
Il volume approfondisce gli argomenti relativi a: principi nutritivi, apparato digerente e metabolismo, alimenti e loro funzioni nell'ambito dietetico, la dietologia specifica, l'igiene, la cottura e la conservazione degli alimenti. In appendice si riportano utili tabelle relative alla composizione chimica e al valore energetico degli alimenti, pesi dosi e misure, variazioni di peso degli alimenti con la cottura. Il testo prevede una trattazione di base essenziale, numerosi approfondimenti, un apparato iconografico ricco e interamente a colori, numerose schematizzazioni con immagini e disegni dei concetti fondamentali. Il linguaggio impiegato, volutamente semplice, si arricchisce di un glossario a fianco del testo che richiama i termini meno consueti.
Cucinare, preparare, realizzare dei piatti era, nel Medioevo, una pratica alquanto elaborata e studiata: i veri protagonisti erano i cuochi, autentici artisti, instancabili ricercatori dell'estetica e del gusto a tavola. Studiarli mentre sono all'opera in cucina significa andare oltre una mera attività di cottura o preparazione dei piatti, ma comprendere gli aspetti economici, sociali e culturali che hanno caratterizzato il Medioevo. Da qui nasce "La cucina di Chaucer", volume che si compone di quattro parti: due saggi sudll cucina medievale, che, pur essendo assolutamente lontana dalla nostra nei gusti e nei sapori, non smette di affascinarci; il corpus centrale che riproduce un prezioso ricettario inglese (con traduzione) del 1300; e infine un glossario di termini propri dell'inglese medievale. Con un saggio di Tonino Ceravolo.
Le raccomandazioni del Metodo Montignac, da tempo avvalorate anche da molti professionisti della nutrizione, sono oggi confermate anche da inconfutabili studi scientifici europei e americani. Ora, finalmente, molti sanno che per dimagrire, non è necessario mangiare meno, ma semplicemente mangiare meglio, ritoccando le proprie abitudini alimentari e abbandonando falsi miti come, ad esempio, quello delle diete ipocaloriche. Alla luce dell'esperienza accumulata, grazie ai contributi di medici che hanno valutato gli effetti del Metodo sui loro pazienti e alle numerosissime testimonianze delle persone che lo hanno sperimentato direttamente, Michel Montignac propone, in questa nuova edizione, 200 ricette, dagli antipasti ai dolci, adatte per la Fase I del Metodo, della perdita di peso e, per la Fase II, quella di mantenimento dell'equilibrio ponderale raggiunto. Una corretta scelta degli alimenti, in funzione del loro specifico indice glicemico, costituisce la base principale del Metodo Montignac. La scelta delle ricette presentate in questo libro riflette, infatti, i semplici principi che sottendono il rivoluzionario Metodo Montignac: scelta dei glucidi ad indice glicemico basso o molto basso, preferenza per le ricette a base di grassi monoinsaturi o che presentano un equilibrio di grassi "buoni" e "cattivi", esclusione degli alimenti raffinati come la farina bianca, gli zuccheri, le patate, il mais ecc. che sono caratterizzati da un indice glicemico molto elevato.
Un modello alimentare cristiano non esiste. Secondo la tradizione apostolica non importa cosa si mangia, ma come si mangia: l'attenzione è tutta sul gesto alimentare, dai rituali del convivio al valore della frugalità. Gli uomini, però, hanno bisogno di regole, e la libertà sottesa al messaggio apostolico disorienta. Anche per questo la storia del cristianesimo elabora nei secoli una serie infinita di modelli alimentari, ogni volta diversi e adattabili alle più disparate circostanze, nel tentativo di ridare al cibo un valore "oggettivo" e di recuperare l'idea antropologicamente inossidabile secondo cui l'uomo è ciò che mangia. La storia del cristianesimo è un patrimonio straordinario di consuetudini e di contagi culturali che rimandano alla tradizione ebraica, alla filosofia greca, alla scienza dietetica: dal ruolo del pane e del vino nell'eucarestia alla condanna della "gola", dal mito del Paradiso terrestre al valore di redenzione del digiuno, dalle pratiche alimentari monastiche alle regole dell'astinenza quaresimale. Con grande efficacia evocativa, l'autore ripercorre queste storie cogliendo nel profondo la forza di precetti, proibizioni, parossismi e idiosincrasie che investono anche la politica e gli ordinamenti sociali. Con un occhio al presente: perché molto di quello che qui si racconta ha resistito nei secoli fino a noi.
Una 'cucina italiana' intesa come modello unitario, codificato in regole precise, non è mai esistita e non esiste tuttora. Se però la pensiamo come 'rete' di saperi e di pratiche, come reciproca conoscenza di prodotti e ricette provenienti da città e regioni diverse, è evidente che uno stile culinario 'italiano' esiste fin dal Medioevo.
Le identità non sono inscritte nei geni di un popolo ma si costruiscono storicamente, nella dinamica quotidiana del colloquio fra uomini, esperienze, culture diverse. L'italianità della pasta, o del pomodoro, o del peperoncino è fuori discussione. Ma è anche fuori discussione che la pasta, il pomodoro, il peperoncino appartengano in origine a culture diverse. È esattamente questo il genere di identità che dobbiamo cercare nella storia alimentare e gastronomica di un'Italia che si modella come spazio di valori comuni, di saperi e di sapori condivisi.
