
Con numerosi riferimenti ai testi letterari, questo dizionario illustra episodi e personaggi ricorrenti nell'arte occidentale di ispirazione classica o cristiana, dal Medioevo fino al Settecento. Nel libro si dispiega il complesso dei topoi del patrimonio iconologico occidentale, siano essi temi narrativi oppure figure storiche e allegoriche caratterizzate da precisi attributi che ne contrassegnano l'identità. Il volume, pubblicato in prima edizione nel 1983, è qui proposto in ottava edizione.
In questo testo Betty Edwards offre una proposta stimolante, poiché è convinta che tutti siano dotati di creatività e che esistano semplici tecniche basilari che possiamo usare per accrescere la nostra stessa espressione artistica e liberare il nostro vero potenziale creativo, indipendentemente dal fatto che il risultato finale sia un'opera d'arte o un'idea originale, un intuito personale o la soluzione creativa a un problema d'affari. Basando il proprio studio sulle più recenti ricerche attorno alla duplice funzione del cervello, l'autrice ci conduce in un'affascinante esplorazione della natura del processo creativo in sé, il quale nasce dalla combinazione del procedimento percettivo-visivo dell'emisfero destro.
"La via dell'artista" incomincia dall'idea che l'espressione artistica non sia qualcosa di artificiale o d'innato, bensì la naturale direzione della vita di ognuno. Una direzione che va scoperta al di là delle paure, seguita amorevolmente, abbracciata con tutti noi stessi. Non c'è bisogno di lunghi tirocini nè di sofferenze inaudite per "creare": basta capire come mettersi in ascolto di se stessi. Nel percorso tracciato da Julia Cameron è possibile imparare come diventare artisti, superando quei blocchi psicologici e pratici. Il percorso si articola in dodici settimane iniziando con alcuni esercizi semplicissimi, che daranno risultati sorprendenti indipendentemente dalla propria abilità.
Tutti possono imparare a disegnare, purché imparino a far emergere la capacità di "vedere artisticamente", ossia di percepire la realtà non secondo gli schemi precostituiti della mente razionale che è gestita dall'emisfero sinistro del cervello, bensì attraverso lo sviluppo delle categorie intuitive e della creatività, cui presiede l'emisfero destro. La Edwards propone una serie di esercizi e strategie per "ingannare" l'emisfero sinistro, tendenzialmente dominante, e permettere a quello destro di "dirigere le operazioni". Ricco di immagini esplicative e di suggerimenti pratici, il manuale insegna come riuscire a esprimere se stessi disegnando.
La raccolta, proveniente dalle collezioni reali spagnole, si formò in gran parte tra la fine del '500 e del '700 grazie alle acquisizioni degli Asburgo e alle realizzazioni dei Reali Laboratori di Pietre Dure di Napoli e Madrid. Tavoli di marmo intarsiati di pietre, vasi di ebano e porfido, stipi, scrittoi, tessuti, lastre di alabastro, ori, ametiste e lapislazzuli testimoniano il fulgore di un'arte di corte di altissimo livello, espressione dell'intenso rapporto che legò la penisola iberica a quella italiana attraverso artigiani eccellenti e un mecenatismo illuminato. Il volume si avvale di un'ampia introduzione, con documenti inediti, e di schede che accompagnano le riproduzioni a colori delle opere.
Daniele Baroni e Maurizio Vitta tracciano la storia della comunicazione grafica dai tempi dell'affiche dei post-impressionisti fino alla più recente rivoluzione digitale. Una storia che attraversa le conquiste del progresso tecnico, la diffusione dell'immagine fotografica, la pubblicazione dei più importanti periodici nell'arco del XX secolo, la grafica istituzionale, quella aziendale o di pubblica utilità.
Con questo libro, apparso nel 1923 (e pubblicato la prima volta in Italia da Longanesi nel 1973), Le Corbusier avviò il suo irruente dialogo con il pubblico e gli architetti destinato a svilupparsi nei successivi quarant'anni in innumerevoli pubblicazioni e in opere costruite e progettate tra le più importanti dell'architettura moderna. Oltre a essere il primo testo della collezione dell'"Esprit Nouveau", il libro, che enuncia i fondamenti di una teoria architettonica di straordinaria modernità e singolare forza innovativa, costituisce uno dei maggiori documenti della cultura parigina ed europea di quegli anni.
Dal "Compianto sul Cristo morto" di Giotto al "Tondo Doni" di Michelangelo, dalla "Vocazione di san Matteo" di Caravaggio alla "Danza" di Matisse, dallo "Sposalizio della Vergine" di Perugino alle "Muse inquietanti" di De Chirico, Federico Zeri spiega, con tono affabile e diretto, l'origine, il significato e l'influenza di quasi cinquanta capolavori della storia dell'arte dal Trecento al Novecento. Sono, in un certo senso, "ritratti" di un quadro e dell'artista che lo dipinse.
A disposizione del grande pubblico il metodo di Betty Edwards, sperimentato nei suoi laboratori sull'uso del colore, per apprendere come mescolare e combinare efficacemente le tinte nel dipingere: una serie di esercizi di vari livelli, dai più semplici ai più complessi, permettono di imparare a conoscere il linguaggio del colore; conoscere con precisione tinte, valore e intensità del colore; creare combinazioni armoniche tra i colori; percepire come la luce influenza il colore e i colori si influenzano a vicenda; calibrare il colore nel dipingere una natura morta; comprendere la funzione delle implicazioni psicologiche dei colori nell'espressione artistica.
