Che relazione vi è tra esperienza religiosa e teologia? Una risposta, quanto mai attuale, è quella che emerge dalla ricerca del teologo ceco Vladimir Boublík (1928-1974) soprattutto attraverso il volume Teologia delle religioni che, a partire dalla categoria teologico-filosofica dell'esperienza religiosa, consente di comprendere il legame tra la teologia fondamentale e la teologia delle religioni. Quale Teologia delle religioni oggi la Teologia fondamentale è in grado di delineare e proporre alla Chiesa e al mondo? Lo studio del pensiero Vladimir Boublík spinge verso una "teologia dell'ospitalità" che - partendo dall'esperienza religiosa connaturale all'uomo come un fattore peculiare della sua storia e della sua cultura - approdi a una ferma certezza: la coesistenza nel dialogo è una necessità. Come le religioni possono essere vie di fratellanza anziché muri di separazione? Sono le questioni che traspaiono già nell'opera di Boublík all'indomani del Concilio. Sono tali questioni, nella loro forza di coinvolgimento, che hanno generato il senso - primo ed ultimo - del nostro studio.
Prima di abbracciare, riconoscendo la propria vocazione più autentica (già da tempo, peraltro, intravista dal suo grande protettore, il principe-arcivescovo di Cracovia, Sapieha), la carriera che lo avrebbe portato sul trono di Pietro e fatto diventare il vicario di Gesù Cristo, l'uomo che sulla Terra rappresenta il Figlio di Dio, che 'fa le veci' della seconda persona del Dio trinitario, Wojtyla è stato un fecondo drammaturgo. L'importanza del fatto non sta tanto nella circostanza che, nell'intera storia dei papi, soltanto uno prima di lui (e ben cinquecento anni prima) ha scritto per il teatro, ma nella "coincidenza dei fini" del Wojtyla autore e del Wojtyla sacerdote, cardinale e poi papa. Sarebbe cambiato soltanto lo strumento per compiere quella che, fin da giovane, Wojtyla ha sentito essere la propria ineluttabile missione. La sua produzione letteraria è importante, quindi, oltre che in sé - si tratta di opere di grande intensità poetica e di notevole forza drammatica - anche perché consente di cogliere le ragioni profonde e i sentimenti che ispirarono l'azione di questo personaggio dal quale la storia contemporanea è stata fortemente segnata.
Il Codice di Camaldoli è un documento di grande importanza per la storia del movimento cattolico del Novecento. Scritto tra il crollo del regime fascista e la fine della seconda guerra mondiale, esso propiziò un intenso scambio di idee sulla dottrina sociale, ispirò la riflessione dei cattolici nell'elaborazione del patto costituzionale e orientò il loro impegno nella politica, nell'economia e nella società. Il testo viene qui riproposto ai lettori e agli studiosi in un'edizione integrale e fedele all'originale e con un quadro storiografico completo e aggiornato delle fonti, dei temi e degli intellettuali protagonisti di una vicenda che contribuì a gettare le basi della Repubblica.
Editoriale studi Goffredo Zanchi, Il sinodo diocesano del 1910; Documenti Giancarlo Carminati, Vicende e intrecci nel carteggio Angelo Giuseppe Roncalli - Fortunato Benzoni Vincenzo Pergolizzi, La deposizione di monsignor Angelo Giuseppe Roncalli al processo di Norimberga (giugno 1946); Archivio Juanita Schiavini Trezzi, L'Archivio personale di papa Roncalli.
Francesco Bonini, Tre chiavi per il Duemila ITALO CALVINO. A cent'anni dalla nascita A cura di Fabio Pierangeli Fabio Pierangeli, Introduzione. Italo Calvino: il segno dei tempi Raffaele Manica, L'ultimo Calvino e la politica Roberto Carnero, Italo Calvino e la critica alla società dei consumi Maria Panetta, Imporre un'idea di letteratura: considerazioni sul Calvino critico/consulente e sui suoi dinieghi al Morselli romanziere Alberto Fraccacreta, Il guidatore notturno di Calvino, ovvero l'indecifrabilità del segno storia Federico Mazzei, Cattolicesimo e libertà: approssimazioni di De Gasperi alla storia del Belgio ottocentesco Letteratura Gabriella M. Di Paola Dollorenzo, Teologia e spiritualità di Dante Raffaello Palumbo Mosca Flaiano e il realismo delle idee ricevute 637 Alessandra Pantano, Moravia "illuminista": analisi dell'impostazione razionale moraviana attraverso il confronto tra "Un'idea dell'India" e il "Saggio sui costumi e lo spirito delle nazioni" Anniversari Fabio Pierangeli, «L'incompiutezza non ci esime dal desiderare di compierci. Anzi». Intervista a Marco Belpoliti Rassegna bibliografica-Filosofia Angelo Tumminelli, L'etica delle tecnologie digitali (2018-2022) Recensioni critiche Giuseppe Balducci, Roma di Aldo Palazzeschi: un viaggio nelle contraddizioni della città eterna fra tradizione e modernità Pierluigi Valenza, Esplorazioni sul sacro tra cultura, storia e arti La nostra biblioteca Rocco Pititto - Fausto Gianfreda S.J. - Francesca Petetta.
