
10 domande, 10 giochi, 10 argomenti per scoprire i segreti delle piante usando il metodo sperimentale. Un quaderno operativo innovativo e divertente, utile per avvicinare bambini e ragazzi della scuola primaria e secondaria di 1° grado all'applicazione del metodo scientifico. Ogni argomento è trattato a partire da una domanda. Attraverso un percorso fatto di osservazioni, spiegazioni, giochi e attività da svolgere con materiali ritagliabili, i bambini riusciranno a individuare la risposta corretta alla domanda iniziale e a comprendere perché le altre possibilità non lo sono. "10 in scienze. Le piante" è il primo volume di una serie in cui il metodo sperimentale permetterà ai ragazzi di scoprire i più importanti temi scientifici. Saranno sempre 10 domande e tanti giochi scientifici a guidarli alla scoperta della storia della vita sulla Terra, del corpo umano, del funzionamento del nostro pianeta visto «dall'interno» e di molti altri interessanti argomenti che affascinano gli scienziati di tutto il mondo.
"Suggerimenti e suggestioni rispetto al modo in cui si può presentare la filosofia a persone da 0 a 150 anni e oltre, che non la conoscono, che la conoscono per luoghi comuni, che la odiano per colpa di qualche professore o di qualche 'autore'". Così recitava, tra il serio e il faceto, il primo sottotitolo di quest'opera, che in un primo momento voleva essere un semplice vademecum per invogliare docenti di scuola alla pratica filosofica con bambine e bambini. Negli anni, il fiorire e il consolidarsi di questa pratica ha arricchito di esperienze, esempi e riflessioni teoriche e suggestioni pratiche questo libro, dove si parla di filosofia, ma filosofia intesa come pratica, "cantiere" e non "tempio", ricerca continua, per e a tutte le età, di quel sapere che, come dice lo stesso dizionario, "porti un effettivo vantaggio all'uomo". In questa investigazione, che ha come coordinate forti la relazione (dunque la comunicazione) e il grande rispetto per tutto ciò che concerne l'umano, si attraversano scuole, università e luoghi "altri", come quelli della riflessione personale e dei rapporti umani, fino a quello più compiuto di tutti, l'amicizia.
Negli ultimi anni Photovoice è diventata una metodologia di ricerca-azione partecipata molto popolare. Attraverso una combinazione di fotografia e discussioni di gruppo, Photovoice consente di attivare i membri della comunità nell'identificare i loro punti di vista e utilizzarli come leve per il cambiamento sociale. Sviluppato a partire dall'esperienza degli autori, dopo una introduzione sull'uso della fotografia in psicologia, il volume fornisce le basi teoriche e le indicazioni operative per utilizzare questo nuovo strumento all'interno della ricerca qualitativa e dell'intervento sociale. Il linguaggio dell'immagine (ora facilmente fruibile grazie allo sviluppo del digitale) viene coniugato con quello testuale, dando luogo ad una originale e innovativa metodologia di ricerca. Photovoice si è rivelato un metodo efficace per analizzare esperienze di vita quotidiana, sviluppare empowerment e dare voce a soggetti emarginati. Il volume, pertanto, intende fornire sia un quadro organico dei risultati della ricerca attuale, sia alcune indicazioni utili per applicare la metodologia nel lavoro sociale e di ricerca.
Il volume raccoglie interventi, ricerche, esperienze e riflessioni sulla proposta, ormai diffusa nel mondo, di filosofare con i bambini, in un contesto educativo trasformato in "comunità di ricerca". La prima sezione discute i fondamenti della Philosophy for Children, la seconda presenta invece contributi critici al dibattito sulla filosofia con i bambini, la terza è dedicata alla presentazione delle ricerche empiriche sul tema svolte in Italia in ambiente scolastico.
Nel canzoniere Petrarca inscena la propria estenuante psicomachia generata dall'insuperabile contrapposizione tra passio e ratio, desiderio ed errore, ed esibisce ai lettori il percorso morale che lo porterà, dopo innumerevoli fluctuationes, ad attingere la meta filosofica dichiarata nei primi versi della seconda parte del libro: l'ascensione dell'"intellecto" dal "mortale carcer" terreno al "ciel". Il poeta, riversando nel proprio poema lirico parte dell'immaginario filosofico platonico, intesse una fitta trama di metafore che sostanziano il fine morale dell'opera, mentre ai somnia e alle visioni è affidato, come nella tradizione sapienziale antica, il disvelamento degli arcani più complessi. L'interpretazione del canzoniere quale allegoria morale su base platonica, del tutto congruente con la poetica di Petrarca, è incorsa nella storia dell'esegesi in una serie di alterne fortune e di obliterazioni, determinate dagli interessi prevalentemente biografici e stilistici dei commentatori: questo studio intende ripercorrerne le ragioni, fornendo una nuova e stimolante lettura del capolavoro della lirica italiana.
Persone da zero a tre anni propone un approccio innovativo rispetto al “gruppo” per i bambini al nido e applica la ricerca e la teoria alla pratica quotidiana. Tutte le idee presenti nel volume sono state sviluppate e verificate nei nidi e nei centri per le famiglie. In questo libro le autrici hanno raccolto le loro vastissime esperienze; ne risulta un’utile proposta che tocca problematiche che vanno dalla gestione di un nido al ruolo della coordinatrice, senza trascurare gli aspetti emotivi di tutti coloro che vivono questa esperienza: bambini e adulti. Viene dato ampio spazio alle modalità per l’uso del Cestino dei tesori e per il gioco euristico, tenendo conto delle esigenze sia dei bambini che delle educatrici. L’aspetto del nido, gli arredi, lo spazio esterno, ogni dettaglio viene considerato in funzione di un’esperienza positiva per tutti.
"La paziente lettura di questo testo, come in genere accade con Schneider, riserva continue lezioni critiche e metodologiche, precisazioni minuziose, osservazioni e nozioni cliniche di primaria importanza. L'evidente distanza dalla letteratura attuale sui disturbi di personalità ha "come effetto collaterale", quello di farci comprendere quanto il sapere psichiatrico sia influenzato storicamente e socialmente e come i mutamenti che apporta lo scorrere del tempo non sempre possano essere identificati, in psichiatria, come progressi. Del resto, come afferma lo stesso Schneider nella sua prefazione, "una scienza che non conosce la propria storia, non comprende se stessa". (Dalla prefazione di Riccardo Dalle Luche e Giampaolo Di Piazza).