
Il tema della trasparenza è comune a tutte le aziende, sia a quelle di produzione per il mercato, che a quelle pubbliche, che anche alle non profit. Per queste ultime il tema è particolarmente delicato in funzione della loro attività che è caratterizzata dallo svolgimento di iniziative socialmente rilevanti, attingendo al sostegno finanziario di terzi sia pubblici sia privati. Da tempo si pone il problema della rappresentazione dei risultati della loro gestione nel modo più chiaro e trasparente della loro attività. Fino a poco tempo fa i modelli di bilancio e di rappresentazione dei risultati degli enti non profit erano mutuati in toto da quelli delle imprese. Tali schemi però si sono da tempo appalesati come inadeguati allo scopo di rendicontare le attività degli enti ed i loro risultati. Ciò in quanto il DNA delle aziende non profit è diverso da quello delle imprese, che sono orientate al profitto e sono dirette e indirizzate da ben diversi interessi proprietari. In questo volume si vogliono delineare i caratteri aziendalistici propri della gestione degli enti non profit, evidenziando anche aspetti giuridici tipici, di governance e di finanziamento; infine si presentano gli schemi e i modelli dei bilanci degli enti non profit.
"Raghuram Rajan è stato uno dei pochi economisti al mondo ad avvertire la comunità internazionale della crisi imminente prima che si manifestasse, in un momento anzi in cui il paradigma dominante era al suo culmine. In "Terremoti finanziari" egli mostra come le decisioni individuali che nel complesso hanno causato la crisi finanziaria - decisioni prese dai banchieri, dai governi e dai semplici proprietari di case - erano risposte in sé razionali ma all'interno di un ordine finanziario globale scorretto. Un sistema cioè in cui gli incentivi al rischio erano incredibilmente fuori misura rispetto ai pericoli che tale rischio poneva. Rajan dimostra inoltre come l'accesso disuguale sia all'educazione sia alla tutela della salute negli Stati Uniti ponga noi tutti in grave pericolo; lo stesso si può dire anche per le scelte economiche di Paesi come la Germania, il Giappone e la Cina, che gravano l'America di un fardello non dovuto. A conclusione del libro Rajan delinea le scelte radicali che dobbiamo assolutamente compiere se vogliamo assicurare un'economia globale più stabile al fine di ricreare una prosperità duratura." (dalla prefazione di Franco Debenedetti
Il decennio iniziato nel 2001 ha cambiato profondamente il mondo. Questo libro rende visibili, dietro l'incalzare degli eventi, le innovazioni che influenzeranno i prossimi decenni: non solo I'11 settembre e la Guerra al Terrore, la crisi finanziaria e la recessione, ma la rivoluzione tecnologica innescata dalla Apple e il diffuso utilizzo del web, l'avvento dei social media e la ricerca sulle cellule staminali. I fatti si susseguono sotto forma di raffiche simili a brevi messaggi, e il loro accostamento suggerisce connessioni significative e inattese. Questi sono i modi della narrazione moderna, usati da moltissimi giovani, e riflettono la velocità del mondo di oggi. Più che una cronologia, questo è il racconto del decennio straordinario che, grazie alle nuove tecnologie, ha consegnato il potere nelle mani della gente: in futuro, niente sarà più come prima
È vero che la crisi finanziaria di Wall Street del 2008 è stata peggiore di quella del 1929? Perché Andrea Camilleri ha dichiarato sabato 21 gennaio al nuovo programma di Serena Dandini su La7 che è scoppiata la terza guerra mondiale, per ora solo in versione soft? E perché un finanziere come George Soros, uno che viene ancora oggi ricordato come "colui che spezzò la schiena alla Banca d'Inghilterra nel 1992", dichiara che Lloyd Blankfein, il capo della Goldman Sachs, non è soltanto un uomo avido e poco illuminato, ma il "male assoluto", come il nazismo e il comunismo? Cosa ne pensa Mario Monti, per anni consulente della Goldman Sachs? Soprattutto, possono gli Stati Uniti - che sono il paese più indebitato al mondo e il meno competitivo in assoluto se si guarda alla differenza tra importazioni e esportazioni - uscire dalla situazione economica in cui si trovano senza innescare una guerra? Perché il Presidente Obama ha firmato il 31 dicembre del 2011 una legge per punire qualunque organizzazione faccia transazioni con la Banca Centrale dell'Iran, che ha avuto l'ardire di aprire una Borsa del petrolio dove si tratta in euro e altre valute, ma non in dollari? Ecco alcuni dei temi affrontati in questo pamphlet, scritto di getto analizzando le cause più profonde della crisi americana e di quella europea in un contesto in cui si trovano alla ribalta gli interessi di paesi come la Cina e l'India
