Con un linguaggio semplice e chiaro e partendo dalla propria esperienza di narratore, sceneggiatore, librettista e drammaturgo di successo, Vincenzo Cerami introduce il lettore ai segreti dell'arte narrativa: materiali di lavoro, attrezzi, meccanismi, trucchi, trabocchetti. Svela le leggi nascoste che producono la naturalezza dell'emozione drammaturgica, ripercorre i meccanismi attraverso cui si crea il climax, spiega le tecniche per costruire dialoghi convincenti, illustra i diversi effetti prodotti dal movimento della macchina da presa. Segnala la diversità tra la scelta di narrare in prima o in terza persona, e tra scrittura mimetica e scrittura espressionista. Questa edizione è arricchita da una serie inedita di "esercizi da fare con spirito divertito, da appassionati di sciarade".
Il testo è un'autobiografia di Giovannino Guareschi.
"Interismi" mescola entusiasmi recenti e inevitabili memorie, opinioni fulminanti e citazioni classiche seguite da discussioni omeriche (se l'Inter è Ettore e la Juve è Achille, il Milan è Patroclo o Ulisse?). Insieme ai giudizi sulle squadre rivali e ai ritratti dei giocatori neroazzurri, ci sono le 'interviste impossibili' a Peppino Prisco (che si è temporaneamente giocato il paradiso coi commenti su Lazio-Inter). "Interismi" dimostra come la passione sportiva non debba nutrirsi d'odio e aggressività. Bastano l'affetto, l'entusiasmo e quell'autoironia sentimentale diventata ormai il marchio dell'Internazionale Football Club.
Floriano di Santaflora, giovane ufficiale della Marina del Regno di Sardegna, ha sedotto la sorella Margherita. Per sfuggire in qualche modo al senso di colpa che lo perseguita, i primi giorni di maggio del 1789 s'imbarca nel porto di Nantes sul Sant'Anna, un mercantile che deve far scalo sulla costa africana del golfo di Guinea per imbarcare degli schiavi da condurre in America. Ma in Guinea salirà a bordo anche un losco individuo, amante segreto della bella ma infida Caterina, moglie del comandante del Sant'Anna. Per Floriano ha inizio un lungo viaggio che lo porterà a riscattare il proprio angoscioso passato attraverso l'amore, un sentimento per lui sconosciuto e di cui ignora la forza dirompente.
Il volume raccoglie una serie di lettere inedite e alcune comparse sul "Corriere della Sera". Con queste corrispondenze - da Kabul, Peshawar, Quetta, ma anche da Orsigna, Firenze, Delhi e dal suo rifugio sull'Himalaya - Tiziano Terzani comincia un pellegrinaggio di pace tra Oriente e Occidente. Secondo l'autore infatti "non basta comprendere il dramma del mondo musulmano nel suo confronto con la modernità, il ruolo dell'Islam come ideologia antiglobalizzazione, la necessità da parte dell'Occidente di evitare una guerra di religione", bisogna soprattutto capire, convincersi, credere che l'unica via d'uscita possibile dall'odio, dalla discriminazione, dal dolore è la non-violenza.
"Valerio Varesi è uno scrittore che fa anche il giornalista con taglio investigativo. Racconta le cose come il commissario Soneri, che ormai, dopo alcuni romanzi, è diventato uno di quegli appuntamenti che la serialità del giallo ci regala, e si può benissimo avvicinare a figure riflessive, tormentate e concrete come il commissario De Vincenzi di Augusto De Angelis, il sergente Sarti Antonio di Loriano Machiavelli o il Duca Lamberti di Giorgio Scerbanenco. Gente piena di dubbi, a cui non piace che le cose non quadrino. Per esempio, che ci sia un morto in un piccolo cineclub, deceduto di morte naturale, che però ha un filamento di cotone attaccato ad un erpes sul labbro, ed è amico di una donna il cui marito è stato ucciso." (Dalla presentazione di Carlo Lucarelli)
«Negli scritti di memoria di ebrei perseguitati in Italia, nei sette anni che vanno dalle leggi fasciste del 1938 alla Liberazione, mancava fino ad oggi un diario come quello di Renzo Segre - scrive Nicola Tranfaglia nell'introduzione. - La storia cioè di un uomo che, per sfuggire alla deportazione dei lager e alla probabile morte, si era rifugiato con la moglie in una clinica psichiatrica e vi era rimasto per quasi due anni fingendo di essere un malato mentale e vivendo nell'angoscia costante di essere scoperto e deportato o ucciso. Le tracce di quella vicenda contrassegnarono tutta la vita successiva di Renzo Segre caratterizzata da un "perenne stato di depressione e di ansia per il futuro". Né poteva essere diversamente, se si ripercorrono attraverso queste pagine le tappe di un calvario che ha inizio già negli ultimi anni della dittatura ma registra un inevitabile salto di qualità, un drastico peggioramento quando i nazisti occupano l'Italia del Centro-Nord, spingono Mussolini a fondare la Repubblica Sociale Italiana e questa, con il manifesto di Verona, proclama apertamente che gli ebrei saranno trattati come "sudditi di uno stato nemico". Con la sua drammatica e oscura quotidianità la vicenda raccontata nel diario può forse far capire alle nuove generazioni come la tragedia provocata dalla vittoria dei fascismi, nella prima metà del nostro secolo, è ancora vicina nel ricordo di tante famiglie e merita di essere ricordata e approfondita soprattutto da quelli che dovranno affrontare la sfida di un futuro che si annuncia, malgrado le lezioni di storia, tutt'altro che facile o portatore di sicure promesse».
La storia inizia a Rafiah, al confine tra Israele ed Egitto nel 1967 durante la Guerra dei Sei giorni. L'ebreo Shlomo Ben Elkana va alla ricerca della tomba dell'ebreo Kabr Yehud insieme a un vecchio beduino di nome Ahmed Hag. L'arabo lo conduce in un'oasi dove c'è un'unica palma. Sotto quell'albero si nasconde un segreto: l'arabo e l'ebreo scoprono il cadavere di un uomo vestito da beduino che ha in tasca tre datteri dai quali è nato l'albero. E' il corpo di Absalom Feinberg, poeta e agronomo ebreo. La narrazione scorre indietro nel tempo e torna al 1914 nel villaggio di Zikhron Ya'acov in Galilea dove vivono i futuri componenti di Nili, il gruppo clandestino ebreo.
Indefinibile per principio, la vita e l'opera di Carmelo Bene trova in questa raccolta, secondo le stesse parole dell'attore-autore, la sua espressione compiuta. Dall'autobiografismo di "Sono apparso alla Madonna" ai testi polisenso di "Lorenzaccio", "Nostra Signora dei Turchi", "Otello", "Pentesilea", "Hamlet Suite", si compone qui il monumento dell'anti-teatro italiano.
Sinagoga di Satana o tempio della fratellanza? Cupola mafiosa o scuola etica? Setta perversa o sacerdozio civile? E chi sono i massoni? Fratelli maledetti o figli della Luce? Comici e camorristi o templari della democrazia? Sull'Arte Reale, nata ufficialmente nel 1717 a Londra, è stato detto e scritto tutto. Da più di due secoli i suoi adepti sono messi alla gogna o sugli altari da detrattori e apologeti. Roberto Gervaso racconta la loro storia dalle origini leggendarie - pitagoriche, gnostiche, templari, rosacrociane - a oggi, soffermandosi sui loro rapporti con la Chiesa, le grandi monarchie assolute del XVIII e XIX secolo, con i totalitarismi e le democrazie del Novecento, con l'illuminismo, il romanticismo, il fascismo.