Il peccato veniale, i sette vizi capitali, il demonio. In questo secondo volume S. Tommaso d'Aquino tratta del peccato veniale, dei vizi capitali, uno per uno. Nell'ultima questione (la 16) l'Aquinate espone la sua dottrina su un argomento di fondamentale importanza per la teologia: il demonio.Il volume e corredato da un 'Indice delle cose principali' che sono trattate nei due volumi dedicati al De Malo.
La potenza di Dio, la generazione del Verbo, la creazione e la conservazione delle cose nell'essere da parte di Dio. La potenza di Dio nelle sue varie espressioni: la potenza diDio in assoluto, della generazione del Verbo, della creazione, della creazione della materia informe e della conservazione delle cose nell'essere da parte di Dio. Tematiche, come si vede, di grande complessita che permettono al grande filosofo e teologo domenicano di manifestare a pieno le sue straordinarie capacita di indagine metafisica.
I miracoli, la semplicita dell'essenza divina, cio che e detto di Dio fin dall'eternita, le persone divine, le processioni delle persone divine. Le Questioni Disputate si sono formate lentamente, durante 16 anni di magistero, vissuti da Tommaso d'Aquino in piena collaborazione con la vita delle nascenti universita (Parigi in primo luogo). Il presente volume, come il precedente, tratta della potenza di Dio, sviluppando anche temi trinitari. I volumi VIII e IX delle Questioni, insieme formano il trattato De Potentia che e decisivo per la comprensione del pensiero metafisico di Tommaso e che si caratterizza teologicamente per la novita, la solidita e la genialita della dottrina. Le questioni discusse in questo volume riguardano i miracoli, la semplicita dell'essenza divina, le relazioni divine, le persone divine e la processione delle divine persone.
Nelle Quaestiones Quodlibetales S. Tommaso risponde da vero maestro alle domande di attualita del suo tempo. Da questo si scopre che l'attualita teologica medievale e, in fondo, l'attualita di sempre. Fra gli scritti dell'Aquinate le Questioni De quodlibet" rivestono un'importanza particolare proprio a motivo della loro natura. Infatti la loro caratteristica sta nel fatto che mentre nelle normali questioni disputate era il Maestro a fissare in anticipo l'argomento da discutere, nelle questioni "De quodlibet" ( su vari argomenti) il Maestro si metteva a disposizione di chiunque per rispondere ai piu vari quesiti su qualsiasi argomento venisse sollevato. Vediamo cosi un S. Tommaso a immediato contatto con i problemi del suo tempo, immerso nel contesto storico in cui viveva e che ovviamente lo condizionava. "
Nelle Quaestiones Quodlibetales S. Tommaso risponde da vero maestro alle domande di attualita del suo tempo. Da questo si scopre che l'attualita teologica medievale e, in fondo, l'attualita di sempre. Fra gli scritti dell'Aquinate le Questioni De quodlibet" rivestono un'importanza particolare proprio a motivo della loro natura. Infatti la loro caratteristica sta nel fatto che mentre nelle normali questioni disputate era il Maestro a fissare in anticipo l'argomento da discutere, nelle questioni "De quodlibet" (su vari argomenti) il Maestro si metteva a disposizione di chiunque per rispondere ai piu vari quesiti suqualsiasi argomento venisse sollevato. Vediamo cosi un S. Tommaso a immediato contatto con i problemi del suo tempo, immerso nel contesto storico in cui viveva e che ovviamente lo condizionava. In questo II tomo: Quodlibet 1-6 e 12. "
Il male in generale, il peccato, le cause del peccato, il peccato originale, la pena dovuta al peccato originale, il libero arbitrio. Il volume comprende la traduzione, condotta sul testo critico della commissione leonina, della questione disputata de malo. La questione del male impegna seriamente l'intelligenza umana e la obbliga a sottili indagini metafisiche. Su questo terreno s. Tommaso e`imbattibile, e anche sul problema del male egli ha elaborato la dottrina piu`profonda del pensiero filosofico-teologico del med
Quarto volume della raccolta delle lezioni universitarie di S. Tommaso. L'anima umana e le creature spirituali. Testo latino con traduzione italiana a fronte. Il volume comprende la traduzione, condotta sul testo critico approntato dalla commissione leonina, delle questioni disputate de anima e de spiritualibus creaturis e il testo latino a fronte. La questione disputata de anima si divide in 21 articoli e tratta dell'esiste nza e della natura dell'anima umana, delle sue facolta e della sua essenza; se l'anima s ia una sostanza, quali siano i suoi legami ontologici con il corpo, se possa esistere separata dal corpo, e se sia immortale. Tratta anche di una questione molto dibattuta dai filosofi medievali arabi e latini, se cioh l'intelletto (agente e possibile) sia unico e separato per tutti gli uomini: un problema che verra poi sostanzialmente ripreso dalla filosofia moderna (da cartesio in poi) con la tematica del soggetto trascendentale. Il de spiritualibus creaturis, diviso in 11 articoli, h, invece, incentrato sull analisi della possibilita dell esistenza delle sostanze spirituali (gli angeli e le anime dei trapassati), e sulla loro natura: viene ripreso il problema dell intelletto (agente e possibile) unico e separato.