Tutti gli uomini ricercano la felicità, diceva Aristotele. Ne sono consapevoli anche gli economisti, che sempre più nella valutazione del benessere tengono conto di elementi altri rispetto al tradizionale Pil e guardano anche alla situazione familiare così come a quella sociale e politica (il grado di autonomia, partecipazione, libertà). Gli autori analizzano dunque, fra le condizioni che in una prospettiva economica contribuiscono ad influenzare il grado di felicità delle persone, alcuni fattori determinanti, quali denaro, occupazione, democrazia, matrimonio, divorzio
L'economia mondiale si è sviluppata nel secondo dopoguerra grazie alla grande disponibilità dei combustibili fossili senza che si tenesse conto né del vincolo di scarsità, né dell'impatto sull'ambiente che la loro combustione comporta. Oggi ci troviamo costretti a ripensare le scelte di approvvigionamento energetico. Nel volume, un viaggio nel mondo dell'energia e delle tecnologie del consumo per comprendere come sia possibile limitare i costi di famiglie, imprese e pubblica amministrazione, migliorando l'efficienza energetica della nostra economia e senza precludere la crescita economica
L'attuale crisi economica e finanziaria ha generato un dibattito profondo sul tema. Cos'è il mercato? Chi è l'imprenditore? Ciò che lo muove è la ricerca esclusiva del profitto? L'Autore offre un contributo alla riflessione in corso.
La dimensione culturale all'origine dell'attuale crisi economica è il tema centrale del libro. La tesi è che, in Occidente, lo sviluppo è stato segnato da una sproporzione tra crescita materiale e qualità della vita sul piano dei rapporti umani e della socialità. La crisi è considerata la conseguenza di una concezione alienata dell'esistenza e del lavoro, dove il benessere economico è perseguito come compenso per la rinuncia a una completa realizzazione di identità. Questa concezione alienata, inoltre, porta a considerare il mercato e il suo dominio sulla società come se fossero generati da leggi eterne, divine, e non da comportamenti e istituzioni volute dagli uomini. Dopo aver analizzato come Marx abbia tentato, senza riuscirvi, di svelare il 'feticismo delle merci' per uno sviluppo umano in grado di superare l'alienazione religiosa, il libro esamina il processo di formazione della teoria economica neoclassica evidenziandone, oltre al contenuto antropologico e alle carenze interne, il contributo al processo di deregolamentazione dei mercati che ha condotto alla crisi. Infine, con riferimento al dibattito che si è svolto in Italia sui temi della crescita economica tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta e ad alcuni suoi successivi sviluppi, l'autore affronta la questione della distinzione tra bisogni ed esigenze, mostrando su quali basi è possibile costruire una proposta culturale in grado di superare la centralità della dimensione economica
Il mondo, già provato dalla crisi dei subprime, è alle prese con lo spettro di una nuova recessione mondiale se non addirittura con una seconda Grande Depressione dagli sviluppi, anche sociali, imprevedibili. Le crisi di susseguono ormai con regolarità impressionante mettendo a dura prova Stati, unioni economiche e continenti interi. Quali sono le cause di queste crisi? Che cosa frena realmente l'economia? Come eliminare gli ostacoli allo sviluppo? Come riportare l'accento sull'economia reale schiacciata negli ultimi due decenni dall'economia finanziaria? Tante domande, un'unica certezza: la via d'uscita è l'adozione di un'etica della responsabilità che punti con decisione su sussidiarietà, solidarietà e sostenibilità dell'azione di politica economica e dell'agire di imprenditori e delle altre parti sociali.