"In ogni cultura, per poter realizzare le proprie creazioni, gli architetti hanno dovuto stabilire un rapporto con i ricchi e i potenti. Nessun altro ha infatti le risorse per costruire. E il destino geneticamente predeterminato degli architetti è fare qualsiasi cosa pur di costruire, così come quello dei salmoni migratori è di compiere l'ultimo viaggio per deporre le uova prima di morire. Gli architetti non hanno altra alternativa che scendere a compromessi con il regime al potere, qualunque esso sia. Ma quando il calcolo politico si mescola alla psicopatologia, l'architettura non è più solo un problema di politica pratica, essa diventa un'illusione, e perfino una malattia che consuma le sue vittime. Esiste un parallelo psicologico fra il marcare un territorio per mezzo di un edificio e l'esercizio del potere politico. Entrambe le cose dipendono da un atto di volontà. Vedere affermata la propria visione del mondo in un modello architettonico esercita di per sé un certo fascino e ancora più attraente è la possibilità di imporre fisicamente il proprio volere a quella stessa città rimodellandola così come Haussmann fece a Parigi. L'architettura alimenta l'ego nei soggetti predisposti. Essi ne diventano sempre più dipendenti al punto che l'architettura si trasforma in un fine in sé che attrae i fanatici e li induce a costruire sempre di più su di una scala sempre più vasta." Deyan Sudjic
L'estetizzazione della merce, il rapporto del design con l'arte, l'industria e la tecnica, il design di massa: il libro introduce alle principali teorie estetiche del design, dai primi accenni ottocenteschi di Baudelaire e Marx alle prospettive contemporanee aperte da Adorno, Baudrillard e Flusser.
Il libro costituisce un vero e proprio percorso attraverso l'architettura della Roma contemporanea organizzato secondo un repertorio in cui si succedono più di 260 schede, disposte in rigoroso ordine cronologico, per classificare la complessità e l'eterogeneità dei fenomeni urbani. Le singole schede, rivedute e ampliate in questa quarta edizione, illustrano quanto concretamente è stato costruito o modificato a Roma dagli inizi del Novecento a oggi. Una struttura che, escludendo schemi interpretativi giustapposti, costituisce il vero punto di forza dell'opera perché riesce a collocare le singole architetture nel complesso e tormentato sviluppo della città. Questa nuova edizione fa seguito a quelle del 1984, del 1991 e del 2000 e si arricchisce della presenza di più di 50 nuove schede che riguardano edifici realizzati nell'ultimo decennio o che sono in via di realizzazione. Tra questi, l'auditorium Parco della Musica, la chiesa di Dio Padre Misericordioso, il Museo dell'Ara Pacis, la sala d'esposizione nel giardino romano dei Musei Capitolini, la biblioteca dell'università Lateranense, il MAXXI, l'ampliamento del MACRO e la nuova biblioteca Hertziana. Si tratta di progetti spesso firmati da architetti stranieri di fama internazionale che da alcuni anni sono sempre più coinvolti nella realizzazione di opere pubbliche di grande importanza per la città. Tra le schede spicca quella dedicata al nuovo Piano Regolatore di Roma approvato nel 2008.
Dalla rinascenza carolingia alle grandi creazioni pre-romaniche e romaniche, dalle cattedrali gotiche al Quattrocento fiorentino. Le diverse opere - da quelle più note a quelle spesso ignorate - sono documentate da un ricco apparato illustrativo e analizzate sia sotto il profilo tecnico costruttivo sia in relazione ai contesti di cultura urbana.
Straordinari documenti di pietra della cristianità, le basiliche e le cattedrali hanno raccontato nel corso dei secoli la progressiva e inarrestabile affermazione della religione rivelata da Gesù Cristo, diventando così uno dei simboli più tangibili della civiltà occidentale. Molti tra questi luoghi sacri, realizzati dai primi anonimi costruttori paleocristiani piuttosto che dai più importanti architetti del Rinascimento e della nostra contemporaneità, sono stati dichiarati dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità. In quest'opera di ampio respiro l'evoluzione dei tipi della basilica e della cattedrale è analizzata attraverso una selezione di trentasei edifici costruiti nell'arco di oltre quindici secoli, dal VI al XXI, in dodici Paesi di tre continenti: Europa, Asia e America. Il volume ripercorre la storia di questi celebri monumenti della fede, descrivendoli nella loro continua trasformazione dal punto di vista dei sistemi costruttivi, delle esigenze liturgiche, del linguaggio architettonico e degli apparati decorativi, per offrire ai lettori una suggestiva panoramica della cristianità
Il Barocco e il Rococò sono gli stili della meraviglia, dell'inaspettato, capaci di continue e sorprendenti novità costruttive. La necessità di affermare l'autorità politica e religiosa, minata dai drammatici contrasti che a partire dal Seicento attraversano l'Europa, si traduce in linguaggi architettonici fortemente rappresentativi, tesi ad allestire una rinnovata retorica del potere, perennemente sospesi fra modi classici e invenzione spregiudicata. Il volume racconta la nascita e la sorprendente diffusione dei due stili, e ne delinea gli elementi significativi. Avvalendosi inoltre di un cospicuo apparato di immagini, piante e disegni, descrive i momenti, i temi e i luoghi cruciali delle nuove architetture, di cui si propone come una solida, ineludibile guida: la Roma della Controriforma, la Torino dei Savoia, Napoli e il Meridione, la Francia assolutista, l'Impero russo, l'Inghilterra, il Portogallo e la Spagna, l'Impero asburgico e la Baviera.
