetti diffusi male possono ledere l'altrui dignità, il diritto alla riservatezza, possono diffamare o influenzare i mercati finanziari. Questo libro, in più di 900 domande e risposte, approfondisce i temi nei quali un giornalista si può imbattere quando svolge il proprio lavoro.
"Questo repertorio linguistico nasce dall'osservazione degli errori più ricorrenti riscontrati da un giornalista e da un correttore di bozze nella lettura di quotidiani, periodici e nell'ascolto di servizi televisivi e radiofonici. Per questo è senz'altro un aiuto al lavoro giornalistico che, come si sa, si consuma nella fretta." (Dalla presentazione di Lorenzo Del Boca)