Un romanzo pensato e scritto come una composizione, in cui la melodia lascia spazio alle parole di coloro che subirono il potere del genio mozartiano. Sulle tante voci domina quella appassionata di Constance Weber, moglie di Mozart, cui Siciliano affida il compito di ricreare la leggenda del compositore.
La vicenda è quella di una donna sola, piena di interessi, affetti, curiosità, a tratti appesantita da ricordi e rimpianti per amori passati e perduti. Una donna matura, che si prende cura del vecchio padre così come delle amiche immalinconite da divorzi recenti o prossimi a venire. Si alternano nel romanzo le meditazioni solitarie della protagonista, i ricordi e le nostalgie, i paesaggi urbani deteriorati e le realtà sociali che la feriscono, gli incontri fortuiti con la vita parallela degli extracomunitari, le difficoltà degli anziani e di tutti coloro che vivono condizioni di emarginazione.
Una cronaca che, di fatto, è già storia: Tangentopoli, l'interminabile eutanasia della cosiddetta Prima Repubblica (morta per Via Giudiziaria) e lo stentato parto-aborto della Seconda (nata per Taglio Maggioritario e già finita in metastasi). Tra governi tecnici a base allargata e "discese in campo", pressati dal nuovo che avanza e da tutto il vecchio che è avanzato, e che perciò torna alla carica, Michele Serra presenta una galleria di macchiette e di eroi di giornata; nomi nuovi, curricula seminuovi e facce decisamente già usate: Il Sempreduro Bossi, il Minaccioso Pannella, il Miliardario Ridens... Ma nei testi di Serra non c'è solo politica, ma anche i suoi grotteschi copioni e i suoi stralunati figuranti.