Attraverso la posizione di preghiera esprimiamo visibilmente la nostra fede.
Il volume è arricchito da illustrazioni
Proprio perché è dialogo con Dio, la preghiera è un linguaggio del corpo universalmente valido: diventa oggi importante allora riscoprirne i gesti più antichi. Attraverso una disamina attenta delle fonti patristiche e dell’arte paleocristiana, l’autore cerca di chiarire la concreta posizione orante dei primi cristiani, le sue fondamentali radici, il suo significato teologico e il suo rapporto con la struttura della chiesa. Un gesto liturgico poco conosciuto, poi, è quello del bacio fraterno, non semplice segno di saluto, ma espressione di pace, comunione e benevolenza tra i cristiani.
Stefan Heid (1961), presbitero dell’arcidiocesi di Colonia, è professore ordinario di storia della liturgia e agiografia presso il Pontificio istituto di archeologia cristiana di Roma e professore associato della Facoltà di teologia della Pontificia università San Tommaso d’Aquino a Roma. È direttore del Römische Institut der Görres-Gesellschaft e della rivista Römische Quartalschrift.
Il giudaismo rabbinico è stato, con il cristianesimo, il grande erede dell’ebraismo biblico. Nella comprensione della Sacra Scrittura esso adotta un approccio basato sulla feconda osmosi tra Scrittura e Tradizione, tanto che per i rabbini l’una prosegue naturalmente nell’altra.
Il presente saggio si propone di ricostruire, dall’interno, il senso della Scrittura e della Tradizione peculiari al giudaismo, guidando il lettore ad ascoltare direttamente la voce dei Maestri, piuttosto che farlo perdere nei meandri di complesse ricostruzioni storiche.
Destinatari
Un pubblico colto, interessato ad avvicinarsi all’ermeneutica rabbinica.
Autpre
Piero Stefani, biblista e studioso di ebraismo, coordinatore nazionale dal 1995 al 1999 di Biblia (associazione laica di cultura biblica), è titolare del corso di “Dialogo con l’Ebraismo” presso l’Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino di Venezia. Collabora stabilmente con riviste e istituzioni dedite alla formazione e alla ricerca religiosa
La tensione tra fede nell'incarnazione e svalutazione del corpo rispetto all'anima attraversa l'intera storia del cristianesimo. Ai giorni nostri la questione assume però nuove valenze: la pelle nuda di corpi eroticamente stilizzati è pressoché onnipresente. La presente raccolta di saggi cerca di riflettere da una prospettiva risolutamente teologica su questi sviluppi culturali. Con contributi di Regina Ammicht Quinn, Theresia Heimerl, Stefanie Knauss, Ulrike Kostka, Stefan Orth, Magnus Striet e Saskia Wendel.
Si tratta di un libro sotto forma di intervista ad alcuni fra gli ultimi testimoni della Shoah, che sono molto spesso invitati nelle scuole, e quindi vengono a contatto con i ragazzi: Liliana Segre, Nedo Fiano e Piero Terracina.
Il libro si arricchisce delle testimonianze dei maggiori specialisti italiani in materia: Mantelli, Sessi, Sarfatti, Santerini, Chiappano.
Il testo si compone di 6 capitoli: i primi tre con le interviste ai testimoni, il quarto sulla situazione degli ebrei in Italia al tempo delle leggi razziali del 1938, il quinto sul dibattito riguardo le modalità più efficaci per fare Memoria e sull’utilità dei viaggi ad Auschwitz, il sesto sulla didattica della Shoah nella scuola, che presenta anche il lavoro di approfondimento compiuto dagli studenti del liceo classico Tito Livio di Milano.
Punti forti
L’importanza del tema, di attualità storica, connesso alla difficile questione di come fare efficacemente memoria della Shoah sia al presente sia nel futuro, quando verranno a mancare i testimoni. Collegato a questo, il tema del ruolo degli storici e degli specialisti e delle varie iniziative che sono già in atto. Infine il tema dell’insegnamento della Shoah in Italia, che coinvolge la formazione degli insegnanti e implica la trasmissione della Memoria alle nuove generazioni interessando pluralità di voci che si interrogano anche su temi correlati, come l’antisemitismo e il revisionismo.
La prefazione del testo è di David Bidussa, storico e saggista, esperto di ebraismo.
Destinatari
Studenti e insegnanti; pubblico in particolare giovane.
Autrice
Stefania Consenti, quarantasei anni, laureata in filosofia, giornalista professionista dal 1995, vive a Milano dove lavora per il quotidiano Il Giorno. Nella stessa collana ha già pubblicato "Binario 21. Un treno per Auschwitz" (2010).
Dentro le pagine bibliche vi è una continua oscillazione tra la sete di libertà e la legittimazione dell'autorità, tra la necessità del potere e la denuncia dei mali da esso prodotti. Attraverso un'indagine incentrata sia sulla scrittura sia sulla storia, il testo esamina queste irrisolte tensioni.
Il presente lavoro è un contributo agli operatori in ambiti pedagogico-terapeutici, specialmente nel campo della MusicArTerapia nella Globalità dei Linguaggi. Il volume è strutturato in tre parti: la prima modellizza il Corpo secondo le teorie della GdL; la seconda, centrale, è un Dizionario di trenta voci, organi del Corpo riletti secondo i modelli descritti; nella terza trovano posto trattazioni di più ampio respiro, sempre pertinenti all'assunto, su Mito, Arte, Costume"... "
Il libro racconta, come in un reportage giornalistico, il viaggio degli studenti e dei pensionati lombardi che in treno raggiungono i campi di concentramento in Polonia. Questo viaggio è già alla quinta edizione di una iniziativa voluta dalla Provincia di Milano. Il treno della Provincia di Milano è stato gemellato con quello dei sindacati Cgil e Cisl di altre Province italiane: in tutto 1200 fra studenti, lavoratori e pensionati, oltre ai giornalisti al seguito.
