I sette romanzi di Potter diventano le tappe di un percorso formativo, in cui si evidenziano aspetti particolari e valori che emergono dalle singole vicende. Le storie vengono tutte affrontate con lo stesso schema: sintesi del romanzo, premessa generale, 9 capitoli di approfondimento, messaggio finale. Ogni capitolo porta la stessa lunghezza e l'identico schema: dopo il titolo, in corsivo una frase-spunto del romanzo, un breve commento (al personaggio, alla situazione, al vizio-virtù...) da cui nascono approfondimenti e indicazioni per la vita.
Della Cina, un Paese grande quasi come un Continente, l’Occidente ha sicuramente una percezione surreale, a tratti addirittura paradossale. Se ne parla (anche molto), con essa si commercia (pure abbondantemente), ma è come se tutti fingessero di non vedere le macroscopiche piaghe che l’affliggono.
La Cina, erede – comunque e nonostante tutto – del passato maoista, resta una grande potenza militare ed economica dove vige un regime ancora ispirato al dirigismo più anacronistico. Oggi come in passato resta un Paese in cui si violano sistematicamente i diritti umani, le libertà fondamentali della persona e la dignità dei cittadini. Sono all’ordine del giorno, ancora oggi, arresti indiscriminati, azioni ingiustificate di polizia, abusi illegittimi. Nello spregio più totale dello Stato di diritto, la Cina continua a praticare su larga scala la pena di morte, lo schiavismo e il commercio di organi umani, mietendo annualmente migliaia di vittime. Continuano le restrizioni alla libertà religiosa e lo stesso si constata per la triste pratica degli “orfanotrofi della morte” dove vengono lasciati morire i figli non graditi al regime: quelli che eccedono l’obbligatorietà del figlio unico per famiglia, regola sancita da una rigida politica abortista che colpisce soprattutto le bambine.
In questa inchiesta ricca di documenti, attraverso testimonianze e dati sconvolgenti, si compone il macabro mosaico cinese: una minaccia incombente sulla civiltà occidentale.
In questo volume Roma è l'unica protagonista. Attraverso la testimonianza di amici ed allievi di Cederna traspare quanto è avvenuto nella capitale nei dieci anni dalla sua scomparsa: i principali temi delle sue battaglie. Sono stati scelti i più rilevanti fra i suoi articoli su vari temi (Appia Antica, Fori Imperiali, Collezione Torlonia, ville storiche, centro storico, verde pubblico ecc.) ricavandoli faticosamente dalle collezioni de "II Mondo", "II Corriere della Sera", "La Repubblica". Risalta lo straordinario carisma di questo vero e proprio "maestro", non solo di una generazione di architetti, storici dell'arte, archeologi ma soprattutto di tutte le persone che hanno avuto la fortuna di leggere i suoi scrìtti, di incontrarlo e collaborare con lui nei quaranta anni vissuti con "Italia Nostra".
Come i "commentari" accompagnano in Oriente i testi dell'antica saggezza spirituale, Gloria Germani, indologa, accompagna in questo libro i testi di Tiziano Terzani, inserendone l'incessante ricerca volta a dare un senso alle cose e alla vita in una prospettiva storica e filosofica di ampio respiro. Facendo dialogare saperi spesso a torto considerati in antitesi, come il pensiero orientale da un lato e la tradizione mistico-filosofica occidentale dall'altro, l'autrice mostra come l'anelito a una non violenza che abbracci anche il rapporto tra uomo e natura sia l'unica strada percorribile. Solo liberandoci dai dettami imposti dal nostro modo di vedere le cose e rinunciando a ogni conflittualità può avvenire quella lenta, silenziosa ma inesorabile rivoluzione ulteriore che Terzani ha perseguito e infine realizzato. L'auspicio di Tiziano-Anam, "il Senzanome", a osservare questo nostro mondo come dall'alto di una montagna, con la distanza necessaria per comprenderlo e riscoprirne l'intima bellezza, è quindi un invito reale e concreto per provare a cambiarlo veramente. Grazie all'unica rivoluzione possibile: quella che decidiamo di far avvenire dentro di noi.
