
Il cinema detto "erotico" focalizza i contenuti e la scenografia sugli aspetti della seduzione e della sessualità. Il genere ha una storia lunga e tanto diversificata quanto lo è la concezione personale di erotismo che ogni regista ha. Sta di fatto che molti grandi nomi del cinema si sono a un certo punto confrontati con questo genere cinematografico, che vanta, infatti, una filmografia gloriosa. Da " Belle de jour " a " Histoire d'O ", da " Emmanuelle" a "Ultimo tango a Parigi", il libro racconta questo genere importante del cinema, il suo linguaggio specifico, i retroscena della recitazione e delle tecniche di regia, gli intrecci con il cinema drammatico e la commedia, attraverso un repertorio di cento film.
Maghi, draghi, troll, folletti, eroi e principesse, paladini del Bene impegnati in una lotta titanica contro le forze del Male: l'universo fantastico del Fantasy ha trovato spazio sul grande schermo fin dagli albori del cinema muto, appassionando milioni di spettatori. Molto spesso il Fantasy trae ispirazione dalla tradizione letteraria. "Il Signore degli anelli" ne è un esempio paradigmatico poiché diventando film dà finalmente un volto ai personaggi di Tolkien che generazioni di lettori avevano fin lì solo immaginato. Alla saga del "Signore degli Anelli" si deve anche riconoscere il merito di avere ridato vitalità a un genere cinematografico un po' dimenticato, che pure vanta una storia gloriosa di cui questo libro vuole evidenziare la ricchezza. Il dizionario riporta notizie su: Attori, registi, produttori, direttori della fotografia e specialisti che hanno scritto la storia del fantasy.
Melodramma fa subito venire in mente i film opera e questi nel libro non compaiono. La scelta dela parola "mélo" viene dal film di Resnais, da allora usata per definire quel genere che si divide nel neorealismo populista dell'Italia anni Cinquanta e gli stereotipi dei salotti MGM o delle palestre Warner con le signore del melodramma classico, che tanto hanno sofferto e fatto soffrire per amore. Lo intendiamo come genere sentimentale in cui prevale il pnto di vista femminile.
La morte fu celebrata dagli antichi come il culmine della vita eroica, dai poeti quale estrema conseguenza dell'amore, dai cristiani come strumento di salvezza e, di conseguenza, senso ultimo della vita terrena. Anche oggi gli artisti contemporanei - ai quali l'autore dedica ampio spazio - si confrontano con questo tema, talvolta in modo provocatorio e scioccante per il pubblico. Dalla morte violenta alle epidemie, dalla morte del corpo alla simbologia della morte allegorica, dai temi cristiani della Passione e della Rinascita alla raffigurazione dell'aldilà, fino al culto dei morti nelle diverse civiltà, in un percorso di quasi 400 esempi iconografici, l'autore restituisce alla Nera Signora il ruolo che sempre ha avuto nella storia delle civiltà, prima che le odierne società evolute la relegassero a un innominabile tabù.
"Entità cosmica primordiale, principio animatore e ordinatore dell'universo, incarnazione della potenza dell'amore, tessitore di relazioni sociali, allegoria metaforica e religiosa: tutto questo è l'Eros nell'antichità classica."
Per quale motivo vi sono tanti artisti sordi nella storia dell'arte? Quanto influisce sulla creazione artistica la particolare, più acuta sensibilità nel percepire la realtà di chi nasce sordo o perde l'udito? La minuziosa ricerca che Anna Folchi e Roberto Rossetti hanno condotto per questo libro contribuisce a rispondere a queste domande e colma una lacuna importante nella letteratura sulla "cultura sorda". Per la prima volta, infatti, è raccolta in un libro la documentazione biografica e iconografica relativa agli artisti sordi italiani e stranieri, dalla quale emerge che la modalità visiva dei sordi rappresenta uno strumento privilegiato di espressione e comunicazione con esiti talvolta altissimi e sorprendenti. È ben noto che Goya diventò sordo all'età di quarantasei anni in seguito a una malattia, un'esperienza che influì profondamente sul suo carattere e sulla sua pittura, in cui appariranno sempre più frequentemente accenti drammatici, materializzazioni di incubi e tensioni. Ma pochi sanno che furono afflitti da questo dramma personale anche Pinturicchio, o il raffinato ritrattista del manierismo inglese Joshua Reynolds. Vero pregio della ricerca condotta dagli autori, però, non è solo di avere riunito le opere di artisti sordi, talvolta del tutto inedite, ma anche di raccontare storie umane spesso contrassegnate dalla solitudine e l'emarginazione.
