"Nel 2009 mi chiesero di tenere una conferenza a Budapest. Su quale argomento? A mia libera scelta. Una cosa che detesto. Non sono un missionario e non mi va di fare sermoni a Budapest. Una possibilità, dissero, era quella che chiamavano ego-histoire". Un'autobiografia? No, piuttosto il resoconto di una carriera intellettuale: i problemi studiati, le persone incontrate, le vicende capitate. Pensai che sarebbe stato divertente. E così fu: non solo mi divertii a fare la conferenza, ma anche il pubblico sembrò divertirsi molto. Tornato a casa, mi misi a scrivere un libro. Questo libro". In cui si parla di un soldato riluttante prima, e finto psicoterapeuta poi, che finisce casualmente per diventare sociologo, passando dal Greenwich Village al profondo Sud degli Stati Uniti, dalla Germania postbellica al Messico, dall'Estremo Oriente al Sudafrica, araldo di un'inedita "globe trekking sociology". Uno spirito sempre giovane e irriverente ci suggerisce le avventure possibili in una vita all'insegna della curiosità mai paga.
Spesso definita dagli adulti in termini 'deprivativi' (gli adolescenti 'che non') o negativi (bulli, inattivi, prepotenti ecc.), questa generazione di adolescenti sembra mancare di risorse e competenze. Ma è davvero così? Questo libro cerca di rispondere alla domanda, presentando alcuni dati emersi dalla prima rilevazione della ricerca longitudinale Generazione Z, promossa dall'Istituto Toniolo di Studi Superiori in 36 scuole distribuite sul territorio nazionale, che ha coinvolto circa 6000 studenti. L'indagine, grazie al Positive Youth Development Approach, si propone di guardare alle risorse e alle capacità degli adolescenti piuttosto che ai loro limiti. Risorse e capacità che possono emergere anche grazie al contesto in cui nascono e crescono. In particolare, in questa fase della ricerca, sono stati presi in considerazione i seguenti aspetti: la presentazione dell'approccio teorico; il contributo che gli adolescenti sentono di poter dare alla famiglia, alla scuola e alla loro crescita; il contesto scolastico; l'uso dei media; i comportamenti a rischio 'tradizionali' (abuso di alcool, rapporti sessuali non protetti ecc.); lo studio delle lingue straniere. Chiudono il lavoro alcune indicazioni pedagogiche e riflessioni psicologiche sui risultati emersi.
C'era una volta un mondo in cui al mattino ci si alzava per andare al lavoro, alla sera si usciva a bere una birra con gli amici e quando si era vecchi si passava il tempo a guardare la televisione. Ripetitivo? Rassicurante? Comunque sia, il mondo di una volta presto non esisterà più.
La realtà in cui viviamo sta mutando giorno dopo giorno: piccoli cambiamenti impercettibili, che a breve si trasformeranno in un capovolgimento radicale del nostro modo di stare al mondo. Quello che ci aspetta é un futuro in cui i robot lavoreranno nelle fabbriche, costruiranno le nostre case e si prenderanno cura dei malati e delle persone sole, mentre noi ci dedicheremo ai lavori creativi, grazie a esoscheletri e protesi sofisticate resteremo attivi anche in tarda età. Un futuro in cui megalopoli congestionate diventeranno serre e orti urbani e noi potremo viaggiare dalla Spagna alla Cina senza passaporto e senza soldi. Un futuro in cui mobili e altri oggetti d'uso saranno stampati in 3D e riciclati dopo mentre edifici e vestiti saranno realizzati in materiali intelligenti che si adatteranno all’'ambiente cambiando forma e colore a seconda della stagione.
2030 d.C. é una guida dettagliata e immaginifica per prepararci al futuro senza paura: Mauro F. Guillén disegna la mappa con cui orientarci attraverso le sfide che ci attendono, descrivendo i cambiamenti più radicali del prossimo decennio, spiegando come anticipare le tendenze che diventeranno parte della nostra vita quotidiana e invitandoci a leggere le incertezze dell’avvenire come nuove possibilità.
Un’analisi approfondita dei principali conflitti in corso, delle violazioni che si consumano nelle diverse regioni, delle sfide e dei successi di attiviste e attivisti per i diritti umani. Il libro mette inoltre in evidenza uno dei temi cruciali del 2018 oltre che del prossimo futuro: la battaglia per l’affermazione dei diritti delle donne. “La situazione dei diritti umani nel mondo” è l’evoluzione del tradizionale Rapporto annuale di Amnesty International. Più agevole e insieme più ricco di dati e di immagini, questo volume è un riferimento indispensabile per attivisti, ricercatori, avvocati, giornalisti, rappresentanti delle istituzioni, associazioni e per tutte le persone che non si arrendono all’idea che il cambiamento sia impossibile.
