
II volume propone una biografia intellettuale di Scipio Slataper, autore de "Il mio Carso" e principale esponente della rivista "La Voce": il catalogo della sua biblioteca privata e di quella "mentale" viene ricostruito attraverso le letture giovanili, da Carducci e Rilke fino a Ibsen, le dissertazioni su D'Annunzio, Carducci, Pascoli e Garibaldi, e gli incontri con Prezzolini, Papini, Soffici, Saba, Devescovi. Emblema di una generazione che durante la prima guerra mondiale sarà brutalmente azzerata nel Carso, Slataper ricercò sempre, muovendosi tra gli autori mitteleuropei, la lingua delle cose mute, la parola esatta capace di fondare la propria tradizione.
Fondo costitutivo della Biblioteca Civica di Gorizia, la biblioteca di Giuseppe Domenico Della Bona rappresenta un paradigma del fervido ambiente culturale che anima il dibattito intorno al concetto di storia patria friulana nell'Ottocento. Nella prima parte del volume si traccia il filo rosso che lega le biblioteche private friulane, le iniziative editoriali e i discorsi programmatici di Jacopo Pirona e Francesco di Manzano sulla costituzione di una bibliografia della storia patria. Nella seconda si entra nell'officina storico-antiquaria del collezionista: si studiano le opere storiche e documentarie conservate presso l'archivio Della Bona, si dà una edizione critica dell'epistolario dellaboniano, si discute infine della collezione numismatica. Nella terza parte viene riportata l'edizione critica del "Catalogo dei Libri patrj che trattano delle cose del Friuli e delle Provincie contermine", offrendo precisa evidenza documentaria a testimonianza del rapporto quanto mai complesso del collezionismo librario ed artistico in una zona geografica di periferia in dialogo con Padova, Venezia e Milano.