
Un innovatore e senza dubbi uno dei creatori di un teatro moderno, realista che ebbe sui contemporanei un effetto clamoroso, suscitando entusiasmi e polemiche. Inventore di personaggi immortali, ispirati all'osservazione del mondo reale, non gli eroi della tragedia ma nemmeno le maschere delle farse, figure che conservano nel tempo la loro modernità. Questo libro non si presenta come un "tutto Molière" da conservare in biblioteca, ma propone invece al lettore quello che è opportuno e divertente conoscere tra quanto Molière ha scritto e portato sulle scene.
Un'opera d'arte è veramente grande quando riesce a superare le barriere del tempo e a diventare patrimonio di molti. Questo è stato il destino di Shakespeare e del suo teatro. Lettori di ogni epoca hanno sognato, sospirato, pianto e riso leggendo le sue storie d'amore e odio, ambizione e orgoglio, invidia e tradimento, ingiustizia e riscatto. Questo libro è un'antologia di alcune delle sue pagine più belle, per imparare ad amarlo e magari farsi venire la voglia di conoscerlo più a fondo.
Scritto nel 1897, Zio Vania è uno dei capolavori assoluti del teatro cechoviano. Nei quattro atti si intrecciano le monotone conversazioni e le banalissime vicende di un gruppetto di personaggi. La ricostruzione minuziosa di atmosfere sospese e vagamente inquietanti, l'indifferenza abulica dei personaggi intorno agli eventi, l'indefinito senso di attesa di una catastrofe incombente rendono questo testo una geniale anticipazione della drammaturgia novecentesca.
"Diceva Marcel Duchamp che è impossibile, forse addirittura blasfemo, commentare un'opera d'arte. Solo gli occhi e un determinato atteggiamento mentale possono collocarci in giusta disposizione davanti a una tela, una scultura, un'incisione. La parola è non solo arbitraria ma insolente e ridicola, e rischia sempre di sovrapporsi a quanto la tela o la scultura dicono. La parola può tradire. Inoltre: chi siamo noi, uomini d'oggi? E con quali metri possiamo misurare il frutto d'un'arte antica? Tre secoli esatti ci dividono da Rembrandt, una distanza infinita. Noi abbiamo perduto la nostra misura, mentre un europeo del Seicento era davvero il signore dell'universo. Rembrandt e noi: corre una differenza come tra la sua Lezione d'anatomia del 1632 e il documentario cinematografico d'una operazione sul cuore. Che è già un altro cuore. Il Seicento fu certamente l'ultimo dei secoli d'oro. Subito dopo, corroso e svanito l'oro, dovettero inventare i Lumi. Il Seicento è il grande teatro, è la sicurezza di un continente battagliero e soddisfatto, l'Europa." (dalla presentazione di Giovanni Arpino)
"Addio eroi plutarchiani, eroi di Corneille, eroi da melodramma, tesi verso l'azione come verso l'unica verità, attratti dal rischio in cui si deciderà il loro riscatto o la loro eterna vergogna. Tale problema morale non sfiora nemmeno Pirandello, perché il problema non è nella scelta, nel dover essere, nella volontà ma nell'autenticità stessa dell'azione: che cosa è, cosa rappresenta in rapporto a noi che la facciamo, alla più profonda intimità e verità del nostro essere." Così, in un passo del celebre saggio che introduce questa edizione, Giovanni Macchia delinea l'essenza del teatro pirandelliano, "teatro-inquisizione", "stanza della nevrosi", luogo della "tortura dell'eterno divenire". Un'ampia e significativa scelta di ironici, provocatori, ispidi capolavori, da "Sei personaggi in cerca d'autore" a "I giganti della montagna", da "Ciascuno a suo modo" a "Questa sera si recita a soggetto", da "Così è (se vi pare)" a Enrico IV", conduce il lettore nell'enigmatico mondo delle i commedie dello scrittore siciliano.
Attraverso i dipinti, i disegni e le fotografie questo volume racconta la storia della lettura femminile dal Medioevo al XXI secolo. Il tema della lettrice ha affascinato gli artisti di tutte le epoche. Sono stati tuttavia necessari molti secoli perché alle donne venisse permesso di leggere ciò che volevano. Prima potevano ricamare, pregare, allevare bambini e cucinare. Ma nel momento in cui esse colgono nella lettura la possibilità di sostituire l'angusto mondo della loro casa con il mondo sconfinato del pensiero, della fantasia e del sapere, diventano una minaccia. Le donne che leggono sono pericolose perché in questo modo si sono appropriate (e forse lo fanno ancora oggi) di conoscenze ed esperienze originariamente non destinate a loro. Queste immagini di donne che leggono sono piene di bellezza, grazia ed espressività.