"Pesci rossi" si intitola una fortunata raccolta di scritti di Emilio Cecchi, che vide la luce nel 1920. Pochi anni prima Cecchi, in occasione della mostra della Secessione Romana, aveva avuto modo di ammirare I pesci rossi di Matisse: al quadro, così moderno nell'estetica delle forme e nella profondità delle allusioni, e alla mostra, lo scrittore dedicò un breve articolo e qualche annotazione sparsa dei suoi taccuini, suscitando l'interesse e la curiosità dei suoi lettori, di altri critici del suo tempo, e perfino della famiglia reale. Sì che da allora, e per qualche tempo, pesci rossi allusero proprio a quei brevi saggi, a quelle colte divagazioni del tipo ricordato. Ci è piaciuto riproporre quella stessa tecnica dello scrivere, un saggio breve illustrato, che abbia per argomento un artista, un'opera, una città, un monumento. O altro ancora, sempre connesso alla materia di cui trattiamo, la storia dell'arte.
"Pesci rossi" si intitola una fortunata raccolta di scritti di Emilio Cecchi, che vide la luce nel 1920. Pochi anni prima Cecchi, in occasione della mostra della Secessione Romana, aveva avuto modo di ammirare I pesci rossi di Matisse: al quadro, così moderno nell'estetica delle forme e nella profondità delle allusioni, e alla mostra, lo scrittore dedicò un breve articolo e qualche annotazione sparsa dei suoi taccuini, suscitando l'interesse e la curiosità dei suoi lettori, di altri critici del suo tempo, e perfino della famiglia reale. Sì che da allora, e per qualche tempo, pesci rossi allusero proprio a quei brevi saggi, a quelle colte divagazioni del tipo ricordato. Ci è piaciuto riproporre quella stessa tecnica dello scrivere, un saggio breve illustrato, che abbia per argomento un artista, un'opera, una città, un monumento. O altro ancora, sempre connesso alla materia di cui trattiamo, la storia dell'arte.
"Fili metallici, di cotone, lana, seta, d'ogni spessore, colorati. Vetri colorati, carteveline, celluloidi, reti metalliche, trasparenti d'ogni genere, coloratissimi, tessuti, specchi, lamine metalliche, stagnole colorate, e tutte le sostanze sgargiantissime. Congegni meccanici, elettrotecnici; musicali e rumoristi; liquidi chimicamente luminosi di colorazione viariabile; molle; leve; tubi, ecc." (Manifesto della ricostruzione futurista dell'universo, Milano, 11 marzo 1915)
Valentina Moncada che gestisce l'omonima galleria d'arte a Via Margutta ha scoperto per caso che nel 1917 il marchese Giuseppe Patrizi, suo bisnonno, affittò a Picasso uno studio nell'antico complesso degli Studi Patrizi. Il libro racconta l'attività creativa dell'artista durante il suo primo soggiorno romano, attraverso l'esposizione di alcune fotografie di Picasso nel suo atelier di Via Margutta e alla corrispondenza tenuta in quel tempo da Picasso e dai suoi compagni d'avventura (soprattutto Jean Cocteau), consentendo di ripercorrere la quotidianità di quei mesi romani, in particolare la creazione di due grandi capolavori, "L'Italiana" e "L'Arlecchino e donna con collana". Seguono una serie di documenti, che illustrano i rapporti di Picasso con gli artisti coinvolti a Roma nella genesi della "Parade", balletto per il quale l'artista realizzò costumi e scenografie. La pubblicazione analizza inoltre le possibili motivazioni della scelta del maestro di lavorare proprio a Via Margutta a un passo dal Circolo Artistico romano degli Studi Patrizi e il suo rapporto con i Futuristi.
"Pesci rossi" si intitola una fortunata raccolta di scritti di Emilio Cecchi, che vide la luce nel 1920. Pochi anni prima Cecchi, in occasione della mostra della Secessione Romana, aveva avuto modo di ammirare "I pesci rossi" di Matisse: al quadro, così moderno nell'estetica delle forme e nella profondità delle allusioni, e alla mostra, lo scrittore dedicò un breve articolo e qualche annotazione sparsa dei suoi taccuini, suscitando l'interesse e la curiosità dei suoi lettori, di altri critici del suo tempo, e perfino della famiglia reale. Sì che da allora, e per qualche tempo, pesci rossi allusero proprio a quei brevi saggi, a quelle colte divagazioni del tipo ricordato. I libri di questa collana ripropongono quella stessa tecnica dello scrivere, un saggio breve illustrato, che abbia per argomento un artista, un'opera, una città, un monumento. Questo primo volume, pubblicato in concomitanza con le celebrate mostre mantovane rappresenta una guida esauriente alla "Camera degli sposi" di Andrea Mantegna e presenta, oltre al saggio, testi descrittivi delle diverse parti del ciclo.
L'esposizione, di cui questo libro rappresenta il catalogo, ha come obiettivo quello di ricostruire un quadro iconografico completo della ricezione dell'antichità classica del secondo Ottocento. Le suggestive scoperte archeologiche di Pompei e dell'area vesuviana, oggetto di scavi approfonditi nel corso dell'Ottocento, hanno esercitato un influsso fortissimo sull'immaginario di pittori e scrittori nel corso del secolo, restituendo un'immagine vivida e vitale del mondo antico, con la sua realtà sociale e politica. Il pittore Lawrence Alma-Tadema rappresenta uno tra i più noti e illustri interpreti del genere neopompeiano.