Con linguaggio semplice e immediato, corredato da illustrazioni, ecco uno strumento per avvicinare i ragazzi al mistero della passione e risurrezione di Gesù e suscitare in loro il valore di rinascere a vita nuova.
Sussidio concepito per avvicinare i ragazzi di età compresa tra i 9 e i 12 anni al mistero della passione e risurrezione di Gesù: uno strumento catechistico che può essere utilizzato da un parroco o un animatore di un gruppo. È strutturato in quindici stazioni che scandiscono i diversi momenti della passione di Gesù. Ogni stazione riporta dapprima il testo del vangelo con l’episodio vissuto da Gesù, la relativa riflessione per rendere più comprensibile il brano e, infine, una breve meditazione che suggerisce ai ragazzi come e dove cogliere la vicinanza dell’amore di Dio nella loro esperienza di vita.
Destinatari
Ragazzi dai 9 ai 12 anni, catechisti e parroci.
Autore
LILIANA MANTOVAN BERGO, nata a Donada (ora Portoviro) in provincia di Rovigo il 1 aprile 1945, ha conseguito il diploma magistrale nel 1962 presso l’Istituto Sacro Cuore a Lugo di Ravenna. Coniugata nel 1967, madre di due figli, vive a Stra (VE) dal 1972, dove ha esercitato la maggior parte della professione di insegnante. Attualmente è in pensione, felicemente nonna, insegna catechismo nella sua parrocchia.
Un testo teatrale profondo, un'occasione per riflettere su tematiche di forte impatto sociale.
"Questo libro è scritto da chi alla scuola ha dedicato tutta la sua vita, e ci consegna la sapienza di un insegnare inteso nel senso più ampio di educare, accogliere, accompagnare e alimentare speranza.... Le riflessioni sull'insengamento che padre Buschini ha voluto condividere potranno non convincere tutti (così come ad alcuni è apparso talvolta troppo radicale il suo agire). Ma nessuno, alla fine della lettura, potrà dubitare della sincerità che sempre ha mosso il suo impegno educativo, della sua passione per quella verità che non lascia tranquilli, perché è stimolo a mettersi continuamente in discussione e in gioco" (dalla Prefa-zione di don Luigi Ciotti).
Padre Pietro Turati (1919-1991), frate minore con una straordinaria vocazione missionaria, arriva a Mogadiscio, in Somalia, il 21 agosto 1948. Per alcuni anni è segretario del Vescovo Filippini, costringendo la sua passione evangelizzatrice dietro ad una scrivania. Poi dal marzo 1951 viene finalmente trasferito come responsabile in varie missioni del territorio somalo: Merka, Brava, Baidoa, Beled Weyn... Il colpo di stato del 1969 porta gravi problemi alle missioni. Dal 1973 Padre Pietro è responsabile delle missioni di Gelib e Kisimayo. La guerra civile scoppiata negli anni Ottanta si inasprisce violentemente agli inizi degli anni Novanta. Padre Pietro, rimasto ormai solo nella sua missione a Gelib, viene barbaramente ucciso probabilmente l'8 febbraio 1991, facendo culminare la totale donazione di sé con il martirio per la sua fede e per la sua carità.
Un ritratto spirituale della Santa che dal sacrificio, vissuto in unione a Cristo, ha dato origine a una comunione non solo nel suo tempo (1458-1524), ma anche con altre generazioni di santi e testimoni della fede: san Filippo Neri, il beato Henry Newman e il servo di Dio Giorgio La Pira, fra gli altri, hanno trovato consonanza e ispirazione dalle opere di santa Camilla da Varano.
"La Chiesa italiana ha sempre vissuto un'attenzione particolare verso la realtà delle persone con disabilità e della loro accoglienza nella comunità ecclesiale". Così nel documento Cei L'iniziazione cristiana alle persone disabili. Orientamenti e proposte. Sulla base di questa premessa viene presentato questo sussidio che ha un caratterre prevalentemente pastorale e metodologico, senza disdegnare la riflessione ecclesiologica di base. Intende favorire lo sviluppo dell'accoglienza dei disabili perché la Chiesa sia una "comunità integra", per una vita e una testimonianza di servizio offerte ai suoi figli, soprattutto ai più svantaggiati.