Durante i primi quarant'anni del Novecento alcuni dei più dotati architetti di sempre hanno cominciato a muovere i primi passi: Auguste Perret, Adolf Loos, Walter Gropius, Frank Lloyd Wright, Le Corbusier, Ludwig Mies van der Rohe, Erich Mendelsohn, Richard Neutra, Alvar Aalto. Il volume racconta uno dei periodi artistici più fertili della storia dell'arte universale, attraverso l'opera delle figure di riferimento dell'architettura del XX secolo. Le nuove tendenze non hanno conosciuto confini e il germe della modernità si è diffuso ignorando ogni limite geografico e politico. La causa di questa rivoluzione è stata una generazione di architetti in perenne ricerca, viaggiatori in un mondo devastato da due conflitti mondiali. L'apparato fotografico, accompagnato da un repertorio di disegni, piante e progetti, sarà una guida per conoscere i nomi, i temi e i luoghi cruciali dell'architettura moderna.
Dopo la proclamazione dell'Unità anche in Italia l'architettura ha scelto per le realizzazioni di maggiore prestigio il neorinascimento, chiamato anche il Risorgimento delle arti. Il volume analizza come e quando l'architettura abbia collaborato alla creazione di spazi e "altro" nella scultura, decorazione, ornato, industria dell'arte, e in tutti gli altri linguaggi artistici, fino a creare lo stile dell'Italia unita.
"Abitare" è una di quelle parole così cariche di significato che possono inchiodarci a pensare. Il quesito su cosa sia o in cosa consista un "abitare" corrispondente alle esigenze umane, e su quali presupposti si basi, rimane a tutt'oggi apertissimo. L'autore si occupa da lungo tempo di costruzioni storiche e della loro salvaguardia. In collaborazione con un team di ricercatori ha affrontato l'universo sconosciuto delle costruzioni in terra cruda o scavate nella roccia, percorrendo parte del Nord Africa e del Vicino Oriente e imbattendosi in culture raffinate e oggetti preziosi. Il libro è la testimonianza inaspettata di questa esperienza di ricerca sul campo e di vita, è il racconto dei viaggi e delle scoperte di luoghi e dimore dimenticati, oggi peraltro fortemente in pericolo. Da Chefchaouen agli insediamenti delle valli del Dràa e del Dadès in Marocco, da Djenné in Mali alla cittadella di Shali nel deserto egiziano, dai villaggi a cupola nella regione di Aleppo in Siria all'antica moschea di Hàji Piyàda in Afghanistan, alle architetture ipogee di Lalibela in Etiopia. Infine, l'incontro destabilizzante con le immagini, in parte inedite, lasciate negli altopiani del Tassili da una straordinaria, e poetica, popolazione neolitica. Una sorta di viaggio tra culture e modi di realizzare lo "stare al mondo" distanti e diversi da quelli vissuti quotidianamente e coltivati dal nostro immaginario; ma non per questo meno liberi.
La prima edizione di questo libro usci nel dicembre 1962. Da allora "Roma moderna" si è imposto come la più organica storia urbanistica della capitale dall'Unità d'Italia agli anni Settanta. Ha avuto ristampe ed è stato coronato da un grande successo editoriale. Il periodo allora scelto come "Roma moderna" era il secolo seguente al 1870, quando il 20 settembre le truppe sabaude avevano occupato Roma. Questa edizione si estende fino al 2011 e inizia due secoli fa. Nel 1811 (27 luglio e 9 agosto) Napoleone I firma a Parigi (l'imperatore non visitò mai Roma) le prime leggi "moderne" della storia di Roma capitale del Pontificato, del Regno d'Italia e della Repubblica. A distanza di cinquant'anni Roma moderna viene riproposto in una nuova edizione riveduta e ampliata, in cui sono ricostruite le vicende e le condizioni culturali, sociali, politiche ed economiche che hanno determinato lo sviluppo problematico e appassionante di una città che continua a rincorrere una propria fisionomia urbanistica.
Nelle città europee sta crescendo una vera e propria "anti-città": migliaia di persone, giovani, coppie, anziani, tagliati fuori dalla vita culturale, dagli scambi economici, dalle relazioni istituzionali. Le caratteristiche principali dell'anti-città sono la frustrazione e l'omologazione: la frustrazione di una anti-società illegale e senza sbocchi che scopre che la mobilità sociale è un miraggio e l'omologazione di migliaia di concittadini resi simili nelle credenze, nelle aspettative e negli stili di vita. Sono loro gli abitanti dell'anticittà: sono, ad esempio, le diciassette mila famiglie che a Napoli dichiarano reddito zero o i dieci mila senza fissa dimora delle fabbriche dismesse di Milano, parenti stretti dei bambini che abitano i sotterranei di Bucarest, delle famiglie che vivono nel cimitero del Cairo o delle migliaia di immigrati di Dubai. Gli anticorpi contro tutto questo stanno in una architettura che cambi gli spazi abitati per cambiare le relazioni e con esse la qualità della vita. Questo libro parla di come lo spazio sia un protagonista determinante della politica, perché lo spazio fa, disfa, condiziona, promuove, distrugge. È necessario riscoprire il significato civile dell'architettura, la sua dimensione politica, perché è grazie ai progetti architettonici, ai piani urbanistici, alle proposte di design che lo spazio divide e connette pezzi di società, toglie e attribuisce loro risorse, nega o consente relazioni culturali ed economiche.