Perché si legge e come si impara a farlo? Quali meccanismi emotivi si attivano? Come nasce la passione per la lettura? Perché leggere fa bene, ma può talvolta anche far male? In queste dense pagine, Corrado Augias si interroga sul significato dell'"attività del leggere", e lo fa attraverso una sorta di racconto autobiografico: dalle prime emozioni che, giovane studente liceale, suscitarono in lui i grandi classici ma anche alcuni libri "proibiti" come "L'amante di Lady Chatterley", alla scoperta di Edgar Wallace, Conan Doyle e Raymond Chandler e della narrativa poliziesca, all'amore più maturo per i romanzi di Joseph Roth e Robert Musil. E poi, ancora, la letteratura francese, quella erotica, Dante, Petrarca, George Orwell, Philip Roth.
Che cos'è la cultura della pace? Tutte le pratiche non violente sono uguali, o esistono una vera e una falsa non violenza? La non violenza è una mera tattica politica o ha una dimensione spirituale? Qual è l'ambito di esercizio della disubbidienza civile? Molte risposte a queste domande, urgenti e drammatiche, si possono trovare qui, nei testi gandhiani raccolti da Thomas Merton di fronte alla minaccia della guerra nucleare nei primi anni sessanta. La non violenza, secondo Gandhi, è la legge fondamentale della natura umana, per il suo innato desiderio di pace, ordine, giustizia, libertà e dignità personali. L'esercizio della non violenza richiede lo straordinario coraggio di non temere la morte e di soffrire senza desiderio di vendetta, e si ottiene solo con preghiera, disciplina e fede. La non violenza va esercitata sempre, non è solo non cooperazione con le ingiustizie ma costante rifiuto di qualunque cosa sia inaccettabile per la coscienza. La non violenza esige un comportamento puro e disinteressato, non può essere piegata a fini pragmatici, pena il suo fallimento. La scelta di testi gandhiani del religioso Merton è ora arricchita da una nuova lettura di Gandhi quale leader politico più influente del XX secolo del giornalista americano Mark Kurlansky.
Magistrati e avvocati sono, da sempre, come quelle vecchie coppie di coniugi che mal si sopportano ma sono assolutamente incapaci di vivere l'uno senza l'altro. Rappresentano infatti momenti distinti della funzione del rendere giustizia e portano il loro contributo da posizioni e con ruoli che non devono mai essere confusi, ma restano inseparabili. Sotto forma di lettera idealmente indirizzata al proprio allievo, Paolo Borgna riflette sugli avvocati. Sulla funzione pubblica del rendere giustizia a cui l'avvocato contribuisce con il suo "ruolo partigiano". Sul ruolo di "mediatore sociale" dell'avvocato.
Ci sono bambini che passano i loro vuoti pomeriggi a raccontarsi, seduti all'ombra delle macerie, storie di uomini misteriosamente scomparsi. Madri che in affannose corse contro il tempo bussano alle porte dei villaggi in cerca di denaro per riscattare i figli dalle mani di un esercito di aguzzini. Un popolo intero umiliato da anni di privazioni, violenze e indifferenza. Questa è la Cecenia, un Paese tenuto accuratamente lontano dai riflettori dove "la tortura è la norma, le esecuzioni senza processo sono routine e le razzie e i saccheggi un luogo comune". Una terra battuta dalla guerra, minacciata dal fuoco delle sanguinarie milizie indipendentiste e messa ancor più in pericolo da un esercito corrotto, complice e profittatore di uno spietato disegno politico. E la vittima di tanta cruda insensatezza non è un'astratta entità statale ma una popolazione inerme, costantemente sotto minaccia, privata del diritto e della dignità. Inviata sul campo dal settimanale di ispirazione liberale "Novaja Gazeta", Anna Politkovskaja ha avuto il coraggio di rompere il silenzio svelando al mondo gli orrori della Cecenia, senza censure né remore nell'accusare Putin e nel parlare di genocidio. Per anni la sua voce è stata l'unico filo di collegamento tra quelle terre dimenticate e il resto del mondo. Il libro ripercorre l'esperienza personale e l'indagine rigorosa, raccogliendo gli scomodi reportage che hanno smascherato i crimini della Russia e che le sono costati la vita.
