Nel 400 d.C. il diacono Deogratias, di fronte alle difficoltà incontrate nell'annuncio del Vangelo e nell'esercizio della catechesi si rivolge ad Agostino presentadogli una serie di problematiche di ordine metodologico e psico-pedagogico e di ordine contenutistico. E questo l'episodio all'origine del "De catechizandis rudibus", piccola opera agostiniana che ha avuto lungo il corso dei secoli un largo influsso sugli scritti e sulla pastorale catechetica. Con il termine "rudes" Agostino indica i nuovi nelle cose di Dio, da iniziare alla fede cristiana. Che cosa e come insegnare? Nell'opera propone una serie di elementi che, assunti a metodologia, diventano una concreta risposta alla "fatica" del cammino catechetico. Agostino approfondisce l'aspetto contenutistico, ma è soprattutto attento alla dimensione relazionale: il rapporto catechista/catechizzando è infatti il luogo dove si esperisce l'amore di Dio. E necessità pedagogica, allora, pensare ad un insegnamento personalizzato, attento alle esigenze e ai bisogni di ognuno. Il testo di Agostino, già edito nel volume 18 della stessa collana "Prima catechesi per i non cristiani", è qui accompagnato da un nuovo studio critico introduttivo e da un nuovo apparato di note di commento.
La «Piccola Biblioteca Agostiniana» (PBA) offre ai lettori testi italiani (opuscoli o pagine antologiche) della «Nuova Biblioteca Agostiniana» (NBA) corredati di ampie ed esaurienti introduzioni, su argomenti di particolare interesse. La riflessione sulla croce, luogo nel quale si consuma la vita terrena del Cristo. e inizia il disegno salvifico della risurrezione, accompagna Agostino lungo l'intero arco della sua esistenza e contrappunta in una trama fitta di riferimenti tutta la sua opera. Tema scandaloso e incomprensibile, l'adesione alla croce è atto d'amore e al tempo stesso adesione piena al mistero, è l'opportunità data all'uomo di riconsiderare le luci e le ombre della propria esistenza e di cercare in essa un senso. E così, tra storia, allegoria e analisi spirituale, attraverso il signum crucis Agostino descrive tutto l'agire del cristiano, del suo come del nostro tempo.
La personalita, l'integrita intellettuale e teologica, del grande Padre della Chiesa.
Con il presente volume si completa la pubblicazione delle Opere complete di La Salle in lingua italiana..
Un grande affresco storico della Chiesa di Aquileia, a partire dalle origini fino al XV secolo.
TRaduzione, note e indici di L. Carrozzi.
Sotto il nome di Letten Cattoliche sono tradizionalmente annoverate 7 epistole che si trovano tra il corpus delle lettere di Paolo e l'Apocalisse: una dell' apostolo Giacomo, due di Pietro, tre di Giovanni, e una dell'apostolo Giuda. Vengono definite «cattoliche», ovvero encicliche o circolari, perché non sono inviate a una nazione o una città particolare come quelle di Paolo -, ma a tutti i credenti nel mondo, ossia ai giudei della diaspora. Grazie ad esse possiamo ricostruire la vita delle prime comunità cristiane e l'atmosfera intellettuale e spirituale che ha plasmato le prime generazioni. Da Gemente di Alessandria, Didimo il Cieco, Giovanni Cristostomo (per la tradizione greca) ad Agostino, Girolamo, fino a Gregorio Magno (per la tradizione latina), i Padri hanno lasciato ampi commentari su tali lettere, la cui raccolta accompagna e illumina il testo neotestamentario.
Le Lettere di Paolo ai Galati, Efesini e Filippesi rappresentano un documento di notevole rilevanza in quanto contengono alcuni concetti fondamentali della teologia paolina che poi diventeranno patrimonio comune della fede cristiana. Ad esse guardarono con interesse i Padri della Chiesa che vi ricorsero frequentemente nelle controversie e nei dibattiti dottrinali del loro tempo. Nella Lettera ai Galati si affronta il rapporto tra legge e promessa: secondo Paolo le opere della legge non offrono una vera giustificazione; segue quindi l'invito a vivere secondo lo Spirito e a godere dei suoi frutti che si oppongono alla carne. La Lettera agli Efesini è fondamentale per il concetto di Chiesa - concepita come realtà universale, cosmica e una - che ha segnato il corso della teologia cristiana. La Lettera ai Filippesi contiene l'invito ad imitare l'esempio di Cristo e l'esortazione all'obbedienza e all'abnegazione. Il presente volume accompagna tali Lettere con il commento, tra gli altri, di Giovanni Crisostomo, Ambrosiaster, Mario Vittorino, Girolamo, Teodoreto di Cirro, Teodoro di Mopsuestia, Cassiodoro, Agostino, Origene.
Sotto il nome di Dodici Profeti si collocano nell'Antico Testamento i libri di Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria e Malachia; si definiscono anche Profeti minori, per distinguerli dai Profeti maggiori (come Isaia ed Ezechiele), autori di libri di più ampia estensione. Nel Nuovo Testamento - in cui è forte la necessità di dimostrare che in Gesù si realizzano tutte le profezie - l'attenzione a questi libri è notevole; tale interesse aumenta nei Padri della Chiesa che a questi testi attribuiscono un ruolo ancora più significativo nell'esegesi scritturale delle profezie che indicavano Cristo come il Messia promesso. Il volume ha raccolto numerose citazioni dei Padri dando un quadro rappresentativo della tradizione dei Padri greci e latini e di altre tradizioni, come ad esempio, quella siriaca. La scelta inoltre la varietà di interpretazioni e di usi a scopo pastorale di ogni singolo testo biblico e pennette al lettore di giungere ad una conoscenza più approfondita dei dodici profeti e del loro ruolo centrale nell'esegesi cristiana dell'Antico Testamento.
Aprire un discorso sulle "Quaestiones disputatae de perfectione evangelica" di Bonaventura, può significare come per gli storici, ricostruire la polemica che si accese nel 1252 all'interno della Università di Parigi, tra i Mendicanti e i Secolari e che durò fino al 1272. Nella trattazione Bonaventura ci propone quattro questioni dedicate ai tre Vori, o Consigli evangelici, così come si sono accreditati nella tradizione monastica: Povertà volontaria, Castità e Obbedienza. Da fedele seguace di Francesco, però Bonaventura premette a questi tre Consigli la questione dell'Umiltà, per lui "premessa delle premesse" ad ogni proposito di accedere alla perfezione secondo il Vangelo. La trattazione costituisce una sintesi teologicamente completa in cui Bonaventura attinge dalla Scrittura, dai Padri della Chiesa e dalla propria esperienza di mistico e francescano. Lo stile espositivo è volutamente semplice, senza artifici letterari.
Oltre al valore apologetico, questo scritto e una vera miniera di dottrine" in cui l'ideale di San Francesco viene tradotto in termini teologici e mistici. "
Il De dialectica, il De rhetorica, l'Ars pro fratrum mediocritate breviata e le Regulae, opere per lungo tempo ritenute spurie, sono oggi dagli studiosi, anche se con molte riserve, attribuite ad Agostino. Secondo la testimonianza dell'Ipponate, questi scritti dovevano andare a comporre un'opera in più libri sulle discipline liberali. Il progetto viene concepito durante il soggiorno milanese quando matura la conversione al cristianesimo, evento decisivo della sua vita (386ca.). Le arti liberali ...rappresentano uno strumento imprescindibile per "avere conoscenza e scienza di quanto accettava per fede". Tracciando dunque il cammino delle arti liberali, Agostino si ripromette di giungere e "di condurre gli altri alla conoscenza delle realtà incorporee passando prima attraverso quelle corporee". Il volume si avvale di un ricco apparato di note e di ampie introduzioni alle singole opere, con le più aggiornate teorie interpretative su tali scritti.