«In quest'epoca di disorientamento, abbiamo due certezze inconfutabili. La prima è che il mondo in cui oggi viviamo non è il migliore dei mondi possibili, ma è di sicuro il migliore dei mondi esistiti fino a oggi. La seconda è che l'opera creatrice dell'uomo è solo all'inizio del suo cammino e, per la prima volta nella storia dell'umanità, sta a noi proseguirla o interromperla per sempre.» È un viaggio quello che Domenico De Masi intraprende in queste pagine. Un percorso segnato da dieci svolte decisive, dieci diadi terminologiche e concettuali che puntano a individuare una meta e tracciare una rotta, capaci di trasformare la nostra timorosa navigazione a vista in progetto consapevole verso una ragionevole felicità. Punto di partenza è la certificazione sociologica del senso di smarrimento che caratterizza la nostra società, la prima in assoluto nata senza un preventivo modello di riferimento, sorta quasi per germinazione spontanea da quella che l'ha preceduta. Temi centrali per tutti quali la Longevità, il Lavoro, l'Impegno; concetti di natura sociologica come quelli di Classe e Genere, o più propri della psicologia come Paura e Felicità: un vocabolario indispensabile per orientarsi anche politicamente nel mondo che è già qui e che verrà, quel «mondo giovane ancora», per dirla con Giambattista Vico, che mai come oggi necessita di essere compreso, tradotto, e necessariamente riscritto. A oltre vent'anni da "L'ozio creativo", De Masi, come allora in conversazione con Maria Serena Palieri, offre un'accurata e convincente istantanea del tempo che stiamo vivendo, un'inquadratura realistica e carica di speranza che descrive chi siamo e come saremo.
La popolazione del mondo ha avuto una accelerazione straordinaria a partire dall'età moderna. Il Rinascimento in Italia e in Europa, le scoperte geografiche, la colonizzazione, la diffusione della rivoluzione industriale, lo sviluppo economico e le guerre tendono a coincidere temporalmente con la fase di straordinaria crescita della popolazione. Lo studio descrive a grandi linee l'andamento della popolazione mondiale dall'antichità ai secoli più moderni. Vengono confutati o quantomeno ridimensionati gli allarmi su una eccessiva crescita della popolazione nel corso del XXI secolo. Si prospetta piuttosto una preoccupazione contraria, soprattutto in Europa e nella generalità dei paesi industrializzati, dovuta alla bassa natalità e all'invecchiamento inesorabile della popolazione.
Nel suo ultimo saggio Stark dimostra con il consueto rigore l'infondatezza del mito secondo cui il mondo starebbe abbandonando la fede e la religione. Basandosi su un sondaggio che abbraccia più di un milione di persone in 163 nazioni, arriva alla conclusione opposta, ne spiega le ragioni e prevede le conseguenze sul nostro futuro, sbaragliando con dati e fatti l'opinione corrente. Soprattutto evidenzia come il crollo imminente della fede sia un'eventualità temuta e sbandierata da secoli: probabilmente “conclude“ la fede più «irragionevole» di tutte è proprio quella nella secolarizzazione.
Dalle contraddizioni e dai paradossi della nostra epoca emerge prepotentemente una richiesta: riprendere l'idea di fraternità. Oggi non è più sufficiente denunciare la persistenza di una questione etica o di una questione morale. Nel delicato momento che stiamo vivendo è necessario recuperare in chiave etica e politica un'idea troppo a lungo oscurata o identificata con le letture parziali che ne sono state date nel corso della storia. Questo libro spiega come rimettere al centro della nostra concezione del mondo e dell'agire umano la fraternità, una nuova "bussola" contro il fondamentalismo individualista, ma anche contro le derive comunitariste e settarie, di qualsiasi matrice. Ripercorrendo e rivelando le narrazioni della fraternità in Occidente - la concezione cristiana, la concezione illuminista e quella marxista -, le rimette in discussione dando a ciascun lettore gli strumenti per costruire una propria visione della fraternità in chiave laica e civile. Prefazione di Giuseppe Vacca.
