Pace a tutti gli uomini di buona volontà. Ma guerra agli altri. Perché ne abbiamo abbastanza. Aggressioni scioviniste sul web, risse, stupri, omicidi. L'invisibilità delle donne, escluse dai ruoli decisionali. In una parola: il machismo al potere. Da troppo tempo siamo governati dall'internazionale del testosterone: Trump, Putin, Xi Jinping, Bolsonaro, Erdogan, Johnson... Risultato: un'emergenza migratoria non gestita, una crisi economica infinita, un pianeta in fiamme. E un clima di arroganza e di odio che favorisce il diffondersi del populismo e mina le istituzioni democratiche. Quindi, risparmiateci altri aspiranti autocrati con più panza che sostanza e dateci più ragazze. Sportive grintose come Milena Bartolini, attiviste determinate come Greta Thunberg, politiche autorevoli come Ursula von der Leyen e Christine Lagarde e, oltreoceano, Nancy Pelosi. Ci riterremo soddisfatte quando avremo raggiunto i giusti obiettivi: equal pay e un 50 per cento nei consigli di amministrazione, nei parlamenti, nei governi. È il messaggio di Lilli Gruber, che in questo libro fa parlare i fatti: dati, storie e personaggi. Scrive un vero e proprio reportage dal fronte della battaglia per il potere femminile. Filtra racconti e analisi attraverso la propria esperienza professionale. Delinea per le donne una strategia precisa: puntare sulle competenze, farsi valere e studiare, sempre. E chiama a raccolta anche gli uomini: perché solo cambiando insieme le regole ci potremo salvare.
Il capitalismo globalizzato, con la sua accumulazione frenetica di profitti, sta avvelenando la Terra e impoverendo gran parte della popolazione. Sono in troppi gli uomini costretti a vivere sotto la soglia della povertà e troppo pochi i detentori delle ricchezze, ma nemmeno questi ultimi potranno salvarsi dalla distruzione del pianeta. Leonardo Boff, uno dei pionieri della teologia della liberazione, lancia il suo appello: è più urgente che mai cambiare direzione e ricominciare a prenderci cura della nostra casa comune. L'essere umano deve riscoprire il valore dell'umiltà e iniziare a considerarsi una parte di un progetto più grande. Non più dominatore della Terra, ma suo guardiano e custode. Soprattutto, se spera di sopravvivere, deve imparare a cogliere le richieste di aiuto che la natura gli manda. Le parole di Boff sono semi da coltivare per un futuro differente. Ascoltandole, l'umanità può salvarsi dalla furia distruttrice che ha contribuito a scatenare e può rendere nuovamente il pianeta un luogo sicuro, fertile e abitabile per tutte le specie.
EDITORIALE
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L'esperienza insegna... ma non sempre
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DONATO PAVONE
C'è sempre un di più da cui si viene e verso cui si tende. La cura come relazione e reciproca competenza
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M. MANUELA ROMANO
Auto-appropriazione e capacità di discernimento
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MARIA ROSAURA GONZALES CASAS
Divinizzazione di ciò che è umano e umanizzazione di ciò che è divino. Processo d'integrazione e trasformazione in Teresa di Gesù
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FRANCO MANZI
Pedagogia della "minaccia" nella parabola degli invitati al banchetto nuziale
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PAOLA MAGNA
Vivere relazioni autentiche. Alterità - dono di sé
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MARIGLENA GJONI
Comportamento spaziale e stati di personalità
EDUCATORI AL LAVORO
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ALESSANDRO LEMBO
Adolescenza e progetto vita (II). Spunti di riflessione sulle opportunità e i rischi del seminario minore
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Simone desideri
Non sono degno. Dinamiche e resistenze dell'accompagnamento
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MARCO RONDONOTTI - ELISA FARINACCI
L'asse "uno-molti" nei social. Molteplici volti per una stessa identità.
