
Da sempre tutte le organizzazioni, siano esse aziende, enti, associazioni, ordini professionali, sono impegnate in battaglie senza quartiere,con risultati spesso incerti o non esaltanti, per assicurarsi una vantaggio competitivo duraturo, utilizzando la materia prima di ogni business: la Conoscenza, che crea valore intermediando tra chi la produce e chi ne fruisce. Queste attività di sharing knowledge, anche quando basate su tecnologie informatiche, per realizzarsi efficacemente richiedono solidi legami tra Persone e Conoscenza, nella consapevolezza che quest'ultima risiede prevalentemente nelle persone. Ma come sviluppare concretamente tale rapporto ? con quali strumenti ? e con quali vantaggi ? L'idea di fondo di questo volume è quella di puntare sulla realizzazione di Comunità di Pratica, costituite dalle persone interessate a valorizzare concretamente il patrimonio di conoscenze, esperienze e best practice presenti all'interno di queste organizzazioni per rafforzarne con successo le capacità innovative e competitive. Al tempo stesso i partecipanti saranno in grado di individuare le migliori linee di azione nell'affrontare i problemi quotidiani, tramite rapporti di cooperazione fiduciaria e di aiuto reciproco basati sui valori comuni, in un'ottica di apprendimento continuo di nuovi saperi e nuove experties per una crescita professionale integrale.
Una società liberale è una società in cui dominano la supremazia dell'individuo isolato, l'ideologia del progresso e dei diritti dell'uomo, l'ossessione della crescita, lo spazio dominante attribuito ai valori mercantili. Il liberalismo è all'origine della mondializzazione, la quale non è altro che la trasformazione del Pianeta in un immenso mercato, e ispira quello che oggi si chiama "pensiero unico". E come ogni ideologia dominante, è anche l'ideologia della classe dominante. Il liberalismo è una dottrina filosofica, economica e politica e deve essere studiato e giudicato in quanto tale. Il vecchio spartiacque destra-sinistra è a questo riguardo inutile, poiché la sinistra dei costumi - dimenticando le ragioni sociali - ha aderito alle logiche del mercato, mentre la destra del denaro - alimentando il capitalismo - distrugge sistematicamente tutto ciò che andrebbe conservato. Questo libro si propone di andare all'essenziale, al cuore dell'ideologia dell'Homo oeconomicus, criticandone i fondamenti antropologici: l'individualismo e il materialismo pratico.
Il volume affronta il pay-per-click o keyword advertising fin dalle sue origini, svelandone le dinamiche complesse e affermandone la dignità all'interno del marketing mix. Si rivolge ai professionisti del marketing e della comunicazione, agli imprenditori e a tutti coloro che vogliono comprendere uno strumento che ha letteralmente capovolto le regole della pubblicità, facendo di Google la concessionaria più importante al mondo. Il testo contiene su come pianificare, realizzare e monitorare campagne di keyword advertising, guidando i lettori a promuovere prodotti, servizi e brand, e aiutandoli a scoprire i vantaggi legati al controllo totale sul target, sulla spesa, sul rendimento degli annunci pubblicitari e sul ROI. Internet oggi sta rubando tempo alla televisione. Sempre più persone cercano conferme sul web e, in particolare, sui motori di ricerca. La chiave è capire che l'annuncio che appare sui motori di ricerca non rappresenta il messaggio completo, ma costituisce l'inizio dell'esperienza di ricerca, tappa fondamentale nel ciclo di acquisto di qualsiasi prodotto o servizio.
Fin dai tempi di Adam Smith, il pensiero economico ha tessuto le lodi del libero mercato che, quasi fosse governato da una mano invisibile, riuscirebbe a conciliare la ricerca dell'interesse personale con il benessere dell'intera società, trasformando il vantaggio individuale in bene comune.
A questa concezione idilliaca lanciano una sfida radicale due premi Nobel dell'economia, George Akerlof e Robert Shiller, sostenendo che i mercati ci procurano tanti danni quanti benefici, e lungi dall'essere fondamentalmente benigni sono intrinsecamente disseminati di trappole e di esche cui finiamo per abboccare. Perché ogni volta che c'è un profitto da ricavare, i venditori non esiteranno a sfruttare le nostre debolezze psicologiche, la nostra superficialità e la nostra ignoranza per manipolarci e piazzarci la loro merce al prezzo più alto.
È più che legittimo, quindi, applicare all'intero ambito dell'economia quella nozione di «phishing» nata fin dagli albori di Internet per definire il raggiro online, la «pesca degli ingenui» cui carpire informazioni, dati e, in definitiva, denaro. Ma mentre quella compiuta in Rete è un'azione illegale, un reato perseguito per legge, in economia è da sempre una pratica comune e indiscussa: raggirare ed essere raggirati è parte integrante dei rapporti fra gli attori del mercato.