A Urbino nella Galleria nazionale c'è un dipinto misterioso, la "Flagellazione" di Piero della Francesca, di cui s'ignora la committenza, la data precisa, il significato. A partire da questo enigma Silvia Ronchey ha scritto una vera e propria detective story, piena di colpi di scena. Protagonisti? Papi, cardinali, agenti segreti, torbidi signori rinascimentali, spie russe, grandi pittori e, come un ragno al centro della tela, il genio politico dell'ultimo grande bizantino, Bessarione. La teoria suggestiva che emerge da queste pagine rimanda a un evento che, come un 11 settembre immensamente più devastante, ha sancito lo scontro di civiltà tra Cristianesimo e Islam: la caduta di Costantinopoli in mano ai turchi nel 1453.
Dalle Oranti alla Maddalena, dall'ascesi di Maria Vergine alle parabole dei Vangeli Apocrifi, Dario Fo accompagna il lettore attraverso la rappresentazione e il "progressivo occultamento" della donna nei testi sacri, nel tentativo di risalire alle origini della presunta misoginia della Chiesa. Attraverso lo studio delle opere d'arte e dell'iconografia cristiana e la rielaborazione di molte immagini pittoriche, egli trae alcune delle riflessioni che lo porteranno a identificare una sorta di involuzione nello sviluppo della figura femminile nella storia.
"Amleto" è l'opera che, più di ogni altra, inaugura la cultura moderna; anzi, per molti versi ne costituisce il mito fondante. Come personaggio "mitico", Amleto dà vita a un soggetto scisso, dilaniato, smarrito. Amleto è scisso, sul piano ideologico, fra fede umanista e scetticismo conoscitivo, fra segno e simulacro, fra cultura cattolica e riformismo protestante. È dilaniato, sul piano psicologico, dalla contesa fra nome del padre e richiamo affettivo della madre, fra passato aureo e presente decadente, fra eros e rifiuto del corpo, fra ragione e follia, fra follia recitata e follia sperimentata. Il titolo viene ripubblicato in una nuova veste editoriale, con la copertina che per l'occasione è stata realizzata da Giuseppe Palumbo.
Un appassionato tributo alla natura in una stagione che, per varietà e ricchezza dei colori, rivaleggia con la primavera. Dal Giappone agli Stati Uniti, dal Canada all'Europa, Jean Mulatier ci accompagna in un viaggio alla scoperta dell'oro dei boschi giapponesi, delle infuocate foreste canadesi, dei gialli e degli aranci delle querce e delle infinite striature e sfumature di ogni singola foglia. Accompagnate da citazioni sull'autunno.tratte dai più grandi autori di tutto il mondo, le immagini di questo volume superano le divisioni geografiche e culturali per celebrare la stagione dai colori più vivaci e affascinanti.
Sarebbe facile immaginare una messa in scena di "Spettri" con i protagonisti in chitone, maschera e calzari. Come nei grandi miti della tragedia greca, qui si mescolano incesto, follia, verità terribili dopo anni di menzogna. L'ambientazione però è quella di un'allucinata campagna norvegese, resa grigia e stagnante, come l'animo dei personaggi, da una pioggia battente. Un luogo in cui il sole e il calore arrivano inutilmente e sempre troppo tardi. Quello di Ibsen è un realismo che svela l'ipocrisia della morale borghese, fondata sul perbenismo e sulla religiosità di facciata. E questa storia è una denuncia coraggiosa che, come raccontano Roberto Alonge e Franco Perrelli nell'introduzione, fece bandire la "pièce" per molti anni dai palcoscenici norvegesi.
Maestro incontrastato e leggendario del cinema, Orson Welles manifesta già dall'infanzia il suo talento artistico. Settant'anni fa, nel 1938, il suo adattamento radiofonico della "Guerra dei Mondi" di H.G. Wells suscitò il panico in America, dove gran parte della popolazione credette di essere sotto l'attacco dei marziani, e diede inizio alla sua carriera. In questo saggio l'autore ripercorre, nel testo e nelle immagini in bianco e nero, la vita e i film del regista, la sua ribellione al sistema degli studios, il suo soggiorno in Europa.