Quando, nel 1964, fu pubblicata la prima edizione di questo libro, erano già apparse opere sull’arredamento corredate da ampia documentazione fotografica e da notizie sullo sfondo storico e sociale dei vari stili di decorazione interna. Nessuna di esse, però, era riuscita a penetrare in profondo nelle case del passato. A distanza di quasi mezzo secolo, questo prezioso volume è diventato il classico sull’argomento.
Mario Praz vi traccia la storia degli uomini quale si rispecchia negli ambienti in cui essi hanno vissuto nel corso dei secoli, esplorando il loro «animo» al di là di quel velo di Maia che sono gli stili. A render lo spirito di questi ambienti e dei tempi che essi rappresentano, occorreva uno scrittore di eccezione. Mario Praz, oltre alle doti di ricercatore filologico e di storico della letteratura e dell’arte, possedeva quelle di un malioso saggista, e a tali doti accompagnava la passione del collezionista (più di una delle tavole riproduce quadri o acquarelli da lui posseduti). La documentazione letteraria va di pari passo con quella iconografica, frutto di un’appassionata ricerca che soltanto Praz poteva attuare, raccogliendo raffigurazioni contemporanee che conservano inalterata l’impronta del gusto del tempo anziché ricavarla da fotografie di ambienti allo stato attuale che non sempre rispecchiano l’aspetto originale e che spesso appaiono svuotati di quella vita che un tempo pulsava in loro. Questi interni sono descritti per così dire dal vivo sotto entrambi gli aspetti: interni in funzione di personaggi nella narrativa, ma interni per sé nella pittura, soprattutto da quando nell’ultimo quarto del Settecento comparvero le prime raffigurazioni di camere senza figure umane, anzi viventi di una propria magia di nature morte, un nuovo genere di pittura che sta tra il progetto d’arredamento, la fedele riproduzione di un ambiente quale esiste con tutte le vestigia della vita ivi vissuta, e la camera come espressione di un modo di vita, come paesaggio interiore.
IL LIBRO
Il volume raccoglie diversi articoli che Federico Zeri pubblicò sul quotidiano La Stampa tra il 1990 e il 1998, con l'aggiunta di quattro lezioni sostanzialmente inedite. La «memoria» del titolo fa riferimento a persone ed eventi che il grande storico dell'arte ebbe modo di conoscere da vicino nel corso di un’esistenza ricca di incontri (e scontri), di curiosità e passioni. Città, istituzioni e ambienti offrono lo spunto per divagazioni anche bizzarre, in ogni caso espressione di una cultura onnivora, senza pregiudizi e preclusioni. Lo «sguardo» è invece quello dello Zeri critico d’arte, lettore acutissimo di quadri e sculture, recensore di mostre, polemista vivace, osservatore (e non di rado censore) di musei e fondazioni.
Accanto a pagine su Tiziano, Veronese e Caravaggio si trovano escursioni severe o divertite intorno a restauri, oggetti, atteggiamenti e dimore di ogni tempo e luogo, dove, per esempio, mobili, abiti e gastronomia sono spie importantissime per «leggere» il gusto e i sapori di un'epoca. La memoria e lo sguardo di un occhio così attento esprimono al meglio la curiosità di un'intelligenza febbrile nelle pagine dedicate all'agonia e alla fine di Roma antica, che sono un monumento di sapienza e di sintesi, oppure in quelle conclusive sulla città e l'arte, pronunciate pochi giorni prima della scomparsa, che si possono considerare una sorta di testamento intellettuale: un viaggio ricco di suggestioni lungo gli interessi e gli itinerari di una vita.
L'AUTORE
Federico Zeri (1921-1998) è unanimemente considerato uno dei più grandi storici dell’arte italiani. Autore di decine di fondamentali saggi, in edizione TEA sono apparsi Il cannocchiale del critico (1993) e Due dipinti, la filologia e un nome. Il maestro delle Tavole Barberini (1995).
È stato uno degli editori più eclettici che l'Italia abbia mai avuto, dotato di un fiuto a trecentosessanta gradi per i bestseller e di un amore incondizionato per i libri, che per lui non erano semplici oggetti da proporre e vendere al pubblico, ma veri propri scrigni di tesori, capaci di migliorare la sua esistenza e quella degli altri. Nel corso della sua vita Luigi Spagnol ha seguito una sola regola: cercare le cose migliori dove nessun altro le avrebbe cercate. Fu per questo che nel 1997, prima ancora di finire di leggerne la bozza, decise di pubblicare "Harry Potter e la pietra filosofale". L'anno prima aveva intuito le potenzialità di una favola, "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare", che avrebbe poi venduto due milioni di copie. Ma oltre che nel fantasy e nella favola il suo talento lo portò a scovare straordinari successi anche in settori molto diversi: dall'umorismo, con "Parola" di Giobbe di Covatta, alla varia, con "Cotto e mangiato" di Benedetta Parodi. Grandi intuizioni, grandi riflessioni e un rispetto ancor più grande per il pubblico di lettori sono stati gli ingredienti di una carriera che possiamo oggi comprendere dagli scritti raccolti in queste pagine. Attraverso l'intensità delle parole di Luigi Spagnol si può cogliere la forza di una vocazione e, soprattutto, si può guardare il mondo attraverso gli occhi di un uomo che, come è stato detto: «Non voleva mai essere protagonista. E fu per questo un editore straordinario».