Venti ore di lentissimo viaggio, sulle tracce dei deportati (605 ebrei che partirono dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano il 30 gennaio 1944). È un lungo viaggio attraverso l’Europa che scava in tutti un segno indelebile.
Assieme ai ragazzi viaggiano, oltre ai pensionati e ai giornalisti, anche musicisti, studiosi e insegnanti.
Durante il viaggio, la carrozza ristorante diventa il centro propulsivo e anche creativo del “Treno della Memoria” che avanza tra i ricordi, senza fermarsi. Infatti, si canta, si leggono i libri-testimonianza di Primo Levi, si fanno riflessioni, aiutati dalle testimonianze degli ultimi sopravvissuti, ci si scambia idee e punti di vista su quegli eventi che sembrano oggi incredibili.
Per gli studenti delle scuole superiori lombarde sono momenti intensi e preparatori alla visita del campo di concentramento di Auschwitz.
Punti Forti
L’importanza del tema, sempre di attualità storica e l’intensità dell’esperienza, vissuta dai ragazzi in un viaggio che lascia un segno profondo perché li mette direttamente e personalmente a contatto con uno dei grandi drammi della storia umana. Il libro si arricchisce di testimonianze e di fotografie.
La prefazione è di Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera, mentre la presentazione è scritta dall’ex assessore all’istruzione della provincia di Milano, Giansandro Barzaghi.
Il taglio giornalistico rende il testo veloce e coinvolgente.
Destinatari
Largo pubblico, in particolare giovane.
Autrice
Stefania Consenti, pugliese, quarantaquattro anni, laureata in filosofia, è giornalista professionista dal 1995. Vive a Milano dove lavora per il quotidiano Il Giorno.
La relazione di dipendenza dall'oggetto varia in funzione dei fattori della relazione d'oggetto originaria (o dell'assenza di relazione). Nel nucleo traumatico di una data condizione di sofferenza l'elemento di dolore del dipendere può presentarsi come centrale e rappresentare la configurazione principale della lesione che organizza o disorganizza le altre posizioni e configurazioni psichiche: tale configurazione principale può funzionare ad un piano che rimane soggiacente e segreto e in modi relativamente indipendenti dalla restante organizzazione psichica...
Un testo sulla psicoanalisi di gruppo.
Questo libro racconta la storia dimenticata di due donne rivoluzionarie, Katherine Evans e Sarah Cheevers, quacchere inglesi che intorno alla metà del Seicento furono imprigionate dall'Inquisizione a Malta e che dopo più di tre anni fecero ritorno in Inghilterra toccando l'Italia, la Spagna e il Marocco. Predicatrici, profetesse, visionarie, indomite viaggiatrici eretiche, mentecatte e streghe per i cattolici le due donne affidano alla scrittura il racconto delle loro avventure per mare e sofferenze in carcere, in un testo a quattro mani che è insieme resoconto di viaggio e di prigionia, autobiografia spirituale, epistolario, profezia, visione. Il testo, tradotto per la prima volta in italiano, oltre ad essere un esempio di letteratura radicale femminile dell'Inghilterra rivoluzionaria, è un documento illuminante sui rapporti tra protestanti e cattolici e sulle pratiche dell'Inquisizione romana che, al tempo stesso, offre un movimentato quadro del Mediterraneo cosmopolita del XVII secolo, popolato da ebrei, portoghesi, "mori", turchi, inglesi e olandesi. Un quadro delineato attraverso la prospettiva eccentrica e marginale di due eccezionali scrittrici.
Clemens August von Galen, da poco proclamato beato, è una figura simbolo della resistenza tedesca ad Hitler.
Sfidò a viso aperto le violazioni dei diritti, i crimini e la barbarie del nazismo. Nelle sue famose prediche, che gli valsero l’appellativo di Leone di Münster, smascherò e denunciò con forza il progetto per l’eliminazione delle «vite senza valore».
Questo libro presenta per la prima volta l’epistolario tra il vescovo di Münster e Pio XII. Una corrispondenza inedita che rivela il comune intento contro la follia nazista.
Un nuovo fondamentale tassello per inquadrare due figure decisive della storia del cristianesimo e dell’Europa.
Stefania Falasca (Roma 1963), giornalista, è dal 1988 redattrice del mensile internazionale 30Giorni. Autrice di reportage e saggi sulla vita della Chiesa, ha curato tematiche storiche e numerosi approfondimenti monografici su figure di rilievo della storia del cristianesimo. Tra le ultime pubblicazioni ricordiamo il volume Mio fratello Albino. Ricordi e memorie della sorella di papa Luciani (ed. 30Giorni).
Gli autori, provenienti da contesti culturali e sociali distanti, individuano con modelli diversi la relazione di reciprocita fra mondo primitivo e mondo evoluto. L'universo mitologico e onirico continua nel tempo a riattualizzare e a narrare agli individui e ai gruppi gli eventi remoti dell'origine. In virtu delle loro qualita specifiche sogni e miti fanno da ponte fra differenti epoche o situazioni della mente e creano nel gruppo uno spazio attivo di traghettamento di contenuti sociali arcaici verso il lavoro di soggettivazione del singolo. Gli autori di questo libro, provenienti da contesti sociali e culturali distanti, individuano con modelli diversi la relazione di reciprocita fra mondo primitivo e mondo evoluto e il lavoro di oscillazione creativa che essa realizza all'interno del gruppo, ed esplorano d'altra parte i processi di invasione distruttiva quando tale relazione e priva di uno spazio espressivo.