Il ‘mito delle origini’ è quello che ci fa pensare che esista un punto magico della nostra storia in cui tutto prende forma, tutto comincia e tutto si spiega; il punto in cui si cela l’intimo segreto della nostra identità. Questo libro dimostra che sul piano storico un tale paradigma non funziona. E lo fa a partire da un piatto fumante di spaghetti al pomodoro. Ma perché il paradigma non funziona? Per due buoni motivi. Il primo è che le ‘origini’ di per sé non spiegano nulla. È celebre la metafora di Marc Bloch: all’origine di ogni quercia c’è una ghianda, ma non tutte le ghiande diventano querce, e ciò che veramente interessa lo storico è capire quali ‘condizioni ambientali’ (economiche, sociali, tecnologiche, politiche, culturali) hanno reso possibile quello sviluppo, consentendo alla ghianda di mettere radici. Il secondo motivo è che ricercare le ‘origini’ di ciò che siamo (ovvero la nostra identità) non ci porta quasi mai a ritrovare noi stessi (ciò che eravamo) bensì una complessità di situazioni storiche – altre culture, altri popoli, altre tradizioni – il cui incontro e la cui mescolanza ha prodotto ciò che siamo diventati. Con il risultato che nella ricerca delle radici, non troviamo solo noi stessi ma anche e soprattutto gli altri, che vivono in noi e danno corpo alla nostra identità. Basta un piatto di spaghetti al pomodoro, il nostro piatto identitario per eccellenza, per scoprirlo: le sue origini ci riconducono in queste pagine a tempi lontani (dall’età antica e medioevale sino all’epoca moderna e contemporanea), in luoghi distanti (dall’Asia all’America, dall’Africa all’Europa) e alla scoperta di abitudini alimentari, modalità e tecniche produttive diversissime da quelle che conosciamo e pratichiamo oggi.
L'antica tradizione di fare il pane in casa con la pasta madre si è trasformata in una vera tendenza: sono sempre di più gli appassionati di questo impasto naturale, che è in grado di conferire al pane un sapore straordinario. Questo libro svela tutti i segreti per usare la pasta madre con risultati eccellenti e senza difficoltà. Una guida completa per chiarire ogni dubbio e prendersi cura del lievito madre: dalla nascita ai rinfreschi, dalla conservazione alle tecniche per riportarlo in condizioni ottimali in caso di errori o dimenticanze.
Farina, lievito e forno: tre semplici elementi per creare tante delizie dolci e salate. Cento ricette tutte da gustare, scelte per voi da un'esperta maestra di cucina: dal pane di mais al pandolce, dal plum cake rustico alle treccine alle mandorle, dalla pizza bianca alle girelle alla nocciola. Tante idee perfette per ogni occasione: per una festa, per un aperitivo con gli amici, per un pranzo in famiglia o anche, semplicemente, per regalarsi una coccola.
Golosi, intramontabili biscotti, dolci ma anche salati. Cento ricette tutte da gustare, scelte per voi da un'esperta maestra di cucina: dalle madeleine al cacao e arancia ai cookies alla banana, dai frollini al caffè agli shortbread alla frutta secca, per finire con delizie salate come i dischetti allo speck o i salatini alla pizzaiola. Tante idee perfette per ogni occasione: per una festa, per un tè, per un aperitivo con gli amici, per un compleanno o anche, semplicemente, per regalarsi una coccola.
Più di 100 ricette dolci per riscoprire sapori dimenticati, per assaporare un ricordo, per rivivere un'emozione. Un viaggio nell'Italia di una volta, nei saperi tramandati di generazione in generazione, nel profumo dei giorni di festa. Nelle tre sezioni del libro, dedicate alle torte da credenza, a dolcetti e biscotti, a creme e budini, potrete trovare il pandolce ai fichi, il dolce di castagne, la torta di pane nero, i biscotti al latte, le pastarelle, i susamelli, il biancomangiare, il budino al cioccolato nelle sue numerose varianti e tante altre ricette di un tempo, rustiche ma buone, preparate con ingredienti semplici e genuini.
Rita Monastero presenta una raccolta di zuppe e primi asciutti, secondi di carne o pesce, e verdure in tre grandi classificazioni per genere e non per regione. 100 ricette, tutte fotografate da Giulio di Mauro, ciascuna preceduta da un cappello che la racconta e ogni sezione da una introduzione: dai tajarilli abruzzesi alla sbira di genova, dai cecamariti pugliesi ai garagolli romagnoli, dal risotto con lo sclopitt alla calandraca, una rielaborazione del bollito con tante verdure e patate... Un viaggio tra i sapori antichi che in pochi ricordano, tesori della tradizione da riscoprire per recuperare il valore della genuinità. Per rendere attuali piatti come la zuppa santé, un insieme di molteplici elementi, di connotazione ottocentesca, diffusa un po' in tutto il meridione d'Italia e di cui troviamo diverse interpretazioni, tutte di carattere familiare, come quella che si compone di minuscole polpettine di carne, scarola cotta nel brodo, crostini di pane fritto, mozzarella filante, riso lesso. Il tutto servito in brodo.