Il libro contiene una raccolta di scritti in onore di Sergio Romano, in occasione del suo 70° compleanno. All'inizio un messaggio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sottolinea come Romano "è diventato un opinion maker di indubbio prestigio, riconosciuto come tale per la cura che ha sempre posto nella ricostruzione informata e colta dei termini di ogni questione, sia di attualità sia di sapore storico". Arrigo Levi tratteggia i caratteri di Romano giornalista, Salvatore Veca, prendendo spunto dal saggio "Libera Chiesa. Libero Stato?", spiega in Romano "la tensione fra impegno del partecipante e distacco dell'osservatore". Su Romano "storico" si soffermano Silvio Beretta e Arianna Arisi Rota, mentre Giampaolo Calchi Movati interpreta il Romano commentatore e studioso di relazioni internazionali.
Don DeLillo sceglie una prospettiva inusuale per parlare con la consueta lucidità di temi a lui da sempre cari: la vita dell'artista, la natura solitaria del processo di creazione, il carattere ossessivo e perciò incontrollato dell'arte in divenire. Lo fa accostando prodotti di diversi linguaggi espressivi - quello cinematografico, quello letterario e quello iconografico - e lasciando che dialoghino fra loro. I tre film ("Atanarjuat", "Trentadue piccoli film su Glenn Gould" e "Thelonious Monk: Straight No Chaser") disegnano così una costellazione che include il libro ("Il soccombente" di Thomas Bernhard) e la fotografia (un vecchio scatto che ritrae Thelonious Monk, Charles Mingus, Roy Haynes e Charlie Parker) e si accende di significato grazie alla lettura che DeLillo ne offre.
Da oltre vent'anni è leader di un movimento non-violento contro la dittatura in Birmania. Nel 1991 è stata insignita dei Premio Nobel per la pace e recentemente il premier inglese Gordon Brown l'ha definita un modello di coraggio civile per la libertà. In questo libro-conversazione con Alan Clements (che ha vissuto per anni in Birmania come monaco buddista, prima di essere espulso), Aung San Suu Kyi racconta con chiarezza e semplicità la bruciante attualità della situazione birmana ed espone la sua filosofia senza tempo che da voce alla speranza.
Dopo le storie e i personaggi legati al mondo della fabbrica Antonio Galdo racconta le storie di coloro che hanno rifiutato la china che conduce al consumo inconsapevole di tutto ciò che compone la nostra vita, coloro che hanno scelto di non sprecare se stessi. Un agronomo ha creato una rete di "Last minute market": per non sprecare cibo si raccolgono confezioni vicine alla scadenza per orfanotrofi e ospedali. Due celebri cuochi predicano una cucina fatta anche di avanzi. Una ragazza anoressica si fa fotografare nuda per una campagna del Ministero della Salute. La fondazione Civicum fa le pulci a bilanci e spese delle pubbliche amministrazioni: una battaglia di civiltà. A Milano una comunità aiuta a superare la dipendenza dalla febbre degli acquisti. Un monaco camaldolese misura e pesa le parole, le riduce all'essenzialità. Un esperto di clima del CNR racconta i guasti dei nostri sprechi delle risorse ambientali.
Nessuno meglio di Giorgio Bocca può aiutarci a riflettere sulla crisi che sta vivendo oggi la professione di giornalista. In Italia (e non solo in Italia) la carta stampata appare schiacciata dalle pressioni della politica e dell'economia, incapace di reagire allo strapotere della comunicazione televisiva, non più in grado di scandagliare i mutamenti reali della società. Orfani di grandi battaglie, i giornali perdono copie e non riescono ad attirare un pubblico di lettori più giovani. Per capire come si sia giunti a questo punto, Bocca parte da alcuni snodi fondamentali della sua più che sessantennale carriera: le grandi inchieste degli anni sessanta, la fondazione di "Repubblica", la sua stessa esperienza televisiva. Racconta il lavoro con direttori e compagni di strada. Ricostruisce anni di travagliati rapporti con i protagonisti della politica (da Craxi fino a Bossi e Berlusconi). E non risparmia critiche a chi ha portato l'informazione in un vicolo cieco.
I sette romanzi di Potter diventano le tappe di un percorso formativo, in cui si evidenziano aspetti particolari e valori che emergono dalle singole vicende. Le storie vengono tutte affrontate con lo stesso schema: sintesi del romanzo, premessa generale, 9 capitoli di approfondimento, messaggio finale. Ogni capitolo porta la stessa lunghezza e l'identico schema: dopo il titolo, in corsivo una frase-spunto del romanzo, un breve commento (al personaggio, alla situazione, al vizio-virtù...) da cui nascono approfondimenti e indicazioni per la vita.
Della Cina, un Paese grande quasi come un Continente, l’Occidente ha sicuramente una percezione surreale, a tratti addirittura paradossale. Se ne parla (anche molto), con essa si commercia (pure abbondantemente), ma è come se tutti fingessero di non vedere le macroscopiche piaghe che l’affliggono.
