
"Le cronache di S. Matteo" è il film più misterioso di Pasolini: se ne conoscono due sole inquadrature (la 2050 e la 402). Nondimeno, esso ha svolto un ruolo centrale nel cinema pasoliniano della prima metà degli anni Sessanta: prima conduce il regista sotto processo per vilipendio alla religione dello Stato, poi gli suggerisce una via per uscire dall'angolo, infine pone le fondamenta per un radicale cambio di poetica nella filmografia pasoliniana.
La produzione cinematografica di Pier Paolo Pasolini è percorribile per più vie, che a volte si presentano come impervi sentieri, altre come vere e proprie strade maestre: se non esaustiva, è certamente di grande rilievo quella segnata dall?interesse per la dimensione del sacro, lungo cui si muove il presente volume. Da posizioni spesso provocatorie, Pasolini ha affrontato quello che lui stesso definiva il momento religioso dell?umanità" in due periodi contigui ma distinti della sua opera degli anni Sessanta: il primo lo vede intrecciare significative relazioni con il mondo cattolico, o meglio con la sua ala progressista; il secondo risalire alle radici stesse del sacro in quanto fondamento aconfessionale di ogni espressione religiosa. "