IL LIBRO
Milioni di persone, di tutte le età, di tutte le fedi, di tutte le nazionalità e capi di nazioni anche in guerra fra loro si sono ritrovati nell’aprile 2005 per rendere l’estremo saluto a Giovanni Paolo II. Questa mobilitazione senza precedenti nella storia ha dimostrato che la Chiesa rappresenta un punto di riferimento essenziale, non solo per i cattolici. Anzi, qualche volta sembrano proprio alcuni fra loro i più restii ad accettarne la vitalità e la ritrovata capacità di offrire un contributo di idee autorevole, anche se spesso controverso, al mondo contemporaneo.
In Lo Splendore della Verità padre Neuhaus – che si trovava a Roma in quegli storici giorni e ne ha redatto un diario che conclude il suo saggio – affronta molti dei temi più dibattuti del cattolicesimo postconciliare (dal significato del Concilio alle innovazioni nella liturgia, dall’ordinazione delle donne alla contraccezione, dall’aborto e dall’omosessualità al celibato dei sacerdoti) coinvolgendo il lettore in una riflessione vibrante e profonda su cosa significa essere credenti oggi.
Partendo dalla sua vicenda personale – che lo ha portato a sentire l’insufficienza della fede e della teologia luterana nella quale era cresciuto e a diventare prima cattolico e poi sacerdote –, e ricordando gli incontri con Giovanni Paolo II e l’allora cardinale Ratzinger, Neuhaus spiega quanto sia in errore chi vuole politicizzare e «democratizzare » la Chiesa, contestando o stravolgendo gli insegnamenti del Magistero. La fedeltà e la continuità, non l’autonomia e la novità, conducono a un futuro ricco di promesse. Un futuro all’insegna di una evangelizzazione planetaria, dell’unità fra i Cristiani, e di un vero rinnovamento.
L'AUTORE
RICHARD JOHN NEUHAUS, una delle più importanti autorità sulla religione nel mondo contemporaneo e presidente dell’Institute on Religion and Public Life, è redattore capo della rivista «First Things». Con il leader evangelico Charles Colson ha promosso Evangelicals and Catholics Together, un’iniziativa controversa per riallineare le dinamiche religiose e culturali nella nostra società. È autore di molti libri, alcuni dei quali editi in Italia: Le ultime parole di Gesù dalla croce (2001), Solidarietà e profitto. La sfida del capitalismo cristiano (1994). È sacerdote dell’arcidiocesi di New York e vive a Manhattan.
Un contributo alla Teologia della Grazia nella prima metà del sec. XIII.
Dal proclama dell´apostolo Paolo alla scuola filosofica di Atene sul “Dio ignoto” si prende l´avvio per arrivare alla piena conoscenza di Cristo, Uomo-Dio, unico vero maestro di Sapienza e Virtù.
I dubbi cadono e si affermano le certezze che inducono alla vera fede e al profondo amore.
L´“Ignoto” diventa l´atteso e l´amato per l´intera umanità.
Il male nella vita presente, il dolore degli innocenti, il peccato originale, l'eternita' dell'inferno.
In un convegno internazionale svoltosi a Roma teologhe cristiane, e non solo, si sono interrogate sull’importanza della ricerca teologica delle donne per un’Europa che fa fatica a coniugare continuità con il passato e coraggio di apertura verso il futuro. Il Coordinamento Teologhe Italiane (CTI), che di quell’evento è stato promotore, offre a un pubblico ampio e non specialistico voci, idee, riflessioni, confronti. Per molti, forse, l’ingresso delle donne negli ambiti ecclesiali più tradizionalmente maschili, come lo studio accademico della teologia, i compiti pastorali e alcune funzioni liturgiche, suona ancora come un fatto eccentrico. Non è così. Non più soltanto luogo privilegiato dell’esperienza interiore delle donne, il divino è anche l’oggetto di una ricerca tanto appassionata quanto rigorosa di un numero crescente di loro in tutto il mondo.
Sandra Mazzolini è professore di Ecclesiologia presso la Facoltà di Missiologia della Pontificia Università Urbaniana e al Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma.
Marinella Perroni è professore di Nuovo Testamento al Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma e professore alla Pontificia Facoltà Teologica «Marianum» di Roma. È presidente del Coordinamento Teologhe Italiane (CTI).
Tra le pieghe dell’esperienza quotidiana della fatica, della paura, del dubbio, Alda Merini incontra un Dio compagno di viaggio, capace di com-prendere gli affanni, compatire le cadute, farsi vicino in quanto egli stesso impotente e sofferente. Scoprire Dio entro il limite umano, è questo che ci permette la poesia meriniana, la quale dedica uno spazio privilegiato a Maria, paradigma e metafora della stessa Merini. Entrambe, Alda e Maria, si rivelano donne della Parola, capaci di accogliere dentro di sé e trasfigurare per noi tutti quella parola d’amore posta loro nel grembo, capaci di mantenere uno sguardo stupito sul mistero, capaci di vedere oltre... Il presente studio è una proposta di lettura dei testi meriniani che tiene conto della riflessione teologica, anche in rapporto allo sforzo di «dire Dio» da parte delle donne credenti. Nel fare questo l’autrice ha concentrato la sua attenzione in particolare sulla più recente produzione di ispirazione biblico-evangelica della poetessa milanese.
Chiara Saletti, nata a Verona nel 1966, è insegnante di religione cattolica e socia del Coordinamento Teologhe Italiane (CTI). Laureata in Lettere moderne presso l’Università di Padova, ha conseguito il magistero in Teologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Verona. Collabora con la rivista «Evangelizzare».
Linee guida per gli organi di servizio pastorale del Rinnovamento nello Spirito Santo.