Al centro del libro un passaggio di editore (da Garzanti a Mondadori) e un cambio di residenza (da Roma a Milano), attraverso i quali Mario Soldati alla fine degli anni Cinquanta disegna un nuovo progetto professionale che punta a ridare centralità alla scrittura letteraria e giornalistica rispetto al cinematografo. Scegliendo Milano Soldati conferma una lunga fedeltà editoriale (Corticelli, Rizzoli, Longanesi, Garzanti) e sceglie la città della comunicazione culturale, il contenitore urbano più adatto alla sua sensibilissima attenzione per le trasformazioni e le interazioni fra i media. Opta infine per un modello di socialità 'terzo' a fianco di quelli torinese e romano, aperto e misurato, fatto di "civiltà, umanità, cordialità". Il periodo milanese, decisivo e poco indagato, offre il terreno migliore per lo studio di una personalità multiforme il cui cardine resta l'originalità sottile e comunicativa dello stile.
Il volume descrive alcune delle norme e delle consuetudini, spesso poco note ai traduttori, che regolano il diritto d'autore, visto come un aspetto specifico nell'ambito della vasta problematica del rapporto tra editoria e traduzione. Grazie alla sua duplice esperienza di traduttrice e agente letterario, Barbara Griffini illustra con competenza e passione diritti e doveri di autori, editori e traduttori
Questa raccolta celebra il settantacinquesimo anniversario di PEN, l'associazione di scrittori che ha difeso personaggi come Vaclav Havel, Artur Koestler, Fedrico Garcia Lorca e altri che hanno dovuto affrontare il carcere, la tortura e persino la morte, per la semplice colpa di esprimere le proprie idee. Un'antologia che esemplifica uno dei più notevoli, e per lo più trascurati, generi letterari del nostro tempo: le opere di scrittori incarcerati per motivi politici. Le loro lettere, i diari, le poesie e i ricordi accompagnano il lettore attraverso l'esperienza della prigionia.
Cosa si intende per "Libri per tutti"? È una formula di comodo per definire testi riprodotti in serie prevalentemente legati alla consueta forma libro e destinati alla larga circolazione. Stampati, per lo più, ma non esclusivamente, dato che per secoli anche la riproduzione a mano ha potuto garantire una buona diffusione. In altri tempi li si sarebbe chiamati "libri popolari". Ma, com'è noto, l'aggettivo popolare non qualifica esattamente prodotti che, se ebbero e hanno tuttora uso e destinazione popolare, sono altresì caratterizzati da una circolazione in ambiti diversi della società. Popolari quindi, ma non solo. Libri che possono capitare nelle mani di chiunque, dotto o incolto che sia, da non confondere con la moderna categoria del bestseller, legata alla narrativa di consumo dell'età contemporanea, le cui fortune sono destinate ad esaurirsi nel volgere di pochi anni. Una parte significativa di questa produzione è se mai da ascrivere alla tipologia del longseller, ovvero di quei titoli che non compaiono nelle classifiche, ma che restano disponibili negli anni e talvolta anche nei secoli, incidendo con discrezione, ma in profondità, sulle abitudini culturali. I libri per tutti sono in genere destinati alla dispersione. Esiste una sorta di pregiudiziale colta che seleziona la memoria dei libri e delle letture penalizzando sistematicamente i più diffusi e familiari. Spesso non sono venduti nelle librerie, come non sono destinati a venire conservati nelle biblioteche.
In un momento storico in cui si discute quotidianamente della qualità dell'informazione, è possibile conciliare l'interesse economico dell'industria dei media con il rispetto della verità? Il volume dà una risposta affermativa, proponendo un insieme di strumenti - i M.a.s., Media accountability systems che aiutino i giornalisti e, più in generale, i professionisti dei media, a confrontarsi con il proprio pubblico, sempre più consapevole e disincantato. Codici deontologici, sondaggi, consigli di stampa, osservatori sui media: ecco alcuni dei mezzi mediante i quali un giornale può accrescere il proprio livello qualitativo, a tutto vantaggio del lettore, ma anche delle vendite.
Ludovico Ariosto decide di tramutarsi in editore di se stesso, compra una montagna di carta per stampare il "Furioso", ma tre quarti delle copie restano invendute. Dalle prime due edizioni dell'"Ortis" Ugo Foscolo non riceve alcun guadagno: con la scusa dell'anonimato l'editore gli ruba la paternità del libro. Nel 1878 Treves lancia per "Cuore" una campagna pubblicitaria senza precedenti, anche se sa bene che De Amicis non ha scritto ancora una sola pagina. Carlo Emilio Gadda invece è solito promettere le sue opere sempre a editori diversi (anche in contemporanea), ed Einaudi dovrà pazientare quasi un ventennio - e sopportare più di una 'mattana' - per pubblicare "La cognizione del dolore". Nel 1955, a bozze già pronte, Livio Garzanti costringe Pasolini a 'purgare' e riscrivere "Ragazzi di vita", preoccupato che un 'libro di racconti' venda meno di un romanzo vero e proprio. Fin dagli albori della stampa nel Quattrocento, dalle prime edizioni di Dante e Petrarca, di Pulci e Boiardo, la letteratura trabocca di storie come queste, vicende di libri irresistibilmente portati a generare un proprio doppio romanzesco: quello editoriale. Fra ripensamenti, traversie e strategie mercantili - a volte clandestine - che hanno scandito, pilotato, e spesso segnato la nascita dei più grandi capolavori della letteratura italiana, nel serrato racconto di Giovanni Ragone si rivelano gli ambienti della Galassia Gutenberg: l'insospettato retroscena dei nostri classici.