LETTO PER VOI
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LUCA GARBINETTO
"La formazione permanente nella vita quotidiana. Itinerari e proposte" di Amedeo Cencini
Henri Bergson concepiva l'insegnamento come un tutt'uno con l'elaborazione delle sue opere. Il corso tenuto al Collège de France nel 1902-1903, tradotto interamente in italiano, era dedicato al concetto di tempo nella storia della filosofia. In queste lezioni Bergson si confronta con Platone, Aristotele, Plotino, Galileo, Descartes, Spinoza, Leibniz, Newton e Kant. Nel cuore della metafisica occidentale il filosofo francese intravede una fondamentale negazione del tempo, impropriamente considerato come imitazione e riduzione di un'originaria eternità, inattingibile nell'immediato e esperibile solo per il tramite di un apparato simbolico. Alla luce di questa paradossale "falsa partenza" del pensiero occidentale, Bergson indica nella storia della metafisica la costante riproposizione dei suoi errori fondativi; ma vi intravede anche l'inesorabile cammino concettuale che, progressivamente, riconduce il tempo alla sua natura psicologica, quella della durata. Prefazione di Rocco Ronchi e postfazione di Camille Riquier.
Tre generazioni di storici concentrano anni di studio sulla strage di piazza Fontana in un volume corale, accostando le nuove linee di ricerca sul tema a un documentato inquadramento degli eventi. A partire dall'analisi di come oggi la strategia della tensione è studiata nelle aule di scuola e dallo sguardo dei mass media stranieri e italiani, gli autori provano a capire, cinquant'anni dopo le bombe, cosa rimane della strage di piazza Fontana e della strategia della tensione e come raccontare questa complessa fase della storia italiana ed europea, fornendo possibili nuovi strumenti di studio. Questo, anche se non sembra, è un libro di storia del tempo presente. Non perché non ci sia ancora tanto da dire e da indagare sulla vicenda, ma perché è sempre più urgente porre l'attenzione della storiografi a su come quegli eventi e quel periodo sono visti oggi. Smascherare l'origine di alcune storture attuali dell'immaginario collettivo è necessario per aiutare tutti, soprattutto i giovani, a comprendere che questa storia continua a essere la loro e la nostra storia e per correggere finalmente la rotta dell'attuale disgregazione politico-culturale. Postfazione di Mirco Dondi. Con scritti di: Aldo Giannulli, Davide COnti, Elia Rosati, Giulio D'Errico, Elio Catania, Erica Picco, Sara Troglio, Fabio Vercilli.
Il fenomeno della Mafia nigeriana rappresenta un argomento di massima attualità nel panorama criminale del nostro paese. Estorsioni, spaccio di droga, controllo della prostituzione: sono solo alcune tra le principali attività di tali gruppi provenienti dall'Africa sub-sahariana. Qual è, però, la loro natura? Come funzionano? A quale patrimonio simbolico attingono? Che rapporto instaurano con le mafie locali? Rappresentano un diverso aspetto del fenomeno migratorio? Per dare risposta a queste domande I.M.D., mettendo a frutto gli anni di esperienza maturata sul campo come investigatore della Polizia di Stato, racconta in "Mafia nigeriana" tra toni coinvolgenti tipici dell'inchiesta e una narrazione quasi romanzata, la nascita, l'evoluzione e l'espansione sul territorio italiano di queste pericolosissime confraternite cultiste, capaci di usare per i propri scopi criminali le più raffinate e avanzate tecnologie (divenendo leader in alcuni settori delle truffe informatiche) e al contempo terrorizzare le proprie vittime con gli antichi rituali voodoo.