"Queste sono storie ispirate a delle esistenze comuni, da cui trarre spunti per rivelare ed esporre una straordinarietà altrimenti difficile da cogliere. Se vogliamo che ciò che all'apparenza ci è familiare lo diventi davvero, dobbiamo per prima cosa rendercelo estraneo. Si tratta di un compito difficile e la piena riuscita è quanto meno incerta. Tuttavia è questo l'obiettivo che noi, lo scrittore di queste quarantaquattro lettere e i suoi lettori, ci prefiggiamo per la nostra avventura. Ma perché proprio quarantaquattro? Sospetto che la maggior parte dei lettori si porrà questa domanda. Sento di dover loro una spiegazione. Adam Mickiewicz, il più grande poeta romantico polacco, inventò un personaggio misterioso, un portavoce della Libertà e suo rappresentante, o vicereggente sulla Terra, il cui nome è Quarantaquattro. Grazie ad Adam Mickiewicz il numero quarantaquattro simboleggia lo stupore e la speranza che accompagnano l'arrivo della Libertà. È un numero che annuncia, in modo indiretto e solo agli iniziati, il tema conduttore di queste missive. Lo spettro della libertà aleggia in ciascuna di loro. Anche quando si trattano temi del tutto diversi. Anche quando la sua presenza, come per ogni spettro degno di questo nome, appare invisibile." (Zygmunt Bauman)
Attraverso la voce di diciotto protagonisti più o meno noti, questo libro offre alle nuove generazioni una finestra "possibile" sul domani, ma si rivolge anche agli adulti che desiderino accompagnare i più giovani in questo coraggioso viaggio. Storie diverse tra loro, ma tutte riconducibili a un comune denominatore: quello di avere come protagonisti uomini e donne appassionati della propria professione e desiderosi di trasmettere ai più giovani lo stesso entusiasmo e la stessa dedizione. Tra gli intervistati ci sono campioni dello sport come Federica Pellegrini, o personaggi del mondo delle arti e dello spettacolo come Angelo Branduardi o Alessandro Borghese e Michela Murgia, l'astrofisica Margherita Hack, passando per un'artigiana, un ingegnere, una giornalista, un elettricista, una poliziotta, un camionista, una stilista e tanti altri.
Il Rapporto 2015-2016 di Amnesty International documenta la situazione dei diritti umani in 160 paesi e territori durante il 2015. In molte parti del mondo, un notevole numero di rifugiati si è messo in cammino per sfuggire a conflitti e repressione. La tortura e altri maltrattamenti da un lato e la mancata tutela dei diritti sessuali e riproduttivi dall'altro sono stati due grandi fonti di preoccupazione. La sorveglianza da parte dei governi e la cultura dell'impunità hanno continuato a negare a molte persone i loro diritti. Questo rapporto rende merito a tutte le persone che si sono attivate in difesa dei diritti umani in tutto il mondo, spesso in circostanze difficili e pericolose. Il testo contiene le principali preoccupazioni e le richieste di Amnesty International ed è una lettura per chi elabora strategie politiche, per gli attivisti e per chiunque sia interessato ai diritti umani.
Dai viaggi in aereo ai telefoni cellulari, dall'alfabetizzazione all'obesità, la maggior parte di noi dà per scontate alcune caratteristiche della modernità, ma per la quasi interezza dei suoi sei milioni di anni di vita la società umana non ha conosciuto nulla di tutto ciò. E se il baratro che ci divide dai nostri antenati primitivi può apparirci incolmabile, osservando le società tradizionali ancora esistenti, o esistenti fino a poco tempo fa, possiamo farci un'idea di com'era il nostro antico stile di vita. Società come quella degli abitanti degli altipiani guineani ci ricordano che, in termini evoluzionistici, le cose sono cambiate soltanto di recente, e questo libro ci offre un affascinante ritratto di prima mano di ciò che per decine di migliaia di anni è stata la vita dell'umanità, soffermandosi sul significato che le differenze fra quel passato ormai quasi scomparso e il nostro presente hanno per l'uomo di oggi. "Il mondo fino a ieri" è il libro più personale scritto da Jared Diamond, che attinge a piene mani a decenni di lavoro sul campo nelle isole del Pacifico e da testimonianze sugli inuit, gli indios dell'Amazzonia, i san del Kalahari e molti altri popoli. Diamond non idealizza romanticamente le società tradizionali: alcune fra le loro pratiche restano per noi inaccettabili, ma è importante riconoscere dove e quando le loro esperienze hanno fruttato dei passi avanti nella società e nel comportamento umani.