Quinto volume della raccolta delle lezioni universitarie di San Tommaso. Questioni disputate sulle virtu e sull'unione del Verbo Incarnato. Il volume comprende la traduzione italiana, con il testo a fronte in latino, delle questioni disputate de virtutibus in communi (le virtu`in generale), de caritate (la carita), de correctione fraterna (la correzione fraterna), de spe (la speranza), de virtutibus cardinalibus (le virtu`cardinali) e de unione verbi incarnati (l'u nione del verbo incarnato). La prima parte di questo volume, che si inserisce nel progetto della traduzione di tutte le questioni disputate di s. Tommaso, e`dedicata alla trattazione delle virty. In primo luogo s. Tommaso tratta della virty in genere: la definizione, il soggetto, la natura e l'orig ine; in seguito analizza nel dettaglio alcune fra le piu`importanti virtu`della vita cristiana, come la carita (la forma di tutte le virty) e la speranza; poi indaga sulla natura, le relazioni e le funzioni delle virtu`cardinali. Il volume comprende anche la questione de unione verbi incarnati, che verte sull unione della natura umana e di quella divina nella persona di cristo
(qq. 21-29 e indice analitico): il bene, la tendenza al bene, la volonta di Dio, il libero arbitrio, la sensualita, le passioni dell'anima, la grazia, la giustificazione dell'empio, la grazia di Cristo.
Primo volume della raccolta delle lezioni universitarie di S. Tommaso (qq. 1-9): La verita
Le Questioni Disputate sono il frutto delle lezioni universitarie di san Tommaso, costruite con il metodo delle obiezioni o delle osservazioni pro e contra. Con esse gli studenti sollevavano la oggettiva difficoltà di un tema. A questi rispondeva un assistente citando una fonte autorevole. Quindi il Maestro chiudeva la questione con sentenza, determinando la soluzione e alla luce di essa scioglieva le obiezioni prima sollevate. Sono l’esempio più brillante dell’arte di insegnare.
A giudizio del grande medievista Martin Grabmann, le Quaestiones disputatae «sono, dal punto di vista scientifico, l’opera più profonda e fondamentale che san Tommaso abbia scritto». In effetti si tratta di un modo molto ricco e critico di dettagliare una tematica profonda. La stessa vivacità dell’azione disputatoria, di per se stessa tesa più alla ripulitura delle idee in gioco che non alla distruzione dell’avversario, rappresenta un vero esercizio di filosofia e di teologia. Di fatto, poi, storicamente sappiamo che queste dispute erano veramente dei campi di battaglia. E allora avevano più il sapore del dibattito che non della disputa: dibattere vuol dire calpestarsi con violenza, mentre disputare vuol dire pulire con intensità.
Il sillogizzare dialetticamente pone le basi per una metodologia speculativa che sappia efficacemente integrare diverse posizioni. E la quaestio è effettivamente il modo più appropriato per entrare nel cuore delle diverse posizioni filosofiche e teologiche, così da saper esaminare ogni cosa e tenere ciò che è buono, come recita il celebre invito paolino (1 Tess 5,21). Nella quaestio disputata, san Tommaso dà prova della sua abilità dialettica, così come nella Summa dà prova della sua grande sistematicità.
L’abilità dialettica è anzitutto nel confronto, perché la verità si decanta con rigore dal cimento delle diverse opinioni: «Ad sciendum veritatem multum valet videre rationes contrariarum opinionum (In I De caelo et mundo l. 22), per conoscere la verità è assai importante considerare le ragioni delle opinioni contrastanti. La verità teoretica, infatti, esige uno statuto di incontrovertibilità, cioè di esclusione di una alternativa plausibile: «De ratione scientiae est quod id quod scitur existimetur esse impossibile aliter se habere» (S. Th. II-II, 1, 5, ad 4), appartiene alla natura della scienza il ritenere che ciò che si sa non possa essere altrimenti da come è. Il che implica, almeno tendenzialmente, la negazione della propria negazione: «Nullo enim modo melius quam contradicentibus resistendo aperitur veritas et falsitas confutatur» (De perfectione vitae spiritualis c. 26).
Ma san Tommaso riconosce anche un aspetto più positivo nel confronto con posizioni dottrinali dialetticamente contrastanti: «Nulla falsa doctrina est quae vera falsis non admisceat», (S. Th. I-II, 102, 5, ad 4), non si dà una dottrina falsa che non mescoli il vero col falso.
Questa apertura per così dire dialogica della mentalità realista non è però fine a se stessa; il termine di riferimento ultimo del dialogo rimane sempre la verità: «Non enim pertinet ad perfectionem intellectus mei quid tu velis vel quid tu intelligas cognoscere, sed solum quid rei veritas habeat» (S. Th., I, 107, 2), non ha alcuna rilevanza per la perfezione del mio intelletto sapere che cosa tu vuoi o che cosa intendi, ma solo quale sia la reale verità.
E questo è dovuto alla particolare fisionomia del sapere filosofico che accompagna sempre il modo di procedere di san Tommaso: «Studium philosophiae non est ad hoc quod sciatur quid homines senserint, sed qualiter se habeat veritas rerum» (In I De caelo et mundo l. 22), lo studio della filosofia non è fatto per sapere quale sia stata l’opinione degli uomini, quanto piuttosto per sapere quale sia la verità delle cose; ciò che si ha di mira è sempre la verità delle cose e non le opinioni al riguardo, o l’autorevolezza umana di chi la propone.
Nell’immagine: Miniatura del XIII, tratta dal Codice Corale n. 26, Biblioteca del Convento Patriarcale di Bologna. Riproduce san Tommaso mentre insegna dalla cattedra.