1945-1954: De Gasperi Presidente del Consiglio. L'instaurazione della Repubblica, l'approvazione della Costituzione, un eccezionale processo di ricostruzione, grandi riforme, l'inserimento dell'Italia nel nuovo sistema di relazioni internazionali, la scelta atlantica e europeista caratterizzarono attività e vicende dei governi da lui presieduti. Il suo indirizzo politico fu sintetizzato nel trinomio «Libertà, giustizia sociale, pace, tutte e tre interdipendenti e solidali». La sua fede nel «regime libero» fu caratterizzata dal «proposito fermissimo - come sottolineò lui stesso - di difenderlo sia contro le minacce degli avversari, sia contro le debolezze degli amici». Difese la democrazia da tendenze e movimenti antidemocratici con metodi democratici. «Umanità e preghiera, spiritualità e politica vissero intrecciate nel suo spirito - ci ha ricordato Maria Romana De Gasperi - prendendo forza e ragioni di vita l'una dall'altra, tanto da renderne difficile la distinzione e il confine».
Giuseppe Lorizio è stato Ordinario di Teologia Fondamentale presso l'Università Lateranense e per tanti anni docente di Filosofia presso la FTIM sez. San Luigi di Napoli; attualmente è il Direttore dell'Ufficio Cultura del Vicariato di Roma. Come pensatore ha offerto un contributo significativo alla teologia italiana soprattutto con la sua articolazione di un modello di teologia fondamentale in cui la teologia si dispiega nella sua natura "porosa", nella osmosi permanente e inconcludibile tra rivelazione cristiana (testo) e gli universi di senso della storia (con-testo). Una riflessione profondamente speculativa e allo stesso tempo umile che si mette in ascolto del tempo (auditus temporis) e delle sue pro-vocazioni con simpatia e profezia nel tentativo di pensare il rivelato e la sua capacità di abitare e fecondare anche (e soprattutto) la nuova epoca in cui ci siamo introdotti dopo la fine della cristianità. Il volume raccoglie i contributi che amici, colleghi e allievi hanno scritto come omaggio grato per i settant'anni di don Pino. Nei testi si ritroveranno i temi che hanno segnato la ricerca del prof. Lorizio: il pensiero rosminiano, le questioni di confine e liminari tra filosofia e teologia, gli ambiti pertinenti la teologia fondamentale, il dialogo ecumenico con la tradizione luterana e ortodossa.
Il dibattito culturale degli anni '20 e '30 del Novecento e la sua incidenza sulla vita ecclesiale si trovano al centro dell'attenzione e rappresentano l'oggetto principale del volume che raccoglie gli Atti del XV Colloquio Internazionale dell'Istituto Paolo VI. L'intento perseguito con la scelta di questo tema è evidentemente quello di chiarire in che modo lo studio, l'avvio del ministero e lo sguardo sul mondo, dal punto di vista della Segreteria di Stato vaticana, nell'epoca dei totalitarismi, abbiano plasmato la figura di Giovanni Battista Montini e rendano ragione delle caratteristiche dell'azione pastorale e del magistero nelle successive stagioni della sua vita. Si incontra qui, nella sua radice, il tema a lungo studiato del rapporto di Giovanni Battista Montini con la modernità. Egli si forma nella stagione ecclesiale successiva al modernismo, in un contesto ecclesiale assai sensibile e, non di rado, dichiaratamente sospettoso verso ogni possibile cedimento al pensiero moderno. Negli anni '20 e '30 G.B. Montini matura uno sguardo differenziato sulla cultura moderna, che non deve essere demonizzata, ma neppure può essere assunta acriticamente. In modo più profondo, ma anche meno esplicito, si intravede negli scritti di Montini di questo periodo la convinzione che la modernità si dà in molti modi ed esige perciò capacità di discernimento e un'attitudine che si potrebbe dire di "partecipazione critica" alla vicenda della cultura del tempo.
Francesco Bonini, L'Universitad del Sentido CHARLES PÉGUY. A 150 anni dalla nascita A cura di Massimo Borghesi Prima parte: Un cristiano sulla soglia Introduzione Massimo Borghesi, Péguy, il laico, il cristiano Ubaldo Casotto, Péguy al Meeting 2023 Pigi Colognesi, La lettura ben letta Giuseppe Frangi, Péguy a Chartres. La soglia all'altezza del gradino Agostino Molteni, Péguy e il pensiero di Gesù Antonio Socci, Péguy e Orléans Seconda parte: Giaime Rodano lettore di Péguy Giaime Rodano, Péguy e la sinistra italiana. Intervista a cura di Pina Baglioni Alessandro Banfi (a cura di), Il fazzoletto di Veronique. Colloquio al Centro Culturale di Milano (23-02-2021), con Massimo Borghesi, Pigi Colognesi, Giaime Rodano, Alessandro Tombolini Massimo Borghesi, Postilla. Lettere con Giaime Rodano su Charles Péguy Letteratura Lorenzo Blasi, In che rapporto con l'eterno? Note di lettura su Dissipatio H.G. di Guido Morselli Tamanta Angelini, Desiderio e volontà in Dante Storia Angelomichele De Spirito, San Menna. Primo eremita e apicoltore del Sannio
Gli autori ricostruiscono il contesto, i contenuti, il lascito e le possibilità di rilancio del più coraggioso tentativo di reinventare il fragile Stato italiano secondo il modello delle scienze aziendali: separazione tra indirizzo (politico) e attuazione (amministrativa), autonomia e responsabilità della dirigenza, contabilità economica analitica per centri di costo, reingegnerizzazione digitale e uso dei big data, "privatizzazione" del rapporto di lavoro, normali relazioni sindacali fondate sul "buon datore di lavoro".