Nell'India splendente del boom economico, centinaia di milioni di persone non riescono a mangiare due volte al giorno. Analfabeti, oppressi dalla povertà e dalla divisione in caste, vivono in uno stato costante di paura e insicurezza. Da trentacinque anni, la "Scuola dei piedi nudi" di Bunker Roy cerca di migliorare la vita dei contadini insieme a loro, offrendo risultati tangibili: trovare acqua per irrigare la terra, curare le malattie, vedere i propri figli frequentare la scuola. A Tilonia, migliaia di giovani che nessuno avrebbe impiegato sono addestrati a una professione. I criteri per la selezione sono semplici: devono essere poveri e analfabeti. La speranza è che un giorno siano in grado di stare in piedi da soli, guardando al mondo come esseri umani.
Il 7 agosto 1974 un giovane funambolo percorre, a quattrocentododici metri di altezza, lo spazio che separava le Torri gemelle dal World Trade Center. Oggi vive in una cattedrale e il decano che lo ospita dice di lui: "Philippe non crede in Dio, ma Dio crede in Philippe". Il punto di vista di un uomo che percorre il vuoto. Philippe Petit (1949), artista e autodidatta del funambolismo, si esibisce in tutto il mondo da trentacinque anni, più o meno clandestinamente. Oltre a scrivere, tiene seminari sulla creatività e la motivazione, disegna, pratica l'arte dello scasso, è un esperto di vini francesi, ama gli scacchi e padroneggia la tecnica settecentesca della carpenteria in legno. È stato arrestato più di cinquecento volte mentre faceva il giocoliere per strada. Divide il suo tempo fra la Cattedrale di St. John the Divine, dove è Artist in Residence e il suo rifugio nei monti Catskills. Sono stati tradotti in Italia "Trattato di funambolismo" (Ponte alle Grazie 1999), il libro che ha affascinato artisti e intellettuali di tutto il mondo (tra gli altri il regista tedesco Werner Herzog), che ha scritto il testo che appare sulla quarta di copertina, e lo scrittore statunitense Paul Auster, che ha redatto la prefazione) e "Toccare le nuvole" (Ponte alle Grazie 2003). Introduzione di Michele Serra.
Il progetto di pubblicazione dell'Epistolario di Aldo Capitini, avviato dalla Fondazione intitolata al suo nome, vede realizzarsi con il presente carteggio con Danilo Dolci, dopo quello con Walter Binni, il suo secondo volume. Aldo Capitini (Perugia 1899-1968) è stato il maggior teorico e attuatore della nonviolenza in Italia e forse anche in ambito europeo, e un innovatore del pensiero e della prassi sociale. Danilo Dolci (Sesana 1924 - Partinico 1997), poeta, educatore, sociologo, è stato appassionato sperimentatore della nonviolenza e instancabile promotore di iniziative collettive per il cambiamento sociale, a partire dalle battaglie condotte in Sicilia per il lavoro, l'acqua, la democrazia e contro ogni mafia. Il contatto tra il pensatore umbro e il giovane Danilo avviene nel 1952, quando Dolci sta attuando il suo primo digiuno e riceve un'unica lettera di solidarietà, inviata da Perugia da "uno sconosciuto": Aldo Capitini. Si instaura, da subito, tra i due un rapporto di reciproca influenza e di profonda stima, documentato da un'ampia corrispondenza quasi interamente inedita. Dolci riconosce in Capitini una sorta di paternità dal punto di vista dell'ispirazione ideale. Da parte sua Capitini seguirà costantemente l'attività dell'amico e le sue posizioni verranno a costituire per lui lo spunto per elaborare approfondimenti e confronti, "aggiunte", in campo civile, educativo, politico.
La tentazione del muro non è nuova. Ogni volta che una civiltà non è riuscita a pensare l'altro, queste rigide difese di filo spinato, di reti elettrificate o di ideologie chiuse si sono innalzate, sono crollate e ora ritornano con nuovi stridori.