Per dimostrare la loro tesi, Akerlof e Shiller riportano una gran quantità di aneddoti ed episodi che rivelano come il phishing riguardi chiunque e ogni aspetto della nostra vita: spendiamo tutto il nostro denaro e poi ci preoccupiamo di come arrivare a fine mese; siamo, spesso senza saperlo, succubi della pubblicità; paghiamo troppo l'auto, la casa e le carte di credito; compriamo farmaci che si rivelano inefficaci, se non addirittura dannosi.
Nell'esplorare a fondo il ruolo della manipolazione e del raggiro nell'economia odierna e nel raccontare le storie delle persone che hanno cercato di opporsi al loro dilagare, i due autori forniscono un contributo importante alla spiegazione del paradosso per cui in un'epoca come la nostra, in cui la produzione di ricchezza ha raggiunto livelli senza precedenti, tanti continuano a condurre una vita di miseria e di silenziosa disperazione.
George A. Akerlof, economista e professore all'Università di Georgetown, ha vinto il premio Nobel per l'economia nel 2001.
I virus prendono il sopravvento, il clima si riscalda e la Terra si sta rinaturalizzando. Abbiamo a lungo pensato di poter costringere il mondo naturale a adattarsi alla nostra specie e ora siamo costretti a adattarci noi a un mondo naturale imprevedibile. Questo mette in discussione la concezione del mondo a cui siamo da tempo affezionati. E, di fronte al caos che si sta dispiegando intorno a noi, ci ritroviamo senza una valida strategia. Il noto teorico dell'economia e della società Jeremy Rifkin ci invita quindi a un radicale ripensamento della concezione del tempo e dello spazio. Perché, come osserva in questo libro, l'Età del Progresso, un tempo considerata sacrosanta, è ormai al tramonto, mentre una nuova e potente narrazione è in ascesa: l'Età della Resilienza. Durante l'Età del Progresso la regola aurea era l'efficienza, che ci imprigionava nell'incessante sforzo di ottimizzare l'espropriazione, la mercificazione e il consumo dei doni della Terra, con l'obiettivo di accrescere l'opulenza della società umana, ma al prezzo del depauperamento della natura. Nella nuova era, invece, l'efficienza sta cedendo il passo all'adattività portando con sé profondi cambiamenti nell'economia e nella società. La generazione più giovane, a sua volta, si sta riorientando dalla crescita alla prosperità, dal capitale finanziario al capitale ecologico, dalla produttività alla rigeneratività, dal prodotto interno lordo agli indicatori della qualità della vita, dall'iperconsumo all'ecogestione, dalla globalizzazione alla glocalizzazione, dalla geopolitica alla politica della biosfera, dalla sovranità dello Stato-nazione alla governance bioregionale e dalla democrazia rappresentativa alle assemblee di cittadini. In un momento in cui la famiglia umana guarda con angoscia al futuro, Rifkin ci apre una finestra su un nuovo e promettente mondo e su un futuro radicalmente diverso che può offrirci una seconda opportunità di prosperare sulla Terra.
Il volume ricostruisce e analizza in profondità l'evoluzione della finanza decentrata in Italia dal 1970 ad oggi. Una vicenda caratterizzata da una instabilità del sistema che non ha avuto molti eguali nei principali paesi del mondo sviluppato. In riferimento ai tre principali livelli di governo (Regioni, Province e Comuni), sono illustrati evoluzione, caratteristiche strutturali, nodi problematici, cause delle disfunzioni di tale sistema. L'autore non manca infine di avanzare utili indicazioni di policy per una "buona" decentralizzazione fiscale.
Fino al Novecento il progresso economico mondiale era indagato quasi solo dal punto di vista della storia europea e delle sue appendici di successo (Stati Uniti); oggi, di fronte ai fenomeni di globalizzazione, nuove domande vengono rivolte alla storia. Perché non furono l'Asia o il mondo islamico a produrre la rivoluzione industriale? Nel descrivere le strutture portanti dello sviluppo europeo, il volume mostra come le peculiarità della civiltà europea sul piano delle istituzioni sociali ed economiche, e soprattutto su quello dei valori, hanno saputo innescare il progresso in quanto la competizione è stata giocata insieme alla giustizia sociale (diritti) e alla solidarietà (welfare).
La fase "Pico de' Paperis" o della mitica lampadina che accompagna Archimede Pitagorico pare superata. La ricerca dell'idea creativa resta nelle menti di molti. Ma l'attenzione si è spostata dal "trovare" (dal latino invenire) al dare fruibilità all'invenzione. Dalla creatività alla produttività. Processo innovativo che risulta ben più complesso e articolato di quello che era inteso nell'icona romantica dell'inventore solitario, scombinato e geniale. Leonardo si poteva permettere di essere contemporaneamente inventore e innovatore (e non sempre ci riuscì: si pensi ad alcune sue invenzioni divenute innovazione solo qualche secolo dopo come la tuta da palombaro e l'elicottero); la scienza dell'epoca consentiva la "mulidisciplinarietà individuale". Oggi non più. Creatività del pensiero individuale, imprenditorialità, processi di apprendimento, project e knowledge management sono tutte parti del complesso meccanismo organizzativo che genera e realizza l'innovazione.