La Cina, erede – comunque e nonostante tutto – del passato maoista, resta una grande potenza militare ed economica dove vige un regime ancora ispirato al dirigismo più anacronistico. Oggi come in passato resta un Paese in cui si violano sistematicamente i diritti umani, le libertà fondamentali della persona e la dignità dei cittadini. Sono all’ordine del giorno, ancora oggi, arresti indiscriminati, azioni ingiustificate di polizia, abusi illegittimi. Nello spregio più totale dello Stato di diritto, la Cina continua a praticare su larga scala la pena di morte, lo schiavismo e il commercio di organi umani, mietendo annualmente migliaia di vittime. Continuano le restrizioni alla libertà religiosa e lo stesso si constata per la triste pratica degli “orfanotrofi della morte” dove vengono lasciati morire i figli non graditi al regime: quelli che eccedono l’obbligatorietà del figlio unico per famiglia, regola sancita da una rigida politica abortista che colpisce soprattutto le bambine.
In questa inchiesta ricca di documenti, attraverso testimonianze e dati sconvolgenti, si compone il macabro mosaico cinese: una minaccia incombente sulla civiltà occidentale.
In questo volume Roma è l'unica protagonista. Attraverso la testimonianza di amici ed allievi di Cederna traspare quanto è avvenuto nella capitale nei dieci anni dalla sua scomparsa: i principali temi delle sue battaglie. Sono stati scelti i più rilevanti fra i suoi articoli su vari temi (Appia Antica, Fori Imperiali, Collezione Torlonia, ville storiche, centro storico, verde pubblico ecc.) ricavandoli faticosamente dalle collezioni de "II Mondo", "II Corriere della Sera", "La Repubblica". Risalta lo straordinario carisma di questo vero e proprio "maestro", non solo di una generazione di architetti, storici dell'arte, archeologi ma soprattutto di tutte le persone che hanno avuto la fortuna di leggere i suoi scrìtti, di incontrarlo e collaborare con lui nei quaranta anni vissuti con "Italia Nostra".
Come i "commentari" accompagnano in Oriente i testi dell'antica saggezza spirituale, Gloria Germani, indologa, accompagna in questo libro i testi di Tiziano Terzani, inserendone l'incessante ricerca volta a dare un senso alle cose e alla vita in una prospettiva storica e filosofica di ampio respiro. Facendo dialogare saperi spesso a torto considerati in antitesi, come il pensiero orientale da un lato e la tradizione mistico-filosofica occidentale dall'altro, l'autrice mostra come l'anelito a una non violenza che abbracci anche il rapporto tra uomo e natura sia l'unica strada percorribile. Solo liberandoci dai dettami imposti dal nostro modo di vedere le cose e rinunciando a ogni conflittualità può avvenire quella lenta, silenziosa ma inesorabile rivoluzione ulteriore che Terzani ha perseguito e infine realizzato. L'auspicio di Tiziano-Anam, "il Senzanome", a osservare questo nostro mondo come dall'alto di una montagna, con la distanza necessaria per comprenderlo e riscoprirne l'intima bellezza, è quindi un invito reale e concreto per provare a cambiarlo veramente. Grazie all'unica rivoluzione possibile: quella che decidiamo di far avvenire dentro di noi.
Perché si legge e come si impara a farlo? Quali meccanismi emotivi si attivano? Come nasce la passione per la lettura? Perché leggere fa bene, ma può talvolta anche far male? In queste dense pagine, Corrado Augias si interroga sul significato dell'"attività del leggere", e lo fa attraverso una sorta di racconto autobiografico: dalle prime emozioni che, giovane studente liceale, suscitarono in lui i grandi classici ma anche alcuni libri "proibiti" come "L'amante di Lady Chatterley", alla scoperta di Edgar Wallace, Conan Doyle e Raymond Chandler e della narrativa poliziesca, all'amore più maturo per i romanzi di Joseph Roth e Robert Musil. E poi, ancora, la letteratura francese, quella erotica, Dante, Petrarca, George Orwell, Philip Roth.
Che cos'è la cultura della pace? Tutte le pratiche non violente sono uguali, o esistono una vera e una falsa non violenza? La non violenza è una mera tattica politica o ha una dimensione spirituale? Qual è l'ambito di esercizio della disubbidienza civile? Molte risposte a queste domande, urgenti e drammatiche, si possono trovare qui, nei testi gandhiani raccolti da Thomas Merton di fronte alla minaccia della guerra nucleare nei primi anni sessanta. La non violenza, secondo Gandhi, è la legge fondamentale della natura umana, per il suo innato desiderio di pace, ordine, giustizia, libertà e dignità personali. L'esercizio della non violenza richiede lo straordinario coraggio di non temere la morte e di soffrire senza desiderio di vendetta, e si ottiene solo con preghiera, disciplina e fede. La non violenza va esercitata sempre, non è solo non cooperazione con le ingiustizie ma costante rifiuto di qualunque cosa sia inaccettabile per la coscienza. La non violenza esige un comportamento puro e disinteressato, non può essere piegata a fini pragmatici, pena il suo fallimento. La scelta di testi gandhiani del religioso Merton è ora arricchita da una nuova lettura di Gandhi quale leader politico più influente del XX secolo del giornalista americano Mark Kurlansky.