Un libro sul viaggio che mostra quel che di solito non si vede. Offre consigli per avere un invito al ballo dell'Opera a Vienna o evitare il flamenco per turisti a Siviglia. Una guida che non fornisce solo gli orari di apertura o i prezzi, ma aiuta a capire perché un quadro di Caravaggio si trova in Prussia o chi era la modella ritratta da Picasso e perché il pittore l'amava. E chi sono le ragazze in vetrina nel quartiere del peccato di Amburgo e dove trovare le miniere d'ambra sul Baltico. È una guida d'Europa nel suo insieme, dai luoghi delle battaglie storiche ai vecchi confini scomparsi, che fa vedere anche quel che non c'è più, il ponte di Giulio Cesare sul Reno o il Bunker di Hitler a Berlino. Una guida agli europei, alla loro identità e alla loro storia.
Molti grandi nomadi, prima o poi, si lasciano sfuggire la vera motivazione della loro irrequietezza: la ricerca di un posto ideale dove vivere. Nel caso di Robert Louis Stevenson, questa ammissione ha preso forma nel 1884 in un breve testo, "La casa ideale", in cui le caratteristiche di questo luogo immaginario - costruito però con i frammenti di molti paesaggi visti e attraversati - vengono elencate con estrema precisione. Usando la voce narrante dello scrittore, Tullio Pericoli ha deciso di girare un documentario per immagini apparentemente fisse. E per farlo ha scelto un formato che ricorda quello dei cinematoscopi, le curiose scatole magiche usate per vedere le forme prima immobili prendere vita all'improvviso.
All'apparire di questo saggio, nel 1967, la scena letteraria italiana si presentava piuttosto agitata. Lo spazio era diviso fra i difensori di un establishment che vantava come glorie opere spesso mediocri e i propugnatori della neoavanguardia. Manganelli fu assegnato (e si assegnò egli stesso) a quest'ultimo campo. La sua letteratura rivendicava un'ascendenza più remota e insolente: quella della letteratura assoluta. Una concezione per cui la ricerca del "vero" risultava interessante, in quanto materiale per nutrire una finzione onniavvolgente quale è, nella sua ultima essenza, la letteratura. Questo saggio portava allo scoperto la natura menzognera della letteratura, analizzando autori come Carroll e Stevenson, Nabokov e Dickens, Dumas e Rolfe.
Alla fine del XIX secolo la Francia è spaccata in due sull'Affaire Dreyfus, l'ufficiale ebreo ingiustamente condannato per alto tradimento. È soltanto l'iceberg di una questione antisemita più radicata. Fra i primi a sollevarsi in difesa di Dreyfus c'è Bernard Lazare, un giovane intellettuale di idee anarco-socialiste, pure lui ebreo, che proprio negli stessi anni dà alle stampe un saggio in due volumi sull'antisemitismo dove, fra le altre cose, imputa agli ebrei una parte di responsabilità nell'origine del fenomeno, come conseguenza del loro "comportamento asociale". In realtà, l'Affaire Dreyfus è l'inizio di una presa di coscienza per Lazare della condizione di "paria" in cui versa l'ebreo nelle società europee tra fine Ottocento e primo Novecento.
Oggi parliamo fin troppo di insegnamento, educazione e formazione, ma molto poco di "maestri". Certo, la figura del maestro è avvolta da un'aura retorica che può intimidire, e porta con sé l'asimmetria del rapporto con il discepolo e quella tensione erotica che li lega. Attraverso una serie di figure esemplari George Steiner individua tre modalità fondamentali di questa relazione e risale fino ai due maestri che, pur non avendo lasciato una sola riga scritta, hanno fondato la tradizione occidentale: Socrate e Gesù.
La guerra del Golfo, il Kossovo, l'Intifada, il conflitto arabo-israeliano, l'Afghanistan, l'Iraq. Ci sono ragioni per combattere con giustizia? Ci sono atti di aggressione e di crudeltà a cui abbiamo il dovere di opporci? L'uso della forza militare per fermare i massacri in Rwanda sarebbe stato, ad esempio, un caso di guerra giusta? Secondo l'autore, la guerra può essere in alcuni casi giustificabile, ma la sua condotta deve essere assoggettata alla critica morale. Walzer discute un tema moralmente ambiguo e complesso per affermare che della teoria della "giusta guerra" abbiamo bisogno, poiché essa consente di affrontare azioni eticamente problematiche, restringendone le occasioni e regolandone la condotta.
"Occidente" nel mondo moderno è sinonimo di spirito critico, limitazione della forza attraverso il diritto, rispetto delle regole. Tutto questo è messo in discussione dalla guerra in Iraq. Il pericolo è che l'Occidente sia concepito come una fortezza, sotto il monopolio americano, che si impone nel mondo contro i resistenti o semplicemente i "diversi". Una forma di fondamentalismo occidentale, la ripresa di un uso politico del concetto di civiltà che tanti orrori ha prodotto nel corso dei secoli. Una sorta di giacobinismo reazionario che unisce modernizzazione e luoghi comuni conservatori, spirito anti-secolare e business. Questo studio analizza il processo di delegittimazione dei principi occidentali compiuto in nome dell'Occidente stesso.
Una guida alle tecniche del giardinaggio con più di cinquanta progetti, descritti con chiarezza e corredati di istruzioni "passo passo", realizzabili nell'arco di un fine settimana. Ricco di idee creative per vasi, prati, sentieri, pavimentazioni e siepi, il manuale insegna a trasformare senza sforzo il giardino.
L'8% del bilancio alla difesa americano è privatizzato; in Iraq il "contingente" delle compagnie militari private è il secondo più numeroso sul campo; il mercato dei soldati mercenari in tutto il mondo si attesta sui 100 miliardi di dollari all'anno ed è in continua espansione. Le cifre parlano chiaro e questo libro porta in primo piano un tema di scottante interesse: la presenza attiva e diffusa di attori privati nei meccanismi della guerra. Dalle origini storiche del fenomeno ai suoi sviluppi, a un'indagine della sua diffusione in Italia, l'autore mostra come la gestione privata della sfera militare sia l'ultima conseguenza del vento di privatizzazione che ha iniziato a soffiare dagli anni Ottanta in poi.
"E se l'avventura umana dovesse fallire? Supposizione assurda! L'uomo non occupa forse il vertice della evoluzione biologica? Non è il solo animale la cui tana sia illuminata di notte? Nonché il solo in grado di avere una storia e di scriverla?". Pubblicato per la prima volta nel 1991 con il titolo "Sortie de secours", questo libro fu ripreso e attualizzato dall'autore, ormai quasi centenario, nel 1999. Alle soglie del XXI secolo, forte di tutte le sue conoscenze e riflessioni, Monod pone i termini della scelta: "Accettare la vera ominizzazione, cioè la simpatia e la pietà verso tutti gli esseri, il rispetto della vita, il rifiuto della violenza oppure, pagando il giusto prezzo delle nostre follie e crudeltà, lasciare il posto ai calamari".
La Scuola Normale Superiore di Pisa è un'istituzione quasi bicentenaria che rappresenta di fatto un unicum in Italia. È la culla delle migliori intelligenze italiane alla quale si accede e si insegna, con un criterio selettivo e rigorosamente meritocratico. Ha lo scopo di formare talenti che emergano per la capacità critica e immaginativa oltreché per l'ampiezza e la profondità delle conoscenze. La Normale non coltiva una concezione monopolistica del sapere, proponendosi come laboratorio di sperimentazione di modelli educativi trasferibili e utili. Questo studio è una riflessione sulle università italiane e straniere, su cosa distingue la formazione d'élite, sulla riforma universitaria e sul mercato del lavoro intellettuale.
Il dialogo quotidiano con i lettori è stato uno dei momenti più importanti del lavoro di giornalista di Montanelli e la sua "stanza" era uno dei punti di forza del "Corriere della Sera". In queste pagine Montanelli esprime penetranti giudizi sulla politica, la cronaca, il costume dei nostri anni e rievoca gli incontri con i protagonisti del secolo scorso ed episodi della sua vita avventurosa, fornendo così al lettore, allineati in ordine sparso, i frammenti di quell'autobiografia che non ha mai scritto.