Adone il seduttore per eccesso di potenza sessuale è condannato all'impotenza. Marcel Detienne, storico e antropologo della Grecia antica, risale alla nascita del mitico personaggio dall'albero della mirra per delineare l'opposizione tra il bellissimo giovane e la terribile dea Demetra, tra gli aromi e il grano, tra quel che rappresentano gli uni e l'altro: eccitazione e norma, vanità e utilità. Adone è dotato di un'esuberante vitalità ma a lui si associano giardini sterili, fatti bruciare al sole della canicola, feste disordinate, che esaltano lo sfogo sfrenato della passione, provocato dai profumi al colmo dell'estate e pervertitore dell'istituzione matrimoniale. Così è tutto un ordine celeste e sociale che viene sconvolto. Come osserva Claude Lévi-Strauss,"la scrittura di insolita grazia" di Detienne non cessa di rivelare i legami del mito di Adone con altri miti apparentemente "primitivi", imperniati sulla seduzione erotica e le sue più varie manifestazioni, aprendo inedite prospettive alla ricerca antropologica.
Venne il tempo in cui Zeus per vendicarsi degli uomini decise di far loro dono di un male meraviglioso a vedersi ma di cui non avrebbero potuto più liberarsi. Chiama Efesto e gli ordina di fabbricare un manichino con le sembianze di una dea cui dona seduzione, bellezza e voce umana ma nello stesso tempo anche "un'indole cagnesca" e spirito bugiardo. Bella a vedersi, ma perfida, la sua apparenza esteriore è il contrario della sua intima realtà. Viene chiamata Pandora: perché è il dono che tutti gli dei vogliono fare agli umani. Pandora è l'antenata di tutte le donne. Insieme a lei manda sulla terra un vaso chiuso, e quando le ordina di aprirlo ne escono tutti i mali fino ad allora sconosciuti e che da allora non lasceranno più il mondo degli uomini. Da quel momento esisterà la fatica, la sofferenza, il dolore, la morte. Con Pandora ha inizio la condizione umana. Ma nello stesso tempo sarà proprio Pandora la prima donna a portare nel suo ventre la vita. La speranza per l'uomo. Con dieci tavole di Valente Taddei.
I testi sacri e i racconti del mito non rivelano solamente una preziosa testimonianza morale. Per Zecharia Sitchin rappresentano la memoria di un sapere tecnologico che riverbera di nuova luce il passato della civiltà umana. In questa ricostruzione molti successi della scienza moderna rappresentano antiche conoscenze perdute. Conoscenze che hanno consentito a popoli da tempo scomparsi di descrivere accuratamente dettagli del nostro sistema solare che noi solo ora stiamo scoprendo grazie all'esplorazione dello spazio siderale. I racconti di Adamo ed Eva, della pioggia di fuoco su Sodoma e Gomorra, di luccicanti messaggeri celesti, narrano in realtà un'altra storia. E fanno di scienza e mito due facce della stessa medaglia.
Raccolta di miti greci, da Eracle, Edipo, Achille e Odisseo,da Omero a Nonno di Panopoli, passando per Esiodo, Pindaro, Eschilo, Sofocle, Euripide, Callimaco, Apollonio Rodio, Catullo, Virgilio, Ovidio e molti altri.
I segreti delle piramidi di Giza e le vicende delle più grandi dinastie egizie. L'affascinante figura di Nefertari e la Valle delle Regine. Il culto del dio Amon e il tempio di Ramesse II ad Abu Simbel. I tesori rinvenuti nelle tombe e la struttura dei più celebri sepolcri. L'autore, con un aprroccio scientifico e narrativo insieme, accompagna il lettore lungo le sponde del Nilo, unendo alle vicende storiche il ricordo di archeologi e viaggiatori.
Per gli israeliti l'Arca dell'Alleanza, conservata nel Tempio di Salomone, era la presenza di Dio sulla Terra. Un giorno scomparve. Per i primi cristiani il Sacro Graal era il calice dai poteri miracolosi usato da Gesù durante l'Ultima Cena. Ma se ne persero le tracce. Cosa lega le due reliquie più famose della tradizione occidentale? E dove si trovano adesso? Un'avventura archeologica per ricostruire la vera storia dell'arca perduta e del Sacro Graal. Una ricerca documentata e rigorosa e allo stesso tempo affascinante come un romanzo giallo.
Da migliaia di anni la Sfinge punta lo sguardo a est verso l'infinito, catturando il messaggio delle stelle che l'umanità ha dimenticato. E oggi, mentre la nostra civiltà sembra sospesa verso la fine di un grande ciclo, quel messaggio manda chiari segnali affinché venga finalmente compreso. Gli indizi ci sono: la geologia e l'archeoastronomia hanno già indicato che la Sfinge potrebbe risalire a molti secoli prima di quanto gli egittologi abbiano finora ritenuto. Le scoperte dei due autori hanno rivelato che le Piramidi dell'altopiano di Giza non furono solamente tombe di faraoni megalomani, ma formano una precisa ricostruzione terrestre della Cintura stellare di Orione.
Per gli israeliti l'Arca dell'Alleanza, conservata nel Tempio di Salomone, era la presenza di Dio sulla Terra. Un giorno scomparve. Per i primi cristiani il Sacro Graal era il calice dai poteri miracolosi usato da Gesù durante l'Ultima Cena. Ma se ne persero le tracce. Cosa lega le due reliquie più famose della tradizione occidentale? E dove si trovano adesso? Un'avventura archeologica per ricostruire la vera storia dell'arca perduta e del Sacro Graal. Una ricerca documentata e rigorosa e allo stesso tempo affascinante come un romanzo giallo.