
Attraverso una seria indagine storica, il libro traccia il profilo della civiltà cirenaica, prendendo in esame la complessa evoluzione degli aspetti economici, sociali, religiosi e artistici della città nel corso dei secoli, dall'età prebattiaca, attraverso le vicende della Cirene cristiana, fino alla conquista araba.
Il volume è il catalogo della mostra di Bergamo (Accademia Carrara, Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, 12 aprile - 2 luglio 2000). L'esposizione presenta quaranta dipinti, di cui quindici di Caravaggio, con alcune opere chiave della sua evoluzione artistica. Una sezione della mostra è dedicata al contesto di formazione del Caravaggio con opere di Lomazzo, Campi, Peterzano, Moroni, Savoldo e del Lotto.
La mostra, ospitata ai Musei Capitolini di Roma, evoca, attraverso alcune selezionate opere d'arte, momenti significativi di un'epoca difficile della storia portoghese, segnata - tra il 1580 e il 1668 - dall'aspra lotta per la riconquista dell'indipendenza condotta contro la corona di Spagna e dalla tensione verso il conseguimento dellla ritrovata unità nazionale intorno alla casa regnante di Braganza, il cui stemma araldico è campito dai colori del rosso e dell'oro, assunti a simbolo del barocco portoghese.
Jackson Pollock, Jasper Johns, Andy Warhol, Joan Mitchell, Robert Rauschenberg sono alcuni dei protagonisti di questa mostra antologica (Milano, Palazzo Reale, marzo-settembre 2002) che, a sessant'anni dalla scomparsa di Gertrude Vanderbit Whitney, è dedicata al museo da lei fondato e scandisce i momenti cruciali dell'arte e della creatività del secondo Novecento, l'epoca della "New York Renaissance".
Il libro getta uno sguardo dietro le quinte per descrivere l'incredibile lavoro di creazione di migliaia di costumi, armature, armi, accessori e allestimenti per l'adattamento del regista premio Oscar Peter Jackson dello Hobbit di J.R.R. Tolkien. Questo volume contiene moltissime immagini del set, fotografie e fotogrammi da Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato e Lo Hobbit: La Desolazione di Smaug. Le star del film e i geni creativi autori di queste opere d'arte condividono storie e pensieri, e ci raccontano cosa si prova a creare, utilizzare e indossare questi preziosi oggetti della Terra di Mezzo. Prefazione di Ann Maskrey.
Questa manifestazione intende celebrare la ricorrenza dei sessanta anni dalla proclamazione della Repubblica. Si tratta di un'occasione per recuperare il nostro passato più recente, le nostre radici e al tempo stesso ripercorrere alcune delle tappe e dei momenti che hanno consentito la costruzione del nostro paese, o meglio la ricostruzione del nostro paese dopo la cupa parentesi del secondo conflitto mondiale. Un momento di costruzione di una memoria condivisa che è allo stesso tempo un riandare indietro nel tempo con la nostra memoria.
Il più grande "cantiere moderno dell'antichità". L'area in cui sorgevano i Fori Imperiali, cuore antico della città di Roma e complesso architettonico unico al mondo per vastità e continuità urbanistica, è stata oggetto di un'attività di scavo, studio e ricerca straordinariamente intensa nel corso del tempo. In particolare, gli scavi archeologici realizzati negli ultimi venticinque anni hanno portato alla luce un tesoro prezioso. Il rinvenimento di un'eccezionale varietà di reperti, in alcuni casi unici, ha permesso, infatti, di ampliare le conoscenze sulle vicende del sito nel periodo medievale e moderno. Un contesto storico sicuramente meno noto (e meno rappresentato) al grande pubblico rispetto a quello classico, ma altamente esemplare della continuità insediativa urbana. Un'interessante e quanto mai diversificata selezione di reperti - tra cui ceramiche, sculture, monete, oggetti devozionali e di uso quotidiano -, tra le migliaia recuperati e per la maggior parte esposti per la prima volta, raccontano questi significativi periodi storici. Come in un viaggio a ritroso nel tempo, gli scavi archeologici hanno riportato alla luce ricchi depositi stratigrafici che si sono accumulati nel corso dei secoli al di sopra dei maestosi resti dei Fori. Qui, già prima del fatidico Anno Mille, erano sorti diversi nuclei di abitato e alcune piccole chiese. Il paesaggio urbano cambia nuovamente alla fine del XVI secolo, quando nella zona vengono avviate operazioni di bonifica dei terreni seguite dalla nascita di un tessuto urbano ordinato: il Quartiere Alessandrino, chiamato così dal soprannome del cardinal Michele Bonelli, che ne promosse la realizzazione. Negli Anni Trenta del secolo scorso il Quartiere, con le sue abitazioni e le sue chiese, viene raso al suolo per l'apertura di via dei Fori Imperiali e la "liberazione" delle strutture di epoca classica. Vengono così cancellati, d'un colpo, secoli di storia, di vita, di arte. La vita quotidiana, insieme alle vicende dei luoghi e delle persone - anche illustri -, è ricostruita attraverso 310 reperti archeologici, costituiti da oggetti appartenuti agli abitanti o prodotti nelle botteghe dell'area.