
Perché la Chiesa cattolica italiana è oggi poco profetica? Dove nasce il rifiuto della profezia? Quali gli spazi di discernimento personale e comunitario per distinguere le false profezie dalle vere?
Da Mosè ai nostri giorni, i profeti, non sono mai mancati. E non mancheranno mai. Eppure c’è scarsa accoglienza e, spesso, ostilità e rifiuto nei loro confronti.
Per essere espliciti: perché la Chiesa cattolica italiana è oggi poco profetica? Dove nasce il rifiuto della profezia?
Le dinamica che determina l’oscuramento della profezia è tipica delle istituzioni in crisi. È un grave sintomo del loro disagio non accogliere le voci profetiche, proprio perché queste puntano il dito su zone d’ombra, quali la gestione del potere, la facoltà di scelta dei responsabili, l’amministrazione delle risorse finanziarie. Si tratta di aspetti di vita comunitaria su cui la resistenza al cambiamento delle istituzioni è massima.
Si potrebbe facilmente obiettare che, da sempre, non solo nella Chiesa cattolica, ma in tutte le comunità di fede o nelle istituzioni umane di qualsiasi genere, i profeti hanno incontrato difficoltà. Quindi, nulla di nuovo oggi: profezia e profeti hanno poco spazio in istituzioni, poteri e affari.
Tuttavia questa risposta sta un po’ stretta.
Infatti, l’impegno affidato dal Cristo ai suoi discepoli di testimoniare il Vangelo, sempre, dovunque e a qualsiasi costo, non è rivolto solo ad alcuni di essi ma a tutti. Dunque, la profezia deve essere atteggiamento proprio di tutti i cristiani.
L’approfondimento contenuto in queste pagine lucide ed essenziali rappresenta una coraggiosa analisi dello stallo nel rinnovamento ecclesiale, ossia nella ricerca di un modo più autenticamente evangelico di vivere la missione nel mondo, senza diventare del mondo.
Descrizione dell'opera
«Un itinerario di approfondimento sul potere non si può svolgere pensando che il potere è altro rispetto alla nostra vita, oppure che è solo di altri, con cui non abbiamo niente a che fare. Il potere s’impasta d’umano; dell’umanità esso è proprio e, per questo motivo, impone scelte etiche a ognuno di noi. Volenti o nolenti, sulla scena ci siamo tutti. Il difficile è capire con quale parte e con quali motivazioni» (dall’Introduzione).
Lo studio, frutto di un percorso di ricerca pluriennale su tematiche sociali e politiche, privilegia la linea antropologica e quella etica. Precisa anzitutto alcuni contenuti fondativi del potere dal punto di vista teorico. Passa poi ad analizzare la prassi concreta di quanti detengono un potere nelle varie istituzioni, per concludere con uno sguardo a coloro che affiancano e si relazionano frequentemente ai leader.
Un testo certamente scientifico e allo stesso tempo appassionante, che insegna quanto sia doveroso studiare il potere, formarsi per esercitarlo, verificare continuamente la sua qualità umana ed etica.
Sommario
Introduzione. 1. Il potere in sé. 1.1. I tratti essenziali. 1.2. Le risorse e i mezzi. 1.3. Le fonti. 1.4. Dio origine del potere. 1.5. Il potere divinizzato e le ideologie. 1.6. La religione civile. 1.7. La laicità. 1.8. Il rapporto con il bene. 1.9. Gli aspetti perversi. 1.10. Il volto demoniaco. 1.11. La necessità. 1.12. Il simbolismo. 2. Chi detiene il potere. 2.1. I tratti antropologici. 2.2. L’esemplarità. 2.3. La formazione. 2.4. La competenza. 2.5. La responsabilità. 2.6. Lo spirito di servizio. 2.7. L’autoreferenzialità. 2.8. La sete di potere. 2.9. La brama di profitto. 2.10. La violenza. 2.11. L’autenticità. 2.12. Il discernimento. 2.13. L’umorismo. 3. Chi circonda il potere. 3.1. Il potere condiviso. 3.2. I collaboratori autentici. 3.3. Le corti. 3.4. Gli intellettuali. 3.5. Il sostegno al potere. Conclusioni. Bibliografia. Indici.
Note sull'autore
Rocco D’Ambrosio (Cassano delle Murge - BA, 1963) insegna filosofia politica presso la Facoltà di scienze sociali della Pontificia Università Gregoriana di Roma e la Facoltà teologica pugliese di Bari. È docente invitato di etica politica presso la Scuola superiore dell’amministrazione del Ministero dell’Interno a Roma. Ha pubblicato diversi saggi tra cui: Padre Serafino Germinario e il Partito Popolare in terra di Bari (Bari 1993); Ordine, umanità e politica. Saggio su Eric Voegelin (Bari 1995); La vigna di Nabot. Saggio di etica politica (Bari 2001; Madrid 2005); Istituzioni persone e potere (Soveria M. 2004); Il grembiule e lo scettro. Appunti su Chiesa e politica (Molfetta 2005); Serafino Germinarlo un prete scomodo (Bari 2007). Dirige il periodico di cultura e politica Cercasi un fine, promosso da alcune scuole pugliesi di formazione all’impegno sociale e politico.
Traducido del original italiano (La vigna di Nabot. Saggio di etica politica, Caccuci Editore, Bari 2001) por Pedro Miguel García Fraile.
¿Puede la ética primar en la política? ¿Se puede poner límite a los abusos de poder? ¿Qué papel juegan las opiniones y las pasiones personales en la administración de la polis? ¿Cuáles son los ídolos de los gobernantes? ¿Qué importancia tiene la educación en todo esto? ¿Cómo puede transformarse una institución vendida al mal en otra orientada al bien común? ¿El presente ensayo pretende responder a todos estos interrogantes presentando los contenidos fundamentales de la ética política católica, tal y como ha sido elaborada por el Magisterio Social de la Iglesia.
Rocco D’Ambrosio (Cassano delle Murge, 1963), sacerdote de la diócesis de Bari, es profesor de Ética Política en la Facul-tad de Ciencias Sociales en la Pontificia Univ. Gregoriana de Roma y en el Instituto Teológico Pugliese de Molfetta. Ha publicado diversos ensayos de filosofía política y colabora con distintos organismos eclesiales, en tareas de formación social, política y laboral.
Il grembiule e lo scettro sono due simboli di realtà complesse: la Chiesa e la politica. Il primo relativo al servizio che la comunità cristiana presta in nome di Gesù. E poi lo scettro. Il simbolo del potere conferito a coloro che hanno la responsabilità di provvedere, in varie forme e tempi, al bene comune, alla giustizia e alla pace della società. Il terreno dove si incontrano chi serve con il grembiule e chi legittimamente comanda con lo scettro è il mondo. Annunciare e testimoniare il vangelo in politica è arduo. Partendo dalle sfide concretamente poste dalla cronaca, queste pagine provano a ridisegnare il modo di "essere nel mondo" dei laici maturi che, proprio perché incarnati nella libertà dello spirito conciliare, restano immuni da nostalgie integralistiche.
Vivere nelle istituzioni è impegnativo quanto comprenderle. Alcune volte le istituzioni ci appaiono come realtà che riusciamo a capire senza molte difficoltà, altre volte come dei meccanismi complicati ed oscuri. Trattando ogni giorno con istituzioni piccole e grandi, in alcuni casi, sperimentiamo di essere inseriti in realtà dove la dignità di ognuno è rispettata, in altri, invece, ci sentiamo pezzi di un ingranaggio freddo e disumano. Conservando l'ottica antropologica ed etica, il saggio affronta il rapporto tra persona e istituzione chiarendo i sei concetti fondamentali di ordine, giustizia, coerenza, fiducia, identità, sicurezza, la loro incidenza sulla vita personale come su quella istituzionale.