L'odierna fissazione per il benessere e le spa non è che la debole eco di una cultura basata sulle acque curative molto più influente e vitale, che ha prosperato in Europa dall'antichità alla Prima guerra mondiale, e che ha vissuto nell'Ottocento il suo periodo di massimo splendore. Le sontuose architetture di località termali come Wiesbaden, Karlsbad e Marienbad offrono tuttora la tangibile testimonianza di un periodo d'oro che ha lasciato innumerevoli tracce nella storia della letteratura, dell'arte, della politica e più in generale della cultura europea. A spingere il fiore dell'aristocrazia, dell'alta borghesia e dell'élite politica e culturale verso località come Baden-Baden, allora definita la "capitale estiva d'Europa", non era solo una sincera fiducia nel potere dell'idroterapia: nelle grandi stazioni termali la gente, soprattutto quella ricca, cercava nutrimento sociale e culturale, divertimento e trasgressione, almeno quanto la cura per la gotta o per l'artrite. Lo storico americano David Clay Large racconta in questo libro la storia delle grandi spa dell'Europa centrale attraverso i mille personaggi storici che le frequentarono, vi crearono arte e cultura, vi intrecciarono relazioni amorose o amicizie profonde, vi fecero politica ai massimi livelli. Fu a Karlsbad che due giganti come Goethe e Beethoven camminarono a braccetto. Fu in luoghi come questi che una schiera di artisti di spicco - tra cui Victor Hugo, Chopin, Wagner, Berlioz, Brahms, Mahler, de Musset e Nerval - crearono alcune delle loro opere migliori, che Fèdor Dostoevskij e Lev Tolstoj dilapidarono fortune ai tavoli da gioco, che grandi politici e uomini di stato, da Napoleone a Bismarck, decisero le sorti del Vecchio Continente stringendo alleanze o pianificando guerre, e innumerevoli spie, faccendieri e rivoluzionari ordirono intrighi e rivolte. "L'Europa alle terme" segue i destini di queste grandi macchine della salute e del divertimento nella loro parabola di splendore e di decadenza, attraverso le grandi tragedie del Novecento, fino alla loro recente rinascita. Una storia appassionante e ancora troppo poco conosciuta, che racconta come poche altre la nascita della società moderna, con i suoi sogni di purificazione, le sue passioni segrete, i suoi abbandoni sensuali, le sue grandezze artistiche e i suoi vertiginosi baratri.
Pola, Istria, anni Trenta del Novecento: Paola è una giovane vedova croata che s'innamora del partigiano sloveno Frank. Quando, nel 1942, la situazione precipita, Frank verrà arrestato e tradotto nel campo di concentramento di Rab. Entrambi lotteranno per sopravvivere. Alla fine del conflitto mondiale riusciranno a ritrovarsi a Pola, per poi andare a vivere in Italia. Le loro vicende e quelle dei loro amici e compagni, i loro ideali, le scelte e i ricordi accompagnano il lettore nelle pieghe della storia di una nazione intera che da tempo si è dissolta: dai giorni della resistenza titina, all'unificazione di uno Stato composto da fedi, lingue, tradizioni diverse, fino agli anni della sfida al comunismo sovietico e alla fine dei grandi sogni.
"Parla. Siamo qui per ascoltarti." Melinda sa che questa è una delle tante bugie che ti raccontano al liceo. Perché nessuno vuole ascoltare quello che hai da dire. Soprattutto se non riesci a esprimerlo, se fai fatica a trovare le parole. Colpevole di aver rovinato una festa chiamando la polizia, Melinda non ha più amici e viene maltrattata a scuola. Nessuno la saluta, figuriamoci ascoltarla per capire cosa è successo veramente quella sera. Eppure Melinda troverà la forza per affrontare una violenza inconfessabile, subita nell'estate dei suoi tredici anni. E finalmente avrà il coraggio di parlare.
L'opera, giunta alla sua terza edizione, intende illustrare la materia del diritto del lavoro nelle sue linee evolutive e nei suoi istituti essenziali. Concepita essenzialmente per scopi didattici, la trattazione intende andare al cuore delle questioni proprio per rivelarne il senso profondo, da cui l'intitolazione ai fondamenti. Per una precisa scelta degli autori, le tematiche vengono, allora, esaminate con metodo sistematico e approccio sintetico. Ma non senza segnalare ed approfondire anche criticità interpretative, problematiche e questioni, specie ove evidenziate dall'esame della giurisprudenza più autorevole.
Per anni abbiamo ritenuto le tasse, se non belle, almeno necessarie per tenere in piedi il nostro apparato pubblico e i servizi che fornisce. Poi si è teorizzato che fossero necessarie per apportare una qualche forma di riequilibrio sociale. Ci siamo però accorti che il conto da pagare era decisamente superiore alla qualità del pasto che stavamo consumando. I servizi, dalla sicurezza alla sanità, non sono all'altezza. E la favola della giustizia sociale per via fiscale si è dimostrata falsa. Piuttosto lo stato e le sue casse si sono grandemente arricchiti, alzando le pretese. Non poteva continuare così. Ecco perché il mostro fiscale ha dovuto cambiare forma, è dovuto diventare "bio", come direbbero le groupie della correttezza alimentare. Ha dovuto trovare un racconto originale che gli permettesse, impunito, di continuare a sottrarre risorse ai privati. L'idea di tassare e nascondere la mano non è nuova. Ma oggi, come mai prima, le imposte cercano di mimetizzarsi. Esistono e ci danno uno schiaffo come fossero l'uomo invisibile: non sappiamo come reagire, con chi prendercela. Cercano di darsi una veste nuova. Lo stato continua ad alimentarsi con le consuete pietanze di un tempo, con i prelievi sui consumi, sui redditi e sui patrimoni, ma ha aggiunto un dessert fintamente equo e solidale. Le nuove tasse si giustificano per emergenze tutte da dimostrare, su comportamenti che in modo arbitrario si ritengono socialmente deprecabili. Le tasse invisibili sono etiche ed ambientali. Sono richieste non già per migliorare le condizioni del presente, ma per evitare i drammi di un futuro catastrofico, che si dà per certo. I socialisti volevano occuparsi dei cittadini dalla culla alla tomba, i loro nipoti hanno scoperto che ci si può occupare anche dell'aldilà. La morale resta la solita. I nostri rappresentanti passano gran parte del loro tempo, per di più pagati da noi, a cercare un modo per spillarci quattrini. Sempre per il nostro bene. Si intende.
Dall'introduzione di Dino Amadori e Franco De Conno e dalla presentazione di Italo Penco Dopo le edizioni del 2003 e del 2007, viene ora prodotta una terza edizione del Libro Italiano di Medicina e Cure Palliative. Da quegli anni, molte cose sono cambiate. Addirittura il titolo, tanto da far ragionare sul fatto se si potesse enumerare come "terza" un'edizione con un titolo diverso dalle prime due: infatti, le precedenti recitavano Libro Italiano di Cure Palliative, mentre questa s'intitola, appunto, Libro Italiano di Medicina e Cure Palliative. Ma troppe sono invece le assonanze per non considerare questa una "terza edizione", se pure "spuria" in quanto a titolo. Ancora una volta, lo spunto iniziale è giunto dalle scuole di Forlì e di Milano. Nella prima edizione erano uniche a curare il volume, nella seconda ci fu un primo allargamento e in questa attuale edizione i curatori sono diventati 12. Le cure palliative sono state riconosciute come disciplina e la necessità di avere competenze specifiche per poter esercitare la professione di medico palliativista è diventata una priorità. I dati epidemiologici e i bisogni di cure palliative mostrano la necessità d'intervenire precocemente per dare una risposta appropriata alle persone affette da tutte le patologie inguaribili; è quindi fondamentale aprire gli orizzonti alla fragilità e ai malati affetti da pluripatologie con insufficienza d'organo, che rappresentano la percentuale più rilevante di malati complessi che necessitano di un'assistenza di cure palliative. In questo modo si è potuto far progettare e rivedere ogni argomento maggiore da un curatore particolarmente dedicato a un gruppo specifico di tematiche, concernenti clinica (gestione del dolore e di altri sintomi e sindromi), aspetti psicologici e relazionali, problematiche etiche, processi decisionali e di pianificazione condivisa e anticipata delle cure, modelli organizzativi e di compresenza di un livello basico e di uno specialistico delle cure palliative per l'affronto integrato di diversi livelli di complessità dei bisogni, impatto palliativo delle terapie antitumorali, progressivo introdursi delle patologie non oncologiche, difficoltà e opportunità della ricerca nelle sue caratteristiche qualitativa e quantitativa, spazi per gli interventi palliativi invasivi, attenzione alle cure palliative di popolazioni particolari,quali bambino e anziano, terapie integrative e complementari e spazio del terzo settore e del volontariato. La multidimensionalità del volume rispecchia la complessità crescente delle cure palliative moderne. Emergono nel testo un passaggio dall'affronto della sola patologia oncologica in fase avanzata alla comparsa di cure palliative precoci, un sempre maggiore tentativo di valutazione precoce e quasi di screening di bisogni di cure palliative in diverse patologie e condizioni di fragilità, tanto da integrare la valutazione prognostica con quella dei bisogni e così da identificare le cure palliative in "cure palliative precoci" e "